Marlene stava fissando il ruscello, e all’improvviso si rese conto che mentre aveva comunicato con quella voce, non aveva percepito che la presenza del ruscello. Tutto il resto attorno a lei era scomparso, quasi la sua mente si fosse chiusa in se stessa per essere piu ricettiva, per concentrarsi meglio sull’unica cosa che la occupava.
Ora il velo si apri. L’acqua scorreva lungo le rocce, gorgogliando, spumeggiando, turbinando in un piccolo mulinello costellato di bolle. Le bollicine giravano e si spaccavano, sostituite subito da nuove bollicine, formando un disegno che in sostanza non cambiava anche se i particolari non erano uguali.
Poi, ad una ad una, le bollicine si dissolsero… ora l’acqua era una superficie piatta, liscia, informe… ma continuava a scorrere, a turbinare. Da cosa lo capiva Marlene?
Dal luccichio. Perche l’acqua luccicava leggermente nella luce rosata di Nemesis. E i riflessi scintillanti creavano degli archi, delle spirali, che vorticavano e si fondevano, calamitando lo sguardo di Marlene. Lentamente, formarono la caricatura di una faccia… due buchi per occhi, una linea trasversale come bocca.
L’immagine si fece sempre piu nitida, definita, mentre Marlene osservava affascinata.
E a un certo punto divento una faccia, una faccia che fissava Marlene con occhi vuoti, ma abbastanza reale da essere riconoscibile.
Era la faccia di Aurinel Pampas.
Pensoso, sforzandosi di affrontare la questione con calma, Siever Genarr disse: «Cosi, allora te ne sei andata».
Marlene annui. «La prima volta, mi sono allontanata quando ho sentito la voce di Aurinel. Questa volta, quando ho visto la faccia di Aurinel.»
«Ti capisco…»
«Sei troppo indulgente, zio Siever.»
«Cosa dovrei fare? Picchiarti? Lascia che sia indulgente… se voglio. La mente, come la chiami tu, ha preso la voce e l’immagine di Aurinel dalla tua mente, direi. Queste due cose dovevano essere presenti in modo molto chiaro nel tuo intimo. In che rapporti eri con Aurinel?»
Marlene lo guardo sospettosa. «In che rapporti? Cosa intendi dire?»
«Nulla di terribile. Eravate amici?»
«Si, certo.»
«Avevi una cotta per lui?»
Marlene esito un attimo, serrando le labbra. «L’avevo, credo» rispose poi.
«Avevi? Adesso non piu?»
«Be’, tanto a che serve? Mi considera solo… una ragazzina. Una sorellina, magari.»
«Un atteggiamento abbastanza normale, date le circostanze. Pero tu pensi ancora a lui… ecco perche hai evocato la sua voce e la sua faccia.»
«Come sarebbe a dire, «evocato»? Erano vere, sia la voce che la faccia.»
«Sicura?»
«Certo.»
«Ne hai parlato con tua madre?»
«No, non le ho detto nulla.»
«Perche?»
«Oh, zio Siever. La conosci. Non avrei sopportato… tutta quella agitazione. D’accordo, adesso mi dirai che lei fa cosi perche mi vuole bene, ma rimane sempre una seccatura.»
«A me lo dici, pero, e anch’io ti sono molto affezionato.»
«Lo so, zio Siever, pero tu non sei un tipo eccitabile. Tu esamini le cose in modo logico.»
«E un complimento?»
«Si.»
«In tal caso, esaminiamo quello che hai scoperto, e procediamo in modo logico.»
«D’accordo, zio Siever.»
«Bene. Innanzitutto, c’e qualcosa di vivo su questo pianeta.»
«Si.»
«E non e il pianeta stesso.»
«No, assolutamente. L’ha negato.»
«Ma e un essere vivente, a quanto pare.»
«Ho l’impressione che sia un essere vivente. Il guaio e, zio Siever, che quello che sento non corrisponde all’idea che si ha di solito della telepatia. Non e come leggere una mente e ricevere dei messaggi. Ci sono anche delle impressioni, delle sensazioni, che ti assalgono contemporaneamente… come guardare un quadro nel suo insieme invece di soffermarsi sui particolari, sui chiaroscuri che compongono l’immagine.»
«E l’impressione che hai e quella di un essere vivente.»
«Si.»
«Intelligente.»
«Molto intelligente.»
«Ma non tecnologico. Sul pianeta non abbiamo mai trovato alcuna traccia di tecnologia. Questo essere vivente che non e visibile, che non si manifesta in modo evidente, medita solo sul pianeta… pensa… ragiona… ma non fa nulla. E cosi?»
Marlene esito. «Di preciso, non saprei… pero puo darsi che tu abbia ragione.»
«Poi siamo arrivati noi. Secondo te, quando si e accorto del nostro arrivo?»
Marlene scosse la testa. «Non saprei.»
«Be’, cara, sapeva della tua presenza mentre tu eri ancora su Rotor. Deve essersi accorto che un’intelligenza stava invadendo il Sistema Nemesiano quando noi eravamo ancora lontani nello spazio. Hai avuto questa impressione?»
«Non credo, zio Siever. Per me, si e accorto di noi solo quando siamo scesi su Eritro. Abbiamo attirato la sua attenzione, e allora si e guardato attorno e ha trovato Rotor.»
«Forse e cosi. Poi e entrato in contatto con queste nuove menti percepite su Eritro. Forse era la prima volta che incontrava delle menti esterne, estranee alla sua. Che eta ha, Marlene? Hai idea?»
«Non proprio, zio Siever. Pero ho l’impressione che sia molto vecchio, quasi quanto il pianeta, forse.»
«Puo darsi. In ogni caso, indipendentemente dall’eta, per la prima volta si e ritrovato circondato da molte altre menti, diversissime dalla sua. Ti sembra giusto, Marlene?»
«Si.»
«Cosi ha tentato un approccio, un contatto, con le nuove menti e, dato che non sapeva quasi nulla di quelle menti, le ha danneggiate. Ecco cos’era il Morbo di Eritro.»
«Si» disse Marlene, animandosi all’improvviso. «Non ha parlato direttamente del Morbo, ma l’impressione era intensa. Quel tentativo iniziale di contatto ha provocato il Morbo.»
«E quando si e accorto dei danni che stava provocando, ha smesso.»
«Si, ecco perche adesso il Morbo non c’e piu.»
«Quindi, pare che questa mente sia benigna, che abbia un’etica che possiamo approvare, che non voglia danneggiare le altre menti.»
«Si!» esclamo Marlene, contenta. «Ne sono sicura.»
«Ma cos’e questa forma di vita? Uno spirito? Qualcosa di incorporeo? Qualcosa che i nostri sensi non possono percepire?»
«Non saprei, zio Siever» sospiro Marlene.
«Be’, ora provero a ripetere quello che ti ha detto. Interrompimi, se sbaglio. Ha detto che la sua struttura 'si estende'; che 'e semplice in ogni punto ed e complessa solo se presa nel suo insieme'; che 'non e fragile'. Giusto?»
«Si.»
«E l’unica forma di vita che abbiamo trovato su Eritro sono i procarioti, le cellule microscopiche. Escludendo qualcosa di spirituale e incorporeo, non restano che i procarioti. E possibile che quelle minuscole cellule, che sembrano separate, in realta facciano parte di un organismo planetario globale? In questo caso, la struttura della