quest’altra cosa e la gravitazione universale. Nell’universo normale, e sempre un’attrazione. Ogni corpo attrae tutti gli altri corpi.
'Tuttavia, se qualcosa si muove a velocita ultraluce, la sua velocita e positiva, e l’altra cosa che era positiva deve diventare negativa. In parole povere, a velocita ultraluce, la gravitazione universale e una forza repulsiva. Ogni corpo respinge tutti gli altri. Wu me l’ha suggerito parecchio tempo fa, e io non ho voluto dargli ascolto. Le sue parole non mi sono entrate nelle orecchie.»
«Ma che differenza c’e, Tessa? Se a velocita ultraluce enormi l’attrazione di gravita non ha il tempo di influenzare il nostro moto, nemmeno la repulsione gravitazionale dovrebbe avere effetto.»
«Ah, non e cosi, Crile. E questo il bello. Anche qui la situazione si inverte. Nell’universo normale delle velocita negative, maggiore e la velocita rispetto a un corpo attrattivo, minore e l’attrazione di gravita che influenza la direzione del movimento. Nell’universo delle velocita positive, l’iperspazio, maggiore e la nostra velocita rispetto a un corpo repulsivo,
«Matematicamente. Ma fino a che punto ci si puo fidare delle equazioni?»
«Be’, basta controllare se i calcoli e i fatti coincidono. L’attrazione di gravita e la forza piu debole che ci sia, e questo vale anche per la repulsione gravitazionale lungo i sentieri virtuali. All’interno della nave e dentro di noi, ogni particella respinge tutte le altre nell’iperspazio, ma questa repulsione non puo fare nulla contro le altre forze coesive che
'Abbiamo calcolato l’effetto teorico della repulsione gravitazionale di Giove sul nostro passaggio nell’iperspazio, e abbiamo ottenuto la traiettoria curva che in effetti abbiamo seguito. In altre parole, grazie alle modifiche di Wu, le mie equazioni oltre a risultare semplificate
«E gli hai torto il collo come avevi promesso?» chiese Fisher.
Tessa rise, ricordando la minaccia. «No. A dire il vero, l’ho baciato.»
«Ti capisco.»
«Naturalmente, adesso e piu importante che mai tornare a casa indenni, Crile. Questo perfezionamento va comunicato, e Wu deve ricevere gli encomi che merita. Ha preso spunto dal mio lavoro, d’accordo, pero ha proseguito autonomamente arrivando dove io forse non sarei mai arrivata. Insomma, pensa alle conseguenze.»
«Me ne rendo conto» disse Fisher.
«No, non te ne rendi conto» fece bruscamente Tessa. «Ora, ascolta. I rotoriani non avevano problemi di gravitazione perche viaggiavano piu o meno alla velocita della luce, mantenendosi un po’ al di sotto a volte, superandola leggermente altre volte, quindi gli effetti gravitazionali, positivi o negativi, attrattivi o repulsivi, erano trascurabili, quasi inesistenti. E nel vero volo ultraluce, il nostro, che e indispensabile tener conto della repulsione gravitazionale. Le mie equazioni sono inutili. Consentono a una nave di spostarsi nell’iperspazio, ma non nella direzione giusta. E non e tutto… Ho sempre pensato che emergere dall’iperspazio, la seconda fase della transizione, comportasse inevitabilmente un certo pericolo. Che cosa succederebbe se rientrassimo nello spazio in un punto gia occupato da un altro corpo? Ci sarebbe un’esplosione incredibile che distruggerebbe la nave in un trilionesimo di trilionesimo di secondo.
'Naturalmente, non finiremo dentro una stella, perche conosciamo la posizione delle stelle e possiamo evitarle. Col tempo, forse, conosceremo anche la posizione dei pianeti di una determinata stella e potremo evitare anche quelli. Ma nei pressi di ogni stella ci sono migliaia di asteroidi e un’infinita di comete, corpi che sarebbero ugualmente fatali per noi. Fino a oggi pensavo che non ci rimanesse che sperare in bene e affidarci al caso. Lo spazio e talmente vasto che le probabilita di colpire un corpo piu grande di un atomo, o al massimo di un granello di polvere, sono quasi zero. Tuttavia, continuando a viaggiare nell’iperspazio, la sovrapposizione della materia e una catastrofe destinata a verificarsi prima o poi… Invece, no.
'Adesso che conosciamo realmente la situazione, sappiamo che e impossibile che accada una cosa del genere. La nostra nave e un corpo di dimensioni considerevoli si respingerebbero e tenderebbero ad allontanarsi. Quindi, nessuna collisione, perche qualsiasi corpo celeste pericoloso si spostera automaticamente dalla nostra traiettoria.»
Fisher si gratto la fronte. «Ma anche noi ci sposteremo, no? Ci sara una deviazione improvvisa rispetto alla nostra rotta, no?»
«Si, ma dato che probabilmente si trattera di corpi di modeste dimensioni, sara una deviazione molto piccola, facilmente correggibile… non e un prezzo molto alto per la nostra incolumita.» Tessa Wendel sospiro e si stiracchio beata. «Ah, mai sentita meglio in vita mia… Quando torneremo sulla Terra, tutto questo fara scalpore.»
Fisher ridacchio. «Sai, Tessa, prima che arrivassi tu, avevo gia delle immagini morbose nella testa… noi persi nello spazio, senza scampo… la nave alla deriva per l’eternita, con cinque cadaveri a bordo, trovata un giorno da degli esseri intelligenti che si sarebbero commossi di fronte a questa tragedia spaziale…»
«Be’, non accadra… garantito, caro» disse Tessa Wendel sorridendo. E si abbracciarono.
33 Mente
«Hai proprio deciso di uscire di nuovo, Marlene?» chiese Eugenia Insigna, abbattuta.
«Mamma» rispose Marlene, prossima a spazientirsi «sembra quasi che abbia preso questa decisione cinque minuti fa dopo un lungo periodo di incertezza. E da parecchio che non ho piu dubbi… voglio stare la fuori, su Eritro. Non ho cambiato idea, e non la cambiero.»
«Lo so che sei convinta di non correre alcun rischio, e ammetto che finora non ti e successo nulla, pero…»
«Mi sento al sicuro su Eritro. Sono
Eugenia guardo la figlia, come se intendesse obiettare ancora, poi pero scosse la testa. Marlene aveva deciso, e nessuno doveva ostacolarla.
'Questa volta c’e piu caldo su Eritro… con questa temperatura la brezza non guasta' penso Marlene. Le nuvole grigiastre si rincorrevano in cielo un po’ piu rapide, e sembravano piu fitte.
Stando alle previsioni, il giorno dopo sarebbe piovuto. Chissa, forse sarebbe stato bello star fuori sotto la pioggia a osservare, riflette Marlene. Le gocce sarebbero cadute nel ruscello sollevando mille spruzzi, avrebbero bagnato le rocce, e il terreno sarebbe diventato molle e fangoso.
Marlene raggiunse una roccia piatta accanto al ruscello. La spolvero con la mano, si sedette adagio, fissando l’acqua che scorreva attorno alle rocce che costellavano il torrentello, e penso che la pioggia non doveva essere molto diversa da una doccia.
Una doccia che sarebbe scesa da tutto il cielo, pero… quindi, sarebbe stato impossibile uscirne. 'Si fara fatica a respirare?' si domando d’un tratto Marlene.
No, impossibile. Sulla Terra pioveva sempre… be’, spesso, almeno… e a lei non risultava che la gente affogasse per la pioggia. 'No, dev’essere come una doccia. Nella doccia si respira benissimo.'
La pioggia non sarebbe stata calda, pero, e a lei piacevano le docce calde, riflette pigra Marlene. C’era una quiete perfetta li fuori, e lei poteva riposare tranquilla, senza nessuno che la vedesse, che la osservasse… senza nessuno da interpretare. Era bellissimo non dover interpretare gli atteggiamenti degli altri.
Chissa che temperatura aveva, la pioggia? La stessa temperatura piacevole di Nemesis, magari? Certo, lei si sarebbe bagnata, e c’era sempre freddo quando si usciva dalla doccia bagnati. E la pioggia avrebbe bagnato anche i suoi vestiti.
Ma sarebbe stato sciocco tenere addosso degli indumenti quando pioveva. Non si entrava nella doccia vestiti.