«Ma come scienziata sono troppo vecchia. Ho approfondito e sviscerato i concetti che avevo quando ero fresca di laurea. Quasi venticinque anni di lavoro, di riflessioni, di conclusioni, e ormai non sono piu in grado di spingermi oltre. Occorrono nuovi concetti, nuove idee… bisogna avventurarsi in campi inesplorati. Be’, io non posso piu farlo.»

«Via, Tessa, non sottovalutarti.»

«Non ho mai avuto questo difetto, Crile. Abbiamo bisogno della gioventu se vogliamo nuove idee. I giovani non hanno soltanto cervelli giovani, i loro cervelli sono soprattutto nuovi. Wu ha un corredo cromosomico senza precedenti nell’umanita. Le sue esperienze appartengono solo a lui… non sono di nessun altro. Wu e in grado di produrre idee nuove. Certo, si basa su quel che ho fatto io prima di lui, e deve parecchio al mio insegnamento. E un mio allievo, Crile, una mia creatura. Il suo successo non puo che riflettersi su di me positivamente. Gelosa di lui? Sono orgogliosa!.. Che cosa c’e, Crile? Non hai un’aria felice.»

«Se tu sei felice, lo sono anch’io, Tessa. Non badare alla mia espressione. Il guaio e che ho la sensazione che le tue siano solo belle parole, che il progresso scientifico sia cosi solo in teoria. Nella storia della scienza, come in qualsiasi altra cosa, in certi casi la gelosia esisteva, e i maestri detestavano gli allievi che li avevano superati, no?»

«Certo. Potrei citare una mezza dozzina di casi famosi anche subito, ma sono rare eccezioni, e il fatto e che adesso non sono gelosa. D’accordo, forse potra capitare che un giorno io perda la pazienza con Wu e con l’universo intero, ma adesso non sta succedendo, e intendo gustare questo momento fino… Oh, ora che c’e?»

Tessa premette il contatto di «Ricezione», e il viso giovane di Merry Blankowitz apparve tridimensionalmente nel trasmettitore.

«Capitano» esordi esitante la Blankowitz. «C’e una discussione in corso, qui… e forse possiamo consultare lei.»

«Si tratta del volo? Qualcosa che non va?»

«No, Capitano. E solo una discussione di carattere strategico.»

«Capisco. Be’, non c’e bisogno che veniate qui. Vi raggiungo in sala macchine.»

Tessa disattivo l’immagine.

«Di solito la Blankowitz non ha quel tono serio» borbotto Fisher. «Secondo te, che problema hanno?»

«Le congetture non mi interessano. Andro di la e lo scopriro subito» rispose Tessa e, con un cenno, invito Fisher a seguirla.

LXXVII

Gli altri tre membri dell’equipaggio sedevano in sala macchine, e i sedili erano posati sul pavimento, anche se in quel momento erano in condizioni di gravita zero. Avrebbero potuto sedersi ognuno su una parete diversa, ma sarebbe stato poco serio, e irriguardoso nei confronti del Capitano. Esisteva da tempo un sistema complesso di norme di comportamento da osservare in assenza di gravita.

A Tessa Wendel non piaceva la gravita zero e volendo, in qualita di Capitano, avrebbe potuto insistere perche la nave mantenesse una rotazione continua producendo un effetto centrifugo e, di conseguenza, anche un minimo di pseudogravita. Sapeva benissimo che era piu facile calcolare una traiettoria di volo quando la nave era immobile, e in senso traslatorio e in senso rotatorio, ma una velocita rotazionale costante non avrebbe complicato eccessivamente i calcoli.

Comunque, insistere sarebbe stato irrispettoso nei confronti dell’addetto al computer. Di nuovo una questione di etichetta.

Tessa Wendel si sedette, e Crile Fisher noto (sorridendo tra se) che barcollava leggermente. Nonostante fosse nata e cresciuta su una Colonia, era chiaro che non aveva mai imparato a mantenere un equilibrio stabile su una nave. Fisher, invece, malgrado fosse un terrestre, sapeva muoversi con la massima disinvoltura in condizioni di imponderabilita (altro sorriso interiore… di soddisfazione, questa volta).

ChaoLi Wu respiro a fondo. Aveva una faccia larga, il tipo di faccia che di solito era abbinata a un corpo basso, pero aveva una statura superiore alla media. I suoi capelli scuri erano perfettamente lisci, gli occhi avevano un taglio allungato.

«Capitano» esordi sottovoce.

«Che c’e, ChaoLi?» fece Tessa. «Non dirmi che c’e qualche problema di programmazione, o potrei strozzarti.»

«No, nessun problema, Capitano. E proprio perche non c’e piu il minimo problema ho l’impressione che abbiamo finito e che a questo punto dovremmo tornare sulla Terra. Ecco cosa vorrei suggerire.»

«Tornare sulla Terra?» disse Tessa sbalordita, dopo un attimo di esitazione. «Perche? Non abbiamo ancora portato a termine il nostro compito.»

«Io penso di si, Capitano» replico Wu, il volto inespressivo. «Solo, non sapevamo quale fosse il nostro compito, tanto per cominciare. Abbiamo elaborato un sistema pratico di volo ultraluce, che non avevamo quando siamo partiti.»

«Lo so. E allora?»

«E non possiamo comunicare con la Terra. Se proseguiremo per la Stella Vicina e ci succedera qualcosa, se andra storto qualcosa, la Terra non avra un sistema pratico di volo ultraluce, e chissa quanto dovra aspettare per averlo. Questo potrebbe incidere in modo grave sull’evacuazione della Terra. Quindi, secondo me, e importante tornare sulla Terra e spiegare quello che abbiamo scoperto.»

Tessa aveva ascoltato serissima. «Capisco. E tu, Jarlow? Qual e la tua opinione?»

Henry Jarlow era alto, biondo, e cupo. La sua espressione perennemente malinconica non corrispondeva affatto al suo carattere, e le sue lunghe dita (che apparentemente non avevano nulla di delicato) erano magiche quando lavoravano all’interno di un computer o con qualsiasi strumento di bordo.

«Francamente, penso che Wu abbia ragione. Se avessimo le comunicazioni ultraluce, informeremmo la Terra e proseguiremmo il viaggio. E se in seguito ci accadesse qualcosa, be’, ci rimetteremmo solo noi. Ma stando cosi le cose, non possiamo trascurare la correzione gravitazionale.»

«E tu, Blankowitz?» chiese Tessa.

Merry Blankowitz si agito, a disagio. Era una giovane minuta, dai lunghi capelli scuri che scendevano sulla fronte sfiorando le sopracciglia. Per i capelli, la corporatura delicata, e i movimenti rapidi e nervosi, sembrava una Cleopatra in miniatura.

«In realta, non so» rispose. «Non ho un’opinione ben precisa… ma a quanto pare questi due mi hanno convinta. Non pensa che sia importante comunicare quest’informazione alla Terra? In questo viaggio abbiamo studiato alcuni aspetti fondamentali del volo ultraluce, e ci servono altre navi, navi migliori, dotate di computer appositamente progettati per tenere conto della correzione gravitazionale. Cosi potremo compiere un’unica transizione dal Sistema Solare alla Stella Vicina, e compierla in presenza di campi gravitazionali piu forti… potremo partire piu vicini al Sole e avvicinarci di piu alla stella, risparmiando settimane di viaggio nello spazio normale sia in partenza che all’arrivo. La Terra dev’essere informata, mi sembra.»

«Capisco» annui Tessa Wendel. «Dunque, si tratta di stabilire se sia il caso di informare subito la Terra della correzione gravitazionale… Wu, e davvero indispensabile come sostieni tu? L’idea della correzione non ti e venuta qui a bordo. Se non sbaglio, me ne hai parlato mesi fa…» Riflette un istante. «Quasi un anno fa.»

«In realta, non ne abbiamo parlato, Capitano. Lei si e spazientita, ricordo, e in pratica non ha voluto ascoltarmi.»

«Si, ho ammesso il mio sbaglio. Pero tu hai messo tutto per iscritto. Ti ho detto di stendere una relazione ufficiale, che avrei esaminato quando avessi avuto tempo.» Tessa alzo una mano. «Lo so, non ho mai avuto il tempo di esaminarla, e non ricordo nemmeno di averla ricevuta… ma conoscendoti, Wu, immagino che avrai preparato una relazione abbastanza dettagliata, con tanto di passaggi logici e matematici. E cosi, vero, Wu? E quella relazione adesso e depositata in archivio, vero?»

Sembro che Wu contraesse le labbra, ma il suo tono di voce non muto. «Si, ho preparato la relazione, ma erano solo ipotesi. La ignoreranno, secondo me… proprio come ha fatto lei, Capitano.»

«E perche? Non tutti sono stupidi come me, Wu.»

«Anche se la prendessero in considerazione, rimarrebbero comunque delle semplici ipotesi. Quando torneremo, invece, avremo in mano delle prove.»

«Se un’ipotesi e valida, qualcuno trova sempre la prova. Sai come funziona la scienza.»

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