stella.»

«Sarai utile se individueremo la presenza dell’intelligenza. Potrai parlare ai rotoriani. Sei un rotoriano, e avremo bisogno di te.»

Fisher sorrise truce. «Lo sono stato appena per qualche anno.»

«Be’, basta, no?»

«Vedremo.» Fisher cambio argomento. «Sei sicura che il rivelatore neuronico funzionera?»

«Sicurissima. Potremmo seguire l’orbita di qualsiasi Colonia grazie alla sua emissione di plessoni.»

«Cosa sono i plessoni, Merry?»

«E un nome che ho inventato io, si riferisce alla complessa attivita fotonica tipica del cervello dei mammiferi. Sai, potremmo individuare dei cavalli, a breve distanza, ma la presenza massiccia di cervelli umani e individuabile a distanze astronomiche.»

«Perche 'plessoni'?»

«Da 'complessita'. Un giorno si occuperanno dei plessoni non solo per individuare la vita, ma per studiare a fondo il funzionamento del cervello. Ho inventato un nome anche per questo… «plessofisiologia»… o magari 'plessoneuronica'.»

«I nomi sono importanti per te?» chiese Fisher.

«Si, certo. Permettono di parlare in modo conciso. Non e necessario dire 'quel campo della scienza che si occupa dei rapporti tra questo e quello'. Basta dire «plessoneuronica»… si, suona meglio. E una scorciatoia. Si risparmia tempo e si puo pensare a cose piu importanti. E poi…» Merry esito.

«E poi?»

Merry rispose d’un fiato. «Se invento un nome e il nome resta, viene adottato, avro un posticino nella storia della scienza… 'Il termine plessone fu introdotto per la prima volta da Merrilee Augina Blankowitz nel 2237 in occasione del primo volo ultraluce effettuato dall’astronave Ultraluce.' Difficilmente parleranno di me in altra sede, o per qualche altro motivo, e io mi accontenterei di questo.»

«E se captassi i tuoi plessoni e non ci fossero esseri umani, Merry?»

«Cioe, se ci fosse una forma di vita aliena? Sarebbe ancor piu eccitante. Ma e improbabile. Siamo rimasti delusi un’infinita di volte. Pensavamo che potessero esserci almeno delle forme di vita primitive sulla Luna, su Marte, su Callisto, su Titano. Invece, niente. Sono state fatte le ipotesi piu strane… galassie vive, nubi di polvere vive, vita sulla superficie di una stella di neutroni, e via dicendo. Non esiste nessuna prova, pero… No, se captero qualcosa, saranno esseri umani. Ne sono convinta.»

«E l’emissione di plessoni di noi cinque? Non capterai anche quella? Non coprira tutto il resto nel raggio di milioni di chilometri?»

«Si, c’e questo problema, Crile. Dobbiamo regolare l’RN in maniera tale da escludere noi cinque, ed e un’operazione molto delicata. La benche minima dispersione cancellerebbe qualsiasi altra fonte plessonica. Un giorno, Crile, degli RN automatici saranno inviati attraverso l’iperspazio in tutti i punti immaginabili. Non ci saranno esseri umani nelle loro vicinanze, quindi solo per questo avranno gia una sensibilita incredibilmente maggiore rispetto ad ora, dal momento che non ci saremo noi a disturbarli. Scopriremo la presenza dell’intelligenza in un posto con notevole anticipo, non sara piu necessario avvicinarsi.»

ChaoLi Wu entro nella sala. Guardo Fisher con una punta di antipatia e disse indifferente: «Com’e la Stella Vicina?»

«Niente di eccezionale, a questa distanza» rispose Merry Blankowitz.

«Be’, probabilmente faremo un’altra transizione domani o domani l’altro, e allora vedremo.»

«Sara eccitante, eh?»

«Si… se troveremo i rotoriani.» Wu lancio un’occhiata a Fisher. «Ma li troveremo?»

Se la domanda era rivolta a lui, Fisher non reagi, non rispose. Si limito a fissare Wu impassibile.

'Li troveremo?' penso.

Presto la lunga attesa sarebbe finita.

35 Convergenza

LXXX

Come osservato in precedenza, Janus Pitt non si concedeva spesso il lusso dell’autocommiserazione. In un altro, l’avrebbe considerata un segno disprezzabile di debolezza e di indulgenza eccessiva verso se stessi. Certe volte, pero, purtroppo si ribellava al fatto che gli abitanti di Rotor fossero fin troppo pronti a lasciare a lui tutte le decisioni sgradevoli.

C’era un Consiglio, certo, regolarmente eletto, che operava con diligenza, approvando leggi e prendendo decisioni… tranne quelle importanti, quelle che riguardavano il futuro di Rotor.

Quelle le lasciavano a lui.

E non era nemmeno una cosa intenzionale. Le questioni importanti venivano semplicemente ignorate, rese inesistenti in base a un tacito accordo comune.

Ora si trovavano in un sistema deserto, e stavano costruendo con comodo altre Colonie, convinti di disporre di un’infinita di tempo. Tutti erano tranquilli, davano per scontato che una volta occupata interamente quella nuova fascia di asteroidi (tra molte generazioni, quindi una questione priva di un’importanza immediata) grazie al perfezionamento dell’iperassistenza sarebbe stato abbastanza facile cercare nuovi pianeti.

Il tempo non mancava. Avevano l’eternita di fronte a loro.

Soltanto Pitt si preoccupava, sapeva che il tempo era limitato, che da un istante all’altro, all’improvviso, sarebbe potuto arrivare il momento cruciale.

Si chiedeva quando avrebbero scoperto Nemesis nel Sistema Solare, e quando qualche Colonia avrebbe deciso di seguire l’esempio di Rotor.

Doveva succedere prima o poi. Nemesis avanzava inesorabile verso il Sole, e a un certo punto gli abitanti del Sistema Solare, dato che non erano ciechi, l’avrebbero vista per forza (sarebbe stata ancora lontana, ma abbastanza vicina).

Il computer di Pitt, con l’aiuto di un programmatore convinto di risolvere solo un problema di interesse accademico, aveva calcolato che entro mille anni la scoperta di Nemesis sarebbe stata inevitabile, e le Colonie avrebbero cominciato a disperdersi.

Dopo di che, Pitt aveva chiesto se le Colonie si sarebbero dirette verso Nemesis.

La risposta era stata negativa. A quell’epoca l’iperassistenza sarebbe stata molto piu efficiente ed economica. Le Colonie avrebbero avuto un maggior numero di dati sulle stelle piu vicine… avrebbero saputo quali stelle avessero dei pianeti, e che tipo di pianeti. Avrebbero ignorato una nana rossa, puntando invece su stelle di tipo G, come il Sole.

Quindi sarebbe rimasta la Terra, disperata. E i terrestri, spaventati dallo spazio, gia degenerati, e sprofondando ancor piu nella melma e nell’infelicita in quei mille anni, di fronte all’avanzata micidiale di Nemesis, cosa avrebbero fatto? Non potevano intraprendere lunghi viaggi. Erano terrestri. Legati a una superficie planetaria. Avrebbero dovuto aspettare che Nemesis si avvicinasse abbastanza. Non potevano sperare di andare da nessun’altra parte.

La visione era chiara nella mente di Pitt… un mondo cadente che cercava di mettersi in salvo nel sistema piu compatto di Nemesis, che cercava rifugio nella maggior coesione del sistema di una stella che passando avrebbe distrutto il Sistema Solare.

Era uno scenario terribile… ma inevitabile.

Perche Nemesis non si stava allontanando dal Sole, invece di avvicinarsi? Ah, sarebbe stato tutto diverso. Le probabilita che Nemesis venisse scoperta sarebbero diminuite notevolmente col tempo, e in ogni caso Nemesis sarebbe stata una meta meno desiderabile, meno a portata di mano… Gia, ma se Nemesis si fosse allontanata, la Terra non avrebbe nemmeno avuto bisogno di un rifugio, no?

Purtroppo, la realta era un’altra. I terrestri sarebbero arrivati… una plebaglia degenere appartenente alle

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