«E perche ti ha detto questo, Crile?»
Crile riflette un attimo. «Voleva essere sicuro che il pianeta venisse esplorato perche in futuro avremmo potuto utilizzarlo, al momento di evacuare la Terra.»
«E perche non le ha dette
Fisher rispose cauto: «Probabilmente, Tessa, mi considerava il piu sensibile dei due, quello piu pronto a sollecitare l’esplorazione del pianeta…»
«Per via di tua figlia…»
«Conosceva la situazione, Tessa.»
«E tu perche non me l’hai detto?»
«Non ero sicuro che ci fosse qualcosa da dire. Tanto valeva aspettare e vedere se Koropatsky aveva ragione, ho pensato. Dal momento che aveva ragione, adesso te lo sto dicendo. Il pianeta deve essere abitabile, stando al suo ragionamento.»
«E un satellite» preciso Tessa, chiaramente arrabbiata.
«Una differenza puramente nominale.»
«Senti, Crile, a quanto pare nessuno considera la mia posizione. Koropatsky ti riempie la testa di sciocchezze perche esploriamo questo sistema e poi, presumibilmente, torniamo sulla Terra con le notizie. Wu voleva che tornassimo con le notizie ancor prima di raggiungere il sistema. Tu sei ansioso di riunirti alla tua famiglia, e non hai in mente altro. Be’, mi sembra che nessuno tenga presente che il Capitano sono io, e che le decisioni le prendero io.»
Il tono di Fisher si fece conciliante. «Sii ragionevole, Tessa. Che decisioni bisogna prendere? Che alternative hai? Dici che Koropatsky mi ha imbottito di sciocchezze, ma non e vero. Il pianeta c’e. O il satellite, se preferisci.
«Sii ragionevole
«Bisogna esplorarlo ugualmente… se non altro, per avere la certezza che non sia abitabile.»
«Per questo, forse non sara necessario atterrare» disse Tessa, arcigna. «Ci avvicineremo e giudicheremo meglio. Crile, per favore, cerca di evitare le conclusioni affrettate. Mi spiacerebbe moltissimo se rimanessi deluso.»
Fisher annui. «D’accordo, ci provero… Pero Koropatsky ha dedotto l’esistenza di un pianeta abitale, mentre tutti gli altri sostenevano che era una cosa assolutamente impossibile. Anche tu, Tessa. Continuavi a ripeterlo. Invece il pianeta c’e, e
ChaoLi Wu disse con una certa indifferenza: «Il Capitano e furioso. L’ultima cosa che voleva era trovare un pianeta qui… un mondo, cioe, dato che non ci permette di chiamarlo pianeta… un mondo che forse e abitabile. Bisognera esplorarlo, dopodiche dovremo tornare a casa coi dati raccolti. E non e quel che vuole lei. Questo e il suo primo e ultimo viaggio nello spazio profondo. Finito questo viaggio, avra chiuso. Le tecniche ultraluce verranno sviluppate da altre persone… lo spazio sara esplorato da altre persone. Lei verra messa a riposo e avra solo un ruolo consultivo. E non le piacera affatto…»
«E tu, ChaoLi? Potendo, torneresti nello spazio?» chiese Merry Blankowitz.
Wu non esito. «Non penso mi interessi vagare nello spazio. Non ho la mania dell’esplorazione. Ma, sai… questa notte mi e venuta una strana idea… potrebbe piacermi questo posto, potrebbe essere bello stabilirsi qui… sempre che sia abitabile. Tu, che dici?»
«Stabilirmi qui? Assolutamente. Non dico di volere restare sulla Terra per sempre, ma mi piacerebbe tornare almeno per un po’, prima di ripartire.»
«Ci ho pensato. Questo satellite e un caso eccezionale. Un mondo abitabile nel sistema di una nana rossa… chi l’avrebbe mai immaginato? Va senz’altro esplorato. Sono perfino disposto a restare sulla sua superficie, e a lasciare che sia qualcun altro a tornare sulla Terra e a tutelare la priorita della mia scoperta degli effetti gravitazionali. Tu difenderesti i miei interessi, vero, Merry?»
«Certo, ChaoLi. E anche il Capitano Wendel li difenderebbe. Ha tutti i dati, con tanto di firma e di testimoni.»
«Ecco… E penso che il Capitano sbagli a volere esplorare la Galassia. Potrebbe visitare cento stelle senza vedere un solo pianeta insolito come questo. Perche preoccuparsi della quantita quando si ha la qualita a portata di mano?»
«Personalmente, credo che si preoccupi per via della figlia di Fisher» disse Merry. «E se Fisher la trovasse?»
«E con cio? Puo portarla con se sulla Terra. Cosa cambierebbe per il Capitano?»
«C’e anche una moglie da tenere presente.»
«Ma se Fisher non ne parla mai…»
«Questo non significa che…»
Merry Blankowitz s’interruppe di colpo sentendo un rumore, e un attimo dopo Crile Fisher entro e saluto i due con un cenno del capo.
«Henry ha finito la spettroscopia?» si affretto a chiedere Merry, quasi volesse cancellare la conversazione precedente.
Fisher scosse la testa. «Non lo so. Quel poveretto e nervoso. Ha paura di interpretare male l’analisi, credo.»
«Via» intervenne Wu. «E il computer a interpretare i dati. Henry puo sempre dare la colpa al computer.»
«No, non puo!» replico Merry Blankowitz, infervorandosi. «Comodo! Voi teorici pensate che noi osservatori ci limitiamo a stare accanto a un computer, ad accarezzarlo dicendo: 'Su, bravo cagnolino', e a leggere poi i risultati. Non e cosi. Quel che dice il computer dipende da quello che si inserisce nel computer. Se un’osservazione non gli piace, un teorico se la prende sempre con l’osservatore. Mai una volta che dica: 'Dev’esserci qualcosa che non va nel computer'… mai sentito uno che…»
«Calma» l’interruppe Wu. «Lasciamo perdere le recriminazioni. Mi hai mai sentito dare la colpa agli osservatori?»
«Se le osservazioni di Henry non fossero di tuo gradimento…»
«Le accetterei ugualmente. Non ho nessuna teoria su questo mondo.»
«Ecco perche accetteresti qualsiasi cosa.»
In quel preciso istante Henry Jarlow, cupo come una nube temporalesca, entro seguito da Tessa Wendel.
«Bene, Jarlow, siamo tutti qui» esordi Tessa. «Cos’hai scoperto? Sentiamo.»
«Il guaio e che nella luce di questa stella debole non ci sono abbastanza ultravioletti da scottare un albino. Devo lavorare con le microonde… e la prima cosa che si nota e la presenza di vapore acqueo nell’atmosfera.»
Tessa Wendel si strinse nelle spalle, impaziente. «Non e necessario che tu ce lo dica. Se un mondo ha le dimensioni della Terra e certe caratteristiche termiche, e normale che ci sia dell’acqua, e quindi del vapore acqueo. Un altro punto a favore dell’abitabilita, ma un punto a favore prevedibilissimo.»
«Oh, no» disse Jarlow, a disagio. «E abitabile. Non ci sono dubbi.»
«Per il vapore acqueo?»
«No. Ho qualcosa di meglio.»
«Cosa?»
Jarlow guardo i quattro con un’espressione piuttosto sinistra. «Se un mondo fosse abitato, lo considerereste abitabile?»
«Si, credo di si» rispose calmo Wu.
«Stai dicendo che sei in grado di stabilire che e abitato a questa distanza?» chiese brusca Tessa