dove depositare i terrestri in attesa di trovare dei pianeti abitabili su cui trasferirli.

'Noi torneremo sulla Terra con un rotoriano scelto da voi, per dimostrare di essere stati qui davvero. Saranno costruite altre navi, e torneranno… potete star certi che torneremo, perche abbiamo bisogno di Eritro. Quindi porteremo con noi i vostri scienziati, che apprenderanno la tecnica del volo ultraluce, tecnica che metteremo a disposizione anche delle altre Colonie. Bene, ho ricapitolato esaurientemente quanto abbiamo deciso?» Leverett disse: «La cosa non e cosi semplice. Eritro dovra essere terraformato se dovra accogliere un numero considerevole di terrestri».

«Si, ho tralasciato i particolari» annui Wu. «Bisognera occuparsi anche di quelli, ma non saremo noi a occuparcene.»

«Vero… il Commissario Pitt e il Consiglio dovranno decidere per Rotor.»

«E il Congresso Mondiale per la Terra. Ma vista la posta in gioco, non prevedo un fallimento delle trattative.»

«Ci vorranno delle garanzie. Quanto possiamo fidarci della Terra?»

«Quanto la Terra puo fidarsi di Rotor, suppongo. Forse ci vorra un anno per mettere a punto queste garanzie. O cinque anni. O dieci. In ogni caso, ci vorranno anni per costruire un numero sufficiente di navi con cui iniziare, ma abbiamo un programma che dovrebbe durare parecchie migliaia di anni, un programma, che si concludera con l’abbandono della Terra e l’inizio della colonizzazione della Galassia.»

«Sempre che non ci siano altre intelligenze in concorrenza con noi» borbotto Leverett.

«Fino a prova contraria, non ci sono. Sara il futuro a stabilirlo. Bene, adesso dovreste consultare il vostro Commissario, e scegliere il rotoriano che verra con noi, cosi potremo ripartire al piu presto per la Terra.»

A questo punto, Fisher si sporse in avanti. «Se mi e consentito, io suggerirei di scegliere mia figlia Marlene come…»

Genarr lo interruppe. «Mi spiace, Crile. Le ho parlato. Non vuole lasciare questo mondo.»

«Ma… se sua madre la seguisse, allora…»

«No, Crile. Sua madre non c’entra. Anche se tu rivolessi Eugenia, ed Eugenia decidesse di venire con te, Marlene rimarrebbe ugualmente su Eritro. E se decidessi di fermarti qui per stare con lei, sarebbe inutile lo stesso. L’hai persa, come l’ha persa sua madre.»

Fisher sbotto rabbioso: «E soltanto una bambina. Non puo prendere queste decisioni!»

«Sfortunatamente per te, e per Eugenia, e per tutti noi, e forse per tutta l’umanita, Marlene puo prendere queste decisioni. Infatti, le ho promesso che al termine della discussione le avremmo comunicato le nostre decisioni… E mi pare che adesso la discussione sia finita.»

«Non credo proprio che questo sia necessario» osservo Wu.

«Via, Siever» disse Leverett. «Non dobbiamo rivolgerci a una ragazzina e chiedere il suo permesso…»

«Per favore, ascoltatemi» li esorto Genarr. «E necessario. Dobbiamo rivolgerci a lei. Lasciatemi fare un esperimento. Propongo di chiamare Marlene per metterla al corrente delle nostre decisioni. Se qualcuno e contrario, esca. Si alzi ed esca.»

Leverett disse: «Ho l’impressione che tu sia uscito di senno, Siever. Non intendo giocare con una ragazzina. Parlero con Pitt, adesso. Dov’e la tua trasmittente?»

Si alzo e, quasi subito, barcollo e cadde.

Wu scatto sulla sedia, allarmato. «Signor Leverett…»

Leverett si drizzo e tese il braccio. «Qualcuno mi aiuti.»

Genarr lo aiuto a rialzarsi e a tornare a sedersi. «Che e successo?» gli chiese.

«Non so di preciso» rispose Leverett. «Una fitta lancinante alla testa, che e durata solo un attimo…»

«Quindi non sei riuscito a lasciare la stanza.» Genarr si rivolse a Wu. «Dal momento che per lei e superfluo vedere Marlene, le spiace lasciare la stanza?»

Circospetto, gli occhi fissi su Genarr, Wu si alzo lentamente dalla sedia, sussulto, e si sedette di nuovo.

Disse garbato: «Forse sara meglio vedere la signorina».

«Dobbiamo» annui Genarr. «Su questo mondo, almeno, la volonta di quella signorina e legge.»

XCI

«No!» disse secca Marlene, urlando quasi. «Non potete farlo!»

«Non possiamo fare, cosa?» chiese Leverett, aggrottando le ciglia candide.

«Usare Eritro come scalo… o per qualsiasi altra cosa.»

Leverett la fisso rabbioso, e contrasse le labbra quasi si accingesse a ribattere, ma Wu intervenne. «Perche no, signorina. E un mondo deserto, inutilizzato.»

«Non e deserto. Non e inutilizzato. Zio Siever, diglielo tu.»

«Marlene intende dire che Eritro e occupato da innumerevoli cellule procariotiche capaci di fotosintesi» spiego Genarr. «Ecco perche nell’atmosfera di Eritro c’e ossigeno.»

«Benissimo» fece Wu. «E con cio? Cosa cambia?»

Genarr si schiari la voce. «Individualmente, le cellule sono forme di vita molto primitive, appena superiori ai virus, ma a quanto pare non si possono considerare individualmente. Prese nel loro insieme, formano un organismo estremamente complesso, che abbraccia l’intero pianeta.»

«Un organismo?» Il tono di Wu rimase garbato. «Un unico organismo, e Marlene lo chiama col nome del pianeta, dal momento che tra le due cose esiste un rapporto cosi stretto.»

«Parla seriamente?» chiese Wu. «Come fate a sapere dell’esistenza di questo organismo?»

«Soprattutto tramite Marlene.»

«Tramite la signorina, che potrebbe essere… un’isterica?» osservo Wu.

Genarr alzo un dito. «Non dica nulla di offensivo nei confronti di Marlene. Non so se Eritro, l’organismo, abbia il senso dell’umorismo… Principalmente, tramite Marlene, dicevo… ma non e tutto. Quando Saltade Leverett si e alzato per andarsene, e stato atterrato. Quando lei ha provato ad alzarsi poco fa, probabilmente per uscire, e parso chiaramente in difficolta. Queste sono le reazioni di Eritro. Protegge Marlene agendo direttamente sulle nostre menti. Poco dopo il nostro arrivo su questo mondo, ha provocato senza volerlo una piccola epidemia di disturbi mentali, che noi abbiamo chiamato Morbo di Eritro. Volendo, temo che possa causare dei danni mentali irreparabili… e che possa anche uccidere. Vi prego, non mettiamolo alla prova.»

Fisher disse: «Cioe, non e Marlene a…»

«No, Crile. Marlene possiede delle capacita particolari, ma non arrivano al punto di nuocere. E Eritro che e pericoloso.»

«E come possiamo neutralizzare la sua pericolosita?» chiese Fisher.

«Ascoltando cortesemente Marlene, tanto per cominciare. E poi, lasciate che sia io a parlare con lei. Eritro, almeno, mi conosce. E credetemi, quando dico che voglio salvare la Terra. Non desidero affatto provocare la morte di miliardi di persone.»

Si rivolse alla ragazza. «Marlene, capisci che la Terra e in pericolo, vero? Tua madre ti ha spiegato che il passaggio ravvicinato di Nemesis potrebbe distruggere la Terra.»

«Lo so, zio Siever» disse Marlene, il tono angosciato. «Ma Eritro appartiene a se stesso.»

«Puo darsi che voglia essere piu disponibile, allargare i contatti. In fondo, permette a noi della Cupola di restare sul pianeta. Sembra che non lo disturbiamo.»

«Ma nella Cupola ci sono meno di mille persone, che rimangono nella Cupola. A Eritro la Cupola non da fastidio, perche gli consente di studiare le menti umane.»

«Potra studiarle ancor meglio quando arriveranno i terrestri.»

«Otto miliardi di terrestri?»

«No, non saranno tanti. Verranno qui per sistemarsi temporaneamente prima di partire per qualche altra destinazione. Di volta in volta, su Eritro ci sara soltanto una piccola parte della popolazione terrestre.»

«Saranno sempre milioni di persone, questo e certo. Non potrete pigiarle tutte in una cupola e rifornirle di cibo, acqua e via dicendo. Dovrete spargerle su Eritro e terraformare il pianeta. Eritro non potrebbe sopravvivere, pero. Dovrebbe difendersi.»

«Sei sicura?»

«Si, dovrebbe difendersi. Non faresti cosi anche tu?»

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