Questo non lo fece sentire meglio. Si alzo, si spazzolo via la polvere e di nuovo si guardo intorno. A parte il calabrone, era completamente solo.

Si mise a esplorare i dintorni e alla fine trovo una roccia che, da certi angoli, poteva sembrare Beryl.

Era sperso e solitario e tanto lontano da casa. Lui…

Udi uno scricchiolio provenire dall’alto e schegge di roccia affondare nel terreno. Lassu, sulla faccia del Vecchio Nonnetto, apparse un buco. Poi, per un attimo, il deretano del Bagaglio che si sforzava di rimettersi in equilibrio e subito dopo la testa di Duefiori che si sporgeva dall’imboccatura della caverna.

— C’e qualcuno laggiu?

— Ehi! — urlo il mago. — Se sono contento di vederti!

— Non lo so. Lo sei? — disse Duefiori.

— Sono cosa?

— Perdinci, c’e una vista splendida da quassu!

Ci vollero almeno due ore per scendere. Per fortuna il Vecchio Nonnetto era pieno di crepe che offrivano una quantita di prese, ma il suo naso avrebbe costituito un ostacolo pericoloso se non fosse stato per la quercia lussureggiante che gli spuntava da una narice.

Quanto al Bagaglio, non si diede la pena di scendere faticosamente. Si limito a buttarsi giu e a rimbalzare per tutto il percorso senza danno apparente.

Seduto all’ombra, Cohen cercava di riprendere fiato nell’attesa di ritrovare il proprio equilibrio mentale, mentre guardava pensieroso il Bagaglio.

— I cavalli se ne sono andati tutti — constato Duefiori.

— Li troveremo — gli assicuro Cohen. Non distoglieva gli occhi dal Bagaglio, che cominciava a sentirsi imbarazzato.

— Portavano tutte le nostre provviste — disse Scuotivento.

— Nelle foreshte c’e scibo in quantita.

— Ho dei biscotti nutrienti nel Bagaglio — annuncio Duefiori. — I Digestivi del Viaggiatore. Fanno sempre comodo, in caso di mala parata.

— Li ho assaggiati — disse il mago. — Sono duri e… Cohen si alzo con una smorfia.

— Shcusciatemi — disse. — Sc’e una coscia che devo sciapere.

Si avvicino al Bagaglio e afferro il coperchio. La cassa indietreggio rapida, ma Cohen allungo un piede ossuto e fece lo sgambetto a meta delle sue zampette. Quella si giro per azzannarlo, ma l’eroe strinse i denti e la sollevo rovesciandola sul suo coperchio ricurvo. Il Bagaglio rimase li a dondolare arrabbiato come una tartaruga disperata.

— Ehi, quello e il mio Bagaglio! — protesto Duefiori. — Perche attacca il mio Bagaglio?

— Credo di saperlo — disse Bethan. — Credo che sia perche ne e spaventato.

Duefiori, a bocca aperta dallo stupore, si giro verso Scuotivento. Questi scrollo le spalle.

— Mettimi alla prova — disse. — Io scappo dalle cose che mi mettono paura.

Con uno scatto dei coperchio, il Bagaglio fece una capriola in aria e ricadde giu; si mise a correre e con uno dei suoi angoli rinforzati in ottone colpi Cohen alle tibie. Mentre si rigirava, il vecchio eroe ebbe il tempo di afferrarlo quel tanto da scaraventarlo contro una roccia.

— Niente male — disse Scuotivento, ammirato.

Il Bagaglio barcollo all’indietro, si arresto un attimo, poi avanzo verso Cohen agitando minaccioso il coperchio. Con un balzo Cohen ci atterro sopra, con le mani e i piedi presi nell’apertura tra la cassa e il coperchio.

La cosa lascio il Bagaglio sbalordito. E fu ancora piu strabiliato quando Cohen respiro a fondo e cerco di alzare con tutte le sue forze il coperchio, con i muscoli che sporgevano dalle braccia ossute come un calzino pieno di noci di cocco.

Rimasero avvinghiati cosi per un certo tempo, tendine contro cerniera. Presto o tardi uno dei due si sarebbe spezzato.

Bethan diede a Duefiori una gomitata nelle costole.

— Fa’ qualcosa — gli disse.

— Uhm — rispose l’ometto. — Si. Credo che basti. Mettilo giu, per piacere.

Al suono della voce del suo padrone, il Bagaglio emise uno scricchiolio di protesta per il suo tradimento. Il coperchio si spalanco con tanta forza che Cohen ruzzolo all’indietro, ma si rimise in piedi e si getto contro la cassa.

Il suo contenuto non era piu un mistero.

Cohen allungo dentro le mani.

Il Bagaglio scricchiolo un po’, ma evidentemente aveva valutato la possibilita di venire scagliato in cima al Grande Guardaroba del Cielo. Scuotivento si azzardo a sbirciare attraverso le dita di Cohen, mentre questi scrutava dentro il Bagaglio e imprecava sottovoce.

— Biancheria? — urlo. — Tutto qui? Scioltanto della biancheria?

— Tremava dalla rabbia.

Duefiori disse con una vocina sottile: — Credo che ci siano anche dei biscotti.

— Ma sc’era dell’oro! E l’ho vishto mangiarsi qualcuno! — Cohen guardo il mago con aria implorante.

Scuotivento sospiro. — Non chiederlo a me. Non sono io il proprietario di questo dannato affare.

— L’ho comprato in una bottega. — Duefiori era sulla difensiva.

— Ho detto che mi serviva un baule da viaggio.

— Ed e proprio quello che hai avuto — disse il mago.

— E molto leale — affermo l’ometto.

— Oh, si. Se e la lealta che cerchi in un bagaglio — ribatte l’amico.

— Ashpetta — disse Cohen, che si era accasciato su una roccia.

— Era forsce uno di quei negozi… voglio dire, sci scommetto che non lo avevi notato prima e quando sci scei tornato non sch’era piu?

Duefiori si rianimo. — Proprio cosi!

— Il negoziante era un vecchietto rugoscio? Il negozio pieno di roba strana?

— Esatto. Non sono piu riuscito a ritrovarlo. Pensavo di avere preso la strada sbagliata; dove credevo che si trovasse il negozio c’era solo un muro di mattoni. Ricordo di avere pensato allora che fosse piuttosto…

Cohen alzo le spalle. — Uno di quei negozi — disse. — Allora, queshto spiega tutto. — Si tasto la schiena e fece una smorfia. — Il maledetto cavallo sce n’e andato via con il mio linimento!

[Nessuno sa perche, ma tutti gli articoli realmente misteriosi e magici si acquistano in negozi che appaiono e, dopo un esercizio commerciale ancora piu breve della vita di una societa di comodo, svaniscono come fumo. Ci sono stati vari tentativi per spiegare il fenomeno, ma tutti non danno pienamente conto dei fatti accaduti. Tali negozi spuntano dappertutto nell’universo e la loro improvvisa inesistenza in una data citta di solito si deduce dalle decine di persone che vagano per le strade, tenendo stretti articoli magici ormai esauriti e elaborate tessere di garanzia, mentre fissano con sospetto dei muri di mattoni.]

Scuotivento si ricordo di qualcosa e frugo nelle profondita della sua veste ormai stracciata e molto sporca e ne tiro fuori una boccetta verde, che tenne sollevata.

— E proprio lei! — esclamo Cohen. — Scei una meraviglia. — Guardo in tralice Duefiori.

— L’avrei avuta vinta io — disse in tono pacato — anche sce tu non gli avesci ordinato di lasciarmi andare. Alla fine l’avrei avuta vinta io.

— Giusto — disse Bethan.

— Voi due potete rendervi utili — aggiunse il vecchio eroe. — Quel tuo Bagaglio si e aperto di forza un varco nel dente del troll per tirarsci fuori. Quello era un diamante. Vedi se riesci a trovare le schegge. Mi e venuta un’idea in proposcito.

Bethan si arrotolo le maniche e stappo la boccetta e intanto Scuotivento prese da parte Duefiori. Quando furono al sicuro al riparo di un cespuglio, gli disse: — Sta dando i numeri.

Duefiori era sinceramente scioccato. — E di Cohen il Barbaro che stai parlando. Lui e il piu grande guerriero che…

— Era - lo corresse l’amico. — Tutte quelle storie di preti guerrieri e zombi mangiatori d’uomini risalgono a tanti anni fa. Oggi a lui non restano che ricordi e talmente tante cicatrici che ci si potrebbe giocare a schicchera.

— Gia, e molto piu anziano di quanto immaginassi — convenne Duefiori. Raccolse un frammento di diamante.

— Quindi dovremmo lasciarli, ritrovare i nostri cavalli e proseguire — suggeri Scuotivento.

— Non sarebbe un trucchetto poco simpatico?

— Loro staranno benone. Il punto e, saresti contento in compagnia di uno capace di assalire il Bagaglio a mani nude?

— Non hai torto — ammise l’amico.

— A ogni modo, probabilmente loro se la caveranno meglio senza di noi.

— Ne sei sicuro?

— Assolutamente — affermo Scuotivento.

Trovarono i cavalli vaganti nel sottobosco, fecero colazione con carne di cavallo malamente essiccata e si avviarono nella direzione che Scuotivento riteneva fosse quella giusta. Pochi minuti dopo il Bagaglio sbuco dai cespugli e li segui.

Il sole sali piu alto nel cielo, senza tuttavia cancellare la luce della stella.

— E diventata ancora piu grande durante la notte — osservo Duefiori. — Perche qualcuno non fa qualcosa?

— E sarebbe?

Dopo averci pensato, l’ometto rispose: — Qualcuno non potrebbe dire alla Grande A’Tuin di evitarla? Per esempio, girandoci intorno?

— Una cosa del genere e gia stata tentata — lo informo Scuotivento. — I maghi hanno provato a sintonizzarsi con la mente della Grande A’Tuin.

— Non ha funzionato?

— Oh, ha funzionato benissimo. Solo che…

Solo che, spiego, leggere in una mente grande come quella della Tartaruga del Mondo aveva comportato certi rischi imprevisti. I maghi si erano esercitati prima

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