Weems raccolse il martello e colpi con tanta violenza il gong da farlo ruotare sul suo gancio e cadere.
Attesero in silenzio. Poi con un tintinnio una catena emerse dall’acqua e si tese, ancorata a una caviglia di ferro fissata sulla riva. Alla fine la sagoma piatta di un’imbarcazione sbuco lentamente dalla nebbia; facendo forza sulla grossa ruota piazzata al centro, il traghettatore incappucciato la spingeva verso la sponda.
La chiglia piatta del traghetto gratto sulla ghiaia e la figura incappucciata si appoggio ansimando alla ruota.
— Due alla volta — bofonchio. — Questo e tutto. Sciolo due, con i cavalli.
Scuotivento degluti e cerco di non guardare Duefiori. Che probabilmente avrebbe ridacchiato come un idiota. Alla fine si arrischio a lanciargli un’occhiata di sottecchi.
L’ometto sedeva a bocca aperta.
— Tu non sei il solito traghettatore — affermo Herrena. — Sono gia stata qui, e quello solito e un tipo grande e grosso, una specie di…
— E il sciuo giorno libero.
— Okay, allora — disse lei in tono dubbioso. — In questo caso…
Duefiori, con le spalle che gli sussultavano e la faccia rossa, emetteva dei suoni soffocati. Herrena lo guardo con un cipiglio e poi fisso il traghettatore.
— Due di voi, afferratelo!
Dopo una pausa, uno degli uomini chiese: — Cosa, il traghettatore?
— Si.
— Perche?
La donna fu presa in contropiede. Una cosa del genere non sarebbe dovuta accadere. Era scontato che quando uno urlava un ordiae come 'Prendetelo!' o 'Guardie!', la gente saltasse su e non rimanesse di certo seduta a discuterlo.
— Perche lo dico io! — fu il meglio che riusci a trovare. I due uomini piu vicini alla figura china si guardarono, alzarono le spalle e la afferrarono ognuno per una spalla. Il traghettatore era circa la meta di loro.
— Cosi? — domando uno dei due. Duefiori quasi boccheggiava.
— Adesso voglio vedere cos’ha sotto il mantello — disse Herrena.
I due uomini si scambiarono un’occhiata.
— Non sono sicuro che… — comincio uno.
Non pote proseguire perche un gomito ossuto gli si pianto nello stomaco come un pistone. Il suo compagno guardo incredulo e si becco l’altro gomito nei reni.
Imprecando Cohen si sforzava di tirare fuori la sua spada impigliata nella veste e intanto saltellava a mo’ di granchio verso Herrena. Scuotivento emise un gemito, strinse i denti e spinse di scatto la testa all’indietro. Weems lancio un urlo e il mago rotolo di lato, atterro pesantemente nel fango, si rimise in piedi in fretta e furia cercando dove nascondersi.
Con un grido di trionfo, Cohen riusci a liberare la spada e l’agito trionfante, ferendo gravemente un uomo che gli si avvicinava strisciando alle spalle.
Herrena, spinto giu Duefiori da cavallo, cerco di estrarre la sua lama. L’ometto tento di rimettersi in piedi, cosi facendo fece indietreggiare il destriero di un altro uomo; questi, disarcionato, si ritrovo con la testa all’altezza giusta perche Scuotivento la colpisse con un calcio violento. Il mago sarebbe stato il primo a riconoscere di essere un coniglio, ma anche i conigli combattono, se messi alle strette.
Una mano di Weems gli piombo sulla spalla e un pugno grosso come una roccia di medie dimensioni si abbatte sulla sua testa.
Mentre cadeva, udi Herrena dire in tono normalissimo: — Uccidili entrambi. Mi occupo io di questo vecchio pazzo.
— Evviva! — esclamo Weems e si volto verso Duefiori con la spada sguainata.
Scuotivento lo vide esitare. Nell’attimo di silenzio che segui, anche Herrena udi il rumore degli spruzzi mentre il Bagaglio si issava sulla sponda, grondante acqua.
Weems lo fisso inorridito. La spada gli cadde di mano. Lui si giro e corse via nella nebbia. Un momento dopo il Bagaglio evito con un balzo Scuotivento e lo insegui.
Herrena tento un affondo contro Cohen, che paro il colpo e brontolo per una fitta acuta al braccio. Le lame si urtarono con fragore soffocato e poi Herrena fu costretta a indietreggiare da un’abile mossa verso l’alto di Cohen, che quasi la disarmo.
Scuotivento si avvicino barcollante a Duefiori e lo tiro senza successo.
— Tempo di andarcene — mormoro.
— E magnifico! — esclamo l’ometto. — Hai visto il modo in cui lui…
— Si, si, vieni via.
— Ma io voglio… dico, ottima mossa!
La spada di Herrena le sfuggi di mano e s’infisse vibrante nel terreno. Con uno sbuffo di soddisfazione, Cohen ritiro la sua. gli occhi gli si incrociarono un attimo, lancio un gridolino di dolore e rimase assolutamente immobile.
Herrena lo guardo, interdetta. Si provo a fare una mossa verso la propria arma e, quando non successe nulla, l’afferro, ne verifico l’equilibrio e diede un’occhiata a Cohen. Lui la seguiva con uno sguardo pieno di tormento mentre lei gli girava intorno con cautela.
— La schiena l’ha tradito di nuovo — bisbiglio Duefiori. — Che cosa possiamo fare?
— Possiamo vedere di acchiappare i cavalli?
— Be’ — disse alla fine Herrena — io non so chi sei o perche sei qui, e in questo non c’e nulla di personale, capisci.
Alzo la spada tenendola a due mani.
Un improvviso movimento si fece sentire nella nebbia, seguito dal tonfo di un grosso pezzo di legno che colpiva una testa. Per un momento Herrena ebbe un’espressione stupefatta e poi cadde in avanti.
Bethan lascio cadere il ramo che teneva in mano e guardo Cohen. Poi, afferratolo per le spalle, gli pianto un ginocchio nelle reni, opero una torsione da esperta e lo lascio andare.
Sul viso del vecchio eroe si dipinse un’espressione beata. Provo a chinarsi.
— E finito! — esclamo. — La mia schiena! Il dolore sce n’e andato!
Duefiori si giro verso Scuotivento.
— Mio padre era solito raccomandare di lasciarsi penzolare dal montante di una porta — disse nel tono di una normale conversazione.
Weems s’inoltrava con grande precauzione attraverso gli alberi spogli avvolti nella nebbia. Anche se l’aria umida attutiva i rumori, era certo che negli ultimi dieci minuti non c’era stato nulla da sentire. Si volto indietro molto adagio e poi si permise il lusso di tirare un lungo respiro. Quindi indietreggio al riparo dei cespugli.
Qualcosa gli diede un colpetto dietro le ginocchia, con grande delicatezza. Qualcosa di angolare.
L’uomo guardo in basso. Pareva che li giu ci fossero molti piu piedi di quanto era lecito aspettarsi.
Un breve scatto secco.
Il fuoco era un minuscolo puntino di luce nel paesaggio oscuro. La luna non si era ancora alzata, ma la stella era un chiarore in agguato sull’orizzonte.
— Ora si e fatta circolare — osservo Bethan. — Sembra un minuscolo sole. Di sicuro sta diventando anche piu calda.
— Taci — disse Scuotivento. — Come se non avessi gia abbastanza di cui preoccuparmi.
Intervenne Cohen al quale la ragazza massaggiava la schiena: — Scio che non capiscio e come vi abbiano catturati senza che noi scentissimo. Non ne avremmo sciaputo nulla se il vostro Bagaglio non avesce continuato a scialtare sciu e giu.
— E a uggiolare — aggiunse Bethan. Tutti la guardarono.
— Be’, sembrava che lo facesse. E molto carino da parte sua, davvero.
Quattro paia di occhi si volsero verso il Bagaglio, accovacciato dall’altra parte del fuoco. Lui si alzo e si sposto indietro nell’ombra con mossa intenzionale.
— E fascile da nutrire — disse Cohen.
— E difficile seminarlo — affermo Scuotivento.
— E leale — suggeri Duefiori.
E Cohen: — Spazioso.
— Ma non lo definirei carino — disse il mago.
— Sciuppongo che non vorreshti venderlo? — chiese il vecchio eroe.
Duefiori scosse la testa. — Non credo che capirebbe.
— No. Sciuppongo di no. — Cohen si tiro su a sedere e si morse un labbro. — Stavo scercando un regalo per Bethan. Vedi, sci sposciamo.
— Abbiamo pensato che dovevate essere i primi a saperlo — disse Bethan, arrossendo.
Scuotivento non riusci a incontrare lo sguardo di Duefiori.
— Be’, questo e, ehm…
— Appena troviamo una citta dove c’e un prete — li informo la ragazza. — Voglio farlo come si deve.
— Questo e molto importante. — Duefiori era serio. — Se in giro ci fosse piu moralita, non ci schianteremmo contro le stelle.
Rimasero per un po’ a pensarci. Poi l’ometto propose tutto allegro: — Dobbiamo celebrare. Ho dell’acqua e dei biscotti, se vi e rimasta un po’ di quella carne essiccata.
— Oh, bene — disse debolmente Scuotivento. Tiro Cohen da una parte. Con la barba ben curata, il vecchio avrebbe potuto facilmente passare per un settantenne in una notte buia.
— E, uhm, una cosa seria? — gli chiese. — Davvero la sposerai?
— Scicuro. Sci sciono obiezioni?
— Be’, no, naturalmente no, ma… Voglio dire, lei ha diciassette anni e tu, tu sei, come dire? sei un uomo attempato.
— Tempo di scishtemarmi, vuoi dire?