disegno raffinato, forse lasciata dall'ex moglie quando il matrimonio era finito, vent'anni fa, qualche mese prima che Natalie Homer venisse uccisa.
La maglietta di Alan Parris era macchiata, i calzoncini consunti e dai buchi dei calzini uscivano tre unghie luride. Lars Geldorf lo interrogava e lui sembrava sul punto di addormentarsi. In realta era ubriaco.
«Stai mentendo!» Geldorf alzo la voce per scuoterlo dal torpore. «Sono sicuro che uno di voi bastardi ha spifferato i particolari. Tu o il tuo collega. Vuota il sacco!» Si avvicino a un millimetro dalla faccia di Parris: «Non farmi incazzare, figliolo, non ti piacerebbe, credimi…».
Parris si limito a sbuffare in segno di incredulita, dimostrando una notevole pazienza nei confronti del detective in pensione e delle sue patetiche minacce.
Lars Geldorf era davvero furioso, e Deluthe prese appunti, annotando ogni singolo insulto. Alla fine Geldorf abbandono l'appartamento.
Deluthe disse: «Ancora qualche domanda, signore». Rivolse a Parris un accenno di sorriso e l'uomo alzo gli occhi al cielo.
Deluthe smise di sorridere. «E i vicini? Ricorda di aver visto qualcuno sul pianerottolo, in prossimita della scena del delitto? Magari qualcuno che…»
«E stato tanto tempo fa, figliolo.» Parris si chino e sposto un giornale, facendo emergere una lattina di birra. Trangugio un sorso.
«Si prenda pure il tempo che vuole» disse Deluthe. «Ho tutta la giornata a disposizione.» Questo particolare turbo Parris. Evidendemente aveva terminato la sua scorta di birra e doveva uscire al piu presto per un rifornimento. «Ho visto le fotografie della scena del delitto. Al suo posto, io non avrei dimenticato niente di quella notte.»
«Giusto, figliolo. Ma la fuga di notizie non fu colpa mia.» Parris osservo la porta d'ingresso socchiusa e alzo la voce, intuendo che Geldorf fosse la fuori, in ascolto. «E puoi dire a quel vecchio bastardo che non ero io di guardia sul pianerottolo, ma il mio collega. E possibile che abbia lasciato entrare qualcuno…» Poi borbotto: «Ma e solo un'ipotesi. Harvey non ha piu parlato di quella notte. Abbiamo lavorato insieme per anni e non ne abbiamo mai parlato».
«Mi ascolti bene, Parris: se il suo collega era di guardia alla porta, allora lei e rimasto nell'appartamento tutto il tempo.»
«No, solo qualche minuto. Io ho trovato il corpo. Dio, quell'odore, da svenire. Quando tornai a casa quella notte, me lo sentivo sui vestiti, nei capelli. Lo sento ancora adesso. Mi sembra di vedere gli scarafaggi che si arrampicano sulle mie gambe, e tutte quelle mosche, almeno un milione, Cristo santo.»
«Quindi e uscito, ha chiuso la porta e ha aspettato i detective e la Scientifica?»
«No, figliolo, non e andata cosi. Non avevo visto che aveva le mani legate. Io e Harvey concordammo che si trattava di suicidio. Come ho detto, sono stato li solo pochi minuti, e per i suicidi non si scomoda la Scientifica. La centrale si limito a mandare i detective.»
Deluthe torno agli appunti del giorno prima. «Non c'era nessun altro sulla scena del delitto?»
«Il fotografo, e arrivato anche lui, ma era soltanto un ragazzo. Era piu giovane di me, e io avevo appena ventidue anni. Si e sentito male e ha fatto cadere la macchina fotografica, l'ha rotta. Allora me ne sono fatta prestare una dai vicini, poi mi hanno mandato a comprare dei rullini. Due volte, ci sono andato.»
«Ascolti Parris, il suo collega le riferi della presenza di civili sulla scena mentre lei era via? Il suo collega si chiama Harvey…» Deluthe controllo gli appunti, come se non ricordasse il nome del suo superiore. Riker era stato molto chiaro, nessuno doveva sapere del collegamento tra Loman e quel caso. Indico una pagina bianca. «Loman, giusto? Harvey Loman. E stato di guardia per tutto il tempo?»
«Si, anzi no… A pensarci bene, no. Quando sono tornato dal negozio stava all'altra estremita del pianerottolo e discuteva con una signora anziana.» Parris fece una pausa, poi si copri gli occhi con le mani. «Oh, cazzo!»
Deluthe sposto la matita sul taccuino. «Come dice?»
«C'erano due ragazzini appena fuori dalla porta, un maschio e una femmina. Harvey… Loman non li aveva visti. La porta era aperta per via del tanfo, e quei bambini corsero dentro l'appartamento prima che potessi fermarli. Chissa che incubi avranno avuto. Mi e spiaciuto, ma non avevo…»
«Quindi il suo collega non aveva le cose sotto controllo. Ha sbagliato, e lei non voleva cacciarlo nei guai, giusto? Mi sta ascoltando, Parris?»
La testa di Parris dondolava sul petto, come se non riuscisse piu a reggerne il peso. «Geldorf adesso e cattivo, ma allora era anche peggio. Avrebbe inchiodato Harvey al muro se avesse saputo dei bambini. Quel vecchio stronzo si crede Dio. Odio i detective, senza offesa, figliolo…»
«I bambini videro i capelli nella bocca della vittima?»
«Si, hanno visto tutto. Il corpo non era ancora stato tirato giu, i detective stavano scattando le fotografie.»
La porta si apri, ma nessuno dei due se ne accorse. Geldorf era in piedi sulla soglia. Sorrideva e Deluthe sapeva perche. Un altro poliziotto aveva sbagliato quella notte, adesso nessuno poteva piu dire che era tutta colpa di Geldorf.
Charles Butler studiava i messaggi dell'uomo che seguiva Kennedy Harper. In confronto, quelli lasciati a Natalie Homer erano quasi poetici. Si rivolse a Riker. «Hai detto a Deluthe di chiedere se la porta di Natalie fosse chiusa a chiave quando arrivo la polizia?»
«No, Deluthe non puo chiedere una cosa del genere, e spero che Parris non ne parli affatto.» Riker spense il registratore. «Abbiamo la vecchia dichiarazione della padrona di casa, disse che la porta era chiusa a chiave.»
«Sicuramente lo era quando ha chiamato la polizia, ma quando sono arrivati…»
Il detective mise una mano sulla spalla di Charles. «Se la porta non era chiusa a chiave quando e arrivato il primo poliziotto, allora otto milioni di newyorkesi avrebbero potuto avere accesso alla scena del delitto e restringere i sospetti a un fidanzato con le chiavi diventa impossibile. Il procuratore non lo accetterebbe se il caso finisse in tribunale. Capisci il problema?»
Charles annui. «L'uomo che ha ucciso Natalie Homer l'amava in maniera ossessiva. Le ha spezzato la trachea a mani nude, un atto di passione. Dubito che in seguito ne abbia fatto un'abitudine. A livello emozionale, lo spaventapasseri e all'opposto.» Indico il rapporto dell'autopsia di Kennedy Harper. «E la data, l'anniversario, fa pensare che l'omicidio sia stato progettato a lungo. L'assassino della Harper e ossessionato dall'atto in se. Una donna impiccata, le candele, un barattolo di mosche… Lo spaventapasseri prepara il palcoscenico e se ne va. E un uomo freddo, e molto malato.»
«Poniamo di riuscire a evitare un processo…»
«Saggia decisione.»
«Potremmo cercare di ottenere una confessione.»
«Niente di piu facile, dovete solo prenderlo. Vi dira tutto quello che sa. In realta lo sta gia facendo, ma nessuno lo sta a sentire.» Charles prese il sacchetto di plastica con il messaggio macchiato di sangue. Si irrigidi osservando come quella grafia ricordasse quella di Mallory.
«Sei anche calligrafo?» chiese Riker.
«No, mi dispiace. E non sono neppure un esperto di riti vudu.» Charles mostro a Riker il sacchetto e i solchi sul retro della carta. «Se avesse calcato di piu avrebbe strappato il foglio. Credo che questo significhi rabbia e frustrazione.»
«Ha appeso il biglietto al collo di una donna con una spilla da balia, quando lei era viva. Si, probabilmente era arrabbiato.»
«Ma non lo era con Kennedy Harper. Non credo che si sia posto il problema di far del male a quella donna. Per lui era solo un oggetto, una sorta di bacheca. Ma ritengo che abbia un conto in sospeso con la polizia. Sapeva che sarebbe andata al dipartimento piu vicino. Il messaggio era per voi.» Charles si diresse verso la parete dedicata a Sparrow e osservo le foto della donna in coma. «Un taglio recente, opera di un rasoio, sul braccio. Un salto di qualita per il pedinatore, frustrato perche la polizia non aveva ancora recepito il suo messaggio. A proposito, perche Sparrow non ha denunciato quell'aggressione?»
«Per via dei suoi trascorsi da puttana: era sicura che i poliziotti non avrebbero mosso un dito per proteggerla. E aveva ragione.»