«Non sono un granche.»
«Lo stile e pessimo, la trama debole. Sono brutti libri, davvero molto brutti.»
«Ma li hai letti tutti?»
«Perche insisti?»
«Che mi dici dell'episodio in cui lo sceriffo sfugge all'imboscata?»
«Oh, quella e la parte migliore.» Il sarcasmo di Herman era sorprendentemente soave, e il sorriso arguto. «No, aspetta! Il meglio comincia con
«Ma non esisteva un vaccino contro la rabbia all'epoca di Wichita.»
«Lo so» disse Herman, che conosceva la storia, quella con la 'S' maiuscola. «Allora la rabbia era una condanna a morte.»
«Dunque e stato curato con un rimedio naturale o qualcosa del genere?» chiese Charles.
Herman sorrideva evasivo. «Sbagliato.»
«So che nell'ultimo libro e ancora vivo, quindi la rabbia non puo averlo ucciso…» Charles si allungo sulla sedia e sorrise della propria curiosita, un'altra vittima di Jack Swain.
Poi sparse i libri sul tavolo per avere una visione d'insieme, e studio le copertine colorate, pistole e cavalli lanciati al galoppo, per l'orrore di Anthony Herman. «Conosco qualcuno che adorava questi libri. Li leggeva e rileggeva. Ora che hai avuto la possibilita di conoscerli, riesci a immaginare il perche?»
«Non saprei…» Herman era allibito. «L'unica ragione per leggere questa robaccia e scoprire che cosa succede nel libro successivo. Ma leggerli piu di una volta…»
«Eppure dev'esserci una spiegazione.» Charles impilo i libri, poi guardo Herman. «Allora?»
«Allora,» disse Herman, solenne «forse la spiegazione sta nella redenzione finale di Wichita Kid.»
Riker aveva finito il primo drink mentre leggeva la trascrizione dell'interrogatorio. Quel rapporto esprimeva una cura maniacale per i dettagli, compresi i piedi sporchi di Alan Parris. «E tutto quello che vi siete detti, parola per parola?»
«Sono capace di prendere appunti.» Deluthe sorseggio la birra, poi, con fare casuale, domando: «Allora, quante possibilita ho di entrare nella Crimini Speciali?».
«In questo momento? Nessuna. Non hai esperienza, ragazzo.» Solo pochi detective erano promossi al primo grado, e solamente dieci venivano ammessi nella Crimini Speciali. «Non prendiamo reclute alle prime armi. E poi tu hai… venticinque, ventisei anni? Qui siamo tutti sulla quarantina. C'e solo una persona della tua eta.»
«E guarda caso Kathy Mallory e figlia dell'ex capo…»
«Sei fuori strada, Deluthe. Mallory e cresciuta alla Crimini Speciali. Quando era ancora alle elementari aveva piu esperienza di te in questo momento.»
«D'accordo.» La barista era stata presentata a Ronald Deluthe come ex collega di Riker. Peg Baily riusci a intromettersi nella conversazione mentre serviva al detective un bicchiere di bourbon. «Quella ragazzina era il nostro tecnico informatico. A quei tempi, avevamo computer scassati di seconda mano. Il piu delle volte non funzionavano. Mallory li ha riparati quando non aveva ancora tredici anni.» Peg diede una birra a Deluthe: «Se ti stai chiedendo come abbia raggiunto il primo grado, la risposta e che ha catturato l'assassino di suo padre. Non e da tutti».
Peg Baily si allontano per riempire un altro bicchiere e Riker fini la storia, soppesando le parole. «Nessuno ha mai messo in dubbio il suo diritto di far parte della Crimini Speciali.» Riker si avvicino a Deluthe e la sua faccia si distese. Addirittura sorrideva. «Ora, visto che sei il genero del vice procuratore, dovrai fare ancora meglio per meritarti la promozione.»
«E se divorziassi?»
«Sarebbe gia qualcosa.» Riker prese alcuni fogli dalla tasca della giacca e li sbatte sul bancone. «Questo e il tuo rapporto sui poliziotti coinvolti nel caso di Natalie Homer. Avevamo gia queste informazioni. Mallory le ha scaricate dal computer, le ci sono voluti due minuti.»
«Volevate solo tenermi impegnato.»
Riker ignoro la protesta e allargo i fogli sul bancone. «Non servono a niente, perche sono solo la versione ufficiale. Un'occhiata ai documenti originali sarebbe stata molto piu utile. Comunque si puo imparare parecchio dalle dichiarazioni ufficiali. Adesso t'insegno a leggere fra le righe.» Mise da parte il primo foglio: «C'erano cinque poliziotti sulla scena del delitto, tre detective e due agenti. Quattro di loro hanno lasciato il distretto contemporaneamente. Un fatto strano».
«L'ho notato» disse Deluthe, sulla difensiva. «Ma non ha niente a che vedere con il delitto. E successo sei anni dopo.»
«Quattro poliziotti che se ne vanno nello stesso mese. Questo vuol dire che l'ufficio Affari Interni li teneva sott'occhio.»
«Non ci sono accuse a loro carico, niente che…»
«Deluthe, questa e una favola. Allora, vuoi la tua storia della buona notte o lasciamo perdere?»
«Come non detto.»
«Bevi, e stai zitto.» Riker seguiva con il dito le righe del testo. «Allora, uno degli agenti in uniforme, Alan Parris, e stato licenziato per insubordinazione. Falso. Bisogna sparare a un sergente per essere cacciati con un'accusa del genere.» Riker volto pagina. «La settimana prima il suo collega, il tuo capo, Harvey Loman, e stato trasferito a un altro distretto. Questo vuol dire che Loman ha fatto un accordo con gli Affari Interni. In buona sostanza, ha venduto il collega.»
Passo alla pagina successiva. «Qui invece abbiamo un detective che ha dato le dimissioni per andare a lavorare come investigatore privato. Vuoi la verita? L'hanno costretto. Non avevano prove per incastrarlo, e quell'uomo e finito a pulire cessi. E morto alcolizzato, anni fa.»
L'ultima pagina. «E qui c'e un altro detective morto, un suicidio. Quattro su cinque hanno lasciato il dipartimento nello stesso periodo. Quello che si e ucciso, probabilmente, sarebbe finito in carcere. Era l'ultimo della lista, con nessuno da tradire. Se non fosse morto, sarebbe stato il capro espiatorio, l'unico a pagare.»
Naturalmente Riker stava solo raccontando una storia che, a suo tempo, aveva fatto il giro del dipartimento. Non erano brillanti deduzioni. «Il tuo interrogatorio ad Alan Parris ha senso solo sulla carta. I due testimoni, i bambini nel corridoio. Parris non ti ha dato nemmeno un'informazione che ti permetta di rintracciarli. Fumo negli occhi. Anche Parris e sospettato.»
«Ma il profilo dei serial killer dell'FBI…»
«Ecco un'altra bella favola.»
I ricordi di quella sera stavano svanendo a poco a poco dalla mente di Stella. Cercava di scacciare l'immagine della metropolitana invasa da insetti morti e passeggeri impazziti.
Aveva passato un'ora al bar. Sullo sgabello vicino sedeva un turista con indosso una maglietta con lo slogan della citta: «Amo New York».
Le bruciava la gola per via delle sigarette fumate e dell'insetticida che aveva respirato nel metro. Il cervello galleggiava nel rum, il mondo vorticava. Non avrebbe dovuto ordinare tutti quei cocktail. Ma voleva risparmiarsi l'umiliazione di scoppiare a piangere in un locale affollato di turisti. Il rum era piu piacevole del Valium, l'aveva aiutata a trattenere le lacrime. Un uomo la strattono mentre raggiungeva il bagno. Stella si volto per insultarlo, ma il tipo era gia sparito in mezzo alla folla.
Un altro uomo approfitto di un momento di distrazione per palparle il seno e poi spari. Stella appoggio la testa al bancone.
Non pianse. Prese le chiavi di casa e lascio il bar. Dopo aver percorso mezzo isolato, noto un uomo con una strana andatura. Marciava come un soldato. No, come un soldatino giocattolo. Movimenti meccanici.
Dopo una svolta a sinistra, l'uomo si fermo sotto un lampione. Fu a quel punto che lo riconobbe. Un borsone grigio. Era il porco che le aveva toccato il seno al bar.
L'uomo giro sui tacchi, e di colpo inverti la direzione di marcia. Stella vide il lampeggiante e fece per