raggiungere i due poliziotti impegnati nella perquisizione di un ragazzo appoggiato al cofano della volante. Si volto per cercare il suo uomo. Lo vide scappare, a passo di marcia. Aveva vinto lei. Una piccola vittoria, da assaporare.

Pochi minuti piu tardi apriva la porta di casa, la giacca appoggiata sul braccio. Quella giacca doveva essere magica, per essere sopravvissuta incolume fino alla fine di quella giornata. Apri la porta d'ingresso e le sembro di entrare in una serra. Rispetto all'esterno, c'erano almeno dieci gradi in piu. Quel monolocale era arredato nello stile tipico degli studenti. Mobili scadenti, recuperati dalla strada un attimo prima che passasse il camion dell'immondizia. Le poche piante erano morte. Persino quelle finte, mai spolverate, avevano preso il colore della morte.

Si sfilo la gonna, che appese all'attaccapanni vicino alla giacca portafortuna. Accese il condizionatore e rimase sotto il getto d'aria fredda mentre si toglieva la camicia. Prima di buttarla sul divano letto, noto una macchia nera sul tessuto, una grossa 'X' disegnata con un pennarello a punta spessa.

«Cristo, adoro questa citta.»

Perche non se ne andava da New York? Fisso la foto appesa alla parete: la nonna e la mamma le sorrisero. Le due donne nutrivano grandi speranze per lei.

Afferro la camicia e intanto scuoteva la testa, come se con quel gesto potesse cancellare la 'X'. Sprofondo nel divano e scoppio a piangere. Voleva dimenticare quella giornata. Chi aveva marchiato la sua camicia? Qualcuno all'audizione? Poteva essere chiunque fra le persone ammassate nella sala d'attesa. Aveva indossato la giacca prima di salire sul palco, prima di recitare quegli stupidi versi a un regista che non l'aveva degnata di uno sguardo. No, era successo in metropolitana. Magari era stato lo stesso tizio della pioggia di insetti, oppure uno dei clienti del bar. Si, quel turista che l'aveva strattonata… «Stronzo.» Un altro sospetto, il pervertito che le aveva toccato il seno. «Stronzo numero due.» Afferro la camicia e la butto nella spazzatura. Improvvisamente ispirata, decise di fare un po' di pulizia. Si turo il naso prima di affrontare il frigorifero: l'odore di latte rancido le dava la nausea. Sui ripiani era allineato un bel repertorio di schifezze: formaggi ricoperti di muffa e frutta andata a male. Nel congelatore, un inverno artico aveva imprigionato mezzo pacchetto di piselli in un blocco di ghiaccio, conservandolo per le generazioni future. Butto tutto in un sacchetto di plastica, il primo passo per ricominciare da capo. Domani ci sarebbe stata un'altra audizione, e il suo vestito portafortuna aveva superato indenne una delle giornate peggiori della sua vita.

La 'X' sulla camicia era coperta di immondizia, latte cagliato, tappi di bottiglia, carta di caramelle e contenitori di cibo da asporto. Stella non vide il biglietto piegato nella tasca della camicia, perso nel disordine della sua vita. E cosi non lesse mai il messaggio: «Posso toccarti ogni volta che voglio».

10

Il caldo era gia opprimente di prima mattina e gli abitanti dell'East Village mostravano segni di stanchezza. Era l'ora di punta sulla Prima Avenue. La guida turistica, in piedi accanto all'autista del pullman, indicava i newyorkesi piu folkloristici. Ma la maggior parte dei turisti finlandesi si concentro su uno in particolare. Nonostante quell'uomo indossasse jeans e maglietta, si distingueva dal resto della folla. Il corpo e la testa sembravano di legno, le mani ondeggiavano lungo i fianchi, al ritmo di un metronomo.

Tick, tick, tick.

Portava un borsone di tela grigia, ma il suo peso non intralciava il movimento esatto delle braccia. L'uomo non rallentava per evitare le persone sul marciapiede, seguiva una traiettoria nel suo cervello, una linea retta dove ogni passo era della stessa lunghezza, della stessa velocita.

Erano fermi nel traffico da un'ora, e si annoiavano a morte. L'interprete era malata e la guida turistica americana non aveva ancora capito che nessuno di loro parlava l'inglese. Conoscevano solo la parola turista e qualche insulto sempre utile. Ora erano ammassati su un lato dell'autobus, a guardare l'uomo che camminava come un soldatino meccanico lungo il marciapiede.

Stava per succedere qualcosa.

Il traffico si stava sbloccando, ma il bus procedeva lentamente. L'uomo meccanico svolto l'angolo e s'incammino lungo una strada laterale. La maggior parte dei pedoni si scanso, ma due ragazze minute inavvertitamente gli finirono addosso. Attraversando Avenue B, l'uomo prese a calci un cane, ma non intenzionalmente: si era solo trovato sulla sua traiettoria. La padrona del cane lo insulto, e lui la supero senza curarsene. Taglio la strada al bus e l'autista inchiodo. I passeggeri scoppiarono a ridere. Finalmente qualcosa d'interessante: avevano quasi ucciso una persona. I finlandesi si spostarono dall'altro lato del bus. L'uomo ora camminava sul marciapiede opposto. Prese il cappello da baseball dalla borsa, lo indosso e abbasso la visiera per nascondere la faccia. Poi prese dalla tasca una grande spilla e se la appunto alla maglietta. Io amo New York. Si fece largo tra i passanti, senza vedere niente, senza sentire nessuno. Tra gli insulti e i gestacci della folla. A quel punto i turisti finlandesi udirono uno scoppio e alcuni si abbassarono per proteggersi. Avevano visto parecchi film in televisione sulle sparatorie di New York.

L'uomo si fermo, e anche l'autobus. Mentre l'autista imprecava contro la gomma bucata, la guida turistica prego i passeggeri di non allontanarsi. I finlandesi non avevano capito cosa dicesse, ma era chiaro che non avevano alcuna intenzione di muoversi. Dietro gli occhiali da sole, osservavano l'uomo di legno avvicinarsi all'ingresso di un condominio. Una ringhiera delimitava un giardinetto con un'aiuola di margherite. L'uomo si avvicino alla ringhiera, apri la borsa e ne estrasse una macchina fotografica. Poi guardo l'orologio.

I finlandesi capirono che anche lui era in attesa. Aspettava che accadesse qualcosa. Aspettarono con lui, senza perderlo di vista in mezzo ai pedoni che si dirigevano verso la metropolitana. Indossavano tutti gli stessi vestiti sportivi, ma l'uomo di legno sembrava non appartenere a quel mondo di persone normali. Guardo l'orologio e i turisti si guardarono l'un l'altro. Non ci sarebbe voluto molto.

L'uomo ruoto tutto il corpo per guardare la porta del condominio, e i turisti si voltarono con lui. La porta si apri e una donna bionda e slanciata attraverso il giardinetto, muovendosi veloce sui tacchi altissimi. La camicetta era bianca, la gonna azzurra come la giacca ripiegata sul braccio.

La ragazza apri il cancello e corse sul marciapiede passandosi una mano tra i capelli. Si sbraccio per fermare un taxi.

I finlandesi fissarono quella donna molto attraente, forse una diva della televisione o del cinema. Speravano che fosse un'attrice: era da due giorni che non vedevano una celebrita.

L'uomo si tolse gli occhiali da sole e segui la bionda. Il sole si riflette su un oggetto metallico. L'uomo sguscio tra i pedoni e ando a sbattere contro la ragazza.

Stella urlo: «Fottuti turisti!». I finlandesi restarono interdetti, ma non se la presero. L'uomo punto la macchina fotografica. Istintivamente Stella si aggiusto i capelli e si mise in posa. A quel punto un taxi si fermo, Stella sali a bordo senza piu badare all'uomo di legno.

Lo spettacolo era finito. L'uomo se ne ando. I turisti finlandesi guardarono da un'altra parte, assumendo un'aria contegnosa. A New York bisogna farsi gli affari propri.

Il taxi era intrappolato nel traffico e il nervosismo di Stella aumentava. Busso sul vetro antiproiettile che la separava dall'autista. Lui non si volto. Perche avrebbe dovuto? Non parlava inglese, e Stella lo capi quando si mise a gridare: «Niente mancia, sono in un ritardo schifoso».

Il tassista con il turbante annui, rassicurandola che presto si sarebbero mossi. Era un uomo molto educato, un'altra prova che non fosse nato a New York.

Stella guardo l'orologio per la terza volta, era davvero in ritardo.

«D'accordo, hai vinto!» Sventolo una banconota in modo che il tassista potesse vederla dallo specchietto retrovisore. Pago la corsa e scese dal taxi a due isolati dall'hotel. La giacca azzurra era piegata con cura sul braccio, cosi non correva il rischio che un escremento di piccione la insozzasse. Adesso Stella camminava rapidamente sul marciapiede, fendendo la folla. Due donne rallentarono per osservarla, violando una elementare regola di sopravvivenza a New York. Non si fissano le persone. Stella si chiese se l'avessero riconosciuta, dopo tutto aveva avuto una parte in una soap opera.

Continua pure a sognare.

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