via di scampo.»
Riker sapeva come uscire da una situazione del genere, ma non lo avrebbe confessato a nessuno adesso che Sparrow stava morendo. Gli era mancata tanto negli ultimi due anni, e adesso pregava per lei, anche se non era ancora morta, non del tutto.
La Mercedes stava imboccando il ponte di Brooklyn quando Charles chiese: «Come ha fatto Louis a beccare Kathy nel negozio di Warwick?».
Riker guardava fuori dal finestrino.
Ripenso alla sera in cui avevano inseguito la bambina sul marciapiede: li aveva seminati. E Riker aveva riso nel vedere Lou Markowitz, decisamente sovrappeso, che ansimava abbracciato a un lampione, convinto che il cuore lo stesse tradendo.
«Poi la vedemmo nella vetrina di Warwick.» Una manina che si allungava sullo scaffale per rubare il libro. Aveva appena seminato due poliziotti, aveva corso come un fulmine, eppure non era stanca. Solo gli occhi avevano un'aria affaticata, gli occhi assonnati di un bambino alla fine di una giornata faticosa.
«A quel punto, io e Lou ci precipitammo nel negozio. Lou disse al proprietario di non far entrare altri clienti. Ma Kathy era sparita. Tu ci sei stato, no? Non c'e modo di uscire dal negozio senza essere visti.» Poi avevano notato lo sguardo terrorizzato del libraio. Lou aveva sorriso.
Il mistero della fuga di Kathy non era stato risolto quella notte e neppure la notte successiva. «Per una settimana, quando non era in servizio, Lou continuo a sorvegliare il negozio e a leggere i western di Kathy.» Aveva instaurato un rapporto di fiducia con il libraio. «Alla fine Warwick gli confesso come Kathy avesse fatto a scappare quella sera. Un sistema ingegnoso. Mentre parlavamo con il libraio, Kathy si era arrampicata sullo scaffale, agile come una scimmia, silenziosa come una nuvola di fumo. Si era arrampicata fino in cima, nascondendosi fra lo scaffale e il soffitto, ti rendi conto?»
«Il libraio la vide?»
«Si, ma non la tradi. Aveva paura dei poliziotti, ma non lo fece. Per tutto il tempo in cui Lou aveva parlato con il libraio, Kathy era rimasta ad ascoltare in cima allo scaffale.» Il detective alzo le spalle. «Fregati da una ragazzina di dieci anni.»
A quel punto Lou Markowitz si era reso conto con chi avesse a che fare, non una bambina come le altre, ma una persona fatta e finita. La soprannomino L'Artista della Fuga. Kathy aveva conquistato il rispetto di Lou, e anche il suo cuore.
Anche se gli avrebbe fatto bene, Riker non poteva raccontare la storia della piu grande fuga di Kathy. Allora la sua mente volo oltre il ponte di Brooklyn, fino a Sparrow, per dirle che non stava morendo da sola.
Mallory osservo la Mercedes di Charles scomparire all'orizzonte mentre il suo collega scivolava sul sedile anteriore della berlina. «E questo.» Indico un edificio dal lato opposto della strada. La sorella di Natalie Homer viveva in una zona di Brooklyn affacciata su Prospect Park. Sembrava che Susan Qualen se la passasse piuttosto bene. «Meglio se la blocchiamo per strada» suggeri Mallory. In questo modo non avrebbe potuto sbattere loro la porta in faccia. «I vicini dicono che va a correre nel parco, tutti i giorni alla stessa ora.»
«Dev'essere una fanatica.» Riker si asciugo il sudore dalla fronte. «Si uccidera con questo caldo.»
La porta d'ingresso dell'edificio si apri e una donna in pantaloncini e maglietta comparve sulla rampa di scale. La sorella di Natalie era alta, bionda, e aveva un viso familiare. Prima che potesse raggiungere il marciapiede, i due detective erano scesi dall'auto e avanzavano mostrando il distintivo.
«Signorina Qualen? Sono il detective Mallory e questo…»
Il viso della donna s'incupi. «Andatevene.»
Riker disse. «Signorina, ci dispiace crearle…»
«Ho letto della vostra ultima impiccagione dai giornali» taglio corto Susan Qualen. «Questa volta vi e andata male, non siete riusciti a coprire tutto…»
«Mi ascolti,» disse Riker «a volte non possiamo rivelare i dettagli…»
«Questa l'ho gia sentita. Vent'anni fa la polizia ha raccontato ai giornalisti che mia sorella si era suicidata.»
«I poliziotti non le hanno detto molto, vero?» Lentamente Mallory si avvicino alla donna. «Le hanno detto soltanto che si trattava di omicidio, ma lei sapeva della corda.» Nessun poliziotto poteva aver rivelato a Susan il particolare della ciocca di capelli infilati nella bocca di Natalie.
Mallory si fece ancora piu vicina.
«Leggo i giornali.»
Mallory scosse la testa. «No, sta mentendo. Tutti i particolari riportati dalla stampa, come ha fatto a collegarli…»
«Non ho niente da dire». Susan Qualen fece per scendere le scale.
«Ferma.» Mallory le bloccava la strada con un braccio.
«Il mio avvocato mi ha proibito di parlare con voi.»
«No» disse Mallory. «E quello che dicono le persone che
Riker si avvicino alla donna. Il suo tono era amichevole. «Abbiamo riscontrato alcune discrepanze nell'omicidio di Natalie. Crediamo che il figlio possa aiutarci a risolverle. Dov'e?»
«E come faccio a saperlo?» disse Susan Qualen.
«Ho letto una dichiarazione della matrigna. Sostiene che lei l'ha preso con se dopo la morte del padre. Un anno dopo l'omicidio di Natalie.» Il tono di Riker diceva
«Ma c'e un problema…» comincio Mallory minacciosa.
«Vede,» interruppe Riker «il bambino non torno mai a scuola dopo la morte della madre. Alla fine delle vacanze…»
«La famiglia si sara trasferita.»
«No, signorina Qualen» disse Mallory. «La matrigna vive sempre allo stesso indirizzo. Ha detto a un poliziotto, Lars Geldorf, che lei aveva preso il bambino. Perche avrebbe dovuto mentire?»
Susan Qualen era confusa. Era una bugiarda dilettante, e non ricordava i particolari di una bugia tanto lontana nel tempo.
Riker sorrise alla donna, come se fossero due vecchi amici. «Ci sarebbe di grande aiuto se ci dicesse cosa e successo al figlio di Natalie.»
«Che fine ha fatto?» Mallory aveva compiuto il breve passo dall'accusa all'attacco. «Avanti! Cosa ha fatto al bambino?»
Susan Qualen abbandono la sua gelida compostezza e cerco di scappare giu dalle scale. Riker l'afferro per un braccio, ma Susan si divincolo e comincio a correre. Riker non si mosse: «Adesso interroghiamo la madre adottiva, cosi potremo inchiodarla e sbatterla in cella per un po'. Non sara divertente, ma e legale».
Mallory osservo la donna che scappava sul marciapiede, facendosi largo fra i passanti. Avrebbe potuto raggiungerla senza problemi, ma Riker le suggeri di non muoversi. «Fidati» disse. «Sara piu divertente a modo mio.»
Quando senti quel rumore, William Heart si accuccio. Non gli piaceva avere a che fare con gli esseri umani e faceva di tutto per evitarlo. Il peggio era quando qualcuno bussava alla porta, il suono di una trappola che si chiude. Stava li, in silenzio, quasi non respirava, ma il visitatore non se ne sarebbe andato. Poi senti la voce del padrone di casa che diceva: «E li dentro. Se si aspetta che venga ad aprire, puo star li una giornata intera. Bussi piu forte.»
Lo sconosciuto era piu educato, non bussava forte, ringraziava il padrone di casa. Adesso il visitatore parlava alla porta chiusa: «Buongiorno signor Heart. Alla galleria mi hanno dato il suo indirizzo».
La voce composta lo rassicuro, per un attimo penso a un potenziale cliente. William apri la porta e si trovo di fronte una specie di personaggio delle fiabe. Quell'uomo aveva la corporatura, i vestiti e il portamento di un principe, ma gli occhi di una rana e il naso di Capitan Uncino. Le spalle erano minacciose, e parevano espandersi