testa e fisso il pavimento.
Come ricompensa per quell'atteggiamento contrito, Janos le tolse le manette.
Mallory con un calcio avvicino una sedia a Susan. La sedia cadde a terra.
«La raccolga.»
Susan Qualen ubbidi.
«Adesso si sieda» disse Janos.
«Quando siete venuti…» disse la donna con la voce rotta «quel giorno non ho potuto aiutarvi. Io non…»
«Deve firmare questo» la interruppe Riker, indicando un foglio che elencava i suoi diritti. «Le troveremo un avvocato, se ne vorra uno. Conosce i suoi diritti, signorina Qualen?»
«Non mi serve un dannato avvocato.»
«Allora firmi.» Riker non stava recitando la parte del poliziotto cattivo, era davvero arrabbiato quando le diede le carte da sottoscrivere e una penna.
Susan firmo senza nemmeno leggere.
Mallory strappo i fogli dalle mani della donna e li getto sul tavolo.
«E adesso…» disse Riker «ci dica che quel mostro psicopatico non e passato a salutare zia Susan quando e arrivato in citta.»
«E colpa vostra» lo interruppe la Qualen. «Siete dei bugiardi, non fate altro che mentire…»
«Tutti quei dettagli sul giornale» disse Mallory. «Signorina Qualen, lei sapeva che c'era un collegamento tra l'ultima impiccagione e…»
«E mia sorella? La polizia mi disse solo che Natalie era stata uccisa. Ho scoperto il resto dai giornali, l'impiccagione, il finto suicidio, i tentativi di insabbiare tutto…» La voce di Susan era isterica. «Nessuno era interessato a scoprire l'assassino di Natalie.»
«Il piccolo Junior le racconto tutto» insistette Mallory. «Per questo conosceva i particolari. Quando ha visto la storia sui giornali, e stato come se avessero ammazzato Natalie una seconda volta.»
«No, Junior non mi disse niente.» Adesso piangeva. «Quel bambino riusciva a malapena a parlare. Era catatonico.»
«Cosi lo mando via, fece in modo di nascondere l'unico testimone che avrebbe potuto aiutare la polizia a scoprire l'assassino di sua sorella.»
Susan Qualen non era piu spaventata e aveva smesso di piangere. Adesso era furiosa.
«Chi chiamereste voi se un poliziotto ammazzasse vostra sorella? Un altro poliziotto?» Lo stupore sulle loro facce le strappo un sorriso sinistro.
Mentre correva verso la luce in fondo al corridoio, Stella Small noto un piccolo ufficio con le pareti di vetro. La porta era socchiusa. Stava quasi per sbatterla con forza alle sue spalle, ma si fermo in tempo e la accosto con cautela. Giro la maniglia per chiuderla. Si nascose sotto la scrivania portandosi dietro il telefono. Compose il numero del pronto intervento. Ma un messaggio registrato le chiese di digitare la cifra che abilitava alle chiamate esterne.
Lui stava arrivando. Sentiva i suoi passi meccanici. Stella trattenne il respiro mentre l'uomo armeggiava con la maniglia.
Senti una chiave entrare nella serratura. Che stupida. Era un maledetto guardiano. Aveva tutte le chiavi. Chiuse gli occhi e si tappo le orecchie, come se questo potesse fermarlo. La porta si apri, e l'odore di insetticida invase la stanza.
Apri gli occhi. Era li davanti, a pochi metri. La guardava in silenzio, senza vederla. A quel punto Stella Small vide il pulsante dell'allarme alle spalle dell'uomo. Se fosse riuscita a rompere il vetro, sarebbe scattata la sirena, sarebbe arrivato qualcuno.
Susan Qualen parlava a fatica. «Se avessi consegnato il bambino, quanto tempo sarebbe passato prima che l'assassino lo eliminasse? L'unico testimone che ha visto un poliziotto ammazzare sua mamma. Ho vissuto in quel quartiere per anni. Gli spacciatori compravano la polizia con un dollaro. Vi coprite l'uno con l'altro, sempre.» Alzo la mano, non voleva essere interrotta. «Non ci provate, ho fatto la cosa giusta, lo sapete…»
«Scappo dai genitori adottivi» disse Mallory.
«Ando dai miei cugini, che lo portarono nel Nebraska. Una volta cresciuto comincio a fare domande sulla madre. Gli raccontarono tutto cio che sapevano. Poi torno…»
«A casa?» chiese Mallory. «Da lei?»
«Si e fermato poco, un paio d'ore, tanto tempo fa.»
«Lei non aveva nessuna voglia di rivederlo.» Riker incrocio le braccia «Le faceva paura, vero?»
«No, Junior non era pazzo era normale quanto me.»
Janos tiro fuori il taccuino. «Dov'e ora suo nipote?»
«Non lo so.»
«Come si fa chiamare?»
«Junior, si e sempre fatto chiamare Junior.»
«Voglio la verita, signorina Qualen.» Janos si avvicino. «Ha sentito la domanda? Come si chiama?»
«Non lo so, giuro…»
Mallory stava perdendo la pazienza: «Va bene, non sa niente di utile. Lo terremo a mente. Allora perche e scappata?».
Susan Qualen sprofondo nella sedia. Tremava per le troppe emozioni, rabbia soprattutto.
Riker vide l'odio stampato sulla faccia della donna. Disse: «Okay. Questa e una domanda facile. Perche e tornata?».
Stella si stupi della sua stessa forza mentre sollevava la scrivania e la scagliava contro la parete di vetro. Una pioggia di schegge. L'uomo si volto verso un pannello accanto alla porta e disinseri l'allarme prima che scattasse. Un pezzo di vetro pendeva dal telaio, poi cadde e si frantumo sul pavimento. I vetri scricchiolavano sotto le scarpe mentre l'uomo si avvicinava. «No» disse Stella. «No!»
Solo a quel punto Stella capi d'essere invisibile. L'uomo non guardava lei, ma lo scaffale alle sue spalle. La scavalco, prese un cartellino da un raccoglitore e lo infilo nell'obliteratrice. Quel gesto, assolutamente normale per qualsiasi impiegato che inizia il turno terrorizzo Stella. Il guardiano notturno non sarebbe accorso a salvarla, semplicemente perche quell'uomo
«Sono tornata per chiedervi di non uccidere il figlio di Natalie.» Susan Qualen si piego su se stessa come se l'avessero presa a calci nello stomaco. Era esausta, sostenuta solo dalla rabbia. «Sapete soltanto uccidere, avete reso Junior quello che e. Un poliziotto ha ammazzato sua madre, quindi credo che abbiate il dovere di risparmiargli la vita Non potete semplicemente abbatterlo come un animale malato.»
Janos cominciava a impietosirsi. La sua voce era morbida quando disse: «Ci dica dove vive suo nipote, magari possiamo intervenire…».
«Non lo so» Susan scuoteva la testa. «E la verita, lo giuro, l'ho visto solo per qualche ora, tre anni fa.»
Mallory afferro la donna per un braccio. «Cosa ha saputo dai suoi parenti? Cosa faceva Junior per vivere mentre…»
«Era un poliziotto.» Il viso di Susan Qualen era rigato di lacrime. «Ci credete? Un poliziotto come voi… quindi… non uccidetelo.»
Stella indietreggio, ferendosi i piedi nudi sui vetri. La bocca asciutta, gli occhi fissi sul taglierino. L'uomo si muoveva a scatti, non aveva il controllo del suo corpo. Stella si appiatti contro il muro, senza staccare lo sguardo dalla lama. «Per favore, non farlo. Per favore…» sussurro.
Jack Coffey osservo le due donne. Tutti i newyorkesi ormai conoscevano la mamma e la nonna di Stella. Stavano di fronte alla sua scrivania, nei loro vestiti migliori, calzando scarpe robuste made in Ohio. Due donne coraggiose. Lo sguardo era spaventato, eppure sorridevano. «Avete trovato la nostra Stella?» domandarono piene di speranza. Quelle due gli spezzavano il cuore.