Deluthe aveva procurato qualcosa da mangiare in rosticceria e ora lavorava al computer, verificando le segnalazioni. Stella Small era stata avvistata in almeno quattro stati diversi. Charles Butier era seduto accanto a lui, sul divano di pelle. «Fermati. Evidenzia questa.»

«Fatemi vedere» disse Mallory.

«Qui» disse Charles. «Diversi avvistamenti, in vari negozi attorno alla Quinta Avenue. Sembra che si sia dedicata allo shopping fino a tardi…»

Deluthe scosse la testa. «Non puo essere, non puo permettersi di fare spese sulla Quinta Avenue, neppure in periodo di saldi.»

«Da Bergdorf c'era una svendita, e anche da Lord and Taylor» disse Mallory.

Si sporse in avanti per leggere una segnalazione precedente. «Qui ha comprato il completo, stamattina, e quel bastardo gliel'ha rovinato.»

«Ma di sicuro non e andata a ricomprarselo sulla Quinta Avenue» disse Deluthe. «Ho visto dove vive, tutte quelle bollette da pagare. Le ultime segnalazioni sono bufale.»

Mallory lo guardo di sfuggita, non doveva sfidarla sulle questioni di lavoro e neppure in fatto di shopping. «Stella ha buon gusto.»

Charles fissava il monitor. «Hanno parlato di questo negozio al telegiornale, c'e stato un piccolo incendio all'ultimo piano. E stato evacuato. Forse…» Alzo lo sguardo e vide Mallory che lasciava la stanza. «Andiamo.»

«E una perdita di tempo» disse Deluthe. «Lo spaventapasseri impicca sempre le sue vittime in casa.»

«Due volte non vuol dire sempre.» Charles prese un panino. «E non dimenticare che gli piacciono gli incendi.» A quel punto anche Deluthe si mise a correre verso l'uscita.

La signora Harmon Heath Ellis non aveva mai notato quanto fosse difficile trovare un taxi dopo la chiusura dei negozi. Attraverso il parco, sperando di trovarne uno sulla Quinta Avenue. C'era un gruppetto di sei persone davanti al suo negozio preferito, qualcuno avrebbe potuto riconoscerla. Il suo timore non era quello d'essere accomunata ai pezzenti che passano l'agosto in citta, il suo status la metteva al riparo da quel rischio. Non voleva essere scoperta vicino all'hotel del cognato.

L'unico taxi disponibile era fermo al semaforo. Guardo di nuovo le persone davanti al negozio, americani medi, giudico la signora Harmon Heath Ellis. Fissavano una vetrina in particolare. La curiosita prevalse, e s'incammino verso il negozio. Non intendeva mischiarsi a quella gente, soltanto guardare la vetrina illuminata. Con tutto il denaro che aveva speso per vestirsi, chi, piu di lei, era in grado di giudicare un abito?

La signora Harmon Heath Ellis era sbalordita. Che trovata incredibile. Una novita assoluta. Quando si dice l'ultima moda.

«Non e un manichino» disse l'uomo che aveva accanto.

Certo che no. Era una modella che recitava la parte del manichino. A pensarci bene, l'idea non era cosi originale, ma qui la modella era appesa a una corda, e dondolava, un modo efficace per consentire al pubblico di studiare il vestito blu e quelle scarpe meravigliose da tutti i punti di vista.

«Davvero brava» disse la signora Harmon Heath Ellis. «Sembra davvero inanimata, non sbatte nemmeno le palpebre.» Poi scopri il trucco. Chiudeva le palpebre quando la corda girava e lei si trovava con le spalle alla vetrina. La ragazza era piuttosto carina, giudico la signora Harmon Heath Ellis. La pettinatura, pero, con quei ciuffetti corti e arruffati era fuori moda. E cosa significavano quelle ciocche che spuntavano dalla bocca?

I mobili e gli utensili da cucina creavano il giusto contrasto con l'alta moda. Del resto, stabili la signora Harmon Heath Ellis, si trattava di uno stilista rispettabile. Ma la scena, nel complesso, era decisamente discutibile: violenza senza sangue, senza dramma, banale.

A quel punto una grassona si stacco dal gruppo e comincio a gridare: «Oh Dio, e morta!». Un uomo disse: «Qualcuno chiami la polizia».

La signora Harmon Heath Ellis sorrise benignamente all'idea di illuminare quella massa di turisti ignoranti. Finche un uomo indico un punto preciso. La signora Harmon Heath Ellis si avvicino alla vetrina e il sorriso si congelo. Per qualche minuto non senti neppure le sirene della polizia. Sotto la donna impiccata c'era un barattolo di mosche morte, circondato da candele rosse, accese. Alzo lo sguardo, e non riusci piu a distoglierlo. La signora Harmon Heath Ellis maledi la sua miopia: non era un neo, ma una mosca quella macchia sul volto della ragazza.

La signora Harmon Heath Ellis comincio a gridare, piu forte delle sirene in lontananza. Sussulto quando le volanti inchiodarono, i lampeggianti accesi. Le macchine della polizia vomitavano agenti in uniforme e in borghese. Con loro c'era una ragazza bionda con la giacca di lino. La signora Harmon Heath Ellis non pote fare a meno di notare il taglio della giacca, poi vide la pistola.

Mallory comincio a picchiare con violenza il revolver contro la vetrina.

La signora Harmon Heath Ellis stava per farle notare che quel vetro era infrangibile, conosceva bene il suo negozio preferito, quando sbuco un altro detective.

«La porta e aperta» disse Riker. «Lascia perdere quel vetro.»

Mallory sembrava impazzita, sbatteva la pistola contro la vetrina, gli occhi pieni di rabbia. Un'ultima botta e il vetro ando in frantumi.

La donna poliziotto era piuttosto esile, noto la signora Harmon Heath Ellis, e tuttavia riusci a liberare il corpo dalla corda. Prese il corpo della ragazza fra le braccia e lo depose a terra. La sua faccia era concentrata sul viso pallido della ragazza, forse sperava ancora di salvarla. C'era una porta sul fondale della vetrina, un pannello mobile. Un uomo corpulento, anziche spostarlo, lo sradico. 'La brutalita in persona' si disse la signora Harmon Heath Ellis.

«Bel lavoro, Janos» disse un uomo meno imponente, che oltretutto indossava un vestito orribile.

Il poliziotto massiccio, quello che chiamavano Janos, si chino sulla donna per toglierle i capelli dalla bocca poi le pratico la respirazione bocca a bocca. Il corpo della ragazza si rianimo, scosso dalle convulsioni. Colpiva l'aria con i pugni chiusi, si difendeva da chissa quali incubi, gridava terrorizzata. Il poliziotto grosso la sollevo con delicatezza. «Calmati Stella, e tutto finito» sussurrava.

La piccola folla di curiosi esultava e lanciava lunghi fischi d'incoraggiamento. La signora Harmon Heath Ellis si lascio abbracciare dalla grassona, appoggio la testa sul petto generoso della sconosciuta e scoppio a piangere.

19

Mallory piego con cura la giacca, e l'appoggio sul braccio ferito, a nascondere le bende. La fondina era in mostra per il pubblico appostato davanti alla vetrina. Uno spettatore raccolse un frammento di vetro e lo mise in tasca. Un souvenir macchiato di sangue.

«Controlla, sei sicuro che non sia ancora qui?» disse a Ronald Deluthe.

La recluta scosse la testa. «Non lo vedo.»

Indico tre agenti in divisa. «E loro?»

«Non crederai che sia un poliziotto?»

«Quando dico tutti, intendo tutti, compresi i poliziotti.»

«No, qui non c'e.» Deluthe capi che non c'era piu bisogno di lui. Abbandono la vetrina per fare spazio agli uomini della scientifica.

Heller tiro giu la corda che pendeva da un tubo nel soffitto appositamente spaccato. «Un bel disastro per un killer tanto ordinato.»

«Rischia sempre di piu» disse Mallory. «Hai detto che Stella si e difesa, vero?»

«Ha fatto di meglio. Il dottor Slope ha trovato tracce di sangue e pelle sotto le unghie.»

Bel colpo, Stella Small.

«E l'impianto di sorveglianza del magazzino?»

«Hanno di tutto» rispose Heller. «Telecamere, allarmi, perfino cani da guardia. Peccato che nessuno di questi aggeggi funzionasse, e i cani erano chiusi chissa dove…»

Mallory abbasso gli occhiali da sole. «E il guardiano notturno?»

«Oh, quello…» disse Riker «e un vecchio poliziotto in pensione, magari ha dormito tutto il tempo.»

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