Mallory si volto verso la folla assiepata sul marciapiede. Avvoltoi. «Oppure e morto.»
Riker si inginocchio accanto a Heller. «L'ufficio del guardiano notturno e nello scantinato, ridotto a un disastro. Vetri rotti dappertutto, sangue sul pavimento. Stella non mi e parsa ferita, quindi, potrebbe essere solo il sangue del guardiano.»
Senza dire una parola, Heller chiuse la borsa con il kit per i rilevamenti e abbandono la vetrina. Nelle ultime ore, quei due non si erano ancora insultati, e Mallory si chiese il motivo di quel cambiamento di copione.
«Il nostro uomo porta i segni dei graffi di Stella» disse Mallory.
«Ben fatto.» Riker fissava i capelli sul pavimento. «Questa volta, non ha perso tempo a rimettere in ordine.»
Mallory annui. Lo spaventapasseri stava perdendo colpi.
Davanti all'ufficio del guardiano notturno c'era un nastro che impediva l'accesso alle persone non autorizzate. Neppure John Winetrob, il direttore del personale, poteva avvicinarsi. E del resto, quell'esplosione di violenza andava al di la della sua capacita di comprensione. Un poliziotto passo con un frammento di vetro insanguinato in un sacchetto di plastica.
Il detective Arthur Wang maneggiava una grossa scatola di cartone delle dimensioni di una sedia. «Signor Winetrob, perche non si siede?»
Il detective capiva perfettamente il turbamento del signor Winetrob. Il sangue non c'entrava. Era sconcertato dalla presenza della polizia. Il direttore del personale aveva la barba lunga, indossava la giacca ma non la cravatta, e i calzini erano spaiati. Era stato difficile vestirsi decentemente a quell'ora del mattino, con un poliziotto enorme e armato che aspettava fuori dalla porta.
Negli ultimi dieci minuti il signor Winetrob aveva parlato ininterrottamente di cose senza importanza.
«Non risponde nessuno.» Arthur Wang mise il telefono in tasca. «Il guardiano non e in casa. E non risulta che si sia fatto medicare in nessun ospedale.»
«Grazie ugualmente» disse Winetrob. «Non crede che sia morto, vero?»
Era esattamente il pensiero del detective Wang. «Lo stiamo ancora cercando, signore. Ci sono venti uomini che setacciano il magazzino piano per piano. Se e qui, se e ferito…»
«E se non fosse venuto al lavoro questa notte? Magari quel sangue non e suo. E un uomo anziano, potrebbe essere morto nel sonno, magari gli e venuto un infarto. Non potete mandare qualcuno a controllare? Dovete verificare tutte le possibilita.» Si passo una mano nei capelli. «Tutte le possibilita.»
«Naturalmente» disse Wang. «Mandero presto qualcuno.» La cosa piu importante era controllare la documentazione che lo riguardava. Esisteva una fotografia per ogni impiegato, e al momento, questa era l'unica informazione utile che Winetrob gli avesse fornito. Almeno, cosi credeva.
Il detective Wang aiuto Winetrob a rimettersi in piedi, poi lo accompagno all'ascensore.
Piu tardi, Arthur Wang si sarebbe pentito dell'ordine delle sue priorita. Aveva sottovalutato il signor Winetrob, senza prestare attenzione alle sue speranze, ai suoi timori.
Terminato il lavoro assegnatogli da Janos all'ufficio paghe, Deluthe era stato 'prestato' al detective Wang. Sedeva fuori dall'ufficio del direttore del personale, alla scrivania di una segretaria.
Aveva esaminato le foto di cinquanta impiegati, e lo spaventapasseri non era fra loro. Guardo in direzione della porta aperta. Arthur Wang era nell'ufficio, beveva caffe e prendeva appunti, e intanto parlava con il signor Winetrob.
Wang lo noto e chiese: «Trovato qualcosa?».
«Non ancora, signore.» Deluthe chiuse un altro fascicolo.
Arthur Wang usci dall'ufficio e getto una cartellina sulla scrivania. «Aggiungi anche questa, e rispetta l'ordine alfabetico. Riker ti aspetta quando hai finito.»
Deluthe apri l'incartamento del guardiano notturno e osservo la fotografia. Cerco nome e indirizzo. Abitava nell'East Village. Senza preoccuparsi dell'ordine alfabetico, il giovane detective abbandono l'incartamento. Aveva cose piu importanti da fare.
Nell'ufficio alla Butler & Company, Mallory minacciava al telefono una impiegata del dipartimento di polizia di Odeon, nel Nebraska. «Il computer non funziona? E allora? Senta, mi serve quella fotografia. Si, gliel'ho detto un'ora fa. Cerchi gli originali e mi mandi un fax. Adesso!»
Fortunatamente, il computer della Motorizzazione funzionava perfettamente. Charles fissava sul monitor l'unica foto dello spaventapasseri in loro possesso. Non era granche, come la maggior parte delle foto tessera.
Dopo essersi trasferiti nel Nebraska, i cugini di Susan Qualen avevano cambiato nome, e il ragazzino che avevano accolto era diventato John Ryan. Senza dubbio i cugini lo chiamavano JR, Junior, l'unico nome a cui era abituato.
Mallory disse: «Gli ci vorra almeno un'ora per capire come funziona uno schedario».
«Sfortuna» disse Charles. «Come avra fatto gente qualunque come i Qualen a cambiare identita? Non e facile…»
«Gli idioti se la cavano sempre.» Fissava il monitor. «Lo spaventapasseri deve aver cambiato nome di nuovo quando e tornato sull'East Coast. John Ryan non figura in nessun archivio. Sai cosa significa?»
«Che progettava gli omicidi da almeno tre anni?»
«No, credo che ne avesse pianificato uno solo.»
«L'uomo che uccise sua madre?»
Mallory annui. «In Nebraska, Junior era un poliziotto di paese. Probabilmente non ha mai indagato su casi importanti, cosi si e trasferito in citta. Pensava di trovare l'assassino di sua madre in un batter d'occhio, e senza il nostro aiuto.»
Charles era d'accordo. Il piano, pero era fallito e l'unica possibilita rimastagli consisteva nel costringere la polizia di New York a fare il lavoro al posto suo.
«Lo spaventapasseri odia i poliziotti» disse lei. «E chiaro. Allora spiegami una cosa: perche arruolarsi in polizia?»
«Forse e una di quelle persone a cui piace avere tutto sotto controllo.» Charles sospettava che la stessa cosa valesse per lei, ma cerco di scacciare dalla mente le somiglienze fra Mallory e lo spaventapasseri. «Interessante, vero? Finche lavorava nella polizia, ha saputo nascondere i suoi disturbi, probabilmente la situazione e peggiorata quando e venuto a New York.»
Alzo lo sguardo e vide Lars Geldorf sulla porta. Qualche altro inquilino doveva averlo fatto entrare nell'edificio. Charles non era preparato per un simile cambiamento: quell'uomo pareva invecchiato di dieci anni in un giorno.
Mallory ignoro il visitatore e si concentro sulla tastiera. Il detective in pensione entro nella stanza barcollando. Sembrava dovesse inciampare da un momento all'altro. Charles gli avvicino la sedia, ma lui resto in piedi, con gli occhi fissi su Mallory. «Ho sentito di quella povera donna, Stella Small. Credi che questi delitti fotocopia siano colpa mia, vero? Se avessi fatto il mio lavoro come si deve vent'anni fa…» A quel punto guardo Charles. «Credo che accettero la sedia.» Si sedette e aspetto che Mallory dicesse qualcosa.
Mallory teneva gli occhi fissi sulla tastiera, poi disse: «Non posso discutere di indagini in corso, e lo sai.»
«Si» rispose lui. «Lo so.»
Mallory avrebbe potuto stendere quell'uomo con due parole, ma non lo fece. Charles capi che voleva essere gentile con Geldorf. Era cresciuta alla Crimini Speciali, aveva conosciuto molti uomini come lui, vecchi fantasmi erranti da una stazione di polizia all'altra incapaci di chiudere con il passato. Dopo qualche minuto, Mallory si spazienti: «Vuoi che ti dica dove hai sbagliato? E questo che vuoi?».
Si, era venuto per quello. Doveva sapere.
Mallory ando alla parete di sughero, a quello che rimaneva di un vecchio caso. Stacco un foglio di carta. «E il tuo rapporto sulla corda e sul nastro. E estremamente sintetico. 'Oggetti comuni. Provenienza impossibile da determinare.' E qui che hai sbagliato. La corda apparteneva al custode del condominio. Ho avuto l'informazione dalla nipote della padrona di casa.»
«Il custode era fuori citta quando…»