Punti interrogativi tra parentesi punteggiavano lo schermo luminoso. Sul tavolo di metallo c'era un consunto blocco per appunti, aperto a una pagina macchiata di caffe e solcata dall'inchiostro blu di una vecchia penna stilografica.

Per la seconda volta in quella notte Butler si trovava a fissare la calligrafia di un vecchio amico. Mallory stava decifrando gli scarabocchi del padre adottivo: le uniche parole leggibili con chiarezza erano nastro adesivo e corda.

Sollevo il viso verso di lui, e si scambiarono una specie di saluto. La guerra tecnologica non aveva rovinato il loro rapporto. Si salutavano e si sorridevano al di sopra dell'incolmabile distanza che li separava.

3

Mentre Mallory guidava, Riker osservava dal finestrino il movimento sui marciapiedi, meditando su quanto fosse cambiato il mondo: beatnik vestiti da funerale erano stati sostituiti dai variopinti figli dei fiori, hippy con il simbolo dell'amore libero e quella benedizione di ragazze vestite da squaw che andavano a letto con chiunque suonasse una chitarra.

Rock & roll. Giorni felici.

Poi erano comparsi orecchini al naso e capelli con colori al neon, tatuaggi e corpetti di pelle nera e borchie: un'altra ondata di bambini senza paura aveva invaso l'East Village.

Quella mattina Riker vide una ragazza in maglietta polo bianca e jeans. Poi un'altra persona, vestita allo stesso modo. Riker non se n'era accorto, ma tutti i ragazzi andavano a comprarsi i vestiti nello stesso posto.

Guardo Mallory. «Forse dovrei interrogare io Tall Sally.» Per sicurezza, avrebbe dovuto aggiungere. Non lo preoccupava la stazza di Sal, un ex galeotto, ma i suoi trascorsi con Sparrow quando Mallory era piccola. «Non sto dicendo che non puoi farcela da sola…»

La macchina si fermo prima che il semaforo diventasse rosso. Nessun avvertimento. Inchiodo mandandolo a sbattere contro il cruscotto. Per fortuna aveva allacciato la cintura, cosi almeno aveva salvato i denti.

«Ho capito» concluse Riker.

Aspettarono in silenzio che scattasse il verde, l'auto si mosse e Mallory abbasso gli occhiali scuri. Disse: «Pensi che dovrei occuparmi della vecchia?».

Aveva detto abbastanza. Secondo il verbale, l'anziana testimone era molto fragile, e non solo fisicamente. Mallory l'avrebbe portata a fare un giro in macchina. Il suo vecchio cuore non avrebbe retto.

Accostarono di fronte al luogo del delitto. Riker scese dalla macchina e la guardo ripartire. Di giorno, con la luce del sole, il quartiere di Sparrow sembrava tranquillo. C'erano vasi di fiori sui davanzali, segno di invecchiamento generazionale, legge e ordine.

Il detective avuto in prestito dal tenente Loman vagava davanti alle scale del condominio. Indossava un vestito nero e scarpe lucide. Spostava il peso da un piede all'altro, sospettando di essere nei guai, e lo era.

Riker scruto la facciata annerita dal fumo e il nastro giallo della polizia sul marciapiede. Un agente dall'aria familiare era di guardia all'appartamento nello scantinato. Riker sorrise. «Waller, vai pure a mangiare qualcosa. Staro qui io per un po'.» Indico l'uomo che riparava la finestra: «Controllero che non porti via niente».

Waller si allontano e Riker si volto per affrontare il giovane poliziotto vestito di nero, un agente appena promosso detective. Sicuramente si trovava li perche era il genero del vice procuratore. Il suo unico segno distintivo erano i capelli ossigenati. Piu che biondi erano gialli, color pulcino. Per questo Riker lo aveva soprannominato fra se Duck Boy.

Ragioni diplomatiche consigliavano di tenere quel ragazzo in grande considerazione, cosi Riker lesse il suo rapporto e lo accartoccio dicendo: «Fa schifo». Riker non era il tipo che andava troppo per il sottile. Non era la prima volta che stracciava un rapporto e non c'era mai stato bisogno di aggiungere altro, ma quella mattina aveva voglia di chiacchierare.

Osservo la finestra di un appartamento al primo piano sul lato opposto della strada. Intravide i capelli bianchi di una signora. Amava le vecchie signore, le sentinelle del mondo.

Prese il foglio appallottolato, la deposizione raccolta da Duck Boy. «'Fanatismo, demenza senile', tutto qui? Il tenente Loman pensera che non ti ho insegnato niente.»

L'agente Waller torno con il sacchetto della colazione e Riker attraverso la strada, con Duck Boy al seguito. Una rampa di scale conduceva all'atrio di un edificio stretto.

«Oggi imparerai qualcosa.» Il detective piu vecchio suono il campanello. «Tieni la bocca chiusa e ascolta.»

Una donna anziana con gli occhiali e un leggero vestito a fiori apri la porta. Le sue lenti erano spesse e un occhio era velato dalla cataratta, eppure riconobbe Duck Boy immediatamente. Non era un ricordo piacevole. «Oh, siete tornati.»

Riker percepi un vago accento del Sud. «Emelda Winston? Sono il detective Riker. Posso chiamarla signorina Emelda?»

«Certo che puo.» Gli occhi si accesero e anche le dita, con le unghie smaltate, fremettero nei sandali. Rivolgersi agli anziani in quel modo non si usava da quelle parti. L'aveva conquistata.

«Entrate pure, ragazzi.» La vecchia indietreggio per farli passare.

«Da questa parte, accomodatevi in salotto.»

I due detective raggiunsero un enorme divano. La signorina Emelda ricomparve con un carrello, tovaglioli di lino, bicchieri di cristallo e un piatto di biscotti a. cioccolato.

«Cosi siete venuti per Sparrow.» Servi la limonata «Sapete, sono stata io a chiamare i pompieri.»

«Lei?» Riker squadro Duck Boy. «Nessuno me l'aveva detto.» Addento un biscotto, sicuramente fatto in casa, perche era duro come un sasso. «Signorina Emelda, conosceva bene Sparrow?»

«No, sono davvero spiacente. Povera ragazza, si era trasferita da poche settimane.»

«Dunque non sa come si guadagnasse da vivere?»

«Faceva l'attrice, ma non capisco come riuscisse a sopravvivere. Ieri sono andata alle prove generali nel seminterrato della scuola elementare. Era li che davano lo spettacolo. L'ingresso costava pochi dollari. Credo l'abbiano cancellato.»

Riker annui. «Mi chiedevo perche Sparrow portasse quei vestiti. Una maglia a maniche lunghe, la gonna lunga, gli stivali. Era un costume di scena?»

«Si, era una recita in costume, qualcosa di Cecov, credo.» L'anziana sorrise. «Sparrow era proprio brava. Un'interpretazione molto commovente.» Dopo aver divorato altri due biscotti granitici e aver bevuto la limonata, Riker ed Emelda sembravano vecchi amici.

«Signora,» disse Duck Boy violando l'ordine di tacere «perche non gli racconta dell'angelo?»

«Ah si, certo, l'altra notte. La folla si e aperta per un attimo e ho visto un angelo che volava davanti alla finestra di Sparrow.» Emelda batte le mani. «E stato incredibile, ma i giornali non ne hanno parlato.»

Riker continuava a sorridere, come se il racconto della donna non facesse una grinza. «Puo descrivermi l'angelo?»

«Credo fosse un cherubino.» Pesco nella tasca del vestito e tiro fuori una decorazione natalizia. «L'ho mostrato al giovanotto.» Indico Duck Boy, e sussurro a Riker: «Quel ragazzo non mi capisce, crede che io sia pazza».

Riker scosse la testa mostrandosi comprensivo. «I giovani d'oggi.» La donna guardo il suo cherubino, un paio di ali bianche attaccate a una testa di riccioli d'oro. Il detective si volto verso la finestra che dava sull'appartamento di Sparrow. Quell'angelo, in realta, era un detective. I jeans scuri di Mallory non erano visibili nell'oscurita. Emelda aveva visto solo i capelli biondi e la giacca bianca, una creatura alata.

«E stato un miracolo» disse, le mani unite in preghiera.

Riker era soddisfatto, anche con la cataratta, la vecchia ci vedeva bene. Riker si sporse in avanti, e chiese, con un tono da cospiratore: «Detto tra noi, secondo lei chi ha impiccato Sparrow?».

«I giornalisti, naturalmente.»

Duck Boy roteo gli occhi, ma si ricompose subito quando Riker gli tiro un calcio. Secco, sulla tibia. Riker spero di avergli fatto molto male. Poi torno a rivolgersi alla testimone e sorrise. «Neanch'io mi fido dei giornalisti.»

La vecchia annui. «Sono dappertutto, anche sugli alberi, e ci spiano. Ne ho visto uno la fuori con la macchina

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