Lo sceriffo la fisso fino a quando la sua bocca non assunse una linea piu rispettosa. «Portati avanti con i lavori domestici.» Il suo passo pesante fece scricchiolare le assi del pavimento. La porta sbatte alle sue spalle.
La vicesceriffo appoggio la scopa alla parete, in un punto facilmente raggiungibile da Mallory.
La ragazza si giro verso Mallory. «Sai perche quel bastardo crede di potermi parlare a quel modo?»
«Perche sei una donna? O perche sei nera? Scegli tu. Io non ho tutta la giornata a disposizione per questa merda.» Allungo la mano attraverso le sbarre per prendere la scopa.
Lilith osservo il suo gesto, senza rendersi conto che una scopa poteva diventare un'arma. Se Mallory avesse voluto farle del male, avrebbe potuto affondarle la scopa nello stomaco o ficcarle il manico in gola. Questione di un secondo. Ma non era a Lilith Beaudare che voleva far del male.
«E stato uno sbaglio dirgli che eri la prima della classe» disse Mallory, passando la scopa sul pavimento. «Ci rimuginera su per un po', e poi, dopo colazione, potrebbe fare due piu due.» Aveva spinto un soffice mucchietto di piume verso le sbarre e ora nella voce le si insinuo una traccia del dolce accento del Sud. «Dai, passami quella paletta.»
La vicesceriffo gliela consegno. Quell'oggetto di rame, con i suoi angoli appuntiti, avrebbe potuto squarciare la gola.
«Il tuo nome non puo essere 'ragazza'.» A dire il vero, sapeva che il secondo nome della vicesceriffo Beaudare era Mary. Quasi tutte le informazioni di Mallory venivano da Jane, che le portava i pasti tre volte al giorno.
Raccolse le piume nella paletta.
«Mi chiamo Lilith Beaudare» le disse porgendole di sua iniziativa anche il sacchetto di plastica per l'immondizia, ideale per soffocarla se solo Mallory avesse scelto di farlo.
«Lilith, Dayborn non e il posto adatto a una ragazza sveglia come te. La prima della classe? Questo ti ha garantito la scelta dell'incarico, non e cosi?» Depose sacchetto e paletta sul piccolo cassettone accanto al letto. «Lui si chiedera cosa tu ci faccia nel distretto di St. Jude, il piu piccolo di tutto lo Stato. La popolazione di qui non riempirebbe due isolati di New Orleans.»
«Io sono nata in questa cittadina. Ha senso che io…»
«Be', non direi proprio. Avrebbe senso che tu te ne andassi il piu lontano possibile. No! C'e qualcosa che non torna nella storia che racconti.»
Mallory torno vicino alla porta della cella e riprese ad ammucchiare le piume. «Jessop arrivera alla stessa conclusione. Decidera che sei una bugiarda. O forse un'incapace, e che questo e un incarico punitivo.»
«Non sono una…»
«Potresti essere un'infiltrata.» Questo, finalmente le tappo la bocca. «Gia, e l'ipotesi piu probabile.»
Perfino Jane, del Jane's Cafe, aveva trovato strano che la polizia di Stato avesse mandato un vicesceriffo. Da decenni Tom Jessop sceglieva e addestrava i propri agenti. «Hai fatto un sacco di errori, Lilith. Ma forse e davvero scemo come credi tu. Forse non colleghera un bel niente… a meno che
Lilith non disse nulla. Era senza parole.
Mallory le indico la poltrona imbottita di fronte al letto. «Entra nel mio ufficio e mettiti comoda. Ti aiutero a risolvere i tuoi problemi.»
L'invito era stato perentorio e Lilith fu sul punto di cascarci. Ma la mano con la chiave le ricadde lungo il fianco e guardo la prigioniera a occhi sgranati.
Mallory abbasso lo sgurado in segno di sottomissione. Torno verso il letto e s'inginocchio sul pavimento per passarvi sotto la scopa. Era di spalle quando senti il
Mallory invito la sua ospite a sedersi sulla poltrona. La vicesceriffo resto in piedi, gli occhi fissi sulla detenuta, come se Mallory fosse una vipera pronta a colpire da un momento all'altro.
«Cosi ti ha umiliata.» Mallory rivolse di nuovo la sua attenzione alle piume sotto l'angolo piu lontano del letto. La poltrona scricchiolo alle sue spalle. «Scommetto che da quando sei arrivata non ha fatto altro.» Si giro e vide che Lilith si era seduta, e stava stringendo nervosamente lo straccio per la polvere tra le mani.
«E un figlio di puttana» disse, a denti stretti. «Lo potrei denunciare per…»
«Pessima idea. Se chiedi a qualcun altro di risolvere i tuoi problemi, ti liquideranno come una perdente. E quel che farei io.»
Questo non ando giu alla vicesceriffo.
«Eccoti un'idea migliore» disse Mallory, svuotando la paletta nel sacchetto di plastica verde. «Devi cercare di diventare il tipo di poliziotto che nessuno tratterebbe mai a quel modo.» Si sollevo lentamente e spazzo il resto delle piume piu vicino alla poltrona. La vicesceriffo sedeva immobile, diffidente, tesa in ogni muscolo.
Mallory si chino a raccogliere le piume. «Impara a sparare meglio. Dovrai fare qualche straordinario e spendere qualche soldo per esercitarti anche nel tempo libero.» Si porto vicino alla finestra e passo un dito sul davanzale, fissando con disgusto la polvere. «Pensa di piu. Prendi tempo. Non avere fretta di tirar fuori le parole.» Si riavvicino alla poltrona. «Non aprire la bocca a meno di non aver qualcosa da dire, e valuta sempre se valga la pena di stare a sentirlo.»
Lilith ora sembrava piu rilassata. La stretta sullo straccio della polvere si era allentata. Mallory si chino e glielo tolse di mano con un movimento calmo e naturale. Comincio a spolverare il piano del cassettone. «Non farti mai umiliare da nessuno. Se li lasci fare una volta, non smetteranno piu. Se c'e da lottare, lotta, anche se sai di non poter vincere.» Continuo a fissarla intensamente e si avvicino ancora alla poltrona. Ora erano vicine, le teste si sfioravano. Come due sorelle. «Distruggi quel bastardo.» Sillabo ogni lettera, caricando di significato quello che stava dicendo. «Fanne la tua religione.»
Con un rapido gesto, Mallory strappo la pistola della vicesceriffo dalla fondina. Le premette la canna contro il cranio. «A proposito, non c'e nulla di piu stupido del farsi prendere la pistola da un prigioniero.»
Lilith Beaudare mostrava tutti i segni di un profondo imbarazzo, ma nessuna paura. Mallory ne fu compiaciuta. La novellina prometteva bene. Si sedette sul bordo del letto e si piego verso di lei. «Ora ti diro perche lo sceriffo ti tratta di merda. E perche sei una pivella inutile, senza alcuna esperienza.»
«In questo momento non gli sei di nessun aiuto. E molto piu probabile che tu ti faccia uccidere. Hai afferrato il punto?»
Lilith annui.
Mallory giro la pistola e gliela restitui.
La vicesceriffo la fisso per un secondo soltanto, incredula. Poi la afferro e la rivolse verso la detenuta.
Mallory ignoro la canna della pistola puntata al suo cuore. «La lezione e finita. Spero non ti farai prendere ancora la pistola. Mi devi un po' di riconoscenza, ragazza.»
«Vicesceriffo Beaudare, per te.»
«Brava, vedo che hai capito. Ricordati, lo sceriffo crede che tu non valga niente. Vedi quel che puoi fare per fargli cambiare opinione.»
Mallory decise in quel momento che Lilith doveva essere un'infiltrata dei federali. Fu il ritardo nel rapporto sulle impronte digitali a convincerla. Mallory non si preoccupava per il numero di matricola della sua Smith & Wesson. Aveva modificato la memoria del computer gia anni prima. Ma il risultato dell'indagine sulle impronte digitali avrebbe dovuto essere nelle mani di Jessop gia da un pezzo.
Un caso di omicidio aveva un'alta priorita. Inoltre, lo sceriffo, associando 'Mallory' a 'Kathy', aveva ristretto il campo. Era convinta che i federali rifiutassero di condividere con Jessop le informazioni che avevano sul suo conto. Ma perche?
Quando lo sceriffo fece ritorno, la sua vice era di nuovo nel corridoio, con in mano un sacchetto di plastica colmo di piume. Tom Jessop lancio un'occhiata di approvazione alla cella ordinata. «Bel lavoro. Credo che tu sia pronta per qualcosa di piu impegnativo. Ti ricordi del signor Butler, vero? Il gigante dal naso grosso?»
La ragazza annui.
«Voglio che tu prenda la macchina e vada al tendone dei Laurie ad aspettare il signor Butler finche non sara