Henry indico le aiuole di fiori bordate da una fila di sassi. «
E forse Mallory lo aveva confermato. «Tu sai dov'e Kathy?»
Henry Roth si limito a guardarsi le mani.
«So che e evasa di prigione stamattina.»
«
Charles lo segui fin sulla strada. «Grazie, ma stasera pensavo di andare al tendone per lo spettacolo in memoria di Babe Laurie. Malcolm mi ha offerto un posto in prima fila.»
«
Lasciarono la strada e presero il sentiero che attraversava il cimitero, posto fra Casa Shelley e quella di Henry.
«Augusta dice che Owltown e pericolosa di sera. Lo sceriffo crede che non sia sicuro avventurarsici nemmeno alla luce del giorno.»
«
A un tratto Charles si blocco. Una voce delicata e fragile come il cristallo intonava un'aria di Puccini. Superati gli alberi, videro Ira che cantava di fronte alla statua di Cass Shelley e sua figlia.
I cherubini scolpiti sulle tombe vicine sembravano protesi ad afferrare ogni sua nota.
Charles comprendeva bene l'isolamento di un bambino cosi dotato. E pensava con tristezza al suo futuro. Gli appunti della dottoressa Shelley dicevano che Ira non avrebbe mai imparato ad adattarsi alla societa. Non si sarebbe mai accorto di una ragazza che gli facesse il filo, poiche non era in grado di comprendere alcuna espressione di tenerezza o di disponibilita.
Secondo Cass, Ira sapeva interpretare difficili partiture musicali senza sbagliare una sola nota, seguiva le lente evoluzioni di una nuvola con la pazienza di un monaco buddista e chiamava ogni stella per nome.
Il concerto fini, e Charles trovo il silenzio straziante.
Ira si rannicchio su se stesso, lasciandosi cadere sull'erba ai piedi della statua. Dopo qualche istante Charles ed Henry si allontanarono e lo lasciarono dormire nell'ombra.
Il cane apri gli occhi alla luce del giorno. Rizzo un orecchio.
Un animale? Avanzava verso di lui di soppiatto. Sollevo la testa.
Non era un animale.
Si alzo, lascio il suo angolo d'ombra e attraverso lento il giardino. Aveva gli occhi secchi e irritati. Faceva fatica a mettere a fuoco la figura sulla strada. Giro un po' la testa, per vedere meglio con l'occhio buono.
Senti un fischio, un trillo di note familiare che non sentiva da tanto tempo: una lunga nota alta e due brevi, il suo nome segreto.
Lei era tornata.
Mentre si avvicinava, il cuore del cane prese a battere piu in fretta. Fece qualche passo sulla strada, le mandibole spalancate. L'emozione gli opprimeva il cuore, facendo scorrere rapido il sangue. Era incredibilmente felice.
Si spostava lentamente, ma credeva di correre verso di lei.
Finalmente le arrivo davanti. Le lecco la mano; poi le zampe lo tradirono. Cadde, rotolando nella polvere ai suoi piedi.
La donna si inginocchio ad accarezzarlo, poi lo abbraccio, stringendolo forte a se. Aveva il viso bagnato di lacrime. Una mano lieve e gentile esplorava il punto dove c'era il suo cuore. Poteva sentirne i battiti che si indebolivano. Il cane la guardava, illuminato dal sole di mezzogiorno.
Un manto di brividi lo avvolse. Aveva freddo.
Roteo gli occhi all'indietro. Il suo giorno era tramontato. L'oscurita era assoluta.
11
A ogni passo nell'erba bagnata le scarpe di Charles Butler facevano
Il terreno zuppo era un'ulteriore testimonianza dell'utilita della 'collina' di Augusta, poiche la parte piu vicina alla casa era asciutta.
«Augusta!» urlo all'indirizzo della lontana figura nell'abito di cotone.
Lei si fermo al limitare del bosco e si giro a salutare con la mano.
Mentre Charles avanzava, le sue scarpe affondavano sempre di piu. Probabilmente si erano rovinate. Dopo avere raggiunto Augusta vicino agli alberi, si accorse che era scalza: una brillante soluzione al problema delle calzature.
Lei sorrise maliziosa. «Charles, tu e io dobbiamo far quattro chiacchiere sul tuo guardaroba.»
L'abito sartoriale e le scarpe fatte a mano non lo avevano certo aiutato a integrarsi con la gente del luogo. Li usavano i blue jeans e lui non ne possedeva un paio dalla famosa estate passata con il cugino Max. A casa, i genitori lo avevano sempre vestito come un adulto in miniatura, come se fosse destinato a un lavoro d'ufficio per cui era previsto un preciso codice d'abbigliamento.
«Sono venuto a restituirti le chiavi di Casa Shelley.» Lo sguardo gli cadde sul sacchetto di plastica che lei aveva in mano. Era pieno di ali di pollo. «Stai progettando un picnic nella palude?»
«No, ma togliti le scarpe, arrotolati i calzoni e ti faro vedere qualcosa di memorabile.»
A piedi nudi e mostrando un pezzo di gamba che non vedeva il sole da anni, la segui in acque piu profonde.
«Stammi vicino e non allontanarti dal sentiero. Non sarebbe una bella idea finire nel
Entrarono in una foresta di cipressi molto distanziati fra loro.
Il terreno era paludoso e intervallato da piccole isole d'erba. Charles non riusci subito a individuare il sentiero di cui lei aveva parlato. Poi scorse i blocchi di roccia, verdi di limo e di muschio, che lei usava come pietre di guado.
«Sono pezzi delle fondamenta della casa originaria.»
I piedi di Augusta artigliavano i massi come fossero mani. Lui se la cavava meno bene, ma a mano a mano che procedeva divenne piu sicuro. Tenne tutte e due le braccia ben distese per conservare l'equilibrio finche non arrivo su un tratto di terreno piu solido sporgente su un mare di giacinti d'acqua.
Doveva trattarsi del piccolo affluente che scorreva lungo la strada per Casa Shelley.
«Questa e l'estremita del Finger Bayou.» Augusta emise un fischio leggero. Indico un tronco che galleggiava verso di loro, nonostante la superficie nera del
«Non ti preoccupa avere un mangiatore di carne umana nel vicinato?»
«Dai retta a Betty Hale?» rispose Augusta. «Gli alligatori preferiscono i cadaveri ai vivi. Se anche fossi morto da tre giorni e davvero saporito, questo esemplare non ti toccherebbe. Ora e nel periodo del letargo. Emerge solo ogni due giorni. Sa quando arrivo col pollo. Ne mangia qualche pezzetto, e a volte nemmeno quelli. Si e abituato a me e con gli anni abbiamo imparato a conoscerci.»
«Il corpo di Cass potrebbe essere stato mangiato da un alligatore?»
«No, allora non ce n'erano. Furono sterminati prima che morisse Cass. Credimi, io conosco ogni creatura che