«Dacci un taglio, Charles. Le ho appena consegnato i medicinali della farmacia. Era nel seminterrato a rubare documenti. Sai a che cosa servono quelle medicine?»

«Sono per Augusta.»

Riker gli lancio uno sguardo di commiserazione. «Mallory ha una ferita da arma da fuoco alla spalla, Charles. Ecco a cosa servono quelle medicine. Devo portarla via da qui prima che si becchi un'altra pallottola, e ho bisogno del tuo aiuto. Diro allo sceriffo che mi dai uno strappo fino in citta. Potremmo caricarla sulla tua macchina e tirare dritto, riportarcela a casa.»

Mallory ferita? Charles scosse il capo. Impossibile. Come avrebbe potuto…

«Charles, sai perfettamente che ha ucciso lei Babe Laurie.»

«No, io non lo so, e nemmeno tu.»

«Be', ricapitoliamo» disse Riker. «Abbiamo la mamma di Mallory, lapidata da una folla di invasati. E quelli della New Church sono una manica di invasati di prim'ordine, dico bene? Secondo i federali, Babe Laurie era a capo di quella setta. E il bastardo muore assassinato a nemmeno un'ora dall'arrivo di Mallory in citta.»

«Mallory non avrebbe usato una pietra.»

«Perche no? E cosi che e stata uccisa sua madre. Devi ammettere che la ragazza ha un'idea interessante della giustizia.»

«Finiscila, Riker!»

«Lo sceriffo ha un bel ricordo di una certa bimbetta, troppo piccola per riuscire a impugnare una pistola. Ma, se Mallory resta qui ancora un po', sara troppo tardi. Lo sceriffo si fara spedire il suo fascicolo dal dipartimento, profilo psichiatrico incluso. Vuoi che quell'uomo scopra di che pasta e veramente fatta Mallory?»

«Cosi vorresti attirare Mallory in macchina, e poi…»

«Gia, lo devo a Lou Markowitz. Lui farebbe lo stesso, se fosse ancora vivo. Cristo, il vecchio la schiafferebbe nel bagagliaio e guiderebbe non-stop fino al mattino. Io voglio solo che sua figlia resti viva e fuori di prigione. Dammi una mano, Charles. Devo implorarti? Okay, allora ti imploro. Lou sarebbe in ginocchio, se fosse qui.».

«No.» Charles guardo in fondo al corridoio. Tom Jessop veniva verso di loro. «Lo sceriffo sta lasciando l'ospedale. Ciao, Riker.»

Riker si rivolse a Jessop: «Due minuti». Lo sceriffo fece un cenno con la mano e usci.

«Charles, perche non ci dormi sopra? Ne possiamo riparlare domani. Se dovro agire da solo potrei essere costretto a usare la forza, e preferirei evitarlo.»

«Non potresti mai farle del male. E non riuscirai a costringerla a partire con te, non da solo. Hai mai provato a portare Mallory in un posto qualsiasi?»

«Si» rispose Riker. «Una volta l'ho portata allo zoo del Bronx. Aveva undici anni. Le scimmie non volevano giocare con lei. Penso che Kathy le innervosisse, non osavano avvicinarsi alle sbarre. In quei giorni ogni forma di rifiuto scatenava reazioni molto violente in Mallory. Cosi punto il dito contro le scimmie e disse: 'Sparagli'.»

«Questa te la sei inventata.»

«Non ne sei del tutto sicuro, vero?»

21

«E la mia preferita» disse Malcolm Laurie, ammirando la statua che brandiva la spada.

Il sergente Riker era stupefatto. Non si aspettava che spuntasse qualcuno, non a quell'ora antelucana.

«Buon giorno» fece Malcolm, come se trovare un detective di New York accovacciato dietro una tomba fosse la cosa piu normale del mondo.

«L'altra sera e andato via dal bar troppo presto. Non ha potuto assaggiare la roba migliore.» Aveva fra le mani una fiaschetta di metallo.

Riker si alzo e accetto la fiaschetta, infrangendo la regola in base alla quale non beveva superalcolici prima di colazione. Al termine di un lungo sorso dichiaro che quel whisky era davvero ottimo. Poi si guardo intorno, osservando le altre sculture. «Non ho mai visto tanti angeli in un posto solo. Sembra un vero e proprio raduno.»

«Ce ne sono sedici. Diciassette, a voler contare anche Nancy Trebec.» Malcolm si avvicino alla donna di marmo al margine del cimitero, quasi nascosta fra gli alberi. Estrasse un accendino d'oro e le avvicino la fiamma al volto.

Un bel viso, colmo di dolore.

«Niente ali» commento Riker, restituendo a Malcolm la fiaschetta.

«Un angelo caduto non ha bisogno di ali. Non deve andare da nessuna parte.» Malcolm appoggio un braccio sull'esile spalla della statua mentre beveva una bella sorsata di whisky. «Non c'e posto per i suicidi nel paradiso cattolico.»

«Perche si suicido?»

«Non ha partecipato alla visita guidata condotta da Betty?»

Riker si volto a guardare l'angelo con il volto di Mallory e la spada. «Il tour si e interrotto quando la statua ha cominciato a piangere.»

«Be', Betty la racconta meglio, ma io posso darle una versione abbreviata.» Malcolm allontano il braccio dalla statua. «Jason Trebec voleva un discendente maschio. Ma dopo la nascita di Augusta, risulto che Nancy non avrebbe piu potuto avere figli. Era sterile. E cattolica, quindi niente divorzio. Jason era un vecchio bastardo egoista e crudele e da allora non smise piu di punire sua moglie a causa di quell'erede mancato.»

«Quel Trebec doveva essere fuori di testa. Ho conosciuto Augusta. E piu uomo lei di me.»

«A chi lo dice» Solo un attimo prima Malcolm era parso del tutto sobrio, ma ora sul viso aveva l'ampio sorriso dello sbronzo incapace di controllarsi. «E vero, Augusta ha un bel paio di palle.» Si afferro il cavallo dei calzoni. «Le mie.»

Ridendo, si lascio cadere sul piedistallo. «Augusta me le ha tagliate in tribunale. A causa sua ho subito un processo per aver danneggiato l'habitat degli uccelli. Poi si e dedicata alla fabbrica di prodotti chimici, continuando a tagliare testicoli a destra e a manca. Ha accumulato abbastanza palle da organizzare una bella partita a biliardo.»

Riker si sedette accanto a lui. «No, il biliardo non mi sembra nello stile di Augusta. Scommetto che con quelle palle ci gioca a tennis.»

Malcolm sorrise. «O magari a baseball.» Diede una gomitata a Riker. «Splat, splat… le spiaccica con una mazza.»

Riker degluti e appoggio la schiena alla statua. Studio l'uomo seduto al suo fianco. Dapprima, davanti a un whisky annacquato a Owltown, non avrebbe saputo definirlo. Ma ben presto la sua personalita aveva preso forma: era uno che amava le sigarette senza filtro di Riker e che sopportava benissimo l'alcol. L'apprezzamento di Riker per Malcolm era cresciuto di pari passo con il numero dei bicchieri che quello gli aveva offerto. E ora gli offriva di nuovo da bere: il whisky era piacevole e lo scaldava. La vita era bella.

Rovescio la fiaschetta e solo una goccia dorata cadde a terra. «Oh, te lo sei scolato tutto» esclamo Riker, forse un po' villanamente.

«Non c'e problema.» Malcolm gliela tolse dalle mani. «Sono nel ramo resurrezioni.» Gli volto le spalle e recito una breve preghiera in onore di Bacco. Quando gli offri di nuovo la fiaschetta, era piena.

«Gloria a Dio» esclamo Riker con gratitudine, augurandosi di aver memorizzato correttamente le parole della preghiera in modo da poter ripetere quella magia. «Ho visto la luce.»

«Prima o poi, succede a tutti.»

«Dicono che i tuoi 'spettacoli' siano davvero notevoli.»

«Sfido, ci lavoro da trent'anni.»

«Non dimostri un anno di piu.» Secondo la gente che lo accompagnava nei suoi tour, Malcolm era di poco piu giovane di lui. Sotto le luci del bar di Owltown Riker aveva cercato i segni di un lifting, ma non ne aveva trovati. «Qual e il tuo segreto?»

«Una vita sana» rispose Malcolm, indicando la fiaschetta. «Hai un'altra sigaretta?»

Riker pesco in una tasca laterale, ma il pacchetto era scivolato attraverso uno strappo della fodera. Impaziente, Malcolm colse una sigaretta dall'aria. Schiocco le dita e una fiammella parve guizzare dal suo

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