voce per coprire la distanza crescente fra loro. «Cerca di non restarci troppo male, quando lo fara.»
Charles continuo a camminare.
«Dov'era lo sceriffo quando Babe Laurie e stato ucciso?»
«Charles, non penserai davvero che possa essere stato lui!» sbotto Augusta riempiendogli il piatto di cibo profumato e fumante. «Tom Jessop si rifiutava persino di parlare con Babe. Non si sarebbe mai sporcato le mani con il suo sangue.»
«Ma in passato e capitato che lo sceriffo si lasciasse andare a un accesso di violenza. Ho saputo che una volta picchio Fred Laurie perche aveva sparato al cane di Kathy.»
«Oh, fu tanti anni fa. Tom era presente, ma per la verita fui io a picchiare Fred.»
«Tu, Augusta?»
«Con una pala. Il primo colpo glielo sferrai nello stomaco e il secondo sulle mani. Tom stava controllando le ferite del cane. Alzo la testa e mi disse: 'Augusta, non ti sembra di esagerare?'. Ma non aggiunse altro quando colpii Fred di striscio alla testa. A Tom non piace ripetersi.»
Charles guardo Henry, ma era concentrato sul cibo. Torno a rivolgersi ad Augusta. «Mi spiace. Sono stato mal informato.»
Forse Henry aveva voluto proteggere Augusta. O forse Augusta si era inventata quella versione dei fatti per coprire lo sceriffo. Uno dei due gli aveva mentito. Fra i suoi nuovi amici circolavano molte menzogne, alcune a fin di bene, altre dettate dall'interesse personale.
«Dunque Fred ha detto in giro che fu Tom a suonargliele?» Augusta era seccata. «Be', non e giusto attribuire a Tom tutto il merito.»
Henry alzo il viso e le mani per dire a Charles: «
«La violenza di gruppo non e necessariamente irrazionale» disse Augusta passando il burro a Henry. «Ricordi l'episodio del linciaggio in Arkansas?»
Si rivolse a Charles. «Tre ragazzi furono arrestati per omicidio. Uno di loro aveva cambiato idea ed era scappato prima che la vittima fosse uccisa e sua moglie derubata dei gioielli, ma fu arrestato anche lui. Il giorno dopo si sparse la voce che la donna fosse stata stuprata, sebbene non fosse vero. Quella notte, una folla inferocita fece irruzione nel carcere. Stavano mettendo un cappio al collo del terzo ragazzo, quello che era scappato, quando qualcuno grido: 'Lui non c'entra con l'omicidio'. Il cappio gli fu tolto e la folla lo riporto in cella.»
«Ha ragione, Henry» concordo Charles. «La violenza perpetrata da un gruppo non si esprime in modo indiscriminato, ma e guidata da una volonta ben precisa. Ha un obiettivo. Tuttavia, qualcosa non mi convince nella ricostruzione della lapidazione di Cass. Qualcosa non torna.»
«
«Si. L'omicidio fu perpetrato a sangue freddo. E questo e strano. Stento a credere che Travis o Alma sapessero in anticipo quel che sarebbe accaduto.»
«Un delitto di gruppo premeditato e possibile solo se tutti i partecipanti sono consapevoli e corresponsabili» disse Augusta.
Mallory apparve sulla soglia della cucina, con in mano una gabbia piena di colombe bianche. «Ti sbagli, Augusta.» Poso la gabbia sul ripiano della credenza. «Tutti i membri del gruppo, anche quelli che, poniamo, non avessero tirato le pietre, avrebbero interesse a tenere la bocca chiusa.»
Augusta le porse un piatto, chiedendo: «Come hai fatto a convincere quelle colombe a entrare in gabbia?».
«Ho minacciato di spezzar loro quelle tenere zampette se non avessero cooperato.» Prese posto a tavola. Volgeva le spalle alla gatta seduta sul frigorifero. «Come va?»
Augusta scorse con un dito l'elenco dei nomi sul blocco di Henry. «Ci sono diverse donne. Tutte personalita forti, a parte Alma. Si puo dire lo stesso degli uomini, con un'eccezione.»
«Quale?»
Indico un nome a Henry. «Sei sicuro di questo?»
«
«Non avrei mai immaginato che potesse essere un violento» disse Mallory.
La gatta stava fissando le colombe. «Non possiamo essere certi che sia colpevole» fece notare Augusta. «Prendi il caso di Alma e Travis: ora sappiamo che lei non getto la sua pietra e che lui colpi solo il cane.»
«Sempre che non abbiano mentito.»
Quando Charles torno a guardare la gatta, questa si era piazzata sopra la gabbia, a contemplare rapita le colombe, che a quanto sembrava non avevano mai visto un gatto prima d'allora. Predatore e prede si osservavano, la violenza tardava a esplodere.
Mallory, ignara dell'incombente massacro, stava dicendo: «Non m'importa sapere se getto sassi o fiori. C'era, e io lo costringero a confessare».
Augusta replico: «Tu non sai nulla della gente sulla lista. Questo tipo, per esempio: potresti prenderlo a pugni per tutto il giorno senza ottenere la benche minima reazione».
Charles alzo la mano per segnalare che la gatta aveva infilato una zampa tra le sbarre, ma in quel momento la gabbia cadde e si apri. Le colombe volarono in alto, spinte dal comune desiderio di vivere.
«Maledetta gatta!» impreco Mallory, balzando in piedi. «Mi ci sono volute ore a…»
«Me ne occupo io» disse Augusta.
La gatta dava la caccia al suo pasto, e Mallory era sul punto di metter mano alla pistola.
Augusta le afferro il polso, costringendola a incontrare il suo sguardo duro e fermo. «Kathy, non pensarci nemmeno.»
La gatta balzava freneticamente per la cucina, ma gli uccelli erano piu rapidi. Piume bianche volteggiavano nell'aria mentre il folle inseguimento continuava.
Augusta stringeva ancora il polso di Mallory, e la sua espressione diceva che la giovane avrebbe fatto una brutta fine se avesse osato sparare alla sua gatta.
La quale ora si stava avvicinando quatta quatta a una colomba. Per l'eccitazione le scappo un miagolio che allerto il volatile, facendolo volar via.
Mallory era incredula. Quella vecchia non…
Augusta le rispose con gli occhi: se Mallory intendeva sfidarla, lei era pronta.
Per un attimo parve prendere in considerazione la prospettiva di uno scontro fisico. Poi si sedette.
Charles sorseggiava il caffe, mentre guardava un falco pescatore tuffarsi nel fiume in cerca di cibo.
Mallory era appoggiata alla balaustra della veranda e fissava l'orologio da tasca da poco tornato in suo possesso.
Le aveva posto una domanda dieci minuti prima e attendeva ancora una risposta. «Non mi dirai nulla, vero?»
Lei non lo degno di uno sguardo.
Charles decise che il loro rapporto doveva aver raggiunto un nuovo punto di crescita, perche in quei giorni riusciva a farlo arrabbiare con estrema facilita. «Non hai fiducia in me. Credi che spiffererei tutto ai quattro venti.»
Mallory si infilo l'orologio nella tasca dei jeans. «Tu hai fiducia in
«Pretendi una fede cieca? Come le pecorelle del gregge di Malcolm?» Era l'eco delle parole di Riker. «Quando pensavi di dirmi della ferita alla spalla?»
«Mai.»
«Voglio che trovi Riker. Cercalo nei bar, e li che passa tre quarti del suo tempo. Raccontagli una balla qualsiasi, depistalo, fai in modo che si tolga dai piedi.»
«Riker pensa che tu sia tornata per vendicare tua madre. E cosi?»
«Sono venuta a raccogliere prove per un caso di omicidio.»
«Non un omicidio qualsiasi.»