Abbasso gli occhi sul libro, ma il trillo del telefono era insistente. Non c'era riscaldamento nella sala grande, quindi si infilo la giacca di Ira mentre s'alzava dal letto.

Il vento freddo si insinuava nei vecchi serramenti. Le antiche giunture lignee dell'edificio scricchiolavano e si udivano i topi zampettare negli angoli.

Jimmy raggiunse il telefono che squillava. I fari di una macchina di passaggio giu in strada riempirono la stanza di ombre guizzanti. Sollevo il ricevitore e una voce di donna chiamo il suo nome. Lui fisso la cornetta e la voce chiamo di nuovo: «Ragazzo, sei li?».

Avvicino il ricevitore all'orecchio. «Mamma?»

«No, Jimmy, sono Augusta Trebec.»

Naturalmente.

«Si, signorina.»

«Ho un lavoretto per te. Deve essere fatto stasera. Non dovrebbe portarti via piu di un'ora. Ti daro dieci dollari per il disturbo. Che ne dici?»

«D'accordo, signorina.» Quei soldi gli servivano.

Jimmy guardo fuori dalla finestra. La luce del lampione era avvolta da un alone di nebbia umida. Non era certo la notte ideale per andarsene in giro, specie dovendo passare dal cimitero, come aveva intenzione di fare lui. Le scarpe nuove si sarebbero rovinate sulla strada che attraversava l'acquitrino, e lui aveva gettato via il vecchio paio appartenuto a suo padre.

«Perche non facciamo domattina presto, signorina Trebec?»

«No, Jimmy. Ho bisogno di te adesso. Capisci?»

«Si, signorina.»

«Fuori c'e un po' di nebbia. Ti vengo incontro al ponte, va bene? Conosco ogni buco di quella strada. Ti aiutero a non inciampare.»

Non poteva far aspettare la signorina Augusta in una notte tanto fredda. Jimmy camminava lungo il marciapiedi con passo spedito, diretto al ponte sull'Upland Bayou. Riusciva a vedere fino a tre metri di distanza nella nebbia, e traeva conforto da ogni sagoma familiare. I pali del telefono, gli idranti antincendio, i lampioni e le finestre illuminate delle case lo guidavano verso il ponte. Ma piu si avvicinava al bayou, piu la nebbia si infittiva.

Augusta lo stava aspettando all'imboccatura del ponte. Il suo volto pallido risaltava contro il colore scuro dello scialle. Lo saluto con un cenno del capo e si volto, attraversando il ponte in silenzio. Lui le cammino dietro, senza tentare di far conversazione. Le chiacchiere non erano il suo forte, e neanche quello di lei.

Fedele a quanto promesso, la vecchia signora lo guido consentendogli di evitare le buche colme d'acqua piovana. Jimmy scorse l'opaco scintillio dei lumini votivi attraverso gli alberi: evidentemente la gente continuava a fare visita all'angelo. Anche se, proprio quella mattina, aveva sentito dire che le lunghe file s'erano ridotte e che il miracolo si era esaurito.

Mentre entravano nel cimitero, dal terreno si sollevo una nebbia ancor piu densa, tanto che Jimmy non riusciva a vedersi le scarpe. Poso lo sguardo sulla statua di Cass Shelley, poi affretto il passo. Augusta era piu avanti e lui temeva di perderla nella nebbia.

Ma non seppe resistere, e scocco un'altra occhiata alla statua alle sue spalle. Le ali di Cass si agitarono appena come le piume di un uccello vivo. Jimmy provo a dirsi che era solo un'illusione creata dal gioco delle candele.

Stava per mettersi a correre, quando senti un tonfo sordo. Guardo indietro. La statua si era mossa? Impossibile. La stava semplicemente guardando da un'altra angolazione.

Ritorno al vialetto fiancheggiato da piccole cappelle bianche. La vecchia signora doveva aver svoltato in qualche altro viottolo della citta delle tombe, e adesso era svanita.

«Signorina Augusta?»

Alle sue spalle, qualcosa di pesante cadde a terra. Ne avverti le vibrazioni attraverso le suole delle scarpe, ma la paura gli impedi di voltarsi. Con la coda dell'occhio colse un movimento fulmineo. Allora vide che l'angelo era sparito e che il piedistallo era vuoto. In fondo al vialetto, la signorina Augusta stava tornando a prenderlo, la sua sagoma rimpicciolita per effetto della nebbia.

«Signorina Augusta?»

Una voce di donna lo chiamo. «Jimmy.» Una mano si poso sulla sua spalla e cominciarono a tremargli le ginocchia. Poi la mano si ritrasse, e lui prese a correre verso Augusta. Ma si fermo di botto, e indietreggio piano, finche le sue gambe non si bloccarono e lui rimase immobile come un animale ipnotizzato dal fascio di luce di una macchina in corsa. La figura in fondo al sentiero era un altro angelo, piu piccolo di quello che aveva lasciato il suo piedistallo. Era la statua di Kathy, la figlia di Cass, alla quale era spuntato un paio di ali. Avanzava verso di lui sui piccoli piedi di pietra. Le sue manine macchiate di sangue reggevano pietre insanguinate.

La statua interruppe la sua avanzata e lentamente si sollevo in aria. Jimmy cadde in ginocchio.

«Io non ho fatto niente» gemette. E quella era una bugia. La bambina di pietra lo sapeva. Era venuta a chiedergli conto dei suoi peccati.

«Cass stava per dirlo» balbetto. «Stava per dirlo a tutti quanti.»

La bambina era sospesa in aria, immobile, come se stesse ascoltando.

Jimmy si copri la faccia con le mani. «Mi dispiace, mi dispiace.»

Lei lo chiamo con voce dolce: «Jimmy».

Le mani si staccarono dal viso e il ragazzo spalanco gli occhi.

L'angelo volteggiava nell'aria mentre le pietre schizzavano dalle sue braccia, atterrando nella nebbia senza rumore. Si avvento su di lui, colpendolo con il suo corpo e con le ali. Non era piu fatta di pietra, era una bambina calda e pulsante contro il suo petto. Pochi secondi dopo era volata via.

Alcune piume volteggiarono lentamente fino a terra.

Jimmy chiuse gli occhi e cadde in avanti, con il volto nella ghiaia. Poi sollevo il capo e guardo indietro. L'angelo di Cass era di nuovo sul piedistallo; la bambina di pietra giaceva priva di ali tra le sue braccia.

Comincio a piangere, e dopo poco si ritrovo a guaire come un cane.

Tra un verso e l'altro baciava la ghiaia e cantilenava frasi senza senso.

«E completamente pazzo» disse la voce di Augusta Trebec.

La nebbia cosi spessa che fino a un attimo prima aveva coperto il terreno si stava magicamente dissolvendo. I piedi della vecchia donna erano accanto alla sua testa. E ora altre persone si andavano raccogliendo intorno a lui. Mentre sollevava gli occhi lentamente, Jimmy si chiese se avessero in mano delle pietre.

Quando le urla isteriche cessarono, Augusta si inginocchio accanto al giovane tremante. «Andiamo, Jimmy, vieni con me. Ti preparero una bella tazza di tisana bollente.» Lo prese per un braccio per sollevarlo. Mallory, dopo essersi tolta la bandana nera dal viso, gli afferro l'altro braccio. Mentre conducevano il piccolo uomo lungo il sentiero per Casa Trebec, Augusta ripeteva: «Andra tutto a posto».

Riker penso che la vecchia stesse mentendo spudoratamente. Usci da dietro la tomba e schiaccio una delle pietre di cartapesta sotto i piedi.

Charles aveva un telo nero drappeggiato sul corpo, e somigliava piu a un prete che a un mago. Fissava il revolver impugnato da Riker con espressione inorridita.

Riker rimise l'arma nella fondina e guardo lo strano trio che si allontanava. Quel giovane uomo fragile e spaventato era il genere di indiziato nel quale ogni investigatore sperava di imbattersi in caso di mancanza di prove materiali.

Guardo Charles. «Hai avuto ragione a crederle. E io torto.»

Charles non sembrava particolarmente compiaciuto. Fece un vago cenno col capo mentre toglieva il telo nero dalla statua della bimba con le ali.

Riker lo raccolse; «Ah, e cosi che l'hai fatta sparire.» Un altro telo cadde dal carrello. «Non c'era abbastanza nebbia stasera? C'era proprio bisogno di affittare una macchina per fabbricarne altra?» chiese Riker.

Charles scosse il capo. «Era solo ghiaccio secco e un po' di acqua calda.»

Quando anche l'ultimo residuo di nebbia artificiale si fu disperso, Riker pote vedere le ruote e i congegni responsabili del movimento dell'angelo.

Charles si curvo sulla statua e con delicatezza le puli il sangue dalle mani.

Вы читаете Il Volo Dell'angelo Di Pietra
Добавить отзыв
ВСЕ ОТЗЫВЫ О КНИГЕ В ИЗБРАННОЕ

0

Вы можете отметить интересные вам фрагменты текста, которые будут доступны по уникальной ссылке в адресной строке браузера.

Отметить Добавить цитату