Fantastico! Adesso giochi a fare l'investigatore.

«Credi che lo sceriffo abbia qualcosa da nascondere?»

«E una ragionevole conclusione, dato che…»

«Questa e bella. A furia di frequentare Mallory, sei diventato sospettoso.» Riker si stiracchio, sbadigliando.

Cosi Mallory aveva contagiato Charles. Era un vero peccato. Riker non aveva dubbi, preferiva il vecchio Charles Butler, una brava persona che per natura si fidava della gente. Non certo un buon candidato per una carriera da detective, ma in compenso un essere umano di prim'ordine.

Maledetta Mallory.

«Sto semplicemente usando la logica» disse Charles, sulla difensiva. «Mallory non c'entra.»

Riker poso una mano sulla pila di documenti. «La ragazza non ha fatto tutto questo in un giorno. Per mesi si e introdotta illegalmente in database riservati, ha inseguito indizi senza un mandato, ha violato la Costituzione degli Stati Uniti e seminato bugie a destra e a manca.»

Indico i fogli azzurri. «Questi li ha rubati dopo essersi introdotta illegalmente nell'archivio dell'ospedale e aver danneggiato la proprieta dello Stato. Oh, e non dimenticare che era presente il giorno in cui uccisero sua madre. Partiva avvantaggiata, rispetto allo sceriffo.»

«Ma Jessop conosceva l'identita di alcuni colpevoli.»

«Aveva dei sospetti. C'e una bella differenza. E comunque non avrebbe ottenuto una confessione da quei bastardi. Non e il tipo da leccare il culo alla feccia. Devi avere un bello stomaco per riuscire a convincere i peggiori vermi a fidarsi di te.»

«Avrebbe potuto stargli dietro e…»

«Senza prove, non poteva arrestare nessuno. Se avesse portato dentro un sospetto, tutti gli altri sarebbero fuggiti. Dayborn e molto piccola, Charles. Jessop non ha le risorse per inseguire chi scappa fuori dello Stato.»

Dio, salvami dai dilettanti.

«Ha rintracciato la vedova di Babe Laurie» disse Charles. «L'ha fatta estradare da un altro Stato.»

«Gia, ma si e scontrato con l'ostruzionismo di quei politicanti della Georgia. Ho visto la documentazione. Se Sally Laurie non avesse rinunciato ai suoi diritti, la faccenda avrebbe potuto protrarsi per mesi.»

«Altri poliziotti lo fanno. Cooperano con…»

«I federali? Secondo le mie fonti, Tom Jessop non e disposto a fare comunella con loro: si e sempre apertamente rifiutato di spiare i propri concittadini. Scommetto venti dollari che i federali hanno fatto pressioni sui ragazzi della Georgia perche ostacolassero il suo lavoro.»

Charles sembrava un po' disorientato. «E che mi dici di Babe Laurie? Tutti presumono che fosse appostato ad aspettare l'arrivo di Mallory. Non trovi che sia…»

«Credi che ci sia dietro lo zampino dello sceriffo? Se ti schieri dalla parte di Mallory, tutti diventano tuoi nemici. Il risultato, Charles, e che non sai piu riconoscere un brav'uomo quando lo incontri.» Riker schiaccio la sigaretta nel posacenere. «Sei diventato cieco. L'unica colpa di Jessop e quella di non esser riuscito a superare la morte di Cass Shelley.» Riker guardo il fumo che dal mozzicone saliva verso il soffitto. «Povero diavolo. E tu lo sospetti di essere coinvolto in un omicidio? O in un tentativo di insabbiamento? Perfino Augusta non ti convince… Chi altro c'e sulla lista dei sospetti? Henry?»

Le labbra di Charles si aprirono ma non ne usci alcun suono. Mallory lo aveva privato della vista e ora Riker lo faceva ammutolire.

Ma non aveva ancora finito.

«Sai dove sta l'ironia in tutto questo? Perfino Mallory, che non si fida di nessuno, ti direbbe che i tuoi sospetti sullo sceriffo sono solo stronzate.»

Si piego verso di lui per assestargli il colpo finale. «Puo darsi che ci impieghi piu tempo della media, ma perfino lei sa riconoscere un uomo onesto.»

Charles si lascio sprofondare nella seggiola, avvilito e sconfitto.

Gloria al Signore. Il cieco aveva riacquistato la vista. Anzi, a un tratto il gigante triste sembrava vedere le cose fin troppo chiaramente.

«E andato tutto per il meglio, Charles» provo a confortarlo. «Tu hai appoggiato Mallory, e ora finalmente lei otterra un po' di giustizia per sua madre.»

L'omone continuava ad apparire sconsolato.

«Cosa vuoi, Charles? L'assoluzione? Be', eccola.» Con la sigaretta Riker traccio il segno della croce nell'aria.

In piedi dietro la vetrina del caffe, Jane vide la Mercedes fermarsi davanti all'ufficio dello sceriffo. I due tipi di New York stavano aiutando qualcuno a scendere dalla macchina. Era un uomo o un ragazzo? Aveva una giacca tirata fin sopra la testa, come gli assassini che si vedevano al telegiornale.

Charmaine, la cassiera, la raggiunse. «Chi diavolo e?»

Jane la ignoro. Scruto il portico del bed & breakfast. A quell'ora Betty doveva essere al cimitero con il solito gruppetto di turisti. Bene, quell'evento era tutto suo.

L'uomo con la giacca in testa era piccolo e magro e questo restringeva un po' il campo. E ora che si era allontanato dalla macchina Jane pote scorgere la camicia rossa che spuntava dalla giacca. Oh, e le calze rosse come quelle di…

Questa e proprio grossa. Chi se lo sarebbe mai immaginato…

«E l'idiota!» esclamo Charmaine, allungando il collo. «E stato arrestato?»

«Tu che ne dici?» rispose Jane. «Il tipo con l'abito stropicciato e un detective di New York.»

«Che cosa avra fatto? Colpa della madre, che lascia che se ne vada in giro da solo come se fosse normale. Te l'avevo detto che era pericoloso!»

«Eccome se me l'hai detto, Charmaine.» All'incirca venti volte, stupida sciacquetta platinata.

«Scommetto che ha aggredito qualcuno.»

«Non e da buoni cristiani far congetture. Povero Ira. E povera Darlene.» Il sorriso di Jane era tutt'altro che caritatevole mentre si avvicinava al banco del buffet e cominciava a preparare un vassoio. «Il nuovo prigioniero avra bisogno del pranzo.»

«Ma non sono ancora le undici.» Charmaine stava guardando il suo orologio, che lei spergiurava essere d'oro. «Un po' prestino per pranzare, non ti pare?»

Charmaine era sempre stata un po' lenta.

Lo sceriffo segui la sua vice nella sala d'attesa per accogliere Charles Butler e il detective Riker. C'era un altro uomo seduto sulla panca dietro di loro: una giacca gli copriva la testa.

Dai, non fare il timido.

Tom Jessop decise di lasciarlo li seduto per un po', a maturare la paura. Non gli spiaceva tirarla un po' in lungo. Negli ultimi diciassette anni non aveva fatto che pregustare quel momento.

«Io e Lilith ci stavamo chiedendo quando ci avreste portato il testimone.»

«Doveva essere una sorpresa» disse Riker. «Ci stai togliendo tutto il divertimento.»

«E tutta colpa di Lilith. Era al cimitero ieri sera, ha visto tutto lo spettacolo. Quando arriva Kathy?»

«Di fatto,» fece notare Riker, «e ancora un'evasa.»

«Gia. Tutto sommato e meglio che resti da Augusta.»

Charles Butler sorrise. «Sceriffo, c'e qualcosa che lei non sa?»

«Non so come ha fatto a far volare quella statua.» Mitigo il sarcasmo a beneficio della sua vice.

Lilith Beaudare lo guardo. «Lo so che non mi credi, ma ti ripeto che l'ho vista.»

La statua di un angelo che spiegava le ali di pietra e, sollevandosi da terra, si scaglia contro un uomo: neppure Guy Beaudare avrebbe potuto inventare una storia cosi fantasiosa.

Lilith lancio a Charles uno sguardo supplice. «Lo sceriffo sostiene che e impossibile ottenere un'illusione simile, anche usando dei cavi. La prego, gli dica come ha fatto. Crede che io sia pazza.»

«Uso degli specchi» butto la Charles, come se dare vita alle pietre fosse per lui un'esperienza quotidiana.

«Bene» esclamo lo sceriffo, rivolgendosi all'uomo sulla panca. «Vediamo un po' chi abbiamo qui.» Con lo stato d'animo di chi apre un regalo atteso da tempo, scosto la giacca dalla sua testa e indietreggio. Gli ci volle un secondo per riconoscerlo. Gli abiti puliti, i capelli tagliati da poco, il volto glabro. Jimmy Simms.

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