Tom Jessop si senti di colpo molto stanco. Era l'ultima persona che si sarebbe aspettato. «Avevi ragione, Lilith. Ha i tratti distintivi dei Laurie. E il nipote di Babe.»

Jimmy chino il capo per nascondere il viso.

Lo sceriffo mise una mano sulla spalla del giovane e gli diede una scrollata. «Hai visto Cass Shelley morire e non mi hai mai detto una parola?»

«Ha contribuito a ucciderla» preciso Riker, porgendo allo sceriffo una grossa busta rigonfia. «E tutto qui dentro. La confessione firmata e tutti i nomi.»

Lo sceriffo respinse la busta con la mano e si allontano dal prigioniero. «Voglio sentirlo dalle sue labbra. Lilith, accompagna il ragazzo nella sala riunioni.» Jimmy aveva trent'anni, ma Tom Jessop continuava a considerarlo un ragazzino scappato di casa. Non si fidava a toccarlo, non ancora.

Percorsero il corridoio e varcarono la porta sul fondo. Lo sceriffo resto in piedi mentre gli altri prendevano posto sulle sedie di metallo disposte intorno al tavolo. Quella stanza non aveva il calore antiquato della sala d'attesa. Sulle pareti color ghiaccio erano appesi bollettini e moderne carte stradali. Riker era seduto a capotavola, fiancheggiato da Lilith e Charles. Jimmy Simms sedeva da solo sull'altro lato.

Lo sceriffo si porto alle spalle di Jimmy. «Parla, ragazzo.» Il giovane fissava l'estremita opposta del tavolo, su cui Riker stava sistemando tutte le carte. Lo sceriffo poso una mano sulla sua spalla: «L'hai raccontato a Riker, ora farai lo stesso con me».

Il sergente Riker estrasse un foglio azzurro dalla busta e lo mostro al prigioniero.

Jimmy parlo come se stesse leggendo.

«Cass mi porto alla riunione della New Church. Mi trascino fin dentro la stanza. Era cosi arrabbiata, sventolava quella lettera e urlava come un'ossessa.»

Lo sceriffo si chino fin quasi a sfiorare la testa di Jimmy. «Perche Cass era arrabbiata?»

«Non ricordo quel che diceva. Volevo solo strisciar via e morire.» Jimmy guardo Riker, che sorrise comprensivo e gli fece cenno di proseguire. Jimmy obbedi. «Lei l'avrebbe detto a tutto il paese. Gridava: 'Lo sceriffo tornera domattina, bastardo'.»

«A chi si rivolgeva?»

«A mio zio.» Si accascio sulla seggiola, coprendosi il volto con le mani.

Riker intervenne. «Tom, non interromperlo ora, o comincera a piangere e ci vorra un'ora per calmarlo.» E al testimone disse: «Continua, ragazzo».

«Mio padre doveva aver capito tutto, perche mi guardava come si guarda un verme appena sbucato da sotto un sasso. Quando Cass se ne fu andata, papa mi ordino di aspettare fuori mentre i grandi parlavano.»

«Parlavano di che cosa?»

Riker gli porse due fogli azzurri: i risultati degli esami del sangue di un ragazzo di dodici anni. «Il numero di identificazione corrisponde a quello nell'archivio della dottoressa Shelley. Si riferisce a Jimmy.»

Lo sceriffo lesse la prima riga. «Epatite?» Guardo Riker. «Sapevo che l'aveva avuta. Cass lo curo quando lo riportai a Dayborn da New York.» Ma a quel che sembrava lo aveva curato anche per un male molto piu serio. L'altro foglio azzurro riportava il risultato positivo di un test per le malattie veneree. «Cristo…» Questo spiegava perche la vita del ragazzo fosse andata in malora dopo che Tom l'aveva riconsegnato alla famiglia.

«C'e dell'altro» disse Riker.

Jimmy stava fissando la lettera azzurra e piagnucolava.

«Avanti, ragazzo, non ti fermare.»

Di nuovo Jimmy guardo Riker per ricevere istruzioni, e il detective annui.

«Andammo tutti a Casa Shelley. Al momento non mi chiesi perche. Ricordo di aver scalciato inavvertitamente una pietra dell'aiuola davanti all'ingresso. Mi piegai e la rimisi a posto. La dottoressa Cass teneva molto ai suoi fiori.»

Adorava le piante. Fiorivano tutt'intorno alla casa, in ogni stagione.

«Poi vidi di nuovo la lettera azzurra. La gente intorno a me bisbigliava. Avremmo sistemato tutto, cosi nessun altro avrebbe saputo.»

Uccidendo Cass, che non ti aveva mai fatto del male ne te ne avrebbe mai fatto.

«Qualcuno tiro un sasso e la colpi alla testa. Lei non pianse, non disse una parola. Era come guardare la televisione senza audio. Un'altra pietra la colpi alla spalla. Poi qualcuno mi mise in mano un sasso. Era li, nella mia mano, e una voce mi sussurrava all'orecchio: 'Tiralo, tiralo'. E io lo tirai, mirando al ginocchio. Quel colpo la fece cadere. Si accascio in silenzio.»

«E poi cosa accadde?»

Jimmy guardo lo sceriffo con una certa sorpresa. «Tornai all'aiuola a prendere un'altra pietra.»

Lo disse come se fosse la risposta piu ovvia, la cosa piu naturale da fare, perche aveva scagliato la sua pietra e gliene serviva un'altra. Jimmy si rivolse a Riker. «E quella seconda pietra le spezzo i denti.»

Riker sorrise e approvo con un cenno del capo.

Dietro la testa di Jimmy, la mano dello sceriffo si era levata minacciosa come una mazza. L'odio di Jessop era palpabile, saturava l'aria. Charles Butler fece per alzarsi. Riker lo afferro per la manica della camicia. «Restane fuori, Charles.»

Jimmy guardo in su e vide il grosso pugno dello sceriffo sospeso su di lui. Poi si fisso le mani raccolte in grembo. Irrigidi le spalle, in attesa delle botte. La sua voce era calma quando disse: «Mi dispiace, ma non volevo che loro sapessero quel che lui mi aveva fatto».

La mano dello sceriffo non si mosse.

Con la stessa voce ragionevole Jimmy disse: «Il cane mi ha perdonato».

Riker raccolse un altro mazzetto di fogli azzurri. «Jimmy era stato ripetutamente stuprato. Dallo zio, secondo la sua testimonianza.» Fece scivolare i documenti lungo il tavolo. «Babe abuso di lui fino ai tredici anni. Ma la stessa sorte tocco anche ad altri bambini.»

Ecco perche il ragazzo era scappato. E lui, Tom, lo aveva riacciuffato e ricacciato all'inferno. Lo sceriffo lesse il referto degli esami del sangue di un bambino di sei anni, identificato solo da un numero.

«Un altro caso di epatite.» Poi guardo un altro foglio che riguardava lo stesso bambino. La data era posteriore, e il piccolo era risultato positivo alla sifilide. «Perche Cass fece testare per la sifilide un bambino di sei anni? Avevamo gia avuto casi di epatite nelle scuole. Era un fatto relativamente comune.»

Charles disse: «Non la varieta che si trasmette col sangue. I bambini piccoli possono contrarre una forma di epatite molto contagiosa usando il gabinetto senza le necessarie precauzioni igieniche. Ma anche questa forma si incontra raramente tra i ragazzini dell'eta che Jimmy aveva allora. Per rientrare in un gruppo ad alto rischio per l'epatite B, bisogna essere sessualmente attivi, oppure bucarsi. L'epatite B riscontrata in un bimbo di sei anni e un chiaro indicatore di abuso sessuale.»

Lo sceriffo prese l'ultimo foglio, il test positivo alla sifilide di un diciannovenne. Guardo Charles. «Non c'e il nome. E sicuro che si tratti di Babe?»

Charles annui. «Il codice numerico coincide con quello attribuitogli da Cass in occasione di un precedente esame.»

Jessop scorse di nuovo i referti, confrontandoli. Il bambino di sei anni era stato l'ultimo a contrarre la sifilide. I valori del test di Jimmy portavano a escludere l'ipotesi che potesse averla contratta durante la sua breve fuga da casa.

«Babe era in uno stadio molto piu avanzato della malattia,» disse Riker «gia all'epoca della festa per la prima malattia venerea al Dayborn bar & grill.»

«Dobbiamo dedurre che non si sia curato» concluse Charles. «Cio spiega le sue condizioni di salute al momento della morte.»

Riker riprese a parlare, illustrando ulteriori prove a supporto del movente dell'omicidio di Cass: dalle attivita illegali di Babe alla sua natura di pedofilo con un debole per i bimbi molto piccoli.

Lo sceriffo non lo ascoltava. Stranamente, non provava rancore mentre leggeva la confessione di Jimmy Simms. In fondo all'ultima pagina c'era l'elenco degli assassini di Cass Shelley. Gli occhi di Jessop andarono da un nome all'altro, distrattamente, poi i fogli gli caddero di mano finendo sul tavolo.

Non era il finale nel quale aveva sperato. Che bidone.

Si era aspettato qualcosa di piu grande, di piu spettacolare, come l'angelo vendicatore descritto da Lilith. Il momento da lui tanto atteso era arrivato… e non era abbastanza.

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