alla dannata caldaia di esplodere e di spedirli tutti all’inferno. Il ponte si muoveva sotto i piedi di Marsh, come la pelle di un qualche essere vivente. La ruota di poppa stava girando cosi rapidamente che sollevava un dannato muro d’acqua, simile ad una cascata, dall’alto verso il basso. E dietro di loro c’era il Fevre Dream, semi oscurato, con il fumo e il fuoco eruttati dai neri ed alti fumaioli che si levavano a sfiorare la luna. Sembrava che si fosse avvicinato di venti metri, da quando Marsh era sceso di sotto. Il Capitano Yoerger gli si avvicino. «Non possiamo tenerle testa,» disse nel suo tono stanco e grigio. «Abbiamo bisogno di piu vapore! Piu calore! La ruota non puo non girare piu velocemente, Capitano Marsh. Se Doc starnutisce nel momento sbagliato, la caldaia scoppia e ci uccide tutti. Il motore ha sette anni, andra in pezzi. Il lardo poi sta finendo. Quando sara finito, l’alimenteremo solo con la legna. Questa e una vecchia barca, Capitano, una vecchia signora ormai. Voi l’avete fatta danzare come nella notte delle sue nozze, ma non potra sopportarlo a lungo.»
«
«Nossignore,» replico il pilota, meno furiosamente di quanto avrebbe fatto un uomo piu anziano. «Guardate le sponde, capitano Marsh. Il fiume si restringe, io conosco quei bracci, non sono navigabili in questo periodo dell’anno, se porto la nave li dentro ci resteremo sopra fino alle piene di primavera.»
«Forse e cosi, ma se non ci passiamo noi, allora nessuna potenza infernale vi fara passare il Fevre Dream. Dunque, dovra fare il giro. E lo semineremo. In questo momento, seminarlo e una cosa piu importante di qualsiasi tronco d’albero o secca in cui possiamo imbatterci, mi capite?»
Il pilota aggrotto la fronte. «Non avete alcuna competenza per dirmi come devo pilotare su questo fiume, Capitano. Io ho la mia reputazione, finora non ho mai fatto naufragare una nave e non ho intenzione di cominciare questa notte. Resteremo sul fiume.»
Abner Marsh si senti ribollire. Si volto a guardare indietro. Il Fevre Dream era a circa cento metri dietro di loro, e acquistava velocita. «Dannato stupido,» disse Marsh. «Questa e la gara piu importante che sia mai stata condotta su questo fiume, e io ho uno stupido per pilota. Ci avrebbero gia raggiunti se avessero avuto al timone il signor Framm o se avessero un ufficiale in seconda che sapesse come guidarlo. Probabilmente lo stanno alimentando con
«Potrei denunciarvi alla mia associazione,» replico rigidamente il pilota.
«Potrei gettarvi fuoribordo,» esclamo Abner Marsh. Avanzo minaccioso.
«Calate una scialuppa, Capitano,» suggeri il pilota. «Scandaglieremo il fondo e vedremo se il battello puo passare.»
Abner Marsh sbuffo disgustato. «Levati di mezzo,» disse, strattonando rudemente il pilota. L’uomo inciampo e cadde. Marsh s’impadroni del timone, lo giro con forza tutto a babordo, e la prua dell’Eli Reynolds, per tutta risposta, viro. Il pilota impreco e ando in collera. Marsh lo ignoro e si concentro sulla manovra, fin quando il battello ebbe superato l’alta punta fangosa dell’isola, iniziando a percorrere il sinuoso braccio occidentale. Marsh si volto a guardare indietro abbastanza a lungo per notare che il Fevre Dream — che adesso si trovava a sessanta metri scarsi — rallentava, si fermava, e incominciava ad indietreggiare furiosamente. Quando guardo di nuovo, il Fevre Dream stava iniziando a virare verso la diramazione orientale del fiume. Poi non ci fu piu tempo per guardare poiche l’Eli Reynolds colpi qualcosa di duro, un grande tronco, almeno a giudicare dal suono che produsse. L’impatto fece stringere a Marsh i denti talmente forte che quasi si mozzo la lingua e dovette afferrarsi saldamente al timone per rimanere in piedi. Il pilota, che si era appena rialzato, ricadde di nuovo e gemette. La velocita stessa del battello gli permise di passare al di sopra dell’ostacolo, e Marsh lo intravide: un tronco d’albero nero ed enorme, semi sommerso. Segui un orribile fracasso, uno stridio metallico e un rombo assordanti, e la nave tremo come se un folle gigante l’avesse afferrata e la stesse scuotendo, e poi ci fu un violento strappo e il terribile suono di legno che si frantuma in schegge, quando la ruota colpi il tronco.
«Dannazione!» impreco il pilota, rimettendosi in piedi. «Datemi il timone!»
«Con piacere!» esclamo Abner Marsh, facendosi da parte. L’Eli Reynolds si era lasciato dietro il tronco secco e ora navigava privo di ogni controllo attraverso le acque basse del canale, scuotendosi tutto ogniqualvolta urtava in una secca. Ognuna di esse lo rallentava, e il pilota lo rallentava ancor piu, facendo squillare i campanelli della sala macchine come un pazzo. «Fermo!» avverti. «Fermate la ruota!» Quest’ultima giro lentamente ancora due volte e gemette nel fermarsi, e due alti e lunghi pennacchi di vapore bianco si elevarono sibilando dai tubi di scarico. L’Eli Reynolds perse la rotta e inizio a beccheggiare un po’, e la ruota del timone giro liberamente tra le mani del pilota. «Abbiamo perso il timone,» disse, mentre il battello incappava in un’altra secca.
Fu quella che fece fermare del tutto la nave.
Questa volta Abner Marsh si morse
«Dannazione!» disse il pilota. «Guardate. Date solo un’occhiata.» Non soltanto l’Eli Reynolds aveva perso il timone, ma anche meta della ruota a pale. Era ancora attaccata al battello, ma pendeva sghemba, e meta delle pale di legno erano distrutte o mancanti. La nave scarico ancora una volta vapore, gemette, e si adagio nel fango, inclinandosi leggermente a babordo.
«Ve l’avevo detto che
«Chiudete quella stupida boccaccia,» disse Abner Marsh. Stava guardando a poppa, dove il fiume era ancora a malapena visibile attraverso gli alberi. Il fiume sembrava deserto. Forse il Fevre Dream se n’era andato. Forse. «Quanto tempo ci vuole per uscire da questo buco?» chiese Marsh al pilota.
«Dannazione, ma cosa diavolo ve ne importa? Non andremo da nessuna parte fino a primavera. Avrete bisogno di un nuovo timone, di una nuova ruota, e di una buona piena per disincagliare il battello da questa secca.»
«Quanto tempo ci vorra per uscire dal canale?» insiste Marsh. Il pilota borbotto, «Trenta minuti, forse venti, se il battello andasse alla velocita di poco fa, ma perche vi importa? Vi dico che…» Abner Marsh apri di scatto la porta della cabina di pilotaggio e chiamo a gran voce il Capitano Yoerger. Dovette chiamare tre volte, e passarono almeno cinque minuti prima che Yoerger comparisse. «Scusate Capitano, era dabbasso, sul ponte di coperta. Irish Tommy e Big Johanssen si sono ustionati in maniera grave.» Vide cio che rimaneva della ruota e si interruppe. «Mia povera vecchia ragazza,» mormoro con tono abbattuto.
«Alcuni tubi sono scoppiati?» chiese Marsh.
«Molti,» ammise Yoerger, distogliendo lo sguardo dalla ruota a pale danneggiata. «C’e vapore dappertutto, poteva andare peggio se Doc non avesse aperto i tubi di scarico in fretta e li avesse tenuti aperti. Quel colpo che abbiamo subito ha messo tutto a soqquadro.»
Marsh parve rattrappirsi. Era il colpo finale. Anche se riuscivano a disincagliarsi dalla secca, a montare un nuovo timone, a uscire in qualche modo dal canale con quello che rimaneva della ruota a pale, e a spostare in qualche modo quel dannato albero per passare — e nessuna di quelle cose era facile a farsi — avevano anche fatto scoppiare i tubi e forse dovevano vedersela anche con una caldaia danneggiata. Impreco a voce alta e a lungo.
«Capitano,» disse Yoerger, «non riusciremo ad inseguirli, come voi avevate progettato, ma almeno siamo salvi. Il Fevre Dream svoltera la curva, quelli a bordo crederanno che noi siamo molto avanti e ci inseguiranno ancora sul fiume.»
«No. Capitano, voglio che costruiate delle barelle per gli ustionati, e che li trasportiate attraverso la foresta.» Indico con il bastone. La sponda era a tre metri, separata dal battello da un tratto d’acqua bassa. «Dirigetevi verso una citta. Ce ne deve essere una nelle vicinanze.»
«Tre chilometri da quest’isola,» puntualizzo il pilota.