camino perche il Popolo Fatato del Fuoco provvedesse a distruggerlo. Mentre il panno bruciava fumando e crepitando, il vecchio frugo intorno fino a trovare in una piccola anfora la scorta di sale del contadino e prese anche un paio di schegge di legno da usare per trasferire il fuoco dal camino ad una candela… dal momento che non aveva incenso il semplice fumo sarebbe dovuto bastare.

Allorche fece ritorno nella camera l’atmosfera che regnava in essa parve gia meno opprimente per la semplice eliminazione dei simboli blasfemi dalla parete. Nevyn avrebbe voluto procedere subito alla purificazione, ma la stanza custodiva ancora dei segreti che sarebbero andati perduti una volta che lui avesse concluso la sua opera. Sedutosi a gambe incrociate davanti alla chiazza marrone del sangue di Alastyr, poso da un lato il sale e le schegge di legno, poi rallento la propria respirazione fino a mettere la mente perfettamente a fuoco e costrui l’immagine di una stella a sei punte che ben presto brillo come l’intreccio di due triangoli, uno rosso e uno azzurro. Lentamente, spinse infine l’immagine fuori della sua mente finche essa parve librarsi di fronte a lui.

Al centro dell’esagono visualizzo allora l’immagine del cadavere di Alastyr cosi come lo aveva visto all’alba, quindi mando la propria mente a ritroso nel tempo, limitandosi in un primo tempo ad immaginare la stanza come doveva essere apparsa alla luce delle candele. Dal momento che l’assassinio era una cosa tanto recente, la vera visione rimpiazzo entro pochi secondi quella creata dalla sua immaginazione e in essa lui vide il biondo apprendista inginocchiato di guardia accanto alla testa del suo maestro. L’uomo contrasse la bocca in un piccolo e terrificante sorriso quando Alastyr prese a contorcersi e ad agitarsi nello stato di trance, poi porto la mano alla cintura ed estrasse la daga. Per un istante esito, quasi stesse assaporando quel momento, poi conficco l’arma nel cuore dell’uomo impotente, colpendo piu e piu volte. Dal momento che non aveva nessun interesse a contare i colpi, Nevyn interruppe la visione e riassorbi la stella dentro di se.

— Quindi e stato questo l’aiuto inatteso che ho ricevuto, vero? E deve essere stato quell’uomo a prendere i libri e gli altri oggetti rituali di Alastyr, sempre supponendo che lui ne avesse con se.

Gli esseri del Popolo Fatato accoccolati negli angoli annuirono all’unisono per indicare che in effetti Alastyr aveva viaggiato portando con se tutta la consueta attrezzatura di un maestro oscuro. Quegli spiriti avevano un aspetto miserevole, erano tutti distorti e deformati dalle manipolazioni di Alastyr.

— Ma ha lasciato qui il panno. Aveva fretta perche noi stavamo arrivando?

Di nuovo, le creature annuirono.

— E stato per questo che non ha ucciso Camdel?

Questa volta ci fu un gesto unanime di diniego, poi uno gnomo nero dalle zanne sporgenti si distese a terra fingendo di avere paura e un altro si avvicino a lui con la mano dotata di artigli sollevata come se stringesse un pugnale, miniando l’atto di inginocchiarsi, di riporre il coltello e di battere un colpetto gentile sulla spalla dell’altro gnomo.

— Per gli inferni! Volete dire che ha avuto compassione di Camdel?

Gli esseri annuirono solennemente.

— Non lo avrei mai pensato. Huh… ecco, amici miei, questi non sono affari vostri e presto sarete liberi da quelle forme orribili. Aiutatemi ad eseguire la purificazione, poi potrete tornare dai vostri sovrani.

Gli esseri presero a saltellare e Nevyn avverti la loro gioia che si riversava su di lui concreta come un’onda d’acqua.

— E sveglio? — chiese Rhodry.

— Piu o meno — rispose Jill, in tono dubbioso. — E difficile dirlo.

Avanzando nella stanza, Rhodry si costrinse a guardare Camdel, che giaceva sul letto a torso nudo: il giovane nobile era sporco, segnato da lividi, e aveva qua e la sottili ferite coperte da uno strato di crosta. Quando infine apri gli occhi, Camdel sollevo lo sguardo con cautela, quasi si aspettasse che Rhodry gli infliggesse altre cicatrici.

— Vuoi qualcosa da mangiare? — gli domando Jill.

— No — sussurro Camdel. — Acqua?

Per tutto il tempo che Jill impiego a riempire un boccale da una brocca d’acqua, Camdel continuo a fissare Rhodry con occhi dilatati dal timore.

— Oh, suvvia, non ti ricordi di avermi visto a corte? Sono Rhodry Maelwaedd, il fratello minore del Gwerbret di Aberwyn.

A quelle parole un accenno di sorriso tremolo sulla bocca di Camdel, che si sollevo a sedere e prese il boccale che Jill gli porgeva, tenendolo con entrambe le mani e guardandosi intorno mentre beveva a piccoli sorsi. Il tardo sole pomeridiano entrava dalle finestre con i suoi raggi inclinati, e il pulviscolo danzava nell’aria intrappolato in quel chiarore dorato, una vista che strappo a Camdel un sorriso soddisfatto quanto quello di un bambino. Con un senso di repulsione, Rhodry distolse lo sguardo… cosa sarebbe successo se i maestri oscuri si fossero impadroniti di Jill? Avrebbero fatto anche a lei qualcosa del genere? In cuor suo, Rhodry giuro solennemente che se mai fosse stato in suo potere liberare il mondo da qualche maestro oscuro lui avrebbe rischiato la propria vita, se necessario, pur di schiacciarlo come un insetto.

— Rhoddo, vuoi chiamare un paggio? — gli chiese Jill. — Voglio che porti dell’acqua in modo che Camdel possa fare un bagno.

— Un bagno? — ripete Camdel, con voce da ubriaco. — Mi piacerebbe.

Rhodry fu grato di lasciare la camera, perche anche se non aveva nulla contro Camdel non riusciva a sopportare la sua vista.

Dopo aver riferito l’ordine al paggio ando a raggiungere Blaen al tavolo d’onore. Naturalmente suo cugino era come al solito intento a bere sidro e per la prima volta nella sua vita Rhodry decise di cercare di mantenere il suo ritmo, trangugiando un sorso lungo e abbondante mentre Blaen lo osservava con un accenno di sorriso.

— Fa bene — commento poi il gwerbret. — Cancella molte cose.

— Infatti. Hai sentito cosa…

— Cosa e successo a Camdel? Si.

Rhodry bevve un altro sorso di sidro e nessuno dei due pronuncio un’altra parola per ore.

Fra le colline sul lato occidentale del Cwm Pecl, Sarcyn stava conducendo a mano il cavallo stanco lungo uno stretto sentiero che si snodava in una macchia di pini. Era fuggito verso ovest alla cieca, cercando un luogo isolato dove potersi nascondere per un giorno o due, ma era poi giunto alla conclusione che avrebbe fatto meglio a mantenersi in movimento, perche tanto gli uomini del gwerbret quanto… cosa ancora peggiore… il Maestro dell’Aethyr dovevano certo essere sulle sue tracce. Adesso pero era talmente sfinito che si chiese se non sarebbe stato meglio lasciare che il gwerbret lo impiccasse piuttosto che cadere nelle mani della Confraternita Oscura, che gli avrebbe fatto desiderare la morte per settimane prima di ucciderlo.

— Ma ho i libri — sussurro ad alta voce. — Un giorno avro il potere necessario per affrontarli.

Il tramonto era ormai prossimo quando trovo una valle con un corso d’acqua ed erba abbondante per il cavallo. Accampatosi, raccolse un po’ di legna secca sul pendio boscoso della collina ed accese un piccolo fuoco, ignorando la fame che gli faceva borbottare lo stomaco: quel giorno aveva gia consumato un pasto e aveva bisogno di razionare le sue scarse provviste. Per qualche tempo rimase a fissare il fuoco, riflettendo sui suoi piani. Sparse per il regno c’erano alcune persone che gli avrebbero potuto dare rifugio almeno per alcuni giorni, e del resto non poteva permettersi di trascorrere piu di pochi giorni in ciascun luogo, anche se aveva bisogno di tempo per studiare i libri di Alastyr. All’improvviso si senti troppo stanco per pensare… notevolmente stanco e addirittura confuso, come avrebbe compreso in seguito.

Raggomitolatosi sulle coperte, si addormento accanto al fuoco, svegliandosi di soprassalto parecchio tempo dopo nel sentire delle mani che gli toccavano le spalle. Con un grido di allarme prese a lottare, scalciando e contorcendosi, ma una corda di cuoio gli scivolo intorno ai polsi mentre un uomo gli si gettava di traverso sulle ginocchia, immobilizzandolo. Alla luce del fuoco morente, Sarcyn pote vedere che i suoi assalitori erano due uomini del Bardek dalla pelle chiara e abbigliati secondo lo stile di Deverry. Uno di essi fini di legargli strettamente i polsi e l’altro fece lo stesso con le caviglie sebbene lui continuasse a divincolarsi, poi i due uomini si alzarono e rimasero a contemplare la loro preda, distesa ansante sul terreno.

— E cosi, piccolo uomo — commento uno dei due, — hai assassinato il tuo maestro, giusto?

Sarcyn s’irrigidi per il terrore, e un senso di gelo gli si diffuse lungo la schiena.

— Vedo che hai capito chi siamo — prosegui il sicario, — e che sei caduto nelle mani dei Falchi della Confraternita. Il Vecchio ci ha incaricati di seguire Alastyr per tenerlo d’occhio e cosi noi abbiamo osservato ogni

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