nascosto su una nave… probabilmente useranno una grossa cassa o qualcosa del genere.

Lo gnomo si gratto il ventre con aria pensosa, mentre Nevyn prendeva in considerazione l’idea di chiedere a Blaen di mandare la sua banda di guerra a dare la caccia a quei due. Essi avevano pero un notevole vantaggio e inoltre erano addestrati nell’uso del dweomer, il che avrebbe permesso loro di vedere a distanza gli inseguitori e di evitarli.

Pero potrei andare anch’io con la banda di guerra, si disse, sempre che si riesca a raggiungerli.

D’altro canto, i Falchi sarebbero stati costretti a procedere con lentezza nell’attraversare le montagne…

Le montagne. D’un tratto Nevyn ridacchio fra se, poi si inginocchio davanti al fuoco per contattare il solo maestro del dweomer che poteva adesso essergli di aiuto.

Dopo essersi presi cura dei cavalli i Falchi tornarono vicino al fuoco da campo. Restando disteso immobile, Sarcyn segui con attenzione la loro conversazione fino a quando fu riuscito a capire i loro nomi: quello piu alto, con gli occhi fra il giallo e il castano che tradivano una percentuale di sangue anamura nelle sue vene, si chiamava Dekanny mentre l’altro, che pareva avere il comando della spedizione, rispondeva al nome di Karlupo. Una volta che ebbero mangiato, Dekanny s’inginocchio accanto a Sarcyn e gli afferro i polsi legati fino a costringerlo ad allungare le braccia al di sopra della testa, poi gli tiro su la camicia in modo tale che gli coprisse il volto impedendogli di vedere. Per tutto il tempo Sarcyn rimase immobile, facendo appello alla propria volonta e ascoltando il Falco che fischiettava fra se nell’armeggiare vicino al fuoco. Infine Dekanny torno verso di lui.

— Ho in mano una daga — disse, — e l’ho arroventata.

Sarcyn si preparo all’inevitabile attingendo ad ogni grammo della sua volonta. Ridacchiando come una ragazzina, Dekanny gli poso la lama arroventata contro il capezzolo destro, ma nonostante il dolore lancinante che parve arrivargli fino al cuore, lui riusci a non emettere un suono.

— Ora sto girando la lama, piccolo uomo.

Il dolore gli aggredi il capezzolo sinistro e lui dovette lottare per soffocare l’urlo che gli gorgogliava in gola. D’un tratto, senti gli intestini che gli si svuotavano spontaneamente.

— Che fetore! Meriti che ti giri e ti marchi anche il posteriore!

— No, non lo farai! — scatto Karlupo, fermo li vicino. — Hai fatto abbastanza per una notte. Quando arriveremo a casa il prigioniero dovra essere ancora in condizioni decenti perche i maestri vorranno che resista il piu a lungo possibile.

— Ah, ma potra guarire sulla nave.

— Ho detto che cosi e sufficiente.

Il mondo prese a vorticare intorno a Sarcyn, che perse i sensi. Torno in se nel cuore della notte, trovandosi ancora disteso nei propri escrementi; inoltre i due Falchi gli avevano riabbassato la camicia e adesso la stoffa ruvida gli irritava le ustioni, dalle quali filtrava un liquido di qualche tipo. Prima di svenire ancora rimase sveglio a lungo, lottando per trattenersi dal gemere. Il mattino successivo lo svegliarono con un calcio e lo issarono a sedere, poi Karlupo gli porto una ciotola piena del porridge d’orzo che aveva preparato per colazione.

— Ti sleghero le mani perche tu possa mangiare — disse. — Se pero causerai il minimo problema Dekanny avra modo di divertirsi a tue spese prima che partiamo.

Sarcyn giro la testa da un lato: era deciso a non mangiare e a indebolirsi, in modo da morire piu in fretta sotto la tortura.

— Mangerai — scatto Karlupo.

Allorche lui insistette nel suo rifiuto, i due gli si inginocchiarono accanto e Dekanny lo costrinse a tenere la bocca aperta mentre Karlupo versava in essa una cucchiaiata di porridge, che Sarcyn fu costretto a inghiottire istintivamente per non soffocare. I due lo obbligarono a mangiare in quel modo l’intera ciotola, un’umiliazione che gli brucio quanto le ferite.

Una volta che furono a cavallo, pero, il dolore prese il sopravvento, perche il movimento dell’animale faceva si che la camicia sfregasse sulle ustioni; sotto il sole caldo ben presto il sudore ando ad aggiungere altra sofferenza a quella causata dalla frizione finche Sarcyn non riusci piu a pensare ad altro che a morire per liberarsi da quei tormenti. Verso mezzogiorno i polsi legati cominciarono a gonfiarsi, provocando il lento affondare dei lacci di cuoio nella carne, e quando si fermarono per il pasto di mezzogiorno Sarcyn si rese conto di sentire dolore anche al labbro inferiore, che aveva morso a sangue nella sua lotta contro la sofferenza.

— Hai intenzione di mangiare, piccolo uomo? — chiese Karlupo. — Oppure vuoi che ci pensiamo noi di nuovo?

— Mangero.

Karlupo gli slego le mani e gli rimase accanto con la spada sguainata mentre lui mangiava un po’ di carne secca e gallette; quando ebbe finito rimontarono a cavallo e l’agonia ricomincio.

Ormai si erano addentrati di parecchio nelle montagne e stavano seguendo uno stretto sentiero che si snodava fra massi enormi; di tanto in tanto guadavano un vorticoso ruscello o superavano la cresta di un’altura crepata e sgretolata, ma Sarcyn quasi non si accorse di cio che lo circondava, perche adesso un nuovo disagio era insorto ad aumentare le sue sofferenze: cavalcare tutto il giorno con indosso i calzoni umidi e sporchi gli aveva escoriato il posteriore e le cosce. Dopo qualche tempo, Dekanny rimase indietro per affiancarglisi.

— Presto ci accamperemo ed io avro di nuovo qualche minuto per giocare con te — disse. — Voglio che sia tu a scegliere… posso premere la lama arroventata sotto le tue ascelle o alla base della schiena, naturalmente due volte. Stanotte mi dirai quale alternativa preferisci.

Con quelle parole il Falco tiro le redini per restare ulteriormente indietro e porsi alla retroguardia, lasciando l’avanguardia a Karlupo, mentre Sarcyn prendeva a tremare in maniera incontrollabile perche sapeva esattamente quali fossero le intenzioni di Dekanny. Se non avesse scelto, lui avrebbe naturalmente subito entrambe le torture, ma scegliere sarebbe equivalso a muovere il primo passo nel collaborare con i suoi tormentatori: volevano che cominciasse a perdere volonta e a collaborare alla propria sofferenza, fino all’insorgere di una sorta di spaventosa e quasi sessuale complicita fra chi subiva il dolore e chi lo infliggeva.

— Dekanny! — grido. — Non intendo scegliere.

Dietro di lui echeggio per sola risposta una risatina eccitata e quasi femminea. Il gruppo si addentro quindi in una gola rocciosa sovrastata da arbusti e da cespugli, e nel guardare per un momento verso l’alto Sarcyn ebbe l’impressione che uno di quei cespugli si fosse trasformato in una faccia. Subito si affretto a distogliere lo sguardo, sapendo che se fosse scivolato nel delirio avrebbe perso la volonta di resistere; per reagire si concentro sulla propria respirazione e cerco di allontanare la mente dalla consapevolezza del suo corpo pulsante e dolente, mentre le ombre si facevano sempre piu profonde e la notte si avvicinava inesorabile.

Due ore prima del tramonto si accamparono in una valle tanto stretta da essere quasi soltanto una fenditura fra due colline. Seduto a terra, Sarcyn osservo ogni movimento di Dekanny mentre i due Falchi approntavano il campo e davano ai cavalli razioni extra di avena per compensare la mancanza di erba. Presto, molto presto, avrebbe sentito ancora la lama rovente, per quattro volte.

— Prima lascia che mangi — avverti Karlupo, — perche non riuscira a ingoiare niente una volta che avrai finito con lui.

— Benissimo. Gli permettero anche di riposare fra un marchio e l’altro.

Sarcyn si morse il labbro sanguinante e fisso il terreno come se questo potesse permettergli di ridurre il mondo intero ad un mucchietto di rocce… ma all’improvviso senti Dekanny urlare. Sollevando lo sguardo, vide il Falco barcollare con una freccia piantata nella spalla sinistra, mentre nella valle si riversava uno sciame di uomini alti al massimo un metro e mezzo ma di struttura massiccia e armati come guerrieri. Le loro lunghe asce sibilarono con efficienza una, due, tre volte e Karlupo giacque morto con la testa staccata dalle spalle ed entrambe le gambe troncate all’altezza del ginocchio. Dekanny tento allora di fuggire, ma una grande ascia colpi dal basso e gli si pianto in profondita nell’inguine: il Falco cadde al suolo urlando e subito gli venne tagliata la gola con una lama tanto affilata da richiedere una pressione minima.

Scambiandosi sorrisi soddisfatti, i piccoli guerrieri si radunarono per dare un’occhiata ai due cadaveri, e soltanto allora Sarcyn si rese conto che nessuno di loro aveva emesso il minimo suono durante l’impari scontro.

Uno di essi avanzo quindi verso di lui sfilandosi l’elmo: il guerriero aveva un volto segnato e abbronzato circondato da una folta barba grigia e sovrastato da sopracciglia cespugliose.

— Tu parli parlare di Deverry?

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