partire per una campagna militare. I sussurri aumentarono di tono intorno a lui, ma Dannyn si limito a sorridere alle guardie mentre batteva un colpetto sul collo del cavallo e legava le coperte dietro la sella, ignorando le risatine e le dita puntate di alcune sguattere. Quando infine monto in sella al di sopra dei sussurri si udirono alcuni beffardi commenti relativi alle sue origini bastarde, ma Dannyn si limito a girarsi sulla sella per inchinarsi in direzione di chi lo derideva, senza cessare di sorridere.

Spinta da un impulso che Ricyn non riusci a comprendere, Gweniver lo segui allorche oltrepasso le porte della fortezza; incontrando lo sguardo di Nevyn, Ricyn gli fece cenno di accompagnarlo e si affretto ad andare dietro alla sua signora. Durante tutta la lenta cavalcata di Dannyn attraverso le strade affollate la gente si giro a guardarlo, sussurrando e a volte chiamandolo bastardo, ma lui mantenne il suo portamento eretto e orgoglioso. Giunto alle porte della citta rivolse un inchino alle guardie e sprono il cavallo al galoppo, puntando verso la strada. Soltanto allora Ricyn emise un sospiro di sollievo, avvertendo nonostante tutto dentro di se una fitta di compassione.

— Mia signora — chiese a Gweniver, — perche lo hai seguito?

— Volevo vedere se avrebbe ceduto. E un peccato che non lo abbia fatto.

— Per gli dei, Gwen! — scatto Nevyn. — Speravo che avresti trovato nel tuo cuore la capacita di perdonarlo.

— Questa e la prima cosa stupida che ti abbia mai sentito dire, buon signore. Perche avrei dovuto perdonarlo? Ho concesso al re di bandirlo nel suo stesso interesse e non per Dannyn, e il nostro signore e dannatamente fortunato di essere riuscito ad ottenere da me almeno questo.

— Sai — ribatte il vecchio, con una certa asprezza, — l’odio lega fra loro due persone piu strettamente dell’amore. E una cosa su cui dovresti riflettere.

Tutti e tre si avviarono con passo tranquillo lungo la strada che portava a nord, costeggiata dai verdi prati del dominio personale del re. Nel cielo freddo e limpido le nubi bianche s’inseguivano sotto la spinta di un vento sempre piu forte e Ricyn cominciava gia a pensare che gli avrebbe fatto piacere tornare al calore della grande sala quando scorse un cavallo che trottava verso di loro lungo la strada: era il castrato nero di Dannyn, privo di cavaliere e con le redini legate alla sella. Con un’imprecazione Ricyn corse in avanti per afferrare le redini dell’animale, e vide che il bagaglio del suo padrone era ancora tutto assicurato alla sella.

— Oh, dei — mormoro Nevyn. — Gwen, riporta il cavallo alla fortezza, spiega alle guardie come lo abbiamo trovato e fatti riaccompagnare qui da qualcuna di loro. Ricco, tu vieni con me… non puo essere lontano.

Un momento piu tardi Ricyn scopri che Nevyn era in grado di correre sorprendentemente in fretta per un uomo della sua eta. I due proseguirono lungo la strada per circa ottocento metri, fino ad una collinetta sulla cui sommita cresceva una quercia isolata sotto la quale era seduto qualcuno. Imprecando, Nevyn corse su per la collina e Ricyn gli ando dietro ansando: Dannyn era accasciato in avanti, con la daga insanguinata ancora stretta in pugno dopo essersi tagliato la gola a meno di tre chilometri di distanza dal re che lui venerava. Nel volgere le spalle al corpo, Ricyn pote scorgere la fortezza di Dun Cerrmor che si levava sopra la citta, con la bandiera rossa e argento che si agitava al vento.

— Ah, dannazione — mormoro. — Povero bastardo.

— Per te questa e una vendetta sufficiente?

— E eccessiva. Ha il mio perdono, per quello che gli potra servire nell’Aldila.

Annuendo appena Nevyn gli volse le spalle.

— Benissimo — disse fra se. — Se non altro questo e un anello della catena che si spezza.

— Cosa?

— Oh, nulla, nulla. Guarda, ecco che arrivano le guardie dalla citta.

TRE

Nevyn si trattenne a Cerrmor per un altro anno, ma infine giunse il momento in cui non pote piu tollerare di vedere Gweniver partire per la guerra o di aspettare il suo ritorno temendo che questo non avvenisse. In un umido giorno di primavera il vecchio lascio quindi la fortezza e si diresse al nord senza una meta precisa, per prestare le sue cure alla umile gente del regno. Anche se inizialmente penso spesso a Gweniver, molte altre cose contribuivano a turbare il suo cuore e a poco a poco il ricordo di lei si attenuo. Anno dopo anno le guerre infuriarono e le pestilenze si diffusero sulla loro scia. Dovunque andava, Nevyn cercava di consigliare i nobili a cercare la pace e di aiutare la gente comune a sopravvivere, ma per quanto le persone da lui aiutate gli fossero grate aveva comunque la sensazione di fare ben poco di buono e cominciava a cedere alla disperazione. Nel profondo del suo cuore raggiunse i Sentieri Oscuri, dove perfino il dweomer si trasforma in polvere e in cenere, senza recare conforto ne gioia. Per dovere, continuo comunque a servire la Luce e a portare avanti il suo lavoro, ma l’ultima e piu crudele beffa fu proprio quella di farlo per dovere soltanto e non piu per amore.

Nella quinta primavera, quando i boccioli dei meli cominciavano a fiorire nei frutteti, qualcosa lo indusse a ricordare Gweniver e una volta che il pensiero di lei gli fu riaffiorato nella mente la curiosita ebbe il sopravvento su di lui. Quella notte s’inginocchio accanto al fuoco da campo e concentro la propria mente sulle fiamme: vivida, affioro in esse l’immagine di Gweniver e di Ricyn che stavano camminando nel cortile di Dun Cerrmor. Entrambi apparivano cosi immutati che per un momento Nevyn credette che cio che vedeva fosse soltanto un ricordo particolarmente intenso, ma quando Gweniver giro il viso scorse una cicatrice che attraversava di netto il suo tatuaggio azzurro. Subito dopo Nevyn bandi l’immagine, ma adesso che aveva rivisto Gweniver non riusci a dimenticarla: con un sospiro di commento per la follia degli uomini, il mattino successivo si mise in viaggio alla volta di Cerrmor.

In un giorno in cui il sommesso soffiare della brezza e il profumo dell’erba novella sembravano farsi beffe delle sofferenze del regno, Nevyn oltrepasso le porte cittadine; mentre stava smontando per guidare a mano il cavallo e il mulo da soma attraverso le affollate vie cittadine senti chiamare il proprio nome e nel girarsi vide Gweniver e Ricyn che si affrettavano a venire verso di lui tirandosi dietro i cavalli.

— Nevyn! — esclamo Gweniver. — Il mio cuore e lieto di vederti!

— Ed il mio di vedere te e Ricco. Sono lusingato che vi ricordiate di me.

— Cosa? Suvvia, come potremmo mai dimenticarti? Ricco ed io stavamo per andare a fare un giro a cavallo, ma possiamo invece offrirti un boccale di birra.

Dietro insistenza di Gweniver i tre si recarono nella migliore locanda di Cerrmor, un luogo elegante dagli arredi in legno lucido e dalle pareti imbiancate; Gweniver insistette anche per comprare la birra migliore, con la disinvolta generosita di un guerriero che poco si cura del denaro che potrebbe non avere il tempo di spendere. Una volta che si furono sistemati, Nevyn prese ad osservarla mentre lei lo aggiornava sulle piu recenti notizie relative alla guerra: sebbene si fosse indurita e quasi tutto il suo corpo fosse divenuto un’arma, i suoi movimenti erano al tempo stesso decisi e aggraziati in un modo che esulava da qualsiasi definizione maschile o femminile. Quanto a Ricyn, era tranquillo e solare come sempre, mentre beveva la birra e osservava timidamente la sua signora.

Di tanto in tanto, quando i loro sguardi s’incontravano, i due si sorridevano a vicenda in uno scambio che era pieno in pari misura di tensione e di amore, quasi il cuore di ciascuno fosse stato un boccale pieno fino all’orlo, con il liquido che tremava in esso senza pero mai riversarsene fuori e liberarsi. Il legame che li univa era adesso tanto forte che grazie al dweomer Nevyn lo poteva scorgere come una sorta di pallida ragnatela di luce, perche tutta la loro energia sessuale era stata trasformata in un vincolo magico fra le rispettive aure; notandolo, il vecchio ebbe anche la certezza che il potere fluisse fra loro e che in qualche modo ciascuno dei due sapesse sempre dove l’altro si trovava anche nel folto della mischia, che i pensieri si trasmettessero in modo tanto istantaneo da essere quasi inconsapevole. Vedere il talento di Gweniver per il dweomer usato in modo cosi errato e distorto gli fece dolere il cuore.

— Avanti, buon Nevyn, ora devi venire con noi alla fortezza — propose infine Gweniver. — E stato il dweomer a riportarti fra noi?

— A dire il vero no. Perche? C’e qualcosa che non va?

— Piu o meno — replico Ricyn, poi abbasso la voce e aggiunse: — Si tratta del nostro signore, capisci. E preda di crisi di umore cupo che nessuno riesce a dissipare.

— Rimugina su tutto — rincaro Gweniver, sempre in un sussurro, — e dice cose assurde, come per

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