Welch la tiro fuori e se l’appoggio sul petto, senza guardarla. Poi la sollevo lentamente, un po’ alla volta, emettendo un gemito soffocato quando la vide. Il cappuccio era scomparso, ma lei dava le spalle alla macchina fotografica e teneva la testa abbassata. I capelli corti erano a malapena visibili e il viso era nascosto. Era seduta sui talloni, con le mani legate dietro la schiena, le spalle leggermente in ombra e un bel culo rotondo…
La porta si apri e Welch non fu piu solo. Sollevo le ginocchia per nascondere l’erezione e si appoggio la foto sul petto. Quando il suo compagno di cella si lascio cadere sulla branda di fronte con un grugnito, Welch aveva gli occhi chiusi e ripassava mentalmente ogni dettaglio della nudita di Jane.
CAPITOLO
Un’altra serata calda e umida. Nell’aria l’odore pesante di un temporale in arrivo. Brani di conversazione dei passanti entravano in soggiorno dalla finestra aperta.
Thorne aveva cenato in maglietta e calzoncini, con il sottofondo del frastuono di una festa dall’altra parte della strada. Non sapeva che cosa lo irritasse di piu, se le urla e lo stereo ad altissimo volume, o il fatto che quegli sconosciuti si stessero divertendo tanto.
Elvis aveva ripulito il piatto leccandolo a dovere. Thorne aveva aperto una lattina di birra economica, cercando di ignorare la musica e le risate e aveva trascorso un paio d’ore a leggere. Una sera d’estate dedicata alla morte violenta.
Stava leggendo i rapporti basati sulle ricerche del CRIMINT, il database del Criminal Intelligence, in cerca di casi simili a quelli dell’omicidio di Remfry.
Holland e Stone avevano fatto un buon lavoro, consistito per lo piu nel procedere per prove ed errori, restringendo le ricerche fino a trovare qualcosa di significativo. Avevano inserito parole chiave e confrontato i risultati con quelli di altre ricerche. Immettendo nel computer le parole “stupro” e “omicidio” erano venuti fuori alcuni casi in cui la vittima era di sesso maschile e i risultati erano stati sottoposti a un’ulteriore verifica incrociata con quelli ottenuti inserendo parole chiave piu specifiche.
“Sodomia”. “Strangolamento”. “Cappio”. “Corda da bucato”.
Era emersa, cosi, una serie di omicidi insoluti che risaliva fino a cinque anni prima. Otto ragazzini brutalmente strangolati, i cadaveri abbandonati in boschi, cave di ghiaia o giardini pubblici. Un gruppo di pedofili troppo ben organizzati o troppo ben ammanicati. Imprendibili.
Un uomo assalito in casa sua. Legato con una corda da bucato, mentre la casa veniva saccheggiata, e poi picchiato a morte senza nessuna ragione apparente. Thorne penso a Darren Ellis e ai due coniugi anziani che aveva legato e derubato.
Un catalogo di violenze sessuali e omicidi, molti dei quali ancora insoluti. I particolari piu turpi ridotti a semplici dati in un archivio informatico dell’orrore. Una risorsa cui attingere nella speranza che gli orrori del passato servissero a gettare luce su quelli del presente.
Ma non quella volta.
Holland aveva, in realta, scovato due casi di un certo interesse: un giovane di circa trent’anni, trovato nel bagagliaio di una macchina, nel 2002, violentato e strangolato con un laccio non rinvenuto. Un sessantenne assalito in un parcheggio e strangolato con una corda da bucato, nel 1996.
Entrambi i documenti erano stati esaminati attentamente e poi accantonati.
Thorne rimise i rapporti nella sua ventiquattrore e si affaccio alla finestra. Per una decina di minuti fisso la casa dove si teneva la festa, cercando senza successo di identificare la canzone che sentiva e di smettere di pensare a persone morte da anni, a un corpo che non era stato ancora sepolto e alla foto che aveva dato a Dennis Bethell.
Poi chiamo suo padre.
Dopo aver concluso la telefonata, di li a venti, faticosi minuti, rimase in piedi con il telefono in mano, cercando di immaginare le sinapsi nel cervello del padre che si inceppavano, i pensieri che esplodevano in una cascata di scintille…
Poi queste immagini scomparvero lasciando il posto al nero del cappuccio che copriva la testa di una donna nuda e mascherava il terrore sul volto di un pallido cadavere con il sedere all’aria, sopra un materasso macchiato di sangue.
Thorne si spoglio completamente, ando in camera e si getto sul letto. Resto per un po’ a fissare nella penombra il profilo del lampadario Ikea da una sterlina, rendendosi conto che era costato pochissimo anche perche era bruttissimo.
Il letto era duro come se fosse pieno di ghiaia.
Sentiva quel caso strisciargli addosso come un insetto, che risaliva con zampe appuntite la pellicola di sudore che gli velava il petto.
Thorne chiuse gli occhi, ricordando un momento felice su una collina coperta di felci. Ma non era sicuro che