era malata, lei aveva chiesto a una vicina di portare qualcosa da mangiare a Jim il venerdi e stava cercando una sostituita temporanea, ma fino a lunedi non aveva trovato nessuno e sicuramente il vecchio, lasciato a se stesso, non avrebbe mangiato nulla…
Thorne si era sentito in colpa perche lei glielo aveva chiesto come un favore. E ora, a pochi chilometri da St Albans, con in tasca un pacchetto delle mentine preferite dal padre, si sentiva ancora piu in colpa perche avrebbe desiderato essere altrove. Per esempio, con Eve, in un pub lungo il fiume.
La porta automatica della carrozza si apri e le due donne del carrello passarono accanto all’adolescente in tuta, che ora stava beatamente fumando una sigaretta rollata a mano accanto alla porta del bagno.
A Thorne venne in mente Yvonne Kitson che fumava fuori da Becke House. Yvonne non era esattamente un’amica, non si erano mai frequentati fuori dal lavoro, eppure in quell’incontro c’era stato qualcosa che adesso lo preoccupava. Senza pensarci troppo, Thorne prese nella borsa l’agenda, cerco il numero di casa di Yvonne e la chiamo. Di sicuro l’avrebbe trovata intenta a preparare il pranzo domenicale per la famiglia.
Rispose un uomo, probabilmente il marito.
«Buongiorno, potrei parlare con Yvonne, per favore?»
«Non e in casa.»
Thorne rimase in attesa di altre informazioni, ma non ne arrivarono. «Non e una cosa importante» disse. «Quando torna puo dirle soltanto che ha chiamato Tom Thorne? Magari riprovo piu tardi.»
«Provi pure, ma non so quando tornera. Ha detto che sarebbe stata via solo un paio d’ore…»
Thorne stava pensando ancora a quella conversazione cinque minuti dopo, quando usci dalla stazione di St Albans e si mise in cerca di un taxi. Forse il marito di Yvonne Kitson era un tipo scontroso per natura. Forse non aveva gradito che la moglie l’avesse lasciato solo con i bambini di domenica mattina. O forse il problema era completamente diverso. Comunque, qualunque fosse il motivo del suo fastidio, non si era fatto problemi a lasciarlo trasparire con un estraneo.
Thorne vide una coppia salire sull’unico taxi disponibile. Penso ancora a Eve, alle cose che avrebbe potuto fare insieme a lei. Se non altro, comunque, aveva evitato di dover passare la domenica in giro per l’Ikea.
Quando Thorne aveva suggerito di cucinare qualcosa, il padre era diventato rosso di collera e lo aveva chiamato “stupido, piccolo bastardo”. Mezz’ora dopo, al pub, aveva completamente cambiato umore. Era incredibile l’effetto che una pinta di birra e un piatto di salsicce con patate potevano avere sulla chimica alterata del suo cervello.
«Questa e la regola numero tre della mia lista» disse suo padre.
Erano seduti a un tavolo d’angolo: Thorne, il padre e un amico del padre di nome Victor. In passato erano un bel gruppo e si ritrovavano in quel pub due o tre sere alla settimana. Ma dopo che a Jim Thorne era stato diagnosticato l’Alzheimer, dei vecchi amici era rimasto solo Victor, l’unico che evidentemente non temeva il contagio…
«Quale lista?» chiese Thorne.
Suo padre sollevo il bicchiere, dicendo soddisfatto: «Questa: “niente birra”, che viene dopo “non andare in cucina” e “non uscire da solo”. La lista di stupide regole che mi hanno imposto i medici, hai presente?».
Thorne annui.
«Niente alcolici» disse Jim Thorne, con un’enfasi da deejay. «Al terzo posto nella hit-parade dell’Alzheimer.» Thorne e Victor risero, ma a un tratto Jim smise di colpo di canticchiare la sigla dei “successi della settimana” e fisso Victor, con il viso contorto in una smorfia di panico. «Chi sono i tre primi in classifica di tutti i tempi? In termini di settimane passate tra i primi dieci, intendo.»
Victor si chino verso di lui. «Elvis, Cliff Richard…»
«Si, certo» disse Jim, nervoso. «Ma e il terzo che non mi viene in mente. Cristo, eppure lo so…»
«I Beades?» butto li Thorne, cercando di collaborare.
Con un tempismo da commedia musicale, Victor e Jim si voltarono verso di lui e dissero all’unisono: «No».
Jim Thorne comincio a sudare e a respirare con affanno. «Lo vedo, vedo la sua faccia» disse, alzando la voce. «E un tizio a cui piacciono gli uomini… e suona… quella cosa con i tasti…»
«Il pianoforte» suggeri Thorne. Suo padre ricorreva spesso a quelle perifrasi, quando non gli veniva la parola giusta. “La cosa che ti metti in bocca per lavarti i denti”; bacon e… “quelle cose che escono dai polli”.
Victor picchio trionfante il pugno sul tavolo. «Elton John!» esclamo.
«Lo sapevo» disse Jim. «Lo sapevo, cazzo.» Comincio a infilzare le patate, con l’espressione di chi e prossimo alle lacrime.
«Vado a prendere un’altra birra» si affretto a dire Thorne. «Visto che hai deciso di violare una delle tue regole, tanto vale infrangerla fino in fondo.»
Victor scolo la sua pinta e tese a Thorne il bicchiere vuoto. «Naturalmente, potrebbe anche darsi che tuo padre non abbia affatto l’Alzheimer…»
Thorne lo guardo storto. Discussioni come quella erano inutili, anche se, da un punto di vista strettamente medico, Victor aveva ragione. L’Alzheimer non poteva mai essere confermato. Ma i medici erano sicuri al novanta per cento e questo poteva bastare.
«Un’altra uguale, Victor?»
«Hai sentito, Jim?» disse Victor. «Non puoi essere sicuro di avere l’Alzheimer.»
Thorne gli appoggio una mano sul braccio. «Victor…»
Stavolta fu Victor a rivolgergli un’occhiataccia. All’improvviso Thorne capi che l’amico stava solo offrendo a suo padre il pretesto per una delle sue battute preferite e si senti avvampare di vergogna.
Jim Thorne mise giu le posate e colse l’occasione al volo: «Esatto, Vic. Il medico mi ha detto che l’unico modo per esserne sicuri e quello di effettuare un’autopsia e io ho risposto: “No, grazie, e un tipo di esame per cui non mi sento ancora pronto!”».
Victor e Jim stavano ancora ridendo, mentre Thorne aspettava di essere servito al bancone.
La condizione del padre gli era stata descritta come “lo stadio intermedio della demenza”. Era una definizione un po’ vaga, ma Thorne immaginava che perlomeno ci sarebbe voluto ancora qualche tempo, prima di arrivare allo stadio finale. Finche erano piu le battute sceme che i momenti di paura e disperazione, non c’era da preoccuparsi troppo.
Per un paio di minuti, Carol si era chiesta che cosa stesse facendo. Era una donna di mezza eta, Cristo, e avrebbe dovuto trovarsi in casa con Jack, seduta sul divano a guardare
Ma quella perplessita era durata poco. Appena aveva cominciato a immergersi nel passato di Alan Franklin, il suo primo passato, non aveva piu sentito il freddo. Aveva riscoperto quella strana ed eccitante sensazione di cercare accanitamente qualcosa, senza sapere bene che cosa.
In quel momento, nei soggiorni e nelle cucine delle case vicine, donne della sua eta facevano cruciverba, leggevano un romanzo rosa o preparavano la tavola per la colazione del mattino dopo. Mentre estraeva da una scatola una pila di documenti impolverati, Carol penso che per nulla al mondo avrebbe voluto trovarsi al posto di quelle donne.
In entrambe le scatole c’erano un sacco di carte ingiallite, oltre a buste, etichette autoadesive e scatole di punti metallici arrugginiti. Franklin aveva conosciuto Sheila mentre lavorava per una compagnia di assicurazioni ad Hastings, ma aveva voluto conservare qualcosa anche della sua attivita precedente.
Per quanto riguardava gli altri oggetti, non c’era niente che avrebbe fatto gola a un antiquario. Un paio di agende Letts nuove, anni 1975 e 1976. Un mazzo di chiavi con un portachiavi Ford, piatti e tazze da te avvolte in vecchi giornali. Un paio di Polaroid in una busta gialla (due bambini piccoli, di cui uno un po’ piu grande dell’altro, e poi gli stessi bambini trasformati in goffi adolescenti).
Carol distese sul pavimento il foglio di giornale che avvolgeva un grosso boccale d’argento e ne stiro le pieghe con la mano. Era un quotidiano locale e presumibilmente la data riportata era quella del giorno in cui Franklin aveva lasciato la moglie, o era stato lasciato da lei. Non sembrava che fosse avvenuto niente di interessante a Colchester, quel giorno. Una piccola protesta riguardante la costruzione di una tangenziale, un centro di fitness che riapriva dopo una ristrutturazione, un furto commesso in una gioielleria su High Street dopo
