Thorne sbatte le palpebre. La sua solita fortuna: dover ricorrere all’aiuto di un’istituzione che lavorava con sistemi ancora piu antiquati di quelli della polizia.

«Ma ci saranno pure documenti, scritti in una qualunque forma, che permettono di risalire a quegli anni, no?»

«Suppongo di si. Dio sa in che stato li troverete, sempre che riusciate a trovarli. Si trattera sicuramente di poche pagine scarabocchiate a mano trent’anni fa. Ah, pero alcuni sono stati microfilmati, se non sbaglio…»

«Quindi, esistono?» chiese Thorne, cercando di non sembrare troppo impaziente.

«Dovrebbero esistere…»

«E si trovano da qualche parte?»

«Si, a Chelmsford, nel palazzo del consiglio di contea. La legge dice che dobbiamo conservarli.»

«Legge sulla protezione dei dati personali» mormoro Holland.

«Esatto. Chiunque abbia usufruito dei nostri servizi ha diritto di vedere i documenti che lo riguardano. Ci sono persone che vengono qui, a quaranta o cinquant’anni, in cerca di particolari su coloro che li hanno avuti in affido quando erano bambini.»

«Come mai aspettano tanto?» chiese Holland.

«Forse a distanza di anni riescono meglio ad apprezzare lo sforzo delle famiglie affidatane. Da bambini, l’affido e piu che altro un trauma.»

Thorne penso a Mark e Sarah Foley. La loro vita di bambini in affido non poteva certo essere stata piu traumatica dell’esperienza che avevano vissuto nella famiglia d’origine.

«E cosa dite alle persone che vengono qui a cercare quelle informazioni?»

«Auguriamo loro buona fortuna.» Joanne Lesser sollevo l’orlo della camicetta tra l’indice e il pollice e lo scosse, poi si soffio un po’ d’aria nella scollatura. «I documenti esistono, ma chissa dove sono. Come ho detto, dovrebbero trovarsi a Chelmsford, ma riuscire a metterci le mani sopra e tutt’altra faccenda.»

La donna fece un sorriso che voleva dire “Non posso farci nulla” e Thorne ricordo un momento simile, quando lui e Holland erano seduti nell’ufficio di Tracy Lenahan, nella prigione di Derby, alcuni omicidi prima…

«So che parliamo di cose accadute molto tempo fa» disse. «E ho capito che il sistema di schedatura non funziona nel modo migliore. Ma deve pur esserci un archivio centrale…»

«Ah, mi scusi, credevo di avervelo detto. Il motivo per cui abbiamo solo i file degli affidatali attivi e che ogni volta che l’ufficio viene trasferito in una nuova sede, i vecchi file o i vecchi schedari vengono abbandonati. Ora, in teoria, qualcuno dovrebbe preoccuparsi di portarli a Chelmsford e di archiviarli da qualche parte. Ma la verita e che i documenti spesso restano chiusi per anni in qualche scatolone, vanno perduti…»

«E perche avvengono questi cambiamenti di sede?»

«Gli uffici municipali sono intercambiabili. Domani qualcuno potrebbe decidere che questo deve essere il nuovo quartier generale della Nettezza Urbana o di qualcos’altro. Oppure che non vale la pena di rinnovare il contratto d’affitto di questo edificio, che da qui a un paio d’anni potrebbe trasformarsi in un albergo.»

«Capisco. E il suo ufficio ha cambiato sede spesso?»

«Guardi, io faccio questo lavoro da dieci anni, e abbiamo gia cambiato sede tre… no, quattro volte, da quando sono stata assunta.» Thorne dovette fare uno sforzo per non imprecare o per non sferrare un calcio alla scrivania. «Ma il peggio e,» continuo Joanne Lesser «che molti documenti sono andati distrutti un paio di anni fa, quando una parte dell’archivio ha subito una inondazione…»

Thorne e Holland si scambiarono un’occhiata. Stavano beccando tutti i semafori rossi.

«Avete fatto un controllo nelle scuole?» chiese Joanne Lesser. «Forse con i dati scolastici avrete maggior fortuna.»

Holland abbasso gli occhi sul suo taccuino. «I due bambini hanno frequentato le elementari e le medie, poi, dal 1984 in poi, non ci sono piu dati che li riguardano.»

Joanne Lesser rimase un attimo pensierosa. «Siete sicuri che siano ancora vivi?»

«Non siamo sicuri di nulla» rispose Thorne. L’idea che Mark e Sarah Foley potessero essere morti era stata presa in considerazione, anche se solo incidentalmente. Qualcuno aveva perfino suggerito che la morte di Dennis Foley fosse in realta un omicidio mascherato da suicidio. Ma una breve occhiata ai dossier del caso e al referto dell’autopsia di Dennis aveva fatto scartare quell’ipotesi.

«So che ormai ci stiamo arrampicando sugli specchi,» disse Holland «ma non e per caso rimasto qualche impiegato che era gia in servizio nel 1976?»

«No, mi dispiace. Il personale viene trasferito piu o meno con la stessa frequenza degli uffici.»

«Un po’ come i calciatori» commento Holland.

«Con una certa differenza nella retribuzione…»

Thorne penso che il sorriso che la donna rivolse a Holland era completamente diverso da quello che aveva riservato a lui.

Si sposto sulla sedia, facendo si che lo sguardo di Holland si staccasse da Joanne Lesser per indirizzarsi su di lui.

Era ora di andare.

«Va bene, allora. Grazie di tutto…»

«Perche vi state dando tanta pena per trovarli?»

Holland ripose il taccuino. «Mi dispiace, non possiamo…»

«Sono stati dati in affido dopo la morte dei genitori» intervenne Thorne. Tanto, che importanza aveva ormai? «Il padre ha ucciso la madre e poi si e suicidato. Sono stati i bambini a trovare i cadaveri.» La donna lo fissava a bocca aperta. «E pensiamo che quegli eventi siano connessi con una serie di delitti su cui stiamo indagando ora.»

«Una serie?» disse Joanne Lesser, come se si trattasse di una parola magica.

«Gia.»

«E Mark e Sarah Foley c’entrano qualcosa?»

Thorne si accorse dal rossore alla base del collo e dalla voce piu acuta di Joanne Lesser che la storia l’aveva eccitata.

Allora si alzo e si infilo la giacca di pelle. «Ascolti, Joanne, manderemo qualcuno a Chelmsford in cerca di quei documenti. Le saremmo davvero grati se potesse dare a quella persona tutto l’aiuto possibile.»

Lei spinse indietro la sedia e si alzo a propria volta. «Non c’e bisogno che mandiate nessuno. Me ne occupero io. E vero, ho parecchio da fare qui, ma trovero il tempo.» Il rossore cominciava a salire lungo il collo. «E credo che faro prima da sola. Voglio dire, senza nessuno tra i piedi…»

Thorne riflette un attimo su quella proposta. L’impresa sembrava cosi disperata che forse non valeva la pena di sprecare un agente. «Grazie» disse, alla fine.

Sulla porta, mentre Holland dava un biglietto da visita a Joanne Lesser e si annotava il suo numero di telefono, Thorne fisso i poster alla parete. Un’immagine catturo la sua attenzione: una bambina e un bambino, mano nella mano, con lo sguardo supplichevole. Erano piu piccoli di Mark e Sarah Foley all’epoca del fatto ed erano quasi certamente due modelli, ma Thorne non riusciva a staccare lo sguardo dai loro volti…

Si irrigidi sentendo sul braccio la mano della donna.

«E strano,» disse lei «come alcune persone possano sfuggirci cosi, vero?»

Thorne annui, pensando che alcune persone erano molto piu sfuggenti di altre.

Mentre tornavano in macchina verso il centro della cittadina, Holland non fece che parlare di Joanne Lesser. Secondo lui era il tipo di donna dall’apparenza tranquilla, che poi, una volta a casa, si infilava nella vasca da bagno e, mentre in una mano teneva un libro giallo pieno di dettagli raccapriccianti, con l’altra mano…

Thorne non gli prestava molta attenzione. Era come se avesse le orecchie imbottite di ovatta.

«Forse cercare di rintracciarli tramite le famiglie che li hanno avuti in affido e una perdita di tempo» disse Holland, a un certo punto. «Li troveremo in un altro modo.»

Thorne rispose con un grugnito. Probabilmente Holland aveva ragione, ma lui aveva contato su un risultato migliore.

Holland si diresse verso l’autostrada, uscendo dalla cittadina lungo la strada che seguiva il tracciato delle mura romane.

Passarono davanti all’antica porta della citta, attraverso la quale un giorno era entrato l’imperatore Claudio, in groppa a un elefante.

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