«Certo! Ma posso dirti fin d’ora che, prima del tramonto, saro abbastanza lontano. Cibo o no, bisogna essere pazzi per tornare la.»

«Non lo so,» disse la ragazza. «Dicono che le Guardie sono pazze, e si deve essere pazzi per essere Guardie. Io ci credo. Anch’io non tornerei la per tutto l’oro del mondo, ma le Guardie sono speciali. E il corpo militare piu addestrato dell’Ovest del mondo. Tutta la loro vita e dedicata al combattimento. Per loro non esiste altro… Io non lo capisco, e forse nessun altro puo capirlo… soltanto un’altra Guardia.»

Lo capirebbero i giocatori di calcio professionisti, penso Rudy, e forse anche i piu profondi conoscitori di arti marziali… Ricordo alcune cinture nere di karate che conosceva. Poi, ad alta voce, disse:

«Dio aiuta tutti, ed anche tutto cio che un simile gruppo di persone fa. Anche Ingold, che e con loro.»

«Oh…», mormoro la ragazza.

«Conosci Ingold?»

«Veramente no. Ma l’ho incontrato…», si acciglio un poco. «A dir la verita, ho un po’ paura di lui. Si dice che sia infido e pericoloso, e forse lo e, nonostante la sua aria cosi… cosi innocua. E naturale per un Mago… c’e anche chi dice che i Maghi siano gli agenti del Male.»

«Un agente del Male, Ingold?»

Rudy rimase di stucco a quelle parole. Non c’era una persona della quale avrebbe potuto fidarsi di piu.

«Forse hai ragione.» La giovane esito, continuando a giocherellare con la punta della sua treccia mentre Tir, dimenticando le chiavi, cercava di afferrarla. «La Chiesa pero ci insegna che il Diavolo e il Signore delle Illusioni, il Principe degli Specchi. E le illusioni sono i ferri del mestiere per i Maghi: barattano la loro anima per il Potere, quando decidono di recarsi a Quo per imparare. Il Consiglio dei Maghi inoltre non deve lealta a nessuno, e nessuno puo controllare cio che fanno o che possono fare.»

Questo e quello che crede il Vescovo, penso Rudy, e adesso riesco a comprendere il perche di quello sguardo cupo e spaventoso che rivolse a Ingold durante quel frettoloso Consiglio della notte scorsa. E sicuramente una cacciatrice di streghe…

La ragazza continuo.

«Naturalmente Ingold era anche amico e consigliere del… del Re…»

C’era un tono strano nella sua voce, e Rudy alzo velocemente il capo verso di lei mentre pensava che cosa legasse Re Eldor alla bambinaia di suo figlio.

«Ingold aveva i suoi scopi,» continuo ancora la ragazza con quel suo tono di voce sottile. «Se ha salvato Tir e stato per la sua memoria ereditaria, per i ricordi dei Re di Darwath, il bagaglio di conoscenze che potremo un giorno usare contro il Buio… Non l’ha fatto soltanto perche Tir era un bambino indifeso e in pericolo…»

I suoi occhi erano ora puntati sul bambino che in quel momento stava strofinando il viso contro la morbida pelle d’orso e, mentre pronunciava quell’ultima frase, la sua voce tremo.

E veramente affezionata al bambino e si preoccupa per lui, penso Rudy improvvisamente. Forse e perche le Regine non si occupano direttamente dei propri figli ed e stata lei probabilmente ad allevare il piccolo Principe. Lei non lo vede come erede al Trono, come il futuro Re di Darwath, ma soltanto come un bambino che ama, cosi come io voglio bene al mio fratellino piu piccolo…

Quest’idea fece immediatamente cambiare l’opinione che Rudy si stava facendo della ragazza.

«Credi veramente a tutte queste storie?», chiese con calma.

La ragazza non rispose ne lo guardo.

«Se ci pensi bene, non ha fatto altro che il suo lavoro. Se Ingold era un Mago consigliere, era suo compito fare simili cose… Penso che tu abbia torto nel giudicarlo male.»

Per un po’ lei rimase in silenzio e, tutt’intorno, il giardino sembro improvvisamente cadere in balia di una strana pace. Il sole era stato nascosto da un bianco velo di nuvole sopra le vette occidentali e l’ombra blu della villa metteva in risalto le crepe del pavimento della terrazza, avanzando come quella di una meridiana.

Osservando l’austero mosaico grigio e marrone del manto erboso del giardino che si andava coprendo di brina, Rudy avverti quel senso di pace che si andava impadronendo del suo spirito, e si senti imprigionare da quella bellezza semplice eppure mozzafiato. Era un silenzio fatto di pietre antiche e di lenta luce solare, qualcosa visto tanto tempo prima, come il ricordo perso di qualcosa che non fosse mai esistito… qualcosa come i riflessi di un tramonto sull’acqua cheta di qualche lago, un’acqua limpida che rimandava le immagini come fosse di cristallo. Ogni pallida pietra della terrazza, ogni filo d’erba, sembravano trasformarsi in quella atmosfera dorata quasi volessero preservare quella luminosita magica come fosse l’eco morente di una musica arcana.

Era un mondo che appena ieri era sconosciuto e che domani non avrebbe piu visto… ma, in quel momento, sembrava non avesse fatto altro che aspettarlo per riservargli quelle splendide, fatate immagini…

«Alde!»

Una voce acuta spezzo quella pace argentea, e la ragazza si giro rapidamente, spaventata quasi fosse stata un bambino colto con le mani nel vaso della marmellata.

La donna grassa, vestita di rosso, era in piedi sulla soglia, i pugni stretti sulle ampie anche e la faccia imporporata dalla rabbia e dall’indignazione.

Rudy si alzo in piedi di scatto non appena la donna si mise a urlare.

«Seduta sul pavimento freddo! Vi prenderete un malanno! E per giunta con la Piccola Maesta!» Quindi comincio ad agitarsi e brontolare come fosse una chioccia con il suo pulcino. «Porta subito dentro il bambino e rientra anche tu! L’aria si sta facendo gelida!»

Per quanto si agitasse come una forsennata e sprecasse tutta quella preoccupazione, Rudy si rese conto che il vero problema era costituito dalla sua presenza: Alde stava perdendo tempo a parlare con uno straniero invece di badare al bambino come avrebbe dovuto fare. La ragazza ammicco verso di lui e Rudy, galantemente, si inchino per piegare la pelle d’orso, consegnandogliela anche se sembrava pesare una tonnellata.

«Cosa pensa che voglia fare? Rapirlo?», chiese in un sussurro, appena la vecchia nurse rientro ancheggiando in casa, con il bambino tra le braccia.

Alde sorrise.

«E soltanto preoccupata», spiego, mentre raccoglieva le chiavi della motocicletta che erano cadute a terra, e le asciugava con un lembo della gonna mettendosele in tasca.

«Fa sempre cosi?», chiese Rudy. «Per un istante ho pensato che sarebbe venuta a sculacciarti.»

Il sorriso di Alde si fece piu caldo e la ragazza abbasso timidamente il capo.

«Medda pensa a Tir come ad un suo figlio. Nessuno si preoccupa piu di lei del Principe, forse neanche sua madre.»

Anche Rudy sorrise.

«Capisco. Mia zia Felicia fa lo stesso: a sentirla parlare con mia madre, non potresti credere che ha allevato sette figli da sola… ma glielo lasciamo fare.»

«Certamente non puoi cambiare delle dorme cosi», convenne Alda. «Dalla a me la stuoia. Posso portarla io. Medda sverrebbe se tu entrassi. Sa bene quali sono gli ordini della Casa di Bes… lascia pure, l’ho presa…»

Rimasero in silenzio, l’uno davanti all’altra, le braccia che si toccavano sotto la vecchia pelliccia rossa rosicchiata dalle tarme.

«Ti chiami Alde?», chiese Rudy.

La giovane annui.

«E il diminutivo di Minalde…», spiego. «Qualcuno mi ha detto il tuo. Se…»

«Alde!»

L’urlo di Medda giunse potente dall’interno della villa.

«Abbi cura di te,» sussurro Rudy. «E del bambino…»

Alde sorrise e abbasso il capo come a nascondere un sorriso.

«… Anche tu…»

Poi si giro, e corse verso le grandi porte con gli artigli della pelle d’orso che tintinnavano strisciando sul pavimento levigato.

Il cielo sulla testa di Rudy aveva da tempo perso il pallore del giorno. Il sole era gia sceso dietro le montagne, e il crepuscolo era apparso. Nonostante la bellezza dei colori e la pace di quel pomeriggio, Rudy non aveva intenzione di trascorrere un’altra notte su quel mondo. Oltretutto aveva una fame terribile, e la cosa piu difficile da trovare in quella citta era proprio il cibo.

Attraverso il giardino e si avvio verso il cancello arrugginito. La strada era quasi del tutto buia, anche se il

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