l’uno sull’altro come pecore impaurite alla presenza del lupo. Il fracasso martellante somigliava a quello del finale di un concerto rock, talmente assordante da impedire di udire una sola parola, mentre i visi illuminati dalla luce sanguigna delle torce si contorcevano in smorfie di disperazione e di terrore.

L’aria era diventata quasi irrespirabile, ed era piena di fumo e del sentore acre della paura.

Rudy si chiese se non fosse capitato in uno dei famosi incubi di Gil, ma sentiva troppo forti i morsi della fame per pensare di essere addormentato, ed inoltre, se si fosse veramente trattato di un sogno, aveva certamente cominciato a sognare dalla parte sbagliata, ancora prima di dormire.

Spero che non si tratti della fine del mondo, disse tra se il ragazzo. Non avrei mai creduto che fosse cosi rumorosa…

Simile ad un Principe delle Tenebre, Alwir se ne stava in piedi al centro del locale; il sangue gli colava da una ferita sulla guancia e solcava di rosso il suo viso accaldato. Una mano stringeva spasmodicamente il pomo della spada e l’altra gesticolava in aria, mentre parlava con il Comandante Janus e con il Vescovo Govannin, anch’essa appoggiata alla sua lama, le maniche rimboccate a cercare un po’ di refrigerio.

Sotto i segni evidenti della battaglia, quel viso scheletrico era calmo, e Rudy riflette sul fatto che tutti in citta sembravano saper maneggiare una spada tranne lui.

Alwir suggeri qualcosa, ma il Vescovo scosse il capo in un secco gesto di rifiuto. Il Cancelliere reagi con un gesto furioso che non sfuggi a nessuno nella stanza.

Rudy ebbe la brutta sensazione di sapere quale fosse il problema: la casa era certamente indifendibile!

Era ovvio. Erano stati trascinati in quel posto quando le difese intorno alla piazza si erano sgretolate sotto l’attacco dell’Oscurita che, come una densa nebbia, aveva coperto la luce dei falo. In quel momento Rudy era riuscito a rimanere in piedi tra le file di uomini armati, stringendo goffamente l’elsa di una spada che qualcuno gli aveva messo tra le mani. Poi era stato spinto indietro, oltre il bagliore fumoso di una dozzina di falo sferzati dal vento insieme ad una folla urlante, civili indifesi che, agghiacciati, si affollavano nella piazza in cerca di una protezione, fissando terrorizzati i movimenti indistinti oltre la cortina di fiamme.

Infine l’Oscurita aveva iniziato ad avvicinarsi, e la traccia mutevole di quei corpi nebulosi era diventata sempre piu nitida.

Rudy aveva visto i falo diventare pallidi e fiacchi… quindi era stato coinvolto nella fuga cieca e precipitosa verso un luogo qualsiasi dove nascondersi, un muro, un riparo contro quell’incubo travolgente.

Era stato uno dei fortunati: la piazza e le strade intorno invece traboccavano dei corpi smembrati degli altri…

L’ironia del caso, penso Rudy guardandosi intorno nella confusione dantesca che regnava dappertutto, aveva voluto che quel luogo dove si erano radunati, fosse difendibile quanto una gabbietta per canarini.

Non era niente piu che una residenza estiva, e non c’era bisogno di una laurea in architettura per capirlo. L’intero palazzo era progettato per far entrare luce, aria, e la brezza estiva. I colonnati si univano a gallerie aperte; graziosi archi a forma di trifoglio si aprivano su stanze dalle ampie finestre; le due scale che partivano dalla sala d’entrata sulla sua sinistra, finivano in una balconata collegata al resto della villa da grandi arcate. L’intera casa era inutile: come una tovaglia di pizzo in un uragano!

Se non fosse stato accecato dalla stanchezza ed in procinto di dover affrontare una sorte sconosciuta e terribile, Rudy si sarebbe messo a ridere.

Janus intanto si agitava proponendo un qualche suo piano di fuga, ma Alwir scosse la testa.

Da qui non usciremo di certo!, penso Rudy.

L’oscurita sembrava premere come un’entita incorporea contro le lunghe vetrate che coprivano una parete intera. Alcuni minuti prima, attraverso quei vetri era ancora possibile scorgere il riflesso rossastro e lontano dei falo. Adesso c’era solamente oscurita!

Lentamente, l’assordante brusio dei fuggitivi comincio a spegnersi: gli uomini e le donne si spingevano in silenzio nell’oscurita tenebrosa della sala d’entrata oltre l’arcata, come a cercare un posto sicuro dove nascondersi, ma facendo in modo di non lasciare entrare nessun altro.

Alwir punto il dito verso il basso, e Rudy penso che stesse indicando le cantine della Villa.

Il Vescovo gli chiese qualcosa, e gli occhi del Cancelliere brillarono di rabbia.

Prima ancora che riuscisse a rispondere, un fragore violento sali dalle profondita della casa facendo vibrare le pareti di pietra fin dalle fondamenta. Nel silenzio che segui, la voce di Janus arrivo distinta anche negli angoli piu lontani della sala: «Galleria Est,» disse brevemente.

Una donna inizio a mugolare, e la sua voce si alzo in una nota continua e stridula. A pochi passi da lui, Rudy scorse una giovane donna, piu o meno della sua stessa eta, che stringeva a se un gruppo di bambini piccoli che si afferravano alla sua gonna per cercare rifugio e coraggio. Un uomo grasso che impugnava un rastrello, saltellava nervosamente guardandosi attorno, quasi aspettasse che il Buio arrivasse trasportato dall’aria o da qualche regione sconosciuta.

La folla continuava a stringersi quasi quello fosse l’unico modo per poter sfuggire a quella terribile minaccia…

Le voci ripresero a salire in un crescendo di terrore incontrollabile ma, per fortuna, la voce di Alwir, addestrata alle battaglie, attraverso quel clamore con la forza di una mannaia.

«Con me! Possiamo difendere le sale…»

«Non torneremo piu nelle sale! Mai piu…», gli rispose una voce sconosciuta.

Rudy inciampo di nuovo, e lancio un’imprecazione mentre barcollava rischiando di tagliarsi in due una mano con la spada che continuava a reggere goffamente. Non gli interessava tanto sapere dove sarebbero andati a nascondersi, quanto essere certo che quel posto avesse delle pareti spesse ed una porta robusta.

La folla grido e, ondeggiando come una massa unica, si riverso dietro Alwir che si era diretto verso il passaggio sotto l’arco, nel punto piu lontano della sala.

Le torce erano state strappate via dalle pareti e la solita luce rossastra vorticava nell’ambiente rifrangendosi sulle pareti.

Qualcuno si spinse contro Rudy nella ressa, lottando contro il flusso di gente che si precipitava nella direzione opposta; il ragazzo afferro un braccio familiare.

«Dove diavolo credi di andare?»

I capelli di Minalde scendevano sciolti lungo la sua gonna bianca, sporca e consumata.

«Tir si e alzato», rispose la giovane. «Ho pensato che Medda volesse portarlo giu.»

Qualcuno li spinse ancora piu vicini. Nel biancore del suo viso, gli occhi spiccavano, luminosi e del colore dell’iris che le fiamme delle torce accentuavano.

«Non puoi andare la ora!», disse Rudy, aggiungendo, mentre la ragazza cercava di svincolarsi dalla sua stretta: «Se la porta e chiusa e c’e della luce nella sua stanza, quelle creature la eviteranno, ed il bambino riuscira a sopravvivere. Ci sono fin troppe prede qui sulle quali possono scagliarsi.»

«Sanno chi e…», sussurro Minalde con voce disperata. «E lui che stanno cercando, ed e lui che vogliono!»

Con un movimento rapido, si libero dalle mani di Rudy e corse via verso le scale, scivolando tra la folla come un’anguilla.

«Pazza! Ti farai ammazzare inutilmente…»

Rudy corse dietro di lei, anche se la sua altezza gli era d’impaccio e la folla cercava di trascinarlo con se.

Vide Alde fermarsi ai piedi delle scale ed afferrare una torcia dal supporto sul muro. Sgomitando e lottando furiosamente, raggiunse il posto pochi attimi dopo la ragazza, afferro un’altra torcia e la insegui nell’oscurita. La raggiunse sulle scale e le strinse un braccio con una violenza che neanche lui si aspettava.

«Lasciami andare.»

«Non lo faro,» le grido. «Ora ascoltami…»

Con un gesto furioso, la giovane gli spinse la torcia verso il volto e Rudy fu costretto a ritrarsi evitando per un pelo di cadere dalle scale. Minalde scappo ancora. Rudy la vide svanire come un bianco fantasma nella galleria ventosa, con la torcia che fluttuava nella sua scia come una bandiera di fiamma. La segui.

A dispetto del Buio, Minalde lascio aperta per lui la porta della stanza del bambino e il giovane non si fece pregare per varcarla, chiudendola poi dietro di se ansimando per lo sforzo e per la rabbia.

«Sei completamente pazza. Lo sai?», le grido. «Potevamo ammazzarci tutti e due. E non sapevi neanche se

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