Alde inciampo, e dovette aggrapparsi al suo braccio per non cadere. Fermandosi per sostenerla, Rudy avverti improvvisamente uno spostamento d’aria innaturale ed un odore che ormai gli era divenuto familiare.
Non si scorgeva niente nel corridoio davanti a lui, e le pareti sembrarono restringersi in un rettangolo d’oscurita che la luce della torcia non riusciva a penetrare, un’oscurita agitata dal vento, che quasi pareva attenderli.
Il vento divenne piu forte e piego la fiamma della torcia; Rudy divenne improvvisamente consapevole del buio che riempiva il passaggio alle loro spalle e che li lasciava ancora una volta completamente indifesi. Forse furono i suoi nervi tesi fino allo spasimo, o lo sforzo di conservare un minimo di lucidita in quegli attimi tremendi, in quelle lunghe ore d’incubo, ma credette di scorgere un movimento davanti a loro.
Mezzo paralizzato, riusci pero a mormorare qualcosa.
«Non c’e via di uscita qui, Alde. Guarda se qualcuna di queste porte non e ben chiusa…»
Si mossero con circospezione, e Rudy non distolse mai lo sguardo dalle ombre. Dal tremolio della torcia alle sue spalle, capi che la ragazza lo seguiva controllando una porta dopo l’altra. Quel bagliore gli sembro pero misera cosa rispetto al peso schiacciante del buio, poi, d’improvviso, senti Alde sussurrare:
«Questa e soltanto sbarrata, non e sigillata.
Allora torno piano indietro fino a raggiungerla.
La porta era in cima a tre gradini logori, stretta ed invalicabile, con i pesanti cardini ed i massicci chiavistelli profondamente incassati nella roccia. Rudy porse la sua torcia ad Alde e si accosto alla segreta.
Con la sua spada comincio a tagliare il filo che stringeva ai cardini i pesanti listelli di piombo. Il metallo era vecchio e consumato, e stridette una acuta e rugginosa protesta quando cerco di tirare indietro il chiavistello, mentre i cardini scricchiolavano quando tento di aprirla quel tanto bastante ad entrare.
Da quello che riusciva a scorgere alla luce della fiaccola, il luogo era vuoto, poco piu di un buco rotondo con una minuscola nicchia nella parete piu lontana, ed una piccola pila di paglia sulla quale giacevano poche ossa polverose e spolpate. L’aria era pesante, ed il tanfo di chiuso lo disgusto mentre entrava cautamente spalancando gli occhi per sondare l’intensa oscurita della cella.
Anche se si era preparato a qualche sorpresa, l’attacco che lo colpi dall’oscurita fu troppo veloce per riuscire a sentire almeno un rumore: tra un battito e l’altro del suo cuore venne sollevato per la gola, ed un colpo potente lo scaglio contro il muro mozzandogli il respiro.
Colpi la parete di pietra con la testa, e il suo grido
«Non muoverti…»
Era una voce conosciuta… Rudy chiese in un sussurro:
«Ingold?»
Il braccio che lo strangolava allento la presa sulla sua trachea. Il giovane non riusciva a vedere nulla nell’oscurita, ma il tessuto che sfioro con la mano gli era familiare.
Degluti, cercando di riprendere fiato.
«Cosa ci fai qui, amico?»
Lo Stregone sbuffo.
«A rischio di dire qualche stupidaggine, posso affermare che sto cercando di demolire la prigione che i tuoi amici hanno inutilmente eretto. Gil e con te?»
«Gil?» Rudy non riusci a ricordare sul momento quando avesse visto per l’ultima volta la sua compagna di disavventure. «No… io… Gesu, Ingold…» La sua voce si ruppe e il giovane si senti improvvisamente perso e solo.
Un bagliore luminoso si profilo nell’arco scuro dell’entrata mentre le ombre si agitavano sulle robuste pareti della cella. Minalde oltrepasso la porta e si fermo, mentre i suoi occhi si spalancavano per la sorpresa nello scorgere lo Stregone. La ragazza abbasso lo sguardo dopo un attimo, ed un muto rossore le scaldo il viso. Si agito come volesse scappare di nuovo nel corridoio anche se non poteva farlo; nella sua confusione, si guardo intorno per cercare le torce e gettarle via.
Rudy stava ancora cercando di riprendersi da quella sorpresa, quando il Mago attraverso la stanza e si avvicino a Minalde togliendole gentilmente una delle fiaccole di mano.
«Ragazza mia», le disse dolcemente, «un gentiluomo non ricorda mai cosa una signora puo dirgli in un momento di rabbia. Considera pure dimenticato tutto.»
Le parole dello Stregone non fecero altro che aumentare il rossore di Minalde; lei cerco di allontanarsi, ma Ingold la strinse leggermente per un braccio e scosto la scura ciocca di capelli che nascondeva la figura del bambino silenzioso raccolto nello scialle della ragazza. Gli accarezzo teneramente la testa e poi fisso di nuovo lo sguardo su Minalde. Non c’era alcun tono inquisitorio nella sua voce quando le disse:
«Cosi sono arrivati, alla fine.»
Lei annui, e le labbra di Ingold si strinsero sotto l’ispida barba arruffata. In quell’istante Minalde, come ricordandosi del pericolo che sovrastava tutti, si getto contro la porta cercando di richiuderla.
Ingold disse con fermezza:
«Non farlo!»
I suoi occhi si spostarono verso Rudy cercando una conferma a quell’ordine imperioso.
Ingold continuo.
«Se chiudi quella porta, rimarremo chiusi qui per sempre.» Indico la base di una piccola nicchia nel muro dalla quale sporgeva un teschio che li fissava tristemente tra le ombre. «Ci sono incantesimi gettati su questa segreta che io stesso stento a comprendere.»
«Ma la fuori ci sono i Guerrieri del Buio, Ingold!», sussurro Rudy. «Nella villa sono morte centinaia di persone, e forse migliaia sono i caduti nella piazza e nei boschi. Sono dovunque, come fantasmi… non c’e speranza per noi…»
«C’e sempre speranza,» replico Ingold. «I sigilli sulla porta di questa cella mi impedivano di uscire, ma ero certo che qualcuno sarebbe venuto prima o poi, e che lo avrei potuto sopraffare se fosse stato necessario. Qualcuno lo ha fatto…»
«Si, ma si e trattato di una…», Rudy cerco il termine migliore. «Una coincidenza!»
Gli occhi di Ingold scintillarono con una eco della loro vecchia ed indiavolata luce.
«Non verrai a dirmi che credi ancora nelle coincidenze, Rudy?» Afferro la spada. «Troverete un certo sigillo appeso ai chiavistelli della porta. Rimuovetelo e ficcatevi qua dentro. Vi chiudero quando saro uscito. Qui sarete al sicuro come non potreste essere in nessun altro posto di Karst, fino a che non vi mandero a chiamare, oppure ritornero. E una soluzione drastica», continuo vedendo gli occhi di Minalde spalancarsi per la paura, «ma almeno posso stare tranquillo sapendo che il Buio non verra qui. D’accordo?»
«Vuoi dire che, una volta chiusa quella porta, nessuno puo uscirne?», chiese ansiosamente Rudy guardando con la coda dell’occhio la ragazza e il teschio nella nicchia buia.
«Precisamente: la porta e del tutto invisibile dall’interno.»
Rudy sbircio il pesante battente e non gli sembro affatto straordinario. Quello che lo preoccupava veramente era l’oscurita del corridoio. La fioca luce della fiaccola delineava il ferro massiccio dei chiavistelli e rivelava la rozzezza delle antiche tavole di quercia impregnate di fumo.
Il vento che spirava dal corridoio fece ondeggiare vistosamente i sigilli di piombo appesi ai chiavistelli, quasi fossero dotati di vita propria. Rudy si accorse che, sebbene Ingold fosse in piedi accanto alla porta con la sua torcia alta in mano, non riusciva a sfiorare il battente.
«Presto,» disse il Mago. «Dovete decidervi: non abbiamo molto tempo.»
«Rudy…» la voce di Alde era incerta, ed i suoi occhi sembravano enormi alla luce della fiaccola. «Se sono veramente al sicuro qui dentro, al sicuro come in nessun altro posto di Karst, preferirei che tu andassi con Ingold. Se dovesse succedere qualcosa, mi sentirei meglio sapendo che almeno due persone conoscono questo posto, invece di una sola…»
Rudy cerco di capire cosa volesse dire la ragazza.
«Non avrai paura a restare qui da sola?»
«Non piu di quanta ne ho avuta fin’ora.»
«Prendi il sigillo allora,» disse Ingold, «ed andiamo.»
