sistemi con le altre Guardie. Il suo umore scherzoso pero, allontano la timidezza della ragazza, e diminui la punta di amarezza che aveva piantata nel cuore. Accanto c’era Seya, che la fisso in silenzio fino a che un rapido sorriso le attraverso il viso. Evidentemente era abituata ai burleschi corteggiamenti di Gnift.

«Cosa volete?», chiese Gil sorridendo anche lei. Si sentiva ancora intimidita, ma al tempo stesso provava una curiosa sensazione di sicurezza quasi fosse tornata a casa. In poco tempo aveva conosciuto sia il Falcone di Ghiaccio che Seya, ed ora anche Gnift l’aveva accettata senza condizioni. Raramente si era sentita cosi tranquilla, persino tra i suoi vecchi compagni di Universita.

Il riflesso lontano di un falo brillo sulla calvizie di Gnift, piu simile ad una tonsura; i capelli infatti scendevano folti fino al collo sui lati del suo viso. Sotto la sporgenza delle sopracciglia, i suoi occhi castani erano luminosi, vispi, sempre all’erta.

Gnift mormoro silenziosamente:

«Te!»

Con un gesto elegante mise in mostra il fagotto che aveva tenuto nascosto sotto il braccio fino a quel momento e lo porse alla ragazza.

Gil lo apri: c’era una stinta tunica nera, una camicia di cotone grezzo, dei calzoni, un soprabito ed una cintura con un pugnale.

Tutti quegli oggetti portavano ben impresso il bianco quadrifoglio delle Guardie…

CAPITOLO NONO

Nonostante la continua presenza dei membri delle varie compagnie militari che montavano la guardia nella citta per tutta la notte, non si udiva alcun rumore tra i vicoli e le strade, eccettuato quello pesante dello scrosciare della pioggia.

Dopo aver terminato di cenare — una magra razione di farinata e di formaggio — Gil si uni alle Guardie che dovevano compiere il primo turno nella Sala Municipale. I profughi si erano accalcati al riparo di quel grande spazio semivuoto e, quando la ragazza entro, si chinarono al suo passaggio come facevano per tutte le altre Guardie.

Rudy si accorse del cambiamento avvenuto nella sua compagna d’avventure quando piu tardi entro nell’oscurita fumosa della sala: rimase confuso, soprattutto perche la sua esperienza con le donne era, sebbene vasta, avvenuta in un ambiente dove poche erano le ragazze come Gil.

«Dicono che fai di tutto per evitare di andare in prima linea» le disse scherzando, mentre le si avvicinava.

Gil sorrise.

«Siamo tutti in prima linea», rispose con calma, «e, se devo andare la fuori, almeno ci andro con un’arma in mano.»

«Hai visto in che modo si addestrano?»

La voce di Rudy tremo un poco.

«Ne vale la pena per imparare qualcosa…»

Entrambi sapevano che non era quello il motivo che aveva spinto Gil ad accettare l’offerta di Gnift di entrare in quel Corpo scelto, ma a tutti e due sfuggivano le vere ragioni che l’avevano condotta a quel gesto.

Durante la prima parte della serata, la grande sala mostro qualche segno di vita, senza pero giungere agli scontri ed alle liti della sera precedente. Il massacro a Karst aveva piegato i bollenti spiriti dei sopravvissuti, ed ora erano tutti contenti di aver trovato quel rifugio perche non c’era piu alcun luogo verso il quale fuggire o dove nascondersi.

Rudy rimase sorpreso dal vedere quanta gente ancora affollasse la sala. Alcuni addirittura li riconobbe: c’era l’uomo grasso con il rastrello e la coppia di anziane prostitute con le quali aveva scambiato qualche battuta la notte prima, nei boschi. Piu in la, pote scorgere anche la nidiata di bambini imbaccuccati che sembravano aver assunto come loro custode una ragazza addormentata…

I dispersi che si erano nascosti nei boschi per tutto il giorno ora cominciavano ad affluire nella sala a piccoli gruppi; prima uno o due per volta, poi pian piano piu numerosi, insieme a quelli che, separati dalle loro famiglie, si erano rifugiati in altri edifici della citta. Seduto nel posto di Gil, accanto all’ingresso, vide entrare nella sala uomini stanchi e laceri, sia vecchi che giovani, e tutti si muovevano lentamente tra i piccoli gruppetti che si erano formati spontaneamente, trascinandosi dietro i loro miseri averi alla ricerca di qualche viso noto.

Furono molte le lacrime: qualche volta, ma raramente, accadeva che qualcuno incontrasse la persona cercata, ed allora vi erano ancora lacrime, domande ansiose, e risposte troppo spesso sconsolanti.

Ancora piu spesso chi stava cercando si allontanava frettolosamente. Un uomo robusto, sulla quarantina, coperto dai resti di una veste un tempo sicuramente splendida, cerco affannosamente per tutta la sala per piu di due ore, poi cadde a sedere, stremato, su una pila di utensili rotti e di stracci accanto alla porta, e li rimase a piangere come se il suo cuore si fosse spezzato.

Rudy rimase colpito da quelle scene, e senti pian piano il suo cuore diventare freddo ma, all’improvviso, dalle ombre della grande scala usci la Guardia dai capelli grigi, Seya, con il volto tirato e truce.

«Qualcuno di voi sa dove potrebbe essere Ingold?», chiese a mezza bocca. «C’e un uomo malato, ed abbiamo bisogno del suo aiuto.»

«Dovrebbe essere ancora nella posteria», rispose Gil.

«Andro io a cercarlo», disse Rudy.

Il ragazzo si allontano attraverso la piazza principale alla luce di una torcia che illuminava a sprazzi le lucide pozzanghere create dalla pioggia. La vecchia fontana faticava a smaltire quell’eccesso d’acqua e gia traboccava con un getto scuro da un lato. Il vento freddo sferzo le gambe di Rudy sotto l’orlo del mantello svolazzante ed ormai fradicio.

Neppure i Guerrieri del Buio, penso, oserebbero uscire con un tempo simile…

Un riflesso dorato lo condusse verso il cancello del posto di guardia. Qualcuno che era riuscito a rifugiarsi nelle vecchie stalle stava suonando uno strumento a corda e cantava:

«Il mio amore e come un mattino di primavera Un falcone veloce quando prende il volo. Ed io, una colomba, volero dietro di lui, per percorrere le vie del cielo estivo…»

Era una semplice canzone d’amore, piena di parole di speranza e ricche di un loro particolare calore, ma il tono era gonfio di malinconia e di una rabbia dolorosa. La voce del cantante venne pian piano sommersa dallo scroscio della pioggia…

Rudy entro nel rugginoso cancello e cerco a tastoni la via che conduceva all’infida scala, guidato soltanto dalla debole luce che proveniva dal basso.

Trovo Ingold seduto da solo nella sua stanza. Una sfera luminosa, dotata di una incandescenza scura e bluastra, gli pendeva sul capo mettendo in risalto gli angoli delle sopracciglia ed il naso, e gli appiattiva gli zigomi aguzzi. Davanti a lui, il cristallo giaceva sul davanzale della finestra, ed i suoi riflessi colorati lo circondavano di un anello fiammeggiante.

Silenzio e pace regnavano nella stanza. Per un attimo Rudy esito: non voleva disturbare la meditazione di Ingold. Osservando gli occhi del Mago, capi che in quel momento stava guardando nelle profondita del cuore del cristallo, un’immagine che per lui era luminosa e chiara come una fiamma limpida. Il giovane comprese che la sua intrusione avrebbe frantumato il silenzio profondo che rendeva possibile quella concentrazione. Cosi attese, e quell’assenza di rumore filtro fino al suo cuore pervadendolo di una pace simile a quella insondabile del sonno.

Dopo un po’, Ingold alzo la testa.

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