«Volevi me?»
La luce sopra di lui divenne piu intensa, illuminando con un alone argenteo i suoi capelli arruffati e la barba. L’alone quindi si ingrandi fino ad illuminare le forme oscure dei sacchi e dei barilotti, i giunchi, e la segatura che ricopriva il pavimento, raggiungendo la ragnatela di crepe sul soffitto e spegnendo le ombre che sparirono come misteriosi segni magici.
Rudy annui, rimpiangendo quell’istante di tranquillita.
«C’e un malato giu nella sala», disse a voce bassa. «Credo che sia grave, visto che mi hanno mandato a cercarti.»
Ingold sospiro e si alzo scuotendo il suo mantello.
«Lo temevo», disse.
Prese il cristallo, se lo infilo in tasca, poi si avvolse ben bene nel mantello, si alzo il cappuccio sulla testa, e si avvio verso la porta con la luce che lo seguiva.
«Ingold?»
Il Mago si fermo, alzando le sopracciglia con fare interrogativo.
Rudy esito, quasi considerasse sciocca la domanda che stava per fare, ma non riusci a trattenersi.
«Come fai a farlo?», chiese. Indico l’esile bagliore che circondava la figura del Mago. «Come riesci a creare questa luce?»
Il vecchio alzo la mano con il palmo aperto; lentamente, il bagliore luminoso aumento.
«Tu sai cos’e, e la fai venire,» rispose con la sua solita voce bassa, chiara e graffiante. Il chiarore nella sua mano si intensifico diventando sempre piu forte, fino al punto che Rudy dovette socchiudere gli occhi per continuare ad osservarla.
«Basta che tu ne conosca il vero nome e l’essenza», continuo il Mago. «Chiamarla poi e facile. E come raccogliere un fiore che cresca sull’altro lato di una staccionata.»
Contro l’accecante luminosita bianca si spostava un mare di ombre; Rudy osservo le dita di Ingold stringersi lentamente intorno a quella sorgente invisibile. Per un istante il raggio trapasso le sue falangi, poi si affievoli e scomparve.
Torno il bagliore diffuso di prima che devio verso la tromba delle scale precedendoli ad illuminare loro il cammino.
«Non c’e competizione tra voi a Quo?», chiese Rudy, accingendosi a scendere.
«E come hai detto: nessuna competizione!», rispose Ingold sorridendo.
Rudy, osservando il vecchio Mago, ricordo che era stato proprio quell’uomo a spiegargli il complesso ed affascinante meccanismo delle lingue, e lo rivide ancora mentre affrontava il Buio nelle Volte armato soltanto della luminosa fiamma del suo potere.
«Gli altri Maghi sono tutti come te?», chiese ancora.
Ingold sorrise di nuovo, ed il suo volto assomiglio a quello di un bambino cresciuto.
«No, grazie a Dio no. I Maghi appartengono ad una razza del tutto particolare, con determinante caratteristiche individuali. Siamo ottimi bardi e guerrieri, ma difficilmente ci assomigliamo.»
«E Lohiro, com’e?»
Rudy non riusciva ad immaginare l’uomo che Ingold chiamava Capo. Si chiese come mai quel vecchio dissidente e rissoso potesse andare d’accordo con colui che stava al di sopra di tutti gli altri Maghi di quel mondo.
«E una buona domanda», ammise Ingold senza smettere di sorridere per la curiosita fanciullesca di Rudy. «Chiunque lo abbia conosciuto ne ha riportato un’impressione diversa. Qualcuno dice che e come un drago per il suo coraggio, la sua astuzia, la sua audacia, e la sua capacita di valutare gli avvenimenti… e come un drago appare a quelli che incontra, fatto di luce e di fuoco. Spero che un giorno tu possa avere l’opportunita di valutarlo da te.»
I due si fermarono sulla soglia. Alle loro spalle c’era il rifugio delle Guardie seminascosto dalle violente folate di pioggia; davanti a loro, la fossetta di scolo della strada rumoreggiava per la corrente che vi si era formata, simile a quella della gora di un mulino. Il terreno della piazza era diventato una massa ribollente di fanghiglia.
«Ti piace quell’uomo?», chiese Rudy all’improvviso.
«Gli affiderei la mia stessa vita!», rispose Ingold con decisione. «E sono affezionato a lui quasi fosse mio padre…»
Dopo queste ultime parole, Ingold si giro e scomparve nelle ombre cupe della strada; Rudy lo vide allontanarsi — una figura curva e stanca — e si rese conto che lo Stregone gli aveva, forse per la prima volta, dato una risposta sincera sui suoi sentimenti personali.
La pioggia luccico ancora un attimo sul cappuccio dello Stregone prima che svanisse del tutto, quando passo sotto una finestra illuminata in fondo alla strada. La luce era fioca, forse si trattava del debole bagliore di una candela o di una piccola lampada. Lo sguardo di Rudy si punto su quei vetri e scorse una sagoma muoversi dietro le finestre.
Conosceva quella casa…
Dopo un momento d’esitazione si fece coraggio.
Si mosse dal riparo del cancello e corse lungo la via, buia sotto la pioggia.
Alde alzo il viso spaventata, udendo il picchiettare sulla porta aperta della camera. Poi lo riconobbe, ed i suoi occhi viola si illuminarono di piacere.
«Ciao.»
«Salve…», rispose impacciato Rudy, entrando nella stanza e cercando di evitare il disordine che vi regnava. Letto, sedie e pavimento erano cosparsi di vestiti, libri ed oggetti vari. Su un paio di pettini rilucevano due grandi rubini rosso scuro e, accanto a loro, vi era un paio di guanti bianchi. Minalde aveva indosso la veste bianca che portava il giorno del suo incontro con Rudy. Evidentemente doveva essere uno dei suoi abiti preferiti, come un vecchio paio di comodi
«Sono venuto a vedere se avevi bisogno di aiuto per sistemare le tue cose.»
«E molto gentile da parte tua,» sorrise Minalde, «ma non ho bisogno di aiuto: piuttosto mi servirebbe un cervello di riserva per riuscire a mettere ordine in questo caos…»
Gesticolo eloquentemente verso la confusione che la circondava.
Ci fu un calpestio di scarpe dai tacchi pesanti alle sue spalle, e la donna bassa e massiccia che Rudy aveva incontrato sulla terrazza —
«Questo e tutto quello che ho potuto trovare, Maesta, e possa essere maledetta se non riusciro a stipare tutto in un carro. Tutto, compreso il baule del mio Signore Alwir!»
«Bene Medda.» Alde sorrise, raccogliendo i sacchi. «E gia un miracolo che tu sia riuscita a trovare questa roba. Grazie.»
La donna piu anziana sembro tranquillizzarsi.
«Questa casa e veramente simile ad un mattatoio, e per questo non sono riuscita a fare di piu. Soltanto non so come fara sua Maesta, obbligata a viaggiare in un carro con i soli vestiti che ha indosso e niente altro… Come riusciremo a raggiungere Renweth vive, non lo so proprio!»
«Ce la faremo!», rispose la ragazza. «Alwir ci guidera.»
Senza una parola ne un’altra occhiata a Rudy, Medda si allontano verso l’angolo della stanza dove inizio a piegare coperte e lenzuola chiudendole in uno dei sacchi. Alde intanto era tornata al suo bagaglio e prese in mano, per riporlo, un grande mantello di velluto rosso con qualche vistosa bruciatura che Rudy riconobbe come quello indossato quel pomeriggio da Alwir.
«La maggior parte di questa roba e di Alwir», disse la ragazza rivolgendosi a Rudy e scuotendo il capo a causa del gran mucchio di mantelli, uniformi e vestiti che ricopriva il letto. «Mi ha chiesto di aiutarlo a riordinare le sue cose, ma e difficile scegliere cosa prendere o cosa lasciare.»
Messo via il mantello, afferro una trapunta di seta ricamata con delle stelle dai colori cangianti. Rudy, abituato ad aiutare sua madre, si precipito in suo soccorso e ne ricevette un sorriso come ringraziamento.