un’immagine nebulosa che gli impediva di ricordare chiaramente cosa fosse stata… gli rimaneva soltanto l’impressione acuta e vivida del dominio e della forza del pensiero di Ingold sul suo, e la certezza chiara, per la prima volta in vita sua, di sapere cosa fosse!

Quello che non poteva sapere era che quella conoscenza gli sarebbe costata Minalde. Cosi ora non sapeva esattamente quanto avrebbe dovuto pagare per raggiungere il suo scopo… Ma, se la domanda e la risposta, non ha nessuna importanza saperlo o meno… La sua coscienza gli suggeriva di non abbandonare quella nuova strada: sarebbe stato tormentato per sempre dall’idea di aver avuto in pugno la sua vita e di essersela fatta sfuggire dalle dita. Non avrebbe gettato via tutto un’altra volta!

Il fuoco scoppietto; la legna sospiro appena, e si ruppe cadendo in una pioggia di scintille. Rudy afferro un grosso ramo e lo depose sul mucchio di braci provocando un’altra cascata di fiammelle che brillo sullo sfondo di un mucchio di neve. Si avvolse ancora piu nel suo mantello, poi guardo in direzione del campo. Aldila della luce del fuoco, riusci a scorgere una figura scura che si avvicinava, avvolta dalla testa ai piedi in una pelliccia. L’ombra dei suoi capelli si agito al vento e la luce del fuoco, quando si avvicino, riflette le ombre dorate dei suoi profondi occhi viola…

CAPITOLO DODICESIMO

«Stai calmo. Sgombra la tua mente. Non guardare altro che le fiamme.»

La dolcezza ipnotica della voce di Ingold riempi la mente di Rudy mentre fissava le fiamme del falo delle Guardie.

Il giovane cerco di allontanare i pensieri che si accalcavano alla soglia della sua mente, la fatica, il bisogno di dormire, e, non ultimo, il ricordo delle sagome che aveva creduto di scorgere in lontananza, forse Razziatori Bianchi…

Si concentro, con un grande sforzo di volonta, sul fuoco; tento di non vedere altro che quel groviglio di ramoscelli nel quale baluginava il rosseggiare della fiamma e da cui proveniva un forte calore.

Afferro con forza maggiore la matassa della sua mente: piu si sforzava di allontanare i pensieri molesti, piu questi tornavano ad affollarsi nella sua testa.

«Rilassati», disse Ingold dolcemente. «Non preoccuparti di cio che avverra. Fissa il fuoco e respira profondamente.»

Il Mago si giro un attimo per mormorare qualcosa ad una donna di mezza eta che era apparsa ai margini dell’accampamento delle Guardie con un bambino malato in braccio.

Rudy intanto cerco di obbedire ciecamente alle ultime istruzioni del suo mentore. La luce fredda e scura del giorno stava di nuovo svanendo dal cielo. Era l’ottavo giorno da quando erano partiti abbandonando Karst.

Non appena furono distribuite le scarne razioni, scoppiarono alterchi tra la gente riunita sulla strada.

In lontananza si udiva il picchiettio delle spade di legno delle Guardie che si esercitavano, e la voce stridula e sarcastica di Gnift che copriva di insulti i suoi esausti allievi.

Ancora piu lontano senti levarsi la dolce voce di Alde che cantava, ed i piccoli gridolini di gioia di Tir che si univa come poteva alla voce della madre.

Fu invaso da un sentimento mai provato prima: era un groviglio disperato di desiderio, di sollievo, di affetto, che lo distrasse dal suo problema principale.

Alzo gli occhi. Ingold era invecchiato e guardava attento nella bocca spalancata del bambino malato. Poi esamino con cura gli occhi e le orecchie. La madre aveva lo sguardo corrucciato e scostante che era possibile scorgere sul viso di molti dei profughi. Distolse lo sguardo cercando di non pensare che del suo bambino si stava occupando ora un vecchio Mago scomunicato, ma i suoi occhi tornarono ansiosi sul piccolo esprimendo un profondo timore.

Molti dei medici del Regno non erano Maghi, e ci si poteva fidare di loro. Adesso pero solo pochi di essi erano sopravvissuti alla venuta del Buio. Quei pochi che rimanevano e che si muovevano verso Sud con il convoglio, avevano troppo da fare in quanto erano occupati da mille malattie, dagli assideramenti, dalla fatica e dalla fame. La gente non era piu cosi pedante da non rivolgersi a un Mago come faceva una volta, in caso di bisogno.

Ingold si alzo e disse poche parole alla donna, continuando ad accarezzare i capelli neri ed arruffati del ragazzo. Non appena la madre si fu allontanata, si giro verso Rudy ed alzo le sopracciglia con fare interrogativo.

Rudy scosse le spalle senza sapere cosa dire.

«Cosa devo cercare?», chiese.

Ingold socchiuse gli occhi.

«Niente. Devi soltanto guardare il fuoco e vedere quali forme puo assumere.»

«Ho guardato», rispose Rudy con il tono della voce leggermente piu alto. «E tutto cio che sono riuscito a vedere, e stato il fuoco e niente altro!»

«Cosa ti aspettavi di vedere?», chiese ancora Ingold di rimando.

«Uh… cioe…» Rudy era consapevole di non aver scorto qualcosa che altrimenti avrebbe dovuto afferrare subito, ma non sapeva esattamente di cosa si trattasse. «Ogni notte ti fermi davanti ad un falo e fissi le fiamme. Sono certo che non stai soltanto guardando la legna che brucia.»

«No,» disse il Mago. «E, quando sarai anche tu un uomo di Potere con cinquant’anni di esperienza, vedrai anche piu di me. Intanto devi riuscire ad avvicinarti alle cose nella loro essenzialita. Solamente quando ci sarai riuscito, esse potranno parlarti e vivere con te…»

«Delle volte non riesco a capire…», disse Rudy piu tardi rivolgendosi ad Alde mentre la ragazza si allontanava dal carro per sedersi al caldo, vicino a lui, sotto il mantello. «Credo che dovrei capire tutto, ma non ci riesco. Non riesco neanche a capire piu le mie sensazioni… mi sento come se fossi stato lanciato in un oceano e stessi tentando di nuotare… solo che quel mare e talmente profondo… tanto che neanch’io riesco a capire dove possa arrivare…» Scosse la testa. «E pazzesco! Meno di un mese fa…»

Rudy tacque di colpo. Si scopri incapace di spiegare alla giovane Regina, cresciuta tra Re e Maghi, che soltanto poco tempo prima avrebbe riso in faccia a chiunque gli avesse parlato o avesse affermato di possedere quel Potere.

Alde gli si avvicino, e il suo alito era una nebbia bianca che si condensava leggera nell’aria gelida. La strada in quel punto si snodava attraverso profondi canyon, e la fila dei falo era a pochi passi da loro due e dal convoglio assopito. Intorno a loro si alzavano le ripide pareti delle montagne, e le vette, invisibili, erano nascoste allo sguardo da enormi contrafforti di granito scuro ricoperti da folte pinete. Per tutto il giorno Rudy era riuscito a intravedere le cime piu alte del Rampart Range delle Grandi Montagne Nevose che scalfivano le nuvole come denti seghettati. Quello che lo colpiva maggiormente era il senso di mistero che avvolgeva quelle montagne oscure che dominavano il sentiero sinuoso nascondendo cio che vi era dietro.

La voce di Alde risuono morbida e confortante.

«Sia che quell’acqua fosse profonda un milione di miglia o solo pochi piedi, tutto quello che puoi fare e soltanto mantenerti a galla. Per essere uno straniero, riesci a comportarti molto bene.»

E gli avvolse un braccio intorno alle spalle.

Rudy sorrise e ricambio l’abbraccio.

«Per essere uno straniero mi sto comportando in modo fantastico», rispose. Allungo un braccio e si mise a fissare un vecchio tatuaggio. Alde, incuriosita, si mise anche lei ad osservarlo.

«A cosa serve?», chiese.

Rudy ridacchio.

«A niente. Solo a pensare, a ricordare. Una ragazza che conoscevo mi prendeva sempre in giro per quel tatuaggio… E il mio nome su una bandiera che attraversa una fiamma… Diceva che me l’ero fatto fare in modo che non potessi mai scordare chi fossi, anche nel caso che me ne fossi dimenticato.»

«E hai veramente bisogno di ricordartene?»

Il giovane fisso la profonda notte amara e straniera che li circondava, poi i suoi occhi si alzarono ad incontrare le stelle, grandi e luminose. In lontananza i lupi ululavano, mentre intorno si diffondevano i profumi

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