delle rade erbe di montagna: arbusti, pini, ma anche roccia calda e acqua…
La lunga elsa della sua spada, abbandonata accanto alla sua mano destra, riflette la luminosita opaca della luce del fuoco, e cosi facevano anche le pesanti trecce della donna al suo fianco. Poteva quasi udire il battito del suo cuore come quello di un uccellino stretto tra le dita…
Ricordo per un attimo, quasi fosse il personaggio di qualche vecchia favola, il ragazzo californiano con la sua giacca sgargiante che dipingeva furgoni in uno sgangherato garage. L’unica cosa che avevano in comune, ora, era proprio quel tatuaggio…
«Si», disse piano. «Si, qualche volta.»
«Capisco cosa provi», mormoro Alde. «E qualche volta penso che dovrei ricordarmene piu spesso.»
«Ti riferisci», chiese Rudy, «al fatto di essere Regina di questa gente?»
Alde tacque, e il giovane temette di averla ferita con quella domanda. Guardando il suo volto profilato contro la cortina di fiamme, vide invece nei suoi occhi accendersi una luce sognante di nostalgia, memorie la cui bellezza allontanava il dolore.
«Era molto bello», disse la giovane. «Ricordo… delle danze, e la sala illuminata da migliaia di candele… il modo con cui quelle fiammelle brillavano insieme al movimento dei vestiti delle dame. C’era poi il profumo delle notti calde, delle piante di limone e delle spezie… Risalivo il fiume sulla Barca Reale, e le cascate del Palazzo erano circondate dalla luce come in uno scrigno d’oro che emergeva dall’oscurita… Allora aveva una casa, i miei giardini, la liberta di fare cio che volevo…»
Appoggio la testa sulla spalla di Rudy e le sue trecce soffici come raso rilucevano come ebano.
«Forse sarebbe stato lo stesso… chiunque avessi sposato,» continuo dolcemente. «Forse non tanto per il fatto di essere Regina, quanto perche sarei stata veramente me stessa.»
La sua voce divenne languida.
«Sono veramente una persona felice. Sai? Tutto cio che voglio e prendere la vita come viene, starmene tranquilla con piccole cose, piccole gioie. Non sono una testarda, un diavolo assetato di sangue…»
«Oh… Si che lo sei!», la canzono Rudy stringendola a se. La ragazza alzo lo sguardo fissandolo corrucciata. «Ti amo comunque. Forse ti amo proprio per questo. Non lo so. A volte penso che sia inutile cercare il perche di queste cose… Ti amo e basta!»
Minalde si strinse con maggior forza a lui e spinse il volto contro il petto di Rudy nascondendovelo. Dopo qualche istante, il giovane capi che lei stava piangendo.
«Hei…», esclamo, e l’afferro per le spalle scuotendola leggermente. «Lo sai che non puoi piangere mentre sei di guardia.» Il mantello scivolo appena, e Rudy le accarezzo la testa e le trecce con un gesto caldo e tranquillizzante. «Cosa c’e, Alde?»
«Niente…», sussurro lei, ed inizio ad asciugarsi gli occhi con il dorso della mano. «Nessuno pero mi aveva mai detto quello che mi hai detto tu… Mi dispiace. Non faro piu la ragazzina…»
Cerco a tentoni il mantello che era caduto, con il volto ancora gonfio per il pianto.
Rudy le afferro il mento e la costrinse a rialzarsi, poi le bacio teneramente la bocca. Le sue labbra avevano ancora il sapore salato delle lacrime.
«Non posso crederci…», mormoro.
Alde aspiro rumorosamente con il naso e si asciugo gli occhi con la manica in un gesto istintivo ed indifeso.
«E vero.»
Rudy mormoro a bassa voce:
«E cosa mi dici di Eldor?»
Gli occhi della ragazza si riempirono ancora di lacrime sulle quali ando a rifrangersi la luce del fuoco, leggera e brillante. Per un attimo pote soltanto guardarlo senza riuscire ad aprire bocca.
«Mi dispiace,» disse Rudy. Gli avvenimenti si erano succeduti con tanta velocita in quei pochi giorni, che tendeva a scordare da quanto poco tempo la Regina fosse stata scacciata dalla sua citta.
Lei sospiro e si rilasso, quasi si fosse liberata di una tensione tenuta nascosta troppo a lungo.
«No, non preoccuparti», disse. «Ho amato Eldor. E l’ho amato da quando ero bambina. Aveva una personalita che riusciva a trascinare con se tutti, un potere quasi magico a cui si univa una feroce vitalita, quasi una luce interiore. Lo notavi persino nelle cose piu semplici: riusciva a dare loro un significato che nessun altro avrebbe potuto rivelare od afferrare. Divenne Re quando io avevo dieci anni…»
A questo punto chino il capo, quasi si costringesse ad affrontare ricordi troppo pesanti da sopportare.
Senza dire niente, Rudy la strinse ancora tra le braccia e le pose il mantello sulla spalle per ripararla dall’aria fredda della notte. Tra le montagne scure che circondavano la strada, i lupi ululavano ancora. Era un coro stridulo e violento: la voce del branco lanciato in caccia, distante e debole nell’oscurita.
«Ricordo che ero sul balcone della mia casa a Gae il giorno della sua incoronazione.»
Il mormorio della sua voce era appena piu alto del fruscio dei pini accanto alla strada e dello schioppettio dei ciocchi di legno. Stava evidentemente rivivendo un suo personalissimo sogno…
«Era stato in esilio… sai: non godeva molto del favore di suo padre. Era un giorno caldo d’estate, e le grida che l’acclamavano erano cosi forti che si riusciva a sentire appena la musica della processione. Sembrava un Dio, un cavaliere splendente uscito da una favola, un Principe Reale capace di comandare alla luce ed all’oscurita… Poi venne a casa mia per discutere con Alwir o forse per andare a caccia con lui, ed io ne ero cosi intimorita che a malapena riuscii a rivolgergli qualche parola. Penso che, se me lo avesse chiesto, in quel momento mi sarei uccisa per lui.»
A Rudy sembro di vedere quella ragazzina magra e timida con gli occhi blu scuro e le trecce nere, vestita con gli abiti rossi di una figlia della Casa di Bes che si nascondeva dietro le tende del salone per guardare suo fratello, alto e affabile, in compagnia di quel Re misterioso e circondato di luce, che si stavano avvicinando. Fu appena consapevole di quanto stava esclamando ad alta voce.
«Ti sei innamorata di lui quel giorno!»
«Oh», rispose Alde con un sorrisino di scherno dipinto all’angolo della bocca. «Ero sempre innamorata in quei giorni. Per sei mesi presi una terribile cotta per Janus di Weg. Ma quella volta fu diverso. Si, l’ho sempre amato. Quando Alwir predispose le cose per il matrimonio, compresi pero che… che amare qualcuno alla follia non sempre significa essere ricambiati.»
Rudy ripete a mezza bocca:
«Mi dispiace…»
Voleva dirlo, ma capi che il fantasma del Re morto sarebbe stato per sempre suo rivale. Lei lo aveva amato tanto, e lui riusciva a capire quanto fosse stato terribile per quella ragazza vivere con quella ferita… un amore cosi forte non ricambiato…
Strinse in silenzio la sua mano e lo ringrazio.
«Era cosi distante», disse dopo qualche istante quando riusci a riprendere il controllo della voce. «Cosi freddo! Dopo che fummo sposati, lo vidi assai di rado. Non perche mi odiasse. Ne sono certa. Soltanto che, per tre settimane, credo che avesse dimenticato di avere una moglie. Ritornando con il pensiero a quei giorni, ritengo che avrei dovuto accorgermi subito di quanto quel suo splendore fosse impersonale, uguale per tutti… Ma ormai era troppo tardi… era comunque troppo tardi.» Alde alzo le spalle e quel gesto fu accompagnato da un netto tremolio della sua voce mentre tornava ad asciugarsi gli occhi. «La cosa peggiore di tutte e che, nonostante tutto, lo amo ancora!»
Non si attendeva una risposta. Cercava soltanto la vicinanza di Rudy, di un altro essere umano che le desse un po’ di calore, la sicurezza di non essere ancora una volta abbandonata.
Mentre la stringeva, il ragazzo si accorse che lei stava lottando ferocemente con se stessa per controllare i singhiozzi tentando di spingere nel profondo della memoria quella rabbia e quel dolore.
«Cosi e stato Alwir ad organizzare il tuo matrimonio?», chiese Rudy.
«Oh, si!», rispose lei. Questa volta la sua voce era esile, ma perfettamente chiara. «Alwir sapeva che io l’amavo. Ma non penso che sia stato questo il motivo della sua scelta. Voleva che la Casa di Bes si unisse alla Casa Reale. Cosi suo nipote sarebbe certamente stato Alto Re! Non penso che mi avrebbe forzato a farlo se ci fosse stata qualcun’altra. Ma non c’era… Alwir e fatto cosi… e un calcolatore. Era certo di diventare Cancelliere dopo il matrimonio. Le sue azioni celano sempre qualche motivo recondito…»
«Ma in tutto cio», continuo Alde, «e stato molto, molto buono con me. Sotto quella sua mania di eleganza