A Weiss sembro di percepire una punta di orgoglio paterno nella voce dell’uomo, ma continuo a osservare le pareti.
Harry Ridder aveva inciso qualcosa nel legno, per lo piu motivi e disegni, ma anche parole. Aveva intagliato con fatica le assi marce con spirali accanto a figure, figure sopra nomi. Ogni soggetto si inseriva perfettamente in quello precedente in modo da sfruttare ogni centimetro delle pareti, da coprire tutto lo spazio fra le cesoie e la falce e il rastrello, appesi ai loro ganci arrugginiti. Weiss giro lentamente su se stesso, con la testa piegata, e si rese conto che le pareti erano completamente decorate.
«Sembra quasi un lavoro artistico, vero?» disse la voce orgogliosa del vecchio dall’esterno.
Weiss non rispose. All’idea di quel ragazzo chiuso per ore in quel buco, il suo stomaco si stringeva e la nausea lo assaliva. Un disperato che copre ossessivamente tutto lo spazio disponibile per raccontare la sua storia, come se queste pareti fossero l’ultimo pezzo di carta rimasto al mondo. Era pura follia.
Weiss colse il rumore del traffico in lontananza. Chiuso li dentro, al buio, si rese bruscamente conto di quanta luce c’era fuori, quanta sana luce del giorno. Si piego di piu per avvicinarsi alle pareti, cercando di distinguere un disegno dall’altro, di separare le lettere dalle forme.
Scopri il volto di una donna dai capelli lunghi che si trasformavano in onde e le onde in un nome, «Julie Angel». Il nome poi diventava una foresta, una casa, un lupo che ululava alla luna. Gli occhi di Weiss seguirono il tracciato, mentre il sudore gli colava dalle tempie e il suono del suo stesso respiro gli rimbombava nelle orecchie. «Julie», trovo ancora quel nome; e poi anche «Angel», che diventava l’immagine di un vero angelo. Le ali dell’angelo si trasformavano in un complesso labirinto circolare in cui si annidavano altre parole: «Vita», «Speranza», «Morte». Non c’era un filo logico che Weiss riuscisse a cogliere.
Continuo a osservare e si soffermo su un punto in un angolo, dove il sole entrava attraverso un buco irregolare. Intorno al buco il legno era piu scuro, e le incisioni avevano preso uno sgradevole color marrone.
Il foro d’uscita, penso Weiss.
Harry Ridder si era fatto saltare le cervella proprio in quel capanno. In quel punto il proiettile, dopo aver attraversato la testa del ragazzo, aveva trapassato la parete di legno del capanno. E la macchia marrone, be’, era tutto cio che restava di Harry.
Ma c’era questo di strano: piu Weiss guardava, piu gli sembrava che il foro e la macchia che lo circondava fossero il centro di tutto il bizzarro ciclo murale, come se tutto cio che era stato inciso sulle assi all’intorno fosse pensato per condurre lo sguardo proprio in quel punto. Vi si avvicino in ginocchio, sul pavimento di terra battuta. Si chino per avvicinarsi ancora di piu. Passo le dita sui bordi scheggiati e si accorse che vi era incisa una parola. La senti sotto i polpastrelli: una sola parola perfettamente adattata ai contorni del legno scheggiato. Come se il giovane Harry avesse calcolato, nel momento in cui si era infilato il fucile in bocca, il punto in cui il proiettile sarebbe uscito dal suo cranio. Incredibile, penso Weiss. Socchiuse gli occhi, la vista ostacolata dal raggio di sole e dal pulviscolo.
La parola — il senso della parola — gli si chiari all’improvviso. Weiss fu scosso da un sussulto. Senti che gli mancava il respiro, senti il sangue defluire dal viso. Rimase a osservare quell’unica parola attraverso le palpebre socchiuse, per un momento lunghissimo. La lesse piu e piu volte.
SHADOWMAN.
15
Anche Sissy Truitt faceva parte della squadra di Weiss. Era una bionda dai lineamenti delicati, con una voce gentile e vellutata e miti occhi azzurro scuro. Una delle migliori investigatrici dell’Agenzia, soprattutto quando si trattava di interrogare le persone. Era cosi dannatamente persuasiva e materna, che tutti le confessavano qualsiasi segreto. Weiss, naturalmente, era pazzo di lei; se solo avesse potuto, l’avrebbe avvolta con il suo stesso corpo per proteggerla dalle intemperie. Un esempio estremo del suo atteggiamento pateticamente cavalieresco verso le donne in generale. Sissy era molto paziente con lui; lo gratificava con le sue risate argentine, i suoi sorrisi materni, i suoi affettuosi cenni del capo, come se il boss fosse un fedele sanbernardo che la seguiva ovunque per proteggerla. Era fatta cosi, era buona con tutti.
Il grande ufficio di Weiss, con le imponenti finestre sulla citta, l’enorme scrivania e l’altrettanto enorme proprietario, sembrava sempre intimidirla un po’ quando entrava, con quel suo fare mite e l’aspetto da scolaretta, tutto gonne a pieghe, cardigan e similia. Teneva la cartelletta del caso in corso stretta al petto con entrambe le braccia, come se fosse il libro di algebra e lei stesse per essere interrogata.
«Oh», disse lanciando un’occhiata a Weiss e correndo a sedersi sul bracciolo di una delle poltroncine per i clienti. «Che cosa ti e successo, Scott?»
Weiss in effetti aveva il viso pallido e tirato per la mancanza di sonno.
Sissy poso la cartelletta in grembo. «Sai chi era Moncrieff, vero?»
«Certo. Un piccolo contrabbandiere e un ruffiano, uno a cui piaceva indossare maglioni a dolcevita e parlare di arte come se ne capisse qualcosa.»
«Qualcosa ne capiva, perche parte del suo commercio illegale riguardava proprio quel settore; era un collezionista. Poi si occupava anche di donne, armi, cocaina. Faceva da mediatore in tutti questi campi. E doveva essere piuttosto bravo: viveva in una specie di castello, in Presidio Terrace.»
«Pero, si trattava bene l’amico. Credi che facciamo il lavoro sbagliato?»
«Non scherzare», disse Sissy con la sua dolce risata.
«Mi ricordo che una volta e stato pizzicato dai federali. Contraffazione di valuta, vero?»
«Si, erano risaliti a lui a causa di una partita di denaro falso. Si e fatto un anno di galera.»
«Bene!» disse Weiss. «Quindi il giovane Harry Ridder era il giardiniere di questo bel tipo. E…?»
Le strette spalle di Sissy si alzarono sotto il cardigan. «E niente. Non ho trovato niente su Ridder. Nessuno sembra averlo mai notato, se non per il fatto che il giardino era curato e in ordine. L’ho trovato citato solo nel rapporto del coroner, perche Ridder era presente quando Moncrieff e morto.»
«E morto in casa?»
«Si, una malattia del fegato.»
«AIDS?»
«Non credo; per lo meno, dal rapporto non risulta.»
Weiss si fermo un attimo a pensare. «Chi altri era presente quando Moncrieff e morto?»
«Il suo avvocato, Peter Crouch.»
«Ah, lo conosco, Crouch. Il classico difensore di pesci piccoli. So che ha chiuso bottega un po’ di tempo fa e si e ritirato in qualche baita da pensionato.»
«Si, l’ho cercato senza successo. Nessuno ne sa piu niente da mesi e nessuno sembra particolarmente preoccupato per questo.»
«Certo, chi vuoi che se ne occupi di Crouch. Quindi, Moncrieff e morto in presenza del suo legale e del giardiniere. Nessun altro? Nessuno di nome Whip, per caso?»
«No, nessun Whip, ma una donna che il coroner definisce ‘badante fissa’.»
«Intendi dire un’infermiera?»
«Non un’infermiera diplomata, almeno a quel che risulta.»
«Ha un nome questa donna?»
«Julie Wyant, che e piu o meno tutto quello che la gente sembra sapere di lei.»
Weiss ricordo le parole incise nel capanno dove Ridder si era ucciso: «Julie Angel». Ripete il nome a voce alta: «Julie Wyant. E dove si trova adesso?»
«Questo e il punto», disse Sissy Truitt. «Anche lei e scomparsa.»
Weiss alzo la sua grande mano. «Scomparsa, nel senso di…?»
«Scomparsa, morta, insomma», replico Sissy a bassa voce. «Suicidio, pare. Circa tre mesi fa hanno trovato la sua macchina abbandonata nel parcheggio di Vista Point. La polizia pensa che sia andata a piedi sul ponte e si