fitto di nubi. Non si era visto il tramonto: l’oscurita era scesa all’improvviso e le luci di Oakland, dall’altra parte della baia, si confondevano in una nebbia sempre piu fitta. Weiss le osservo pigramente. Il traffico era lento. Le auto lungo la superstrada davanti a lui emettevano rossi baluginii, poi tornavano scure per lampeggiare nuovamente a ogni colpo di freno.

Era il momento della giornata in cui il bevitore dice: «E ora». Gli sembrava quasi di sentire il sapore dello scotch in bocca, di percepirne il profumo nelle narici. La sua mente stava quasi implorando la sua porzione di tranquillita. Sarebbe stata sempre meglio di quest’agitazione, di questo ossessivo fantasticare: la scala, la porta chiusa, la ragazza dal viso angelico nell’aureola dei capelli rosso-dorati e cosi via. Oh, grazie di avermi salvato, grazie, grazie.

«Ma fammi il piacere», mormoro mentre guidava.

Avrebbe dovuto sentirsi meglio, adesso. Julie Wyant era riuscita a fuggire con la sua parrucca, e una nuova identita. Nessuno l’avrebbe piu trovata. L’unica persona che ne conosceva il segreto, Whip Pomeroy, era rinchiusa in un buco fuori dal mondo, sorvegliato da centinaia di guardie, dove era improbabile che l’inarrestabile Shadowman, come lo descrivevano i giornali, riuscisse ad arrivare. Percio Julie era salva, almeno per il momento; non c’era urgenza, ne scale, ne una porta sbarrata. Nemmeno i minuti contati. Perche quindi era cosi preoccupato?

I fari degli stop del fuoristrada davanti a lui si accesero e Weiss fu costretto a frenare. I clacson delle auto immobilizzate nel traffico sembravano oche starnazzanti. Weiss tamburellava sul volante, con impazienza.

Mio Dio, penso, chi era in fondo quella donna? Quella Julie Wyant? Era davvero speciale? Era davvero qualcuno? Non si sapeva neanche da dove venisse. Per quanto la polizia e lui stesso avessero cercato, non si era trovato niente: nessun passato, nessuna famiglia, nessuno che sapesse dove fosse stata prima di fare la sua comparsa fra le ragazze di Moncrieff. Era stata come un lampo di luce venuto dal nulla e ritornato al nulla senza lasciare traccia. Tranne un video che ne rimandava la figura ammiccante e una schiera di uomini innamorati. Ossessionati. Moncrieff… Shadowman.

Weiss si senti avvampare mentre ci pensava. Provava imbarazzo, vergogna. Lui non era diverso dagli altri, con i suoi sogni a occhi aperti, quel desiderio struggente e febbrile. Per non parlare della prostituta con la parrucca rossa. Se questa non era ossessione…

La colonna di auto riprese a muoversi e le luci degli stop si spensero in successione, come pedine del domino che cadevano una dopo l’altra. Poco piu avanti, dei lampeggianti ai lati della strada segnalavano la presenza della polizia. Due auto si erano tamponate. Ecco quindi l’incidente, la strozzatura, la coda. Weiss supero il punto e pote riprendere un’andatura normale, nel traffico che si andava diradando. Alla sua sinistra apparvero infine le incerte luci gialle della citta, velate dalla foschia. Sulle labbra aveva gia il gusto del primo sorso di scotch, ne percepiva gia il calore dentro di se. Era ora.

Ma proprio in quell’istante gli venne in mente una cosa. Gli venne in mente nel senso weissiano del termine, proprio come l’arrivo di una presenza separata all’interno dei suoi pensieri, la logica di un’altra personalita. Era questo il metodo di Weiss. I sentimenti, i percorsi emotivi delle persone venivano a lui spontaneamente, si insediavano nel suo profondo permettendogli di comprendere all’improvviso che cosa quelle persone avrebbero pensato, che cosa avrebbero fatto. Eppure non sapeva come e perche cio avvenisse.

Aveva pensato a Julie Wyant. Poi a Shadowman. E poi ancora a se stesso e… Ecco, era accaduto. Quella mente avvelenata, la logica di una mente avvelenata era dentro di lui. E con essa un tremendo furore — terrificante, corrosivo —, un furore che, come una seconda anima, imponeva la sua volonta su un uomo, finche ogni sua azione non era altro che una manifestazione di furore.

Era un pensiero pazzesco, spaventoso. Perche non era concepibile che una personalita come quella potesse provare amore. Si, Weiss aveva conosciuto picchiatori che trattavano bene la moglie, boss della mala tenerissimi con i figli, persino un serial killer gentilissimo con la vecchietta della porta accanto. In questi casi, pero, lo spirito violento e quello gentile erano due entita separate. Amavano chi volevano amare e uccidevano chi dovevano uccidere e non si trattava mai della stessa cosa.

Ma in un qualche modo, senza sapere come, mentre era seduto nell’auto, Weiss era entrato nell’animo di Shadowman e aveva compreso che li questa separazione non esisteva. La mente avvelenata che aveva ucciso i bambini a China Beach era la stessa che desiderava Julie Wyant, che la bramava. Pomeroy aveva frainteso: Shadowman non aveva prima picchiato Julie e poi implorato la ragazza di essere sua. Era stata un’unica cosa. Picchiarla era il suo modo di corteggiarla e dimostrarle il suo amore… Il suo amore altro non era che un atto distruttivo e la distruzione di Julie era il sommo atto d’amore. Era come se il Furore si fosse fatto persona per adorare qualcuno, come fosse stato l’Omicidio, o il diavolo stesso… Weiss sbuffo rendendosi conto di quanto fosse melodrammatico quel pensiero. Eppure era inquietante. Il diavolo innamorato… Come si sarebbe comportato il diavolo, nella sua prima notte di nozze? E che cosa non avrebbe fatto per reclamare la sua donna?

Weiss impreco. L’auto imbocco la rampa di uscita, scendendo verso la nebbia, ai piedi della citta. Sterzo con rabbia, facendo stridere gli pneumatici.

Prese Market Street, ma non in direzione del suo appartamento, e del bicchiere di scotch che tanto anelava. Era diretto verso l’ufficio, verso il computer e il telefono.

Perche, ora, finalmente, lentamente, cominciava a capire. Cominciava a capire cosa stava per succedere.

PARTE QUARTA

FIAMME DELL’INFERNO

48

Era buio ormai quando giunsero al luogo dell’esecuzione. Avevano guidato a lungo.

Chris Wannamaker, abbandonato sul sedile posteriore della BMW, solo allora stava iniziando a percepire il movimento dell’auto. Gli occhi si aprirono e si richiusero lentamente. Tutto il suo corpo grosso e muscoloso sembrava cascante, senza forza. Non riusciva a muovere la testa appoggiata contro il finestrino, e neanche a chiudere la mascella che penzolava aperta. Apri di nuovo lentamente gli occhi e vide che fuori era notte.

Flake era davanti, al volante, mentre Goldmunsen era dietro, al suo fianco, un braccio da gorilla appoggiato sulla pancia. All’estremita del braccio da gorilla c’era una mano da gorilla serrata su una pistola, una Glock, puntata nel vuoto. Quando Chris si mosse, Goldmunsen sorrise, come si fa quando qualcuno si sveglia. Poi sposto la mano con la Glock e la punto verso Chris.

Questi si mosse ancora e lascio sfuggire un lamento. La testa gli girava e aveva la sensazione che stesse per accadergli qualcosa di terribile. Voleva che quel tormento finisse, voleva chiudere gli occhi e ritrovarsi nel suo letto quando li avesse riaperti. Ci provo: nessun risultato. Era sempre in macchina e la macchina continuava a viaggiare, a macinare chilometri, avvolta nella notte.

Cerco di mettere a fuoco il paesaggio, ma non si vedeva molto. C’erano degli alberi e la strada tortuosa, qualche squarcio di cielo scuro fra i rami. Erano da qualche parte nella foresta, e lui cominciava ad avere paura, molta paura. In quel bosco gli sarebbe successo qualcosa di terribile. Doveva cercare di impedirlo. Doveva pur esserci qualcosa da fare in quel breve intervallo di tempo.

Ma il tempo a sua disposizione era terminato. Flake stava lasciando la strada e Chris senti lo sterrato sotto le ruote. Fu sballottato sul sedile e, ancora confuso, cerco di alzare la testa. Vide Flake che guidava. Vide che Goldmunsen, al suo fianco, gli sorrideva. E vide l’arma che teneva in mano.

«No», disse con la voce impastata. «Non…»

Improvvisamente si ricordo tutto: capi che stavano andando alla sua esecuzione, e il terrore gli fiacco ulteriormente le forze.

«No, no», balbetto. «Dovete…»

«Fermati qui, mi pare che vada bene», stava dicendo Goldmunsen a Flake.

«Fammi allontanare ancora un po’ dalla strada. Qualche poliziotto stronzo ci potrebbe vedere», replico

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