sull’orlo della poltrona, sulle spine come uno scolaro in difficolta.

Il volto di Weiss rimase imperturbabile.

«Mi e bastato vederla… sul lungomare. Ero a Malaga, circa un anno fa, ed ero seduto ai tavolini di un bar, a prendere un caffe. Lei e passata di la, era solo una povera ragazza del posto ma… molto bella; almeno, bella sicuramente, molto… non so. Come le ho detto, mi e bastato vederla e… mi sono alzato e l’ho seguita, sul lungomare. Ricordo che si e fermata lungo la strada, per una qualche commissione… per comprare della frutta. Si, della frutta. Io ero la, Weiss, fermo ad aspettare… e a guardarla. C’era qualcosa in lei, non so… non potevo smettere di seguirla. E sono arrivato fino alla sua umile dimora, ai limiti della citta.»

«La sua umile dimora.» Weiss soppeso le parole.

Ma il Topo non colse l’ironia. Continuo. «Si, proprio cosi. L’ho seguita nelle strade del quartiere vecchio, in quelle strade acciottolate solitarie e vuote, fra vecchi edifici spagnoli dall’aria cadente. Ed e stato come… Mi e venuto in mente che in un luogo simile fosse come se… potesse succedere qualsiasi cosa. Insomma, eravamo soli in quelle strade vuote, in un quartiere dove vengono commessi molti crimini. Nessuno se ne sarebbe stupito. E io la seguivo, appunto, in quelle strade, e ho cominciato ad avere questi pensieri. Non potevo farci niente.» Si lecco le labbra sottili, con lo sguardo fisso in un punto della stanza. Si stava eccitando, il suo stesso racconto rinnovava la sua eccitazione.

«Cosi… dopo un po’ siamo arrivati a casa sua e non c’era nessuno… nessuno neanche li, da nessuna parte. E lei ha aperto la porta e io… l’ho spinta… l’ho spinta dentro. Proprio cosi, dentro, e l’ho… l’ho afferrata. Lei mi supplicava; si, Weiss, e terribile a dirsi, ma mi supplicava, in ginocchio… con voce implorante… piangendo. Ed e a quel punto che mi ha detto…» Interruppe il racconto per leccarsi ancora le labbra e deglutire. Poi i suoi occhi si accesero. «Mi ha detto che non era mai stata con un uomo. Non aveva mai… lei sa cosa voglio dire, Weiss… prima di allora. Mai. Ma io non ascoltavo, non volevo ascoltare ne fermarmi. Ero come un… animale, senza alcun freno. Lei si e difesa, si, ha cercato di lottare con forza, ma poi… poi ha iniziato a lasciarsi andare; dopo un po’ non ha potuto farci niente, ha iniziato a lasciarsi andare. Lei sa come vanno queste cose, Weiss… siamo stati insieme…»

Weiss si schiari la gola. Aveva conosciuto ogni genere di individuo, ma questo lo stava disgustando.

«E stato meraviglioso… si, meraviglioso!» stava dicendo il Topo con un filo di voce.

«Perche non mi parla dell’uomo?» disse Weiss. «Quello che sta cercando di ucciderla.»

«Gia.» Spender sbatte le palpebre e parve tornare in se. Riporto lo sguardo sull’investigatore. «E stato solo… solo dopo che mi ha detto di avere un fratello. Mi ha detto di avere un fratello che viveva con lei.»

«Nella sua umile dimora.»

«Si. Ecco perche mi ha detto che dovevo allontanarmi in tutta fretta.»

Weiss annui con aria seria.

«Ed ecco… questo e tutto», disse Spender. «Voglio dire, non l’ho piu rivista. Ho lasciato Malaga il giorno dopo. Non ero molto orgoglioso di me, questo e certo… lasciarmi cosi sopraffare dalla passione. Mi sono limitato a… a cercare di dimenticare, e in un primo momento ci sono riuscito. Cosi e passato un anno senza che accadesse nulla. Poi… poi, qualche settimana fa, sono iniziate le telefonate. Di notte, a casa mia. Dapprima non rispondeva nessuno; sollevavo il ricevitore e nessuno rispondeva. Poi l’altro giorno — o, meglio, l’altra notte — c’era un uomo all’apparecchio. Mi ha detto, senza esitare: ‘Sto venendo a ucciderla, senor, perche lei ha disonorato mia sorella e tutta la mia famiglia’. Gli spagnoli sono fatti cosi, lei lo sa, Weiss, ci tengono molto all’onore della famiglia.»

Weiss appoggio il viso fra le mani. «E il bollente sangue latino», commento.

«Proprio cosi! Proprio cosi. E l’altra notte poi… non riesco neanche a parlarne. Mi sono svegliato senza motivo, intorno alle due. Davvero non so perche. Mi sono alzato e sono andato alla finestra… E lui era la; lui, lo spagnolo, un uomo dai tratti da spagnolo. Era sul marciapiede e guardava in su, verso la mia finestra… guardava verso di me. E quando mi ha visto, sa che cosa ha fatto? Ha estratto un coltello! Un grande, enorme coltello… che muoveva in questo modo, avanti e indietro sulla gola, come se volesse tagliarla. E mentre lo faceva mi fissava, signor Weiss. Fissava me, ne sono sicuro.»

Weiss aveva una faccia stupenda, perfetta per quel lavoro. La sua espressione da uomo vissuto e pieno di comprensione per le miserie umane risultava impenetrabile. Era sui cinquant’anni e aveva lineamenti marcati, pesanti, un po’ cadenti: occhi marrone scuro, con folte sopracciglia nere sopra e borse grigio scuro sotto; capelli brizzolati, che teneva incolti ma gli conferivano una certa autorita. Era alto, molto alto, quasi un metro e novanta, con le spalle larghe e il ventre prominente. A causa del suo passato da poliziotto — o forse nonostante questo — dava sempre l’impressione di incombere sul suo interlocutore con un’aria protettiva, e penso che, in alcune occasioni, fosse davvero cosi.

Lascio trascorrere qualche minuto, poi chiese: «Che cosa posso fare esattamente per lei, signor Spender?»

«Deve trovarlo!» sbotto il Topo. «Deve trovarlo e fermarlo. Deve farlo, signor Weiss. Mi segue… so che mi segue, e se lei non fa qualcosa, e in fretta, be’… a quest’ora, la prossima settimana, sono sicuro che saro morto.»

«Allora crede che si sia inventato tutto», dissi.

Weiss scoppio in una sonora risata. «Al cento per cento, te lo garantisco. Avrei dovuto chiamarti e farti suonare canzoni spagnole con la chitarra mentre parlava.» Sembro imitare il cliente. «La sua umile dimora! Ha dovuto allontanarsi in tutta fretta dalla sua umile dimora! Tutte stronzate.»

Io stavo in una specie di sgabuzzino in fondo al corridoio che partiva dall’ufficio di Weiss. In quello spazio ristretto in cui veniva smistata la corrispondenza dell’Agenzia si trovavano una fotocopiatrice, un fax, la mia scrivania… e il sottoscritto.

Weiss si spingeva spesso fin li, per fare una pausa, per pensare, per rilassarsi con le mani in tasca. Gli piaceva parlare con me dei vari casi, della sua vita. Non sono sicuro del perche lo facesse. Sapeva che volevo diventare uno scrittore e forse sperava che mi sarei ricordato dei suoi racconti e che li avrei trascritti, conservati, in un certo modo immortalati. O forse era gia sicuro che lo avrei fatto e quindi mi forniva la sua opinione, la sua interpretazione dei fatti. Ma poteva anche essere che mi considerasse cosi ingenuo e diverso da lui, cosi fuori dal suo mondo, da non prendermi sul serio. Forse pensava che confidarsi con me fosse come parlare al vento.

«Be’, ma non potrebbe averlo fatto davvero?» chiesi. Ero in piedi davanti alla fotocopiatrice e osservavo le pagine di una pratica che mi scorrevano davanti. «Insomma, non e possibile?»

«Quel tipo! Se quello ha violentato qualcuno, io sono il re di Romania; se e mai stato in Spagna…» Scosse il capo. «’Sto venendo a ucciderla, senor.’ Ma andiamo… tutte stronzate.»

«Quindi perche ha accettato il caso?»

Si strinse nelle spalle. «Voglio accertarmi che sia innocuo. Vive nel Sunset District con la madre, che cosa mi costa andare a parlarle? Per essere sicuro che non fara del male a nessuno, ne a se stesso. Chi lo sa? Potrei sbagliarmi. Forse tutto quello che ha detto e la pura verita. Forse un giorno scriverai un libro su questa faccenda. Il caso della vergine spagnola.»

La fotocopiatrice si fermo e iniziai a recuperare le pagine del documento. Attraverso la porta aperta, sentimmo le tre note che annunciavano l’arrivo di una e-mail sul suo computer.

«Dev’essere il rapporto di Bishop», dissi.

Weiss annui. Mentre tornava nel suo ufficio lo sentii mormorare: «’Iniziava a lasciarsi andare’… cazzo, se questo e vero, io sono il re di Romania.»

6

Weiss, qui tutto procede bene, ma lentamente. Chris Wannamaker mi sta mettendo alla prova sugli aerei, cosi siamo spesso insieme, in volo. Ma e molto chiuso e taciturno; non c’e modo di farlo parlare. Controlla anche la moglie in maniera ossessiva e non vuole vedermi intorno. Quando Kathleen e a casa, lui c’e sempre. Sono riuscito a scambiare con lei due parole sul lavoro… scorza dura, ma triste e sola, una donna maltrattata. Mi serve

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