del mare aperto al di la di essa. Tutti gli uomini a bordo dell’Avventura, eccetto Barbanera, stavano trattenendo il fiato poiche l’acqua era profonda a malapena piu di sei piedi, e la marea stava rifluendo. Diversi addirittura tirarono fuori dalle tasche delle monete e le scagliarono fuori bordo — il sole non aveva ancora superato la gibbosita dell’isola, e le monete caddero senza scintillare nell’acqua grigio-fumo.
Richards stava guardando a nord la corvetta che aveva parlato con loro. Rise piano. «Sono di nuovo arenati!» sussurro.
Sentendosi improvvisamente stanchissimo, Barbanera sfilo una delle pistole e disse, «Allentate le vele. Faremo una pausa per mollare una bordata a questi ragazzi.»
Richards ruoto su se stesso per fronteggiarlo. «Cosa? ma ora possiamo filarcela se…»
Barbanera sollevo la pistola e colpi Richards alla bocca con la canna. «Fai allentare le vele e tieni pronti i cannoni di tribordo, maledetto te!»
«Certo!» disse Richards con una voce che era quasi un singhiozzo, voltandosi per comunicare l’ordine. La maggior parte degli uomini rimasero a bocca aperta per la sorpresa, ma videro la pistola, ed essendo il ritiro di Hands ancora nella memoria di tutti obbedirono, e l’Avventura rallento, con le vele che fluttuavano flosce, e avanzo lentamente di fianco alla corvetta della marina.
«Fuoco ai cannoni di tribordo!» ruggi Barbanera, e l’Avventura ondeggio quando i cannoni spararono, ammorbando l’aria mattutina con nubi di fumo acre e facendo sparpagliare strepitando gli allarmati uccelli marini.
Il fumo ando alla deriva verso ovest, in direzione della laguna, e Barbanera scoppio a ridere nel vedere il vascello della Navy che rollava impotente, il sartiame ridotto a brandelli e la murata e le frisate a una rovina di legno frantumato.
«Spieghiamo le vele, adesso?» chiese con voce implorante Richards, adocchiando la riva di Ocracocke che si faceva sempre piu vicina con la marea che rifluiva.
Anche Barbanera stava guardando. «Si,» disse pensieroso, dopo un momento, poiche era troppo tardi.
Il vento capriccioso era calato, e sebbene i pirati si affollassero intorno a ogni iarda quadrata di vela come pescatori affamati che allargano le reti, l’Avventura andava alla deriva.
La corvetta a nord stava di nuovo galleggiando e gli uomini a bordo avevano tirato fuori i remi e stavano remando in direzione dell’Avventura.
Col piu gentile dei cigolii, l’Avventura s’incaglio.
«Sbrigatevi a ricaricare i cannoni di tribordo!» grido Barbanera. «Ragazzi,» aggiunse a un gruppo di pirati che stavano disperatamente gettando barili e catene oltre la murata, «lasciate perdere, non potete farla sollevare piu in fretta di quanto la marea la faccia abbassare! Pronti con le pistole e le sciabole.»
La corvetta della marina superstite si stava avvicinando con andatura regolare. «Non fate fuoco finche non lo diro io,» disse Barbanera.
«Giusto,» disse Richards, che aveva sfoderato la sua corta sciabola e stava lentamente roteandola a distanza di braccio in un esercizio di riscaldamento. Ora che non c’era piu speranza di evitare lo scontro, gran parte della sua ansieta era scomparsa. Sogghigno a Barbanera. «Spero che questo sia il pelo piu sottile per il quale tu ce l’abbia mai fatta.»
Il gigantesco pirata strinse brevemente la spalla di Richards. «Mai piu cosi sottile,» disse piano, «te lo prometto.»
La corvetta della Navy si trovava a solo un paio di dozzine di iarde di distanza ormai, e Barbanera poteva addirittura udire, al di sopra dei tonfi dei remi nei fori di alloggiamento, i grugniti dovuti allo sforzo dei rematori. Sapeva che il capitano della marina stava decidendo quando scaricare i suoi cannoni, e quando manco poco al completo allineamento, Barbanera grido, «Fuoco!»
Ancora una volta i cannoni di tribordo dell’Avventura tuonarono, sparando un proiettile di piccole dimensioni, simile a una falce fischiante, attraverso il ponte dell’altro vascello. I corpi, scagliati via, rotearono come rottami scalciati in uno spruzzo di schegge e sangue, e i pirati esultarono… ma Barbanera, in piedi sul bompresso dell’Avventura, vide il giovane ufficiale che guidava frettolosamente tutti i restanti marinai in grado di camminare sottocoperta.
«Ora le granate!» urlo Barbanera con impazienza, non appena l’ultimo dei marinai illesi della Navy fu scomparso nel boccaporto.
I pirati, allegramente, si diedero da fare ad accendere le micce che sporgevano dalle bottiglie riempite di proiettili e polvere, e, non appena il fuoco scoppiettante si avvicinava al collo della bottiglia, a lanciarle sul ponte del vascello della Navy. Con una serie intermittente di detonazioni le bottiglie esplosero, scagliando proiettili in ogni direzione, che fecero scempio dei cadaveri sul ponte e stroncarono tutti gli uomini della marina che erano stati feriti troppo gravemente per scendere sottocoperta.
«Sono tutti morti, tranne tre o quattro,» grido Barbanera, sfoderando la sciabola. «Abbordiamoli e facciamoli a pezzi!»
L’abbordaggio si rivelo facile, poiche la marea stava spingendo la corvetta della Navy verso di loro, e Barbanera fu in grado di superare con un balzo lo spazio che separava le due imbarcazioni e atterrare sul ponte rastrellato dalla bordata; nel medesimo istante la copertura del boccaporto fu spinta via e l’ufficiale che aveva il comando della corvetta della Navy, un tenente di vascello a giudicare dall’uniforme, si arrampico sul ponte. Barbanera scopri i denti in un ghigno che manifestava con tale chiarezza un avvenuto riconoscimento e un benvenuto che il tenente lancio effettivamente uno sguardo alle sue spalle per vedere quale vecchio amico il pirata avesse scorto.
Ma dietro di lui c’erano soltanto i suoi uomini che salivano sulla scaletta, i diciotto — degli iniziali trentacinque — che ancora potevano impugnare una spada o fare fuoco con una pistola. I pirati stavano saltando e arrampicandosi a bordo dietro al loro capo, e il tenente di vascello e i suoi uomini ebbero appena il tempo di sguainare gli stocchi prima che i pirati urlanti fossero loro addosso.
Durante i primi momenti il ponte fu un tumulto caotico di ululati feroci, lame che cozzavano, tonfi, fendenti, punteggiato da occasionali colpi di pistola, mentre i pirati usavano le loro pesanti sciabole corte per sfondare la fila degli uomini della Navy e poi voltarsi e ripiombare su di loro. Molti degli stocchi degli uomini della marina si spezzarono nel tentativo di parare le martellate di armi che causavano pressocche lo stesso danno se usate di piatto o di taglio. Il ponte divenne ben presto scivoloso per il sangue che zampillava da moncherini, pance lacerate e gole aperte, e l’aria che vibrava per le urla e il clangore aveva il tanfo dell’odore di ferro caldo del sangue fresco.
Ma gli uomini della Navy avevano continuato a cercare semplicemente di evitare i pesanti fendenti delle sciabole piuttosto che a pensare di opporre ad essi le loro fragili lame, e, dopo il primo paio brutale di minuti, i pirati ansimanti e sudati cominciarono a maneggiare le loro sbarre d’acciaio da dieci libbre con meno rapidita e forza, e gli stocchi leggeri furono in grado di dardeggiare intorno ai colpi lenti, e di trafiggere gole e occhi e toraci. Sebbene feriti in maniera meno spettacolare, i pirati caduti furono tanti quanti gli uomini della marina.
Barbanera si era trovato a combattere vicino all’albero, schiena contro schiena con uno dei suoi uomini, ma quando la punta di uno stocco roteo intorno alla sciabola discendente dell’altro pirata e si conficco con uno scatto nel suo cuore, e lui si affloscio all’istante sul ponte, Barbanera si allontano dall’albero e con la mano sinistra estrasse l’altra pistola.
Il tenente di vascello della Navy, in piedi di fronte a lui, estrasse la propria.
I due spari furono quasi simultanei, ma mentre la palla di Barbanera manco il bersaglio e ando a perdersi nelle secche, la palla del tenente si conficco nel ventre del pirata.
Barbanera vacillo all’indietro, ma un momento dopo emise un ruggito e balzo in avanti, facendo roteare la sciabola in un colpo di taglio che spezzo la lama dello stocco del tenente a un pollice dall’elsa. Barbanera sollevo di nuovo la sciabola per decapitare l’avversario… ma un altro uomo della Navy si porto alle sue spalle e, con un colpo che parti da sopra la testa come uno che voglia conficcare un paletto, abbatte la lama a forma di scure di una picca sulla spalla sinistra di Barbanera, mancando per poco l’orecchio. La clavicola si spezzo con uno schiocco udibile e il pirata venne scaraventato giu su un ginocchio. Lui sollevo la testa e poi, incredibilmente, raddrizzo le gambe poderose e si alzo, vacillando proprio mentre la picca ridiscendeva sibilando, cosicche essa gli trancio la fronte e la guancia invece di sfondargli il cranio.
Barbanera aveva lasciato cadere la pistola scarica, ma la mano destra buona stringeva ancora la sciabola, e lui la fece ruotare in un arco orizzontale che mando il corpo e la testa del picchiere a rimbalzare, separati, sul