La citta di Port-au-Prince si rivelo un reticolo di stradine disposte intorno a una piazza centrale. La piazza e la maggior parte delle strade erano lastricate di pietra bianca, sebbene intorno ai negozi e ai magazzini lungo il litorale il lastricato fosse quasi nascosto sotto centinaia — no, dovevano essere migliaia — di baccelli marroni e calpestati. Prima di entrare nella piazza affollata, Shandy raccolse uno dei baccelli e lo annuso. Era canna da zucchero, e lui realizzo che era quella la fonte di quel soffocante odore dolciastro e semifermentato che si mescolava nell’aria pomeridiana con i normali odori di pesce marcio e pietanze affumicate condivisi dai porti di mare di ogni dove. Getto via la cosa, domandandosi per un momento se proveniva dalle piantagioni degli Chandagnac.
La maggior parte delle persone che si aggiravano nella piazza erano nere e diverse volte mentre Shandy si faceva strada verso gli edifici dall’aspetto di uffici pubblici, all’altro lato, fu cortesemente salutato con un «Bon jou’, blanc.»
Diffidente verso qualsiasi genere di ufficiale delle forze dell’ordine — poiche era possibile che le autorita inglesi avessero parlato a quelle francesi di un certo John Chandagnac che aveva contribuito alla totale distruzione di una nave da guerra della Royal Navy meno di un mese prima — Shandy domando a un mercante dove poteva andare per porre delle domande circa atti notarili e titoli riguardanti una proprieta locale, e venne indirizzato a uno degli uffici del governo nella piazza.
L’interno dell’edificio appariva simile a un ufficio europeo — diversi bianchi erano indaffarati davanti ad alti scrittoi allineati lungo una parete e scrivevano su libri mastri — ma la brezza tropicale che faceva ondeggiare le tendine di pizzo nelle alte finestre rovino l’illusione, e il tintinnio dei pennini contro i calamai, e poi il suono stridulo dei pennini sulla carta, sembravano assurdi la come il grido di un pappagallo in Threadneedle Street.
Uno degli impiegati alzo la testa quando Shandy entro. «Si?»
«Buon giorno,» disse Shandy, cercando per la prima volta in due mesi di parlare in puro francese. «Ho una domanda da porre riguardo a, uh, alla proprieta Chandagnac…»
«Sei un altro dei dipendenti? Non c’e niente che possiamo fare per aiutarvi a recuperare i salari arretrati.»
«No, non sono un dipendente.» Shandy fece appello al suo miglior accento parigino. «Ho una domanda riguardo… al diritto alla casa e alla terra.»
«Ah, capisco, siete un altro creditore. Beh, per quanto ne so, e stato venduto tutto; ma naturalmente vorrete parlare con l’esecutore testamentario.»
«Esecutore?» Lo stomaco di Shandy gelo. «E… Sebastian Chandagnac e morto?»
«Non lo sapevate? Mi dispiace. Si, si e suicidato a una certa ora di mercoledi notte. Il suo…»
«Questo mercoledi scorso?» interruppe Shandy, lottando con se stesso per impedirsi di gridare. «Tre giorni fa?»
«Si. Il suo corpo e stato trovato giovedi mattina dalla governante.» L’impiegato si strinse nelle spalle. «Dissesto finanziario, pare. Dicono che era stato costretto a vendere tutto, e che gli restavano ancora molti debiti.»
La faccia di Shandy si intorpidi, come se lui avesse bevuto troppo. «Io… ho sentito dire che era uno… speculatore.»
«Esattamente,
«Questo esecutore. Dove posso trovarlo?»
«A quest’ora probabilmente sta bevendo un brandy sulla terrazza sotto Vigneron. E un uomo piccolo di statura, coi denti un po’ da coniglio. Si chiama Lapin, Georges Lapin.»
Shandy trovo Mr. Lapin davanti a un tavolo dal quale si poteva guardare dall’alto il porto affollato, e dal numero di piatti davanti a lui dedusse che evidentemente stava la da un bel po’.
L’omino sobbalzo con violenza quando lo vide, poi si scuso e accetto l’offerta di Shandy di pagargli un altro brandy.
«Se ho capito bene, siete l’esecutore del testamento di Chandagnac,» comincio Shandy quando ebbe sistemato una sedia per se e si fu seduto. «Uh, due brandy, per favore,» aggiunse al dispensiere che lo aveva seguito con un mezzo sospetto fino al tavolo di Lapin.
«Voi appartenete alla famiglia di Sebastian,» affermo Lapin, con decisione.
«…Si,» ammise Shandy.
«C’e rassomiglianza — per un istante ho pensato che foste lui.» Sospiro. «Si, sono io l’esecutore. Anche se capita che non ci sia niente da eseguire — eh? — e che tutto quello che sto facendo sia mostrare l’uno all’altro i vari creditori affinche possano scannarsi fra di loro. Sebastian si e tolto la vita senza che noi, che eravamo suoi amici, sospettassimo nulla.» Prese il suo brandy non appena il dispensiere lo ebbe appoggiato sul tavolo, e lo scolo in un sorso solo come per illustrare la sregolatezza di Sebastian Chandagnac.
«Ancora un altro per Mr. Lapin, per favore,» disse Shandy al dispensiere. Voltandosi verso Lapin, chiese, «Ed e morto? Con assoluta certezza?»
«Ho visto io stesso il corpo, M’sieur Chandagnac. Com’e strano chiamare cosi un’altra persona! Nessuno della sua famiglia e sopravvissuto qui, sapete. Si, ha innescato uno schioppo e lo ha caricato con tutto l’oro e i gioielli che gli erano rimasti.» Lapin tese le mani unite a coppa. «Non era certo una fortuna, ma come carica di proiettili era regale. E poi ha sollevato l’arma in modo che la canna a campana fosse a un piede di distanza dalla faccia, ha dato un ultimo sguardo, possiamo supporre, a cio che restava della sua fortuna, e poi si e sparato quella fortuna nel cervello! Ah, e stato poetico, in un certo senso. Anche se caotico, in senso pragmatico, e ovvio — la sua testa virtualmente intera e andata a finire nel giardino sotto la finestra della sua camera da letto. Povero Sebastian!… Sono certo che la gendarmeria locale se l’e svignata con la maggior parte delle sue… munizioni.»
Poi Shandy ricordo dove aveva sentito il nome Lapin — Skank aveva detto che quelli che facevano gli affari piu grossi coi pirati ad Haiti erano «Lapin e Shander-knack.»
«Suppongo di sapere perche hanno fatto in modo che sembrasse un suicidio,» disse Shandy, meditabondo.
«Vi chiedo scusa,» disse Lapin. «Sembrasse? Non c’era alcun dubbio…»
«No, no,» disse Shandy in fretta, «continuate pure a pensare quello. Certo non e mia intenzione dirvi qualcosa che non e necessario sappiate. Voi non correte alcun pericolo. Sono sicuro che non avete mai avuto a che fare coi,» si sporse in avanti e parlo piano sopra i brandy, «pirati.»
La faccia pienotta di Lapin divenne effettivamente pallida nella luce della sera. «Pirati?»
Shandy annui. «Un governatore inglese e stato mandato sull’Isola di New Providence, che e la base dei pirati. Adesso i pirati stanno uccidendo tutti i mercanti rispettabili che una volta facevano affari con loro… per non lasciare nessuno che possa,» Shandy ammicco, «testimoniare.» Shandy scoppio quasi a ridere all’idea dei pirati di New Providence che si dedicavano metodicamente a qualcosa, ma si costrinse a mantenere un’espressione triste.
Lapin inghiotti. «Uccidono i mercanti?»
«Esatto. I pirati stanno solo aspettando che i mercanti stabiliscano un contatto. Non appena uno dei vecchi clienti giunge loro a tiro, o accetta di venderli se lo avvicinano,» Shandy si strinse nelle spalle, «quell’uomo e morto come Sebastian.»
«Mon Dieu!» Lapin si alzo frettolosamente in piedi, rovesciando il brandy. Lancio un’occhiata impaurita verso il porto, come aspettandosi che i briganti si stessero riversando a terra proprio in quel momento. «E… piu tardi di quel che pensavo. E stato un piacere parlare con voi, M’sieur Chandagnac, ma temo di dovermi congedare.»
Shandy non si alzo, ma sollevo il bicchiere. «Alla vostra salute, Monsieur Lapin.»