«Dici che questa cosa ha una borsa piena di idrogeno,» riprese Cathay. «Come fa a sostenerla se galleggia nell’idrogeno?»

Lilo rise. «E una buona domanda. Me lo sono chiesto anch’io, e non sono ben sicura neanch’io. Penso di averla vista in uno dei primi stadi. Forse nasce in uno strato piu basso, si fa riempire il pallone di idrogeno e risale verso la luce del sole. Dopo avrebbe bisogno di un nuovo metodo per restare in aria. Li puo trovare tutta l’energia di cui ha bisogno. E un luogo violento.»

«E possibile che Giove abbia diverse biosfere,» disse Jasmine. «Forse si mescolano un po’, secondo l’ipotesi di Lilo che la sua creatura sia nata a un livello inferiore e salga verso l’alto. Ma sara difficile fare degli studi, specialmente sui livelli inferiori, dove probabilmente vivono i Gioviani.»

«Perche pensi che siano laggiu?»

«Be’, io… hai ragione. Potrebbero vivere negli strati superiori, ma e improbabile, credo, solo in base a un semplice calcolo statistico. Ci sono tanti strati che possono occupare. Le sonde che ho lanciato hanno individuato trentasette ambienti distinti, come le bucce di una cipolla. Alcuni di loro, in determinate condizioni climatiche, si mescolano, e cio aumenta ulteriormente le possibilita. Ma e difficile immaginare qualcosa che possa vivere in tutti quanti. In fondo, poco prima che le mie sonde interrompano le loro trasmissioni, c’e un nucleo di idrogeno metallico fuso. Non so se li possa viverci qualcosa, ma non scommetterei che sia impossibile vivere nello strato immediatamente superiore.»

«E in quello cosa c’e?»

«Idrogeno liquido, ma e caldo. Circa dodicimila gradi. Tre milioni di atmosfere di pressione. E non mi domandare che tipo di vita potrebbe esserci. Non sarebbe simile a niente di quello che ha studiato Lilo. Ma se gli Invasori e i Gioviani vivono in quella roba, i nostri tentativi sono inutili. Non si riuscirebbe mai a toccarli, credo.»

La conversazione stava disturbando Lilo. Il concetto di ricerca bellica le era nuovo; era qualcosa a cui non aveva mai pensato. Non e piacevole sapere che il tuo lavoro ha un solo fine: uccidere qualsiasi cosa tu riesca a scoprire.

9

Dopo aver finito di lavorare nel laboratorio ed essere stata un po’ nella fattoria, Lilo spesso andava in esplorazione con Cathay, Cass e Jasmine, o talvolta con uno solo di loro. Dopo circa un mese, pero, Jasmine comincio a perdere interesse per quei viaggi. Con i suoi centocinquant’anni era la piu vecchia del gruppo. Aveva avuto il figlio piu di un secolo prima, aveva scoperto che in fondo i bambini non le interessavano, e su Poseidone non ne aveva piu avuti.

La situazione fra i tre era diventata imbarazzante. Lilo si era trasferita da loro e per un po’ era andato tutto bene. Ma era diventato via via piu chiaro che Jasmine era piu attratta da Lilo che da Cathay. A Cathay dispiaceva ed era un po’ risentito nei confronti di Lilo. Jasmine parlava di sottoporsi a un cambiamento di sesso, il che disturbava ancora di piu Cathay che era un maschio convinto, senza nessun interesse per gli altri uomini. A Lilo, invece, piacevano tutti e due. Lei aveva una personalita stabilmente femminile, anche se non quanto l’aveva stabilmente maschile Cathay, ed era stata maschio solo per tre dei suoi cinquantasette anni. Jasmine apparteneva alla maggioranza senza preferenze.

Passavano i mesi. Jasmine si fece cambiare di sesso da Mari. Per un po’ sembro che potesse funzionare con tutti e tre insieme, ma alla fine Jasmine si allontano dalle loro vite. Lilo e Cathay andavano d’accordo, tranne che in un campo.

«Sei pazza. Di qui ce ne andremo solo quando lo vorra Tweed.»

«Non accadra mai.» Non voleva discutere, ma non riusciva a non sentirsi irritata per come lui accettava la prigionia. Lo guardo e vide se stessa dieci anni dopo.

«Hai ragione,» annui lui. «Non accadra mai. A meno che tu non creda che sia possibile trovare un modo per sconfiggere gli Invasori…»

«E non lo credo, non per…»

«… nel qual caso verremmo considerati degli eroi in tutto il sistema solare. Altrimenti uno di questi giorni finira il denaro e si stanchera del progetto.»

«E noi saremo eliminati.»

«Esatto. Non crederai certo che questa prospettiva mi piaccia. Ma che diavolo possiamo farci?»

«Possiamo dedicare tutte le nostre energie a cercar di fare qualcosa!»

«Bene, bene. Sono d’accordo. Cos’hai in mente?»

Lilo inghiotti la rabbia e si sforzo di ragionare con calma. Si arrivava sempre a questo: fammi una proposta concreta, dimmi il tuo piano. E tutte le volte che ne suggeriva uno, ancora approssimativo e molto ipotetico, qualcuno ci trovava un milione di difetti.

«Non ho niente di preciso,» ammise, di nuovo.

«Ah. Perche non ci pensi di piu?»

«Ma non trovero mai un piano se qualcuno non mi aiuta! Non capisci che arrendersi e il modo piu sicuro per restare per sempre qui? So che tutti i miei piani di fuga erano cattivi. Finora! Ma mi trovo sempre davanti a questo atteggiamento fatalistico. Anche con te! Questo continua a sorprendermi.» Si fermo, calmandosi. Non aveva avuto intenzione di urlare e adesso lui sembrava offeso. Lo abbraccio. Per un po’ non rispose, ma a poco a poco si ammorbidi.

Era bello stare con Cathay. Era un amante delicato, un uomo buono. Una persona di cui poteva fidarsi.

«Alcuni si stanno dando da fare per trovare il modo di fuggire,» disse lui. «Ma l’ultima che ho sentito, e che anche loro sono arrivati a un punto morto. Forse ti piacerebbe parlargli. C’era un piano per spostare questa maledetta luna. Ma e folle.»

«Chi sono? E tutto quello che desidero: parlare con qualcuno che vuole andarsene.»

«Lo stai facendo. Vogliamo andarcene tutti. Ma i soli che, per quanto ne so, stiano facendo qualcosa, sono Vejay e Niobe.»

Vejay si librava vicino al soffitto della propria stanza, appeso per un piede, e rovistava in una scatola piena di fogli. La stanza era zeppa, con tutte e sei le pareti coperte di mobili e scatole piene di carte.

«In realta il principio e semplice,» spiego. «E addirittura stato messo in pratica un paio di volte, nella cintura degli asteroidi. Ma non e economico.» Aveva trovato quello che cercava — un vecchio foglio di carta azzurra, ripiegato molte volte — e comincio ad aprirlo in aria. Lilo gli si porto accanto. Appena gli fu vicina arriccio il naso. Vejay non era molto popolare; su un pianeta civile avrebbe avuto continui problemi con la legge perche si dimenticava di fare il bagno.

Spesso Vejay si dimenticava anche di mangiare, e non faceva mai esercizi. Non prendeva le pillole energetiche, tanto che era tutto pelle e ossa, con una muscolatura appena sufficiente per permettergli di muoversi in uno stato di assenza di peso. Mari aveva detto a Lilo che era abbastanza sano, purche non fosse mai sottoposto alla gravita. Vejay credeva nel lavoro in condizioni ottimali, e su Poseidone cio voleva dire pesare trenta chili ed essere madidi di sudore.

Non avrebbe potuto esserci un contrasto maggiore fra Vejay e il terzo occupante della stanza. Niobe la Danzatrice era un esemplare fisico privo di difetti. Tutti i muscoli del suo corpo erano perfettamente disegnati e risaltavano in un alternarsi aggraziato di cavita e sporgenze sulle braccia, le gambe, la pancia e la schiena.

«E un buon propulsore spaziale,» stava dicendo Vejay. «Ma funziona soltanto con qualcosa di molto grande. Il solo buco peserebbe piu di qualsiasi astronave io conosca. Il buco e dall’altra parte, esattamente all’opposto di dove siamo ora. Sei mai stata a vederlo?»

«No. Ne avevo l’intenzione, ma non credevo che fosse davvero importante. Pero penso che adesso ci andro.»

«Dovresti farlo. E piuttosto notevole, per essere sulla superficie di Poseidone. Se ne venisse messo uno sulla Luna e se qualcosa andasse storto, sprofonderebbe sotto la superficie e in breve comincerebbe a orbitare sottoterra. E dopo poco, niente piu Luna.»

Lilo rabbrividi. A nessuno piacevano i buchi neri.

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