Sono davvero piccole.»

Lilo si sentiva male, ma non riusciva a distogliere lo sguardo da quelle creature. Dalla piccola grotta ne uscirono altre. Camminavano freneticamente sulle zampe posteriori, agitando le braccia snodate.

«E disgustoso,» disse Lilo. Stava per vomitare.

Cass fece una smorfia. «Si, capisco cosa vuoi dire. Me le hanno date quando ero piu piccolo e ora non so che farmene. Non posso semplicemente ucciderle; non mi sembrerebbe giusto.»

«Tweed vi lascia…»

«Ogni tanto possiamo ordinare qualcosa.»

«Queste arrivarono qualche anno fa dalla Luna. Le avevano tutti i ragazzi. Vorrei aver chiesto uova di gatto, invece.»

Adesso Lilo si sentiva confusa. Provava un senso di disorientamento, una crescente impressione di deja vu. Si sforzo di ricordare, ma inutilmente. Pero dentro di lei si era messo in moto qualcosa che non si sarebbe arrestato.

«Non possono vivere fuori dal vaso,» stava dicendo Cass. «Terra speciale, o qualcosa del genere; se li liberano possono diventare un flagello. Non credo che vivrebbero a lungo… ehi, stai bene?»

«Stai un momento zitto, per favore. Non dire nulla.» Continuo a fissare i minuscoli prigionieri. Era solo perche erano imprigionati? Non credeva che l’avrebbero turbata fino a quel punto. Non le era mai piaciuto vedere esseri in gabbia; proprio per questo aveva sempre evitato di lavorare con cavie vive. Ma anche cosi una reazione del genere non si giustificava.

Ando indietro nel tempo, di molti anni. Sapeva di aver gia guardato una bottiglia come quella, di aver visto una colonia di bambini di zucchero. Una volta… no, due. Era sicura che le era successo tre volte. Di stare cosi, a guardare…

La testa comincio a riempirlesi di numeri. Li vedeva come se fossero stati oggetti solidi, con dimensioni e massa. Comincio a ricordare.

«Ho aiutato a farle,» disse piano.

«Cosa?»

«Facevo parte dell’equipe di ricerca che mise a punto questa razza di formiche. E successo venticinque anni fa. Lavoravo per i Laboratori Biologici di Copernico. C’ero io, Theresa, Zaire e… e Yaokaha. Sul brevetto c’e anche il mio nome. Per un anno furono un grosso successo, si vendevano molto bene, e…» Si interruppe come se di colpo le fosse mancato il fiato. Cass aspettava in silenzio li accanto, con aria preoccupata.

«Era un grosso problema,» riprese lei come se stesse leggendo su un libro. «La base degli Anelli sarebbe finita male se avessi potuto dire a qualcuno dov’era, in caso d’interrogatorio. E tuttavia non potevo semplicemente abbandonarla li. Dovevo poterla ritrovare se, non fossi stata arrestata. Dovevo sapere e non sapere.»

«Di che cosa stai parlando?» chiese Cass. «Lilo, stai…»

«Suggestione ipnotica profonda,» disse, come se non l’avesse sentito. «Non sapevo cosa mi avrebbero fatto in prigione. Dovevo seppellirlo cosi profondamente da morire senza ricordarlo, senza addirittura sapere che lo sapevo. Non potevo fidarmi di. nessuno per attivare il meccanismo di richiamo, e tuttavia dovevo essere in grado di ricordare se non fossi stata arrestata. Cosi collegai lo stimolo di richiamo a qualcosa in cui mi sarei imbattuta piu o meno a caso. Ma non troppo spesso. Non poteva succedermi tutti i giorni, e neppure ogni settimana. E capitato tre volte in cinque anni. E ogni volta ho sepolto di nuovo il ricordo.»

«I bambini di zucchero ti hanno ricordato qualcosa?»

Guardo quelle creature. La scelta era stata giusta. Pietose cosine. Avevano cercato di uscire dalla bottiglia? Non poteva sapere che sarebbe sopravvissuta alla propria esecuzione, ed era stata pura fortuna incontrare i bambini di zucchero su Poseidone. Ma adesso sapeva.

«Lo so. So dov’e.»

10

Ormai da un mese circolavano voci a questo proposito: ci sarebbe finalmente stata un’esercitazione, una prova pratica di una delle armi utilizzabili in un’eventuale guerra contro gli Invasori. Quando senti dire di cosa si sarebbe trattato, Lilo non ci credette. Tweed non l’avrebbe certamente fatto.

Ma dopo poco la notizia divento ufficiale. Erano tutti preoccupati, ma nessuno sapeva come intervenire. Tweed voleva togliere il buco nero dall’altra faccia di Poseidone, farlo passare attraverso Giove e stare a vedere la reazione. Su Poseidone erano tutti d’accordo che se una reazione ci fosse stata, non sarebbe stato necessario trasmettere le notizie a Tweed. L’intero sistema solare l’avrebbe saputo immediatamente.

Lilo ne parlo con Niobe e Vejay, quindi trascorse ore e ore con Cass e Cathay. Avevano tutti paura. Quello che Lilo voleva decidere era come comportarsi. Cathay pensava che qualsiasi tentativo di arrestare il processo sarebbe stato un suicidio e diceva che la cosa migliore era sperare che gli Invasori ignorassero tutto. In fin dei conti Giove era uh pianeta grande. Poteva anche darsi che non fosse colpito nessuno.

Lilo la pensava in modo completamente diverso, e con lei Niobe, Vejay e Cass.

«Sai cosa credo?» esclamo Lilo. «Credo che non si sia mai presentata un’occasione migliore per cercare di impadronirsi di Poseidone.»

Aspetto che la reazione a queste parole si placasse. Respirava con forza, e intendeva far valere le proprie ragioni. Se fosse riuscita a convincerli, forse avrebbe convinto anche se stessa. Non voleva morire, e la sua proposta sembrava pericolosa, anche a lei.

«Voglio dire questo: qual e il momento migliore per rischiare se non quando l’alternativa e altrettanto brutta? Io sono disposta a farlo. Voi?»

La discussione si protrasse inutilmente nel cuore della notte. Il massimo che Lilo riusci a ottenere fu il consenso a parlarne ancora e l’impegno dell’appoggio se fosse riuscita a elaborare un piano.

Uno l’aveva, ma appena abbozzato. Dipendeva da come si sarebbero evolute le circostanze, ma ogni piano presupponeva di essere a bordo della nave che avrebbe fatto cadere il buco su Giove. Se le fosse riuscito, avrebbe potuto pensare a come impadronirsi della nave e tornare a prendere gli altri.

Cosi avvicino una Vaffa per accennare alla possibilita di servirsi della nave per lanciare un’altra sonda biologica. Osservo che sarebbe stato ragionevole unire le due missioni. Il rimorchiatore elettromagnetico avrebbe potuto lasciar cadere il buco in modo che passasse attraverso il centro di Giove, poi effettuare una leggera deviazione nella traiettoria per lanciare una sonda carica di strumenti, mandandola a sfiorare l’atmosfera.

Dopo essersi consultata con i suoi cloni e aver esaminato le direttive di Tweed, Vaffa approvo il progetto. Lilo disse che avrebbe avuto bisogno di qualcuno che la aiutasse e propose Vejay. Vaffa lo escluse immediatamente, poiche non aveva una buona reputazione. Lilo si affretto a fare il nome di Cathay come alternativa. Non voleva che la Vaffa pensasse che c’era un progetto di fuga.

Contava sul fatto che, sebbene Tweed potesse sapere cosa avrebbe fatto in fase di progettazione e di preparazione, non poteva predire come avrebbe reagito di fronte a un’occasione imprevista. La sua intenzione era di porsi in una situazione in cui si potesse presentare un’opportunita del genere.

Disse a Vejay di trovare un sistema che permettesse a Cathay di uccidere o neutralizzare il pilota del rimorchiatore e, con un po’ di fortuna, assumere il controllo dell’astronave. Di proposito, non fece nessun piano per liberarsi dei Vaffa. Non solo le sembrava impossibile, ma era convinta che eventuali piani l’avrebbero danneggiata anziche aiutarla. Tutto andava fatto a braccio. Sarebbe salita sulla nave e sarebbe stata attenta a cogliere qualsiasi possibilita.

Fece del suo meglio per non pensarci. Infatti le sembrava un progetto folle. Tweed li sorprese e per poco non rovino tutto. I cospiratori si riunirono in fretta appena Lilo venne a sapere cosa sarebbe effettivamente successo.

«Ecco cosa capita a fidarsi delle voci,» commento Niobe.

«Avremmo dovuto pensarci,» osservo Vejay. «Se avesse usato il nostro buco nero ci saremmo trovati in difficolta. Il generatore a fusione di emergenza avrebbe soddisfatto le nostre necessita, ma saremmo stati ai limiti.»

«E solo che non pensavo che gli interessassimo fino a questo punto,» disse Niobe.

Cio che Tweed aveva fatto era stato comprare un secondo buco nero sul mercato libero di Plutone. Era in

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