che ci sia. Credo che le due alternative siano ugualmente probabili, anche se forse la prima lo e un po’ di piu. In ogni modo, cio significa che se fuggo non ho piu del cinquanta per cento di probabilita di farcela. Quando cerchero di scappare davvero voglio avere molte piu possibilita.»

«E il secondo motivo?»

«Non so se a questo ci crederai, quindi e meglio che tu rifletta bene sul primo. Comunque, tanto per informazione, sono preoccupata. Quel messaggio della Linea Calda non mi piace. Non mi piace affatto. Credo che qualcuno dovrebbe studiarlo a fondo, e tanto vale che lo faccia io. Voglio andare ad ascoltarlo di persona.»

Vaffa abbasso per un attimo gli occhi e si passo una mano sulla testa calva. Annui e si sedette a gambe incrociate sul ramo dell’albero.

«Va bene. Mi… dispiace. Avevo detto che mi sarei fidata di te e d’ora in poi lo faro ma alle stesse condizioni di prima, ricordalo. Se mi tradisci, ti daro la caccia e ti uccidero.»

«Non chiedo altro.» Lilo le si mise accanto. Si stese, appoggiando la testa sulle braccia.

«Allora, com’e andata col cercatore?» chiese Vaffa.

«Niente da fare. Non ci portera.»

«Cosa?»

«Calma. E per questo che ho fatto tardi. C’ero quasi riuscita. Stavamo gia contrattando il prezzo.»

«Qual e stato il problema?»

«Tu. Oh, non tu personalmente. Tu e Cathay. Si rifiuta assolutamente di trasportare piu di un passeggero. Nessuno di noi puo andare da solo, per ovvi motivi, quindi non ci siamo potuti mettere d’accordo.»

«Ma perche? Ho controllato. La sua astronave potrebbe facilmente trasportarne quattro a quella distanza.»

Lilo sospiro. «Lo so. Devi cercare di capire come sono fatti questi cercatori. Le persone non gli piacciono. Per lui era gia una tortura considerare la possibilita di trasportare me sola. Tre gli hanno fatto cosi paura che riusciva appena a parlare.»

«Credo di continuare a non capire.»

Lilo tento di spiegarglielo di nuovo, perche non capiva neppure lei. «Mettiti al posto suo. Ha passato la maggior parte della sua vita solo su quella nave. E quasi diventata parte del suo corpo. Qui su Plutone sta lentamente impazzendo, e lo sa. Per lui dividere la sua nave con qualcuno e repellente come…» agito le mani incerta, «…non saprei, come dividere con qualcuno lo spazzolino da denti. Scegli tu il paragone che preferisci. Non e disposto a farlo, per nessuna cifra.»

«Quindi siamo al punto di partenza.»

Lilo strinse le labbra, poi si volto e sorrise.

«In realta no. L’ho preso come esperto. Gli ho dato quanto basta per una sera al tavolo da gioco e gli ho rivolto la domanda che ci interessa: c’e nessuno che sia disposto a fare quello di cui abbiamo bisogno, a farlo piu velocemente di quanto non ci riusciremmo da soli comprando una nave? O e impossibile? Tutti i cercatori avrebbero reagito come lui?»

«Continua. Cos’ha risposto?»

«Mi ha dato un nome. Nessuna promessa, e chiaro. Ma se c’e qualcuno disposto a farlo, questa e lei. E pazza, anche secondo il metro dei cercatori. Vado da lei fra due ore, col prossimo treno.»

«Perche non l’hai detto subito. No, non importa. Immagino che io non potro venire.»

«No. Non c’e motivo di spaventarla subito con tre persone. E necessario procedere con astuzia.»

«Allora andrai tu, naturalmente.»

Lilo si volto, per vedere se l’altra donna avesse voluto fare una battuta. Sarebbe stata la prima volta. Ma la faccia di Vaffa era seria come sempre.

«Come si chiama?»

«Javelin.»

17

Il singolare personaggio chiamato Javelin viveva sulla sua nave, la Cavorite, attualmente ormeggiata nello spazioporto di Plutone — quello vero, non la grande pianura sopra Florida dove atterravano i voli di linea. Era una zona ampia, ma piuttosto affollata, come mostrava il radar del piccolo scooter di Lilo. C’erano almeno mille fabbriche, stazioni energetiche, specchi e fattorie; quasi tutta l’industria pesante e gran parte dell’agricoltura di Plutone. Era contenta che a guidare ci pensasse il computer che controllava il traffico.

Lo scooter attracco accanto alla camera stagna della Cavorite. Nell’uscire dallo scooter per entrare nell’altra nave, Lilo rimase sorpresa delle sue dimensioni. Le era sembrata strana gia mentre vi si avvicinava; era quasi tutta motore e serbatoio, come ogni nave per cercatori, ma anch’essi erano piu grandi del normale. Per quanto riguardava la sezione degli alloggi… era possibile che fosse d’ottone?

La sezione degli alloggi era affusolata, senza alcun motivo apparente. Si ergeva come un capezzolo dorato a un’estremita del massiccio cilindro del serbatoio. Non aveva niente dell’aspetto casuale, di elementi messi assieme a casaccio, che Lilo associava alle astronavi da spazio profondo. Sembrava un proiettile tozzo, schiacciato sul davanti e leggermente conico sul dietro. Quattro pinne massicce giravano intorno alla poppa — equidistanti una dall’altra — dove la sezione anteriore era collegata al serbatoio. Sul naso c’era molto vetro, e su un fianco si vedeva una fila di oblo rotondi.

La camera stagna sembrava abbastanza normale, ma Lilo noto i grandi quadranti di ottone con gli aghi che giravano rapidamente. Apri la porta interna sganciando contemporaneamente il casco.

Si trovo in una piccola stanza, grande circa tre volte la camera stagna. Un’elegante tappezzeria color porpora rivestiva due pareti contrapposte, mentre le altre quattro erano coperte di mogano. Una grossa poltrona di pelle, con accanto un tavolo di ebano intagliato, era fissata su ciascuna parete tappezzata. Sui tavoli, lampade di Tiffany, portacenere di cristallo e un assortimento di riviste.

Lilo ne guardo le date; la piu recente aveva duecento anni.

Dalla stanza si poteva uscire solo attraverso la porta della camera stagna. Nella parete di fronte c’era un foto circolare in cui Lilo sarebbe appena riuscita a infilare la testa. Si sedette su una delle poltrone, facendo di quella parete il suo provvisorio «pavimento», e alzo gli occhi sull’altra poltrona del «soffitto». L’effetto non le piaceva.

Non aveva riconosciuto la lastra di vetro quadrata nella parete di fronte alla poltrona; era uno schermo televisivo in bianco e nero. Javelin doveva averlo costruito da sola; Lilo era sicura che non ne esistessero fuori dei musei. Lo schermo si accese e apparve la faccia di una donna in grandezza naturale. Era attraente, anche se piu matura di quanto richiedesse la moda. Era raro vedere qualcuno di un’eta apparente di piu di venticinque anni. Javelin sembrava piuttosto sui trentacinque. L’immagine mostrava solo la testa, e Lilo provo una certa delusione.

«Cosi vuole noleggiare un’astronave,» disse Javelin. «E una richiesta strana, glielo concedo. Probabilmente sono il solo cercatore a cui potrebbe interessare. Ma in questo momento non mi interessa abbastanza. Comunque ascoltiamo la sua proposta, e sara bene che sia eccezionale.»

Lilo si era preparata a una discussione lunga e intricata. Quello era stato lo stile dei cercatori che aveva incontrato. Javelin l’aveva presa un po’ di sorpresa.

«Posso fare una domanda? Pensavo che mi volesse qui per vedermi faccia a faccia. Invece sembra che io non possa neppure entrare nella nave.»

«Siamo faccia a faccia,» ribatte Javelin. «Non ho mai installato una videotrasmittente. Doveva venire in questa stanza perche potessi vederla. E adesso, dove vorrebbe andare? E le do un altro suggerimento. Parli chiaro, senza reticenze. Mi dica esattamente cosa vuole.»

«D’accordo. Io… cioe, io, mia moglie e… ricominciamo da capo.» Lilo stava sudando. Aveva la sgradevole sensazione che Javelin la conoscesse, ed era evidente che voleva la verita. Forse Quince l’aveva chiamata e le aveva detto qualcosa.

«Io e altre due persone vogliamo andare alla Linea Calda.»

«In che punto della Linea Calda? Parla della trasmittente su… 70 Ophiucus? Un bel viaggio. Ma immagino che voglia andare nel punto in cui il segnale e piu forte.»

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