«Torno subito,» disse. «Accomodatevi. I bulbi di caffe sono li, le bevande nelle bottiglie contro quella parete.» Sfreccio attraverso un piccolo foro nella parte anteriore della stanza.
«E un posto folle,» esclamo Cathay. «Assolutamente folle.»
Lilo fu d’accordo con lui. Era stata in navi di tutti i tipi, ma non aveva mai visto niente di simile alla
«Che stile sarebbe?» chiese. «Primo Vittoriano? Tardo Capitano Nemo?» Ma Cathay non sapeva cosa rispondere, e Javelin se n’era andata.
Il solarium era grosso modo lungo dieci metri e largo quattro. A differenza del resto della nave, aveva un pavimento ben definito, una cosa senza senso secondo Lilo. Era molto piu economico agire in caduta libera. Non solo, ma il pavimento era parallelo all’asse di spinta. Con il motore in funzione la stanza sarebbe stata su un fianco. Il basso non sarebbe mai stato in direzione del pavimento. Fu Vaffa a notarlo.
«Be’, a pensarci, nei suoi viaggi il motore e in funzione solo per pochissimo tempo…» Ma continuava a non avere sonso.
Il soffitto era ricurvo e seguiva la forma cilindrica dello scafo. Dodici grandi pannelli di vetro, sei per lato della stanza, si curvavano in alto per incontrarsi con un’elaborata trave di legno che percorreva la stanza nel senso della lunghezza. Era chiaro perche la chiamava solarium.
La stanza era adorna di piante, rampicanti e fiori. C’era un organo a canne con due tastiere su un lato e un acquario toroidale che girava lentamente sull’altro; piccoli pesci angelo boccheggiarono a Lilo quando avvicino la faccia al loro mondo ruotante. Nel mezzo c’erano poltrone e divani rivestiti di velluto lussuoso, legni intagliati e molte decorazioni di ottone. Lilo si senti oppressa dai particolari; tutto era infestato da curve.
Lilo infilo la testa nel foro attraverso il quale era scomparsa Javelin ed ebbe una sorpresa. Quella stanza era il centro di controllo della nave. Anch’essa era molto diversa dal solito, con gli strumenti di ottone, la mancanza di quadranti digitali e molti congegni che sembravano controlli manuali. Accanto allo stretto sedile di pilotaggio c’era una lunga leva sovrastata da un pomo di cristallo sul quale spiccavano le scritte STOP e VIA. Ma la vera sorpresa consisteva nel fatto che la stanza era vuota. Poiche al di la del muso della nave non c’era che lo spazio, a Lilo il fatto parve strano.
Si tiro indietro in tempo per vedere Javelin che entrava nel solarium dal corridoio di poppa. Dunque aveva le sue tecniche per spostarsi da una parte all’altra.
«E una nave sorprendente,» le disse Cathay.
«Crede? Grazie. A me piace. E logico, sono quasi trecento anni che ci abito. Il disegno — dell’esterno, voglio dire — l’ho ripreso dalla copertina di una vecchia rivista. Pre-Invasione. In realta addirittura pre-spaziale.»
«E assurdo,» disse Vaffa, in tono deciso.
«Io penso di no. E chiaro che l’artista autore del disegno non sapeva niente di astronavi. Lui cercava di vendere riviste, cosi lo fece sexy anziche razionale. Mi e piaciuto.»
«Ma l’eccesso di peso…» obietto Lilo, perplessa. «La forma non si adatta alla funzione. Non si perde in efficienza?»
«E curioso che dica questo. E in gran parte vero, ma non ha nessun senso poetico? E dal tempo della prima colonia lunare che combatto contro gli ingegneri. Siamo diventati una razza di ingegneri. Cio che sembra non riusciamo a capire e che dopo il tempo delle ferrovie, viene quello delle
«Come?»
«Che cop. Scusate, era un termine arcaico. Anzi, tutti i concetti di questa metafora sono arcaici. Ma la
Lilo continuava a essere perplessa. Ma Quince aveva parlato di lei con rispetto. Era considerata il miglior cercatore di tutti i tempi.
«Se siete pronti per partire, dovrei iniziare il conto alla rovescia. Devo ancora sbrigare alcune cose. Ho perquisito i vostri bagagli e ho esaminato le radiografie che vi ho fatto mentre…»
«Cosa ha
Javelin la guardo dall’alto in basso. «Si, la sua reazione non mi sorprende,» disse seccamente. «Fra le sue cose c’erano cristalli e svariati altri elementi. Sarebbe bastato un po’ di sputo e di gomma da masticare per costruire un paio di pistole laser. Li ho buttati via, nell’interesse di un viaggio sicuro e calmo.»
Vaffa aveva piantato i piedi contro la paratia di poppa. Si lancio attraverso la stanza, contro Javelin. Aveva le braccia tese e la bocca aperta in un ringhio. Lilo non voleva guardare. Javelin era cosi esile, cosi fragile. Vaffa comincio a fare una curva in aria, voltandosi per colpire Javelin.
Fini quasi prima di cominciare. Javelin si giro, piegandosi con un angolo impossibile e piantando una mano sul pavimento. Fece forza e, mentre Vaffa le passo accanto, si volto e la colpi di taglio al collo. Vaffa ando a sbattere malamente contro le canne sopra l’organo, e rimase sospesa in aria.
Javelin le rivolse un’altra occhiata, poi sposto l’attenzione su Lilo.
«Devo conoscere la natura del meccanismo che ha dentro l’addome,» disse. «E anche che cos’ha attaccato sulla sinistra dell’osso pelvico.»
«Non lo so,» rispose Lilo. «Pero sospettavo che dentro potesse avere qualcosa.»
Javelin annui. «Dunque, e cosi, eh? D’accordo. Uno sembra un semplice meccanismo di rilevamento. Pensavo che l’altro fosse una bomba, ma ho deciso che non lo e. Probabilmente e una capsula di narcotico. Andrebbe d’accordo con il rilevatore, no?»
«Immagino di si.» Lilo aveva la faccia in fiamme.
«Bene.» Sembrava che anche Javelin volesse abbandonare l’argomento. «Se vuole rimuoverli usi pure la sala operatoria. Posso gettarli fuori, oppure puo decidere di farci qualcos’altro.» Sposto lentamente gli occhi su Vaffa, ancora sospesa a mezz’aria, poi rivolse un sorriso a Lilo.
«Accensione fra seicento secondi. E meglio che andiate nelle vostre cabine.»
18
Trascorsero la maggior parte del tempo nelle cabine, senza vedere Javelin. Lilo ando nel solarium una volta, ma per farlo dovette arrampicarsi per otto metri lungo una scala che era spuntata dalla parete del corridoio. Ora il solarium non era un luogo piacevole. L’organo era sospeso al soffitto, a dieci metri di altezza. C’era un’altra scala, e Lilo la sali per infilare la testa nella stanza di controllo: Javelin non c’era. Probabilmente non l’avrebbero vista fino allo spegnimento dei motori. Javelin si sarebbe spostata attraverso la sua rete di condotti, dove gli altri non erano in grado di seguirla.
Cathay e Lilo potevano vedere Vaffa al di la del corridoio. Non diede segno di voler andare da loro, ma continuo a passeggiare avanti e indietro. Lilo, a disagio, si domandava quanto sarebbe stata incolpata per l’accaduto. Vaffa avrebbe sospettato che Lilo e Javelin si fossero messe d’accordo, e non sarebbe stato facile