dogana per far vedere che non aveva venduto nulla. Percio non capisco come mai siano ancora nello studio di tuo padre.»

«Le tele su cui dipingere gliele aveva date mio padre?»

«Si. Erano vecchie tele e c'era su qualcosa che tuo padre aveva coperto con uno strato di pittura.»

«Qualcosa di suo?»

«Non glielo domandai.»

El Zurdo continuo a fumare mentre Falcon mangiava.

«Vuoi sapere che cosa c'e sotto la pittura?» domando El Zurdo.

«Credo di si.»

«Non mi sembri tanto sicuro.»

«Si crede di voler sapere finche non si scopre di cosa si tratta.»

Presero un taxi che li porto a calle Larana e alla Facultad de Bellas Artes, attraversarono il patio interno e salirono al piano superiore dove, per quindicimila pesetas, un amico di El Zurdo mise le tele in una macchina speciale e consegno loro cinque immagini stampate delle opere originali che stavano sotto l'ultimo strato di pittura. Il risultato era incomprensibile, un nulla fatto di tratteggi incrociati, di bande nere su fondo bianco, qua e la un particolare riconoscibile, come un occhio, una gamba, uno zoccolo, la coda di un animale.

El Zurdo non riusci a capirci nulla. Si salutarono ai piedi della gradinata, e lo zingaro disse che avrebbe sempre potuto trovarlo a La Cubista all'ora di pranzo. Javier torno a casa a piedi. Butto su un tavolo le tele e le stampe, telefono ad Alicia e si accordo per vederla quella sera.

«Mi hanno sollevato dall'incarico», dichiaro mentre la terapeuta gli prendeva il polso, «e tra dieci giorni dovro sottopormi a un esame psicologico completo.»

«Non ne sono sorpresa», soggiunse Alicia, «probabilmente il suo comportamento stava diventando piuttosto strano.»

«E stato per via di quel fatto con Ines e il Juez de Instruccion, lei ha pensato che la stessi pedinando, ma io l'ho incontrata per caso, come a volte succede nei miei pensieri.»

«Mi ha gia detto tutto questo.»

«Davvero? Ah, si, per un pazzo pochi giorni diventano eoni. Io non faccio che rivivere la mia vita, ma continuo a sbattere contro un vuoto di memoria, ci sbatto piu e piu volte e alla fine sono esausto e ricomincio di nuovo fino a quando mi ritrovo davanti alla stessa porta chiusa. E sfibrante e fa sembrare storia antica il tempo tra le esperienze reali della vita quotidiana. Le ho detto che sono stato a Tangeri?»

«Non ancora. Perche ha deciso di andare a Tangeri?»

«Mi hanno dato un permesso per gravi motivi familiari.»

Le parlo della morte di Pepe Leal.

«Che cosa sperava di trovare a Tangeri… quarant'anni dopo?»

«Risposte. Nel Terzo mondo la vita non si muove con gli stessi ritmi di qui. Ho creduto di poter trovare qualche persona che ricordasse cose che io avevo dimenticato e che avrebbero rimesso in moto la mia memoria.»

«Ma perche Tangeri? Aveva perduto il suo lavoro a causa di Ines, perche non risolvere questo problema? Che cosa l'ha spinta laggiu?»

«Sono stato trascinato, non e stata una decisione conscia, sono andato dove mi ha condotto la sorte. Mi sono messo nelle mani di altri… e sono finito davanti alla nostra vecchia casa nella medina.»

«Nessuna decisione conscia?»

«Nessuna.»

«Mi ricordi quando esattamente si e manifestata questa sua specie di follia.»

«Ho avvertito il cambiamento in me quando ho visto la faccia della prima vittima.»

«E qual e stata la prima cosa, al di fuori delle sue indagini, che le ha fatto pensare che il cambiamento non fosse dovuto, per esempio, al trauma di uno spettacolo orripilante?»

Un lungo silenzio.

«Sono andato in centro per prendere la rubrica della vittima e mi sono imbattuto in una processione della Semana Santa. Non so perche, ma vedere la Madonna… per poco non sono svenuto. E stata un'esperienza sconvolgente.»

«Lei e credente?»

«Niente affatto.»

«E dopo di quello?»

«Ho visto mio padre in una delle foto della vittima e ho appreso che aveva avuto una relazione prima della morte di mia madre.»

«Ma nella sua vita?»

«Trovare i diari con la sua lettera… ha messo in moto qualcosa. Ha smosso qualcosa, intendo dire, una specie di… tenebra. Quella notte mi sono comportato in modo molto strano, ho creduto che potesse esservi qualcosa di perverso in me. Non avevo mai visto quel lato della mia natura, mi sono sempre comportato inflessibilmente bene. Deciso a comportarmi bene.»

«Lo fa perche ha paura?»

«Si.»

«Di che cosa?»

«C'e stato dell'altro quella notte», rispose Falcon. «Stavo cercando di trovare la prostituta che era stata con la vittima la sera della sua morte. Era sparita. In quell'occasione l'assassino si e messo in contatto con me per la prima volta. Mi ha chiesto: 'Siamo vicini?' e poi ha aggiunto: 'Piu vicini di quanto pensi', come se sapesse qualcosa di me, e ora so che era vero.»

«Che cosa crede che sapesse di lei?»

«Credevo volesse dire che eravamo vicini fisicamente, che mi avesse seguito, ma piu tardi pensai che forse avesse voluto dire che non eravamo molto diversi, lui e io», disse Falcon, impuntandosi sulle parole. «Sapevo che aveva ucciso la ragazza e mi sentivo in colpa.»

«In colpa?»

«Sospettavamo che ci fosse un legame tra l'assassino e la ragazza, ma non abbiamo dato seguito alla cosa. Avremmo dovuto insistere. Abbiamo sbagliato…»

«Lei non ha sbagliato», disse Alicia, «la ragazza non ha voluto parlare, stava proteggendo l'assassino per motivi suoi.»

«Mi sento ugualmente colpevole.»

«Ma colpevole di che cosa?»

Lungo silenzio.

«Quella sera mi sono imbattuto in un'altra processione. E, sa, era… cosi bella… la Madonna. E ridicolo che un manichino vestito possa essere tanto… commovente», sospiro. «Non sono riuscito a sopportarlo, non sono riuscito a sopportare tutto cio che rappresentava e ho dovuto fuggire, ho dovuto allontanarmi da lei.»

«E questo aveva a che fare con il suo senso di colpa nei riguardi della ragazza?»

«Si. Con il mio fallimento.»

«Lei sa chi e la Madonna?»

«Si.»

«Sa che cosa incarna?»

Falcon annui.

«Lo dica», insistette Alicia.

«E la madre assoluta.»

«La madre assoluta», ripete Alicia. «Mi dica perche e andato a Tangeri.»

«Volevo sapere come… volevo sapere che cosa fosse successo quando mori mia madre.»

«Lo ha scoperto?»

«Non proprio. Ho saputo che cosa era successo sulla strada, davanti a casa, un ricordo confuso che mi aveva sempre turbato. Era soltanto la donna del Rif, la cameriera di mia madre che aveva fatto una scena, una cosa abbastanza normale per le donne arabe. Probabilmente anche lei sa che…»

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