accidentalmente, gli avevano mozzato il pene. Che cosa fanno a questo punto? (Salgado mi guarda come Javier quando gli racconto una storia prima di dormire, rannicchiato e con gli occhi sgranati.) Lo avvolgono in una coperta e lo scaricano su non so quale ponte. Il soldato era stato fortunato, perche lo aveva trovato un poliziotto che lo aveva trasportato all'ospedale prima che morisse dissanguato.

«Che cosa ne concludi, Ramon?» domando.

Batte le palpebre, disperato all'idea di dare la risposta sbagliata ed essere mandato fuori dall'aula.

«Se mi aiuterai, Francisco», dice, «non faro mai piu una cosa del genere.»

«Che cosa? Uccidere qualcuno?»

«No, no, voglio dire… non andro mai piu con i ragazzi, condurro una vita esemplare'.»

«Ti aiutero», gli dico, «ma voglio sapere che cosa ne pensi della mia storia.»

Altro silenzio. E troppo spaventato per pensare.

«Avevano anche pagato il soldato perche non parlasse», aggiungo. «Quanto credi che lo avessero pagato?»

Scuote la testa.

«Duecentomila dollari e si tratta del 1946», dico. «A quel tempo si guadagnava molto di piu perdendo il piffero che dipingendo quadri.»

Salgado si precipita in bagno a vomitare. Torna, asciugandosi la bocca.

«Non so come tu possa rimanere cosi freddo, Francisco.»

«Ho ucciso migliaia di persone, tutte quante non piu colpevoli o innocenti di noi due.»

«Ma e stato in guerra1.» obietta lui.

«Sto solo spiegando che quando si sono visti i massacri ai quali ho assistito io, un ragazzo morto in una camera d'albergo non e una cosa tanto terribile. Su, ora dimmi che cosa ne pensi della mia storia.»

«E stata un'azione orribile», dice, aspirando il fumo della sigaretta.

«Peggiore di uccidere un ragazzo?»

«Avrebbe potuto morire, per quel che interessava a loro.»

«Giusto. E che cosa ti dice sulla gente che tu sei cosi ansioso di impressionare favorevolmente?» domando. «Il colpevole e ancora a piede libero, a proposito, e ancora amico di Barbara Hutton.»

Ramon e troppo stravolto per arrivarci da solo.

«Noi siamo i loro cagnolini ammaestrati», spiego, «siamo i loro giocattoli, si, anch'io lo sono, Ramon. Ci accarezzano, ci danno qualche bocconcino, si divertono con noi, poi si stancano e ci buttano via. Noi non siamo niente per quella gente, assolutamente niente. Meno di giocattoli. Percio, quando sorseggerai il loro champagne, ricordati che e per l'alta opinione di questi personaggi senza nessun valore che tu hai ucciso quel ragazzo.»

Le mie parole gli sfondano il petto come proiettili di grosso calibro. Si abbatte sulla sedia.

«Per loro?» domanda stupefatto.

«Hai ucciso il ragazzo perche non ti piaceva l'idea che quella gente sapesse di questo lato di te, l'hai ammazzato perche questa e l'unica cosa di te che trovi odiosa e credi che anche gli altri la giudichino cosi. E hai sbagliato completamente.»

Singhiozza. Io gli batto la mano sulla spalla.

«Francisco», dice, «dove sarei senza di te?»

«In un posto molto piu piacevole», rispondo.

Non e stato difficile liberarsi del cadavere. Alle tre del mattino lo abbiamo trasportato nel giardino dell'albergo e sollevato al di la del muro. Lo abbiamo messo sulla macchina, lo abbiamo portato alla scogliera fuori citta e lo abbiamo buttato in mare. Mentre tornavamo in citta Ramon guardava fuori dal finestrino, incapace di pronunciare una parola, un uomo che doveva venire a patti con una realta totalmente diversa, una realta nella quale, a causa di un momento di cecita, niente sarebbe stato lo stesso mai piu. Se si e costretti a uccidere. Se non c'e piu niente da fare. Allora bisogna uccidere tenendo gli occhi ben aperti.

Falcon lascio che i fogli fotocopiati gli cadessero dal grembo e si sparpagliassero sul pavimento. Era ipnotizzato dai suoi pensieri, dalla conferma del fatto che l'assassino avesse avuto accesso ai diari di suo padre; e ora, con le informazioni avute da El Zurdo, Falcon sapeva che doveva trattarsi di uno degli studenti d'arte che suo padre aveva ospitato in casa per sentirsi meno solo.

La Facultad de Bellas Artes era certamente chiusa, El Zurdo irraggiungibile. Sfoglio la rubrica di suo padre e trovo il nome di una persona dell'universita con il numero di telefono di casa. Provo a chiamare, ma non ottenne risposta.

I suoi pensieri si rivolsero a Raul Jimenez e alla rivelazione che aveva provocato la rottura con Francisco Falcon. Gli sembrava improbabile che suo padre non ne avesse fatto parola nei diari, poi si rese conto che era avvenuta in una data successiva a quella delle righe finali, nelle quali annunciava di essere ormai definitivamente annoiato.

Javier scosto bruscamente la sedia e corse al piano superiore, rallentando poi il passo quando fu nella galleria fino a fermarsi davanti allo studio di suo padre, lo sguardo fisso nella pupilla nera della fontana nel patio. Un'idea apparentemente priva di collegamento gli aveva attraversato la mente. Uno degli elementi insolubili del caso era cio che Sergio aveva costretto Raul Jimenez a vedere. Dove aveva preso quelle immagini? Gli scheletri nell'armadio di Salgado erano stati abbastanza facili da scoprire per gli investigatori, avevano trovato il baule nella mansarda e i film, ma con Raul Jimenez non erano arrivati mai a niente; nonostante le interminabili ricerche alle Mudanzas Triana, non si era trovata nessuna prova che il materiale la conservato da tempo fosse stato manomesso.

Si stacco dalla parete della galleria ed entro nello studio del padre. L'ultimo diario era nel ripostiglio. E la, una decina di pagine dopo quella che aveva creduto essere l'ultima, lesse:

13 maggio 1973, Siviglia

Sono cosi inferocito che ho dovuto ritornare a questo confessionale nella speranza di ritrovare un po' di calma.

La storia che Falcon aveva sentito da El Zurdo terminava cosi:

Non riesco a capire perche abbia voluto dirmelo ora ed esco ruggendo dal ristorante. Mi grida dietro: «Se non fosse per me, a quest'ora staresti dipingendo infissi a Triana!» E stato un insulto colossale e calcolato per il quale ricevera una punizione appropriata.

17 maggio 1975, Siviglia

Un poscritto al mio ultimo sfogo. Ho scoperto che il mio vecchio amico R. e gia stato punito. Sembra che il figlio piu piccolo sia morto ad Almeria, che sua moglie si sia suicidata gettandosi nel Guadalquivir qui a Siviglia, che sua figlia, Marta, sia finita in un istituto per malati di mente a Ciempozuelos e che il figlio maggiore viva a Madrid e non voglia piu avere rapporti con lui. Dopo queste tragedie, qualsiasi cosa io avessi in mente sembra nulla. Ora credo che l'abbia detto solo per liberarsi di me. Io ero per lui soltanto un altro reperto di quell'era sciagurata.

Falcon sfoglio le pagine vuote fino alla fine, poi torno a cio che aveva appena letto e lo rilesse. La parola «Ciempozuelos» lo colpi. Da quelle righe Sergio aveva forse saputo tutto, tutta la tragedia familiare, e gli si era presentata un'occasione: Marta a Ciempozuelos. Ma Marta non parlava o quasi. Falcon ricostrui mentalmente la sua visita laggiu. Il dottore che medicava la ferita di Marta. Ahmed che la riportava nella corsia, Marta che vomitava dopo il trauma della caduta. Ahmed che andava a prendere il carrello per pulirla. E a un tratto lo vide,

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