«Perche io gli avevo appena raccontato tutto di me. Avevo bevuto, ero depressa dopo il secondo aborto e la fine della mia relazione con il figlio del duca. Gli ho confessato l'aborto e il modo in cui avevo guadagnato i soldi e… lei capisce, e diventata una conversazione molto personale.»

«Sono segreti gravi da condividere.»

«Eravamo due persone sole e deluse e ci siamo confidati le nostre storie in un caffe sulla Gran Via, davanti a un brandy.»

«Le ha detto quando avrebbe ucciso quell'uomo?»

«All'inizio degli anni '60 a Tangeri. Aveva dato uno spintone a uno durante una discussione tra ubriachi, il tipo era caduto, aveva battuto la testa in un brutto punto ed era morto. Era stata messa a tacere ogni cosa, Ramon aveva sborsato un po' di soldi e aveva lasciato il paese.»

«Non crede che stesse mentendo?»

«Perche avrebbe dovuto confessare una cosa tanto terribile?»

«Se non per far sentire meglio lei? Be', la cosa poteva dare a Ramon una certa aura… un fascino di cui era assolutamente privo.»

«Posso dirle soltanto che lei non lo ha sentito pronunciare quelle parole, non ha visto quanto gli sia costato rivelarmelo.»

«Va bene», disse Falcon, «e vero, ma e stato quarant'anni fa…»

«Non e risalito a quegli anni nelle indagini sull'assassinio di Raul? Ha detto che voleva ricostruire il quadro generale del passato. Questo fa parte di un altro passato.»

«Il problema ora e che i miei superiori e io abbiamo bisogno di un quadro generale del presente», disse Falcon. «Non posso nemmeno dimostrare che suo marito e Ramon fossero insieme a Tangeri nello stesso periodo. Non esiste nemmeno questo tenue legame.»

«Raul aveva fatto conoscere Ramon a suo padre. Gli aveva dato una lettera di presentazione da portare con se a Tangeri.»

«Che cosa successe in seguito tra Raul e mio padre?» domando Falcon, per un attimo affascinato dalla digressione. «Per quanto ne so, una volta arrivati a Siviglia non si sono mai piu visti.»

«Non so, non ne ha mai parlato. Glielo avevo chiesto, ma lui non aveva risposto.»

«Va bene», riprese Falcon, tornando in argomento, «mi parli del presente nei rapporti tra Ramon e suo marito.»

«Quali rapporti?»

«E stato Ramon a presentarle Raul, non e cosi?»

«Se dodici anni fa per lei e il presente, quando comincia il passato?»

«Che cosa mi dice dell'Expo '92? I nomi che le ho fatto erano collegati da…»

«Siamo solo a nove anni fa, stiamo facendo progressi, Inspector Jefe.»

«Se uno subisce violenze sessuali da piccolo, per quanto tempo crede che questo fatto segni la persona?»

Un silenzio, cosi profondo e prolungato che Falcon comincio a chiedersi se Consuelo Jimenez fosse ancora all'apparecchio.

«Di che nomi stiamo parlando e che cosa hanno a che fare con le violenze ai bambini?» domando la donna. In quel momento nella sua voce era evidente una sfumatura di rabbia.

«Questo e coperto dal segreto istruttorio», rispose Falcon, «ma un nome lo conosce… Eduardo Carvajal.»

«Se mi sta dicendo che mio marito o Ramon avevano qualcosa a che fare con un giro di pedofili dovra risponderne a me e ai miei avvocati.»

«Continui a leggere i giornali», le disse Falcon e la signora Jimenez interruppe la comunicazione.

Pochi secondi dopo il suo cellulare squillava. Falcon non si era ancora staccato dal telefono da quando era tornato dal bancomat: il mondo intero stava convergendo su di lui.

«Dov'e?» gli domando il Comisario Lobo.

«Non ho ancora avuto la possibilita di uscire di casa», spiego Falcon, «ho risposto a una telefonata dopo l'altra.»

«Meglio cosi», disse Lobo. «Saro in uno dei caffe della Plaza de Armas, dalla parte di avenida del Cristo de la Expiracion. Tra un quarto d'ora.»

Lobo non gli aveva mai dato un appuntamento fuori dall'ufficio; e che posto per incontrarsi, poi! Poteva significare soltanto che l'argomento di cui voleva parlargli era troppo delicato per le mura piene di orecchie della Jefatura.

Falcon era nel patio quando il telefono fisso ricomincio a squillare. Torno indietro, afferro la cornetta. Silenzio.

«Diga.»

«Che ne pensi ora di Ramon Salgado, tio Javier?»

«Hola, Sergio», disse, la sola cosa che gli era uscita nel turbine dell'adrenalina.

«Non chiamarmi cosi!»

«Allora non chiamarmi zio», ribatte Javier.

«Non hai risposto alla mia domanda sulla collezione di Hieronymus Bosch del tuo vecchio amico… un luogo perfetto per custodirla, no?»

«Immagini oscene, ma, sai, in Spagna abbiamo leggi contro la violenza all'infanzia e punizioni adeguate e severe per i criminali. Non e necessario che tu…»

«Capisco dove vuoi arrivare, Inspector Jefe. A Raul piacevano le bambine e a Ramon i ragazzini torturati… molto interessante.»

«Ed Eduardo Carvajal?»

Silenzio.

«Basta uccidere, Sergio. Non hai piu bisogno di farlo.»

«Non ho ucciso nessuno. Non e stato necessario.»

«Come sta il pollice?» domando Falcon e la comunicazione si interruppe.

Strinse furiosamente il ricevitore. Lo aveva perduto. Tutte le domande da fare e le strategie da applicare gli si erano presentate alla mente qualche secondo troppo tardi. Sbatte giu la cornetta e usci per incontrare Lobo.

Mentre percorreva calle Pedro del Toro ripenso alla natura del silenzio che aveva seguito il nome di Eduardo Carvajal. Era stato il silenzio di chi non aveva mai sentito quel nome e Falcon comprese di aver imboccato un altro vicolo cieco.

La Plaza de Armas, un tempo la principale stazione ferroviaria di Siviglia, ospitava ora una galleria di negozi, caffe e fast-food frequentati da perdigiorno. Lobo, che indossava una giacca troppo pesante per quella giornata mite, era seduto da solo a un tavolino accanto all'antico ingresso della stazione, con davanti due tazze di caffe.

«Ha l'aria sfinita, Inspector Jefe», esordi Lobo.

«Ho appena parlato con il nostro assassino.»

«Si sta ancora divertendo?»

«Non ero pronto a una conversazione con lui dopo tutte le telefonate che ho ricevuto stamani», spiego Falcon. «Mi ha confuso chiamandomi 'zio' e non ho avuto nemmeno la presenza di spirito di domandargli come abbia trovato il mio numero.»

«Quale numero?»

«Il vecchio numero di telefono di mio padre… non lo dava a nessuno.»

«Forse l'ha trovato in casa di Ramon Salgado.»

«Forse.»

Mentre Falcon lo metteva al corrente delle telefonate, Lobo tamburellava con le dita sul bordo del tavolo.

«Era sorpreso dal collegamento che lei ha fatto», osservo Lobo.

«Lo ammetto, mi ha scosso.»

«E dalla signora Jimenez nessuna notizia sui rapporti tra suo marito e Carvajal, se non la sua rabbia all'idea

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