che potesse esistere un collegamento», disse Lobo. «Che cosa intende fare ora, Inspector Jefe?»

«Credo che mandero comunque il computer alla buoncostume; potremmo trovare un collegamento con Carvajal tramite quel materiale.»

«La ragione per cui siamo qui potrebbe avere a che fare con questo», dichiaro Lobo. «Il nome della MCA Consultores mi e arrivato da un'altra fonte. C'e stata una fuga di notizie. Lei ne ha parlato con qualcuno?»

«Ho nominato alcuni dei titolari alla signora Jimenez, ma non ho fatto il nome della societa», rispose Falcon. «E dopo aver visto il materiale sul computer di Salgado ho deciso di informare il Juez Calderon sulla mia nuova ipotesi, il che ha comportato un riferimento alla MCA Consultores.»

«Allora la fuga e avvenuta qui», affermo Lobo. «Ecco come la notizia e arrivata al Comisario Leon. Molto interessante.»

«Pensa che il Juez Calderon ne abbia parlato con il dottor Spinola o con il Fiscal Jefe Bellido?»

«Come crede che abbia avuto quel posto prima ancora di compiere trentasei anni?» domando Lobo.

«Sembra molto capace.»

«Lo e, ma suo padre e anche il marito della sorella minore del dottor Spinola. Sono parenti.»

«In che modo le e arrivato il nome della MCA?» domando Falcon.

«Siamo tutti alla merce delle nostre segretarie.»

«E questo come influenzera le indagini?»

«Qualsiasi cosa succeda, ci dara un'indicazione sul grado di colpevolezza.»

XXVI

Sabato 21 aprile 2001, galleria di Ramon Salgado,

calle Zaragoza, Siviglia

La galleria era aperta ma vuota. Al piano superiore Ramirez e Greta, seduti uno accanto all'altra, stavano scorrendo gli elenchi degli artisti rappresentati. La donna, a capo chino, guardava la lista e parlava, l'uomo ammirava i suoi capelli. Si scostarono bruscamente quando l'Inspector Jefe arrivo in cima alla rampa di scale. Falcon ebbe la certezza di aver colto il principio di un'intesa sessuale tra i due. Prego Greta di lasciarli soli per qualche momento.

«Abbiamo trovato il sangue», esordi, suscitando subito l'interesse di Ramirez.

«Nella casa di Salgado?»

«Sul pavimento e in bocca.»

«In bocca?»

«Quando Sergio gli ha infilato i calzini in bocca per la seconda volta, Salgado lo ha morso.»

Ramirez si allungo sulla sedia e sorrise, allargando le braccia. «Ora dobbiamo soltanto trovarlo», disse. «Ma perlomeno il Juez Calderon sara contento di sapere che, quando lo avremo trovato, avra qualcosa di concreto in mano.»

«Lavori con Greta…»

«Con piacere.»

«… metta insieme una lista di tutti gli artisti che usino filmati o video nelle loro opere e abbiano un recapito di Siviglia o di Madrid.»

«Madrid?»

«Ci ha spedito qualcosa da Madrid; potrebbe avere ancora un'abitazione la.»

«In che fascia di eta dobbiamo cercare?»

«Diciamo fino a quarantacinque anni, tanto per precauzione… purche sani e robusti», rispose Falcon. «Conosce nessuno alla buoncostume che esaminerebbe il materiale che abbiamo trovato sul computer di Salgado per darci un parere sulla provenienza?»

Ramirez annui, da uomo che sapeva come farsi dispensare favori. Tornarono sul profilo di Sergio, poi Falcon si avvio all'uscita. Sulle scale, si giro.

«Se Greta conosce qualcuno su quell'elenco che abbia avuto un'istruzione francese e che abbia trascorso del tempo in Francia o in Nordafrica, mettete in evidenza il nominativo.»

Davanti alla casa di Salgado Falcon scavalco il nastro della polizia ed entro nell'abitazione, deserta e priva di vita ora che il trambusto della scena del delitto era cessato. Non comunicava nemmeno tristezza, solo la sterilita del suo proprietario, un uomo dai gusti presi in prestito. Al pianterreno le pareti erano state imbiancate di recente, non vi era traccia di ninnoli, nessuna fotografia, nessun oggetto fuori posto, la mobilia un insieme di linee pulite; in soggiorno solo un quadro, un acrilico astratto quasi privo di colore. Nello studio, al centro della libreria, l'unica foto esposta: Francisco Falcon e Ramon Salgado, sorridenti, le braccia l'uno sulle spalle dell'altro.

Sali nella mansarda affacciata sul piccolo terrazzo dal quale si pensava che fosse passato Sergio. Felipe e Jorge l'avevano lasciata esattamente come era stata trovata, perfino la chiave della porta era ancora sul pavimento come quando erano entrati. Falcon la fisso per un attimo, poi chiamo Felipe con il cellulare e gli chiese dove avesse lasciato la chiave.

«L'abbiamo rimessa nella serratura, era meglio che correre il rischio che venisse spostata di qua e di la sul pavimento.»

«In questo caso… e tornato», disse Falcon.

«Dov'era la chiave?»

«Per terra, accanto alla porta, dove e stata trovata la prima volta. Perche dovrebbe voler tornare sulla scena del delitto?»

«Perche si e dimenticato qualcosa?» suggeri Felipe.

«Si, significa che ha lasciato qui una cosa», affermo Falcon e una palma alta nel giardino accanto ondeggio nella brezza in un sonoro fruscio delle foglie. A Falcon si rizzarono i capelli in testa mentre si concentrava nell'ascolto. E se fosse stato ancora li? No, non in pieno giorno. Inizio una lenta e metodica ricerca in tutta la casa. Era vuota. Torno nella stanza dove era stato trovato il corpo di Salgado e, fermo in piedi davanti alla scrivania, rivide la scena con l'immaginazione.

Mentre Sergio gli infilava di nuovo i calzini in bocca, Salgado aveva ripreso i sensi e lo aveva morso; l'altro aveva reagito colpendolo tre volte sulla faccia, poi aveva fatto un passo indietro, stringendosi il pollice o l'indice ferito. Dove sarebbe potuto andare? La cucina era la stanza piu vicina. Percio aveva raggiunto il lavello, si era sfilato il guanto di lattice e si era lavato il dito. Probabilmente si era fatto prendere dal panico, sanguinava ancora e non c'era niente per tamponare la ferita, niente cerotti in giro.

Il rotolo di carta da cucina. Aveva strappato un po' di carta dal rotolo, l'aveva premuto sul taglio ed era salito nel bagno al piano superiore. Probabilmente a quel punto era agitato, i nervi non piu saldi come prima, e forse anche incollerito. Probabilmente aveva avuto fretta di finire quello che aveva cominciato per potersene andare. Percio era tornato da Salgado, aveva sistemato il terribile cappio, aveva fatto la sua telefonata e lo aveva guardato morire. Poi era uscito in fretta.

Perche gli aveva telefonato proprio quella mattina? Era preoccupato? A che punto ha interrotto la comunicazione? si domando. Quando gli ho chiesto del pollice. E stato questo a dargli la risposta? Si, deve essere stato cosi. Sergio ha capito che io non sapevo di quale dito si trattasse.

Le immagini si susseguirono nel cervello di Falcon, rulli di memoria srotolarono i loro segreti. Sua madre che entrava in bagno per lavarlo, che gli insaponava la schiena. Era vestita come se dovesse andare a un ricevimento. Si era tolta gli anelli e li aveva appoggiati in una conchiglia sul bordo della vasca.

Falcon torno al lavello della cucina. Ora capiva. Ecco perche Salgado aveva continuato a mordere resistendo ai tre pugni in faccia: l'anello gli aveva dato un appiglio. Probabilmente l'aveva trascinato oltre la nocca e, quando Sergio si era sfilato il guanto bucato, l'anello era caduto nel lavandino. O no? Era un lavello di acciaio inossidabile, cadendo l'anello avrebbe prodotto un rumore, Sergio se ne sarebbe accorto… a meno che non fosse caduto direttamente dentro il foro di scarico… Falcon vi infilo le dita e incontro il rivestimento di gomma. Nessun rumore, l'anello sarebbe finito dritto nel sifone. Prese la torcia, ma nella cavita non si vedeva niente. Chiamo di nuovo Felipe e gli domando del lavello, che era stato ispezionato soltanto superficialmente, ammise l'uomo della

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